Fondamentalismo o Rigore?

02 luglio 2008

In liuteria si sa, la precisione è di rigore, ma se bastasse solo la precisione per costruire buoni violini sarebbero in molti ad aver superato la maestria dei liutai classici, ma così non è. Il rigore è tuttavia necessario per costruire strumenti in ossequio alla tradizione italiana, il che non vuole significare l’applicazione passiva dei principi che regolano la vita professionale del liutaio, ma è la semplice constatazione del fatto che qualunque alternativa si adotti nella costruzione di uno strumento che si discosti dai precetti della liuteria classica cremonese, è destinata a produrre strumenti insoddisfacenti.


Solo di recente abbiamo potuto constatare con un sufficiente spirito scientifico la natura profonda che regolava la costruzione degli strumenti antichi, questo ci ha permesso finalmente di giungere ad un livello di sonorità impensabile per chi negli anni passati fu costretto a produrre strumenti senza l’ausilio dell’osservazione diretta del lavoro degli antichi.

Ogni liutaio, tuttavia, ha l’ambizione di lasciare un pensiero originale ed ognuno sperimenta soluzioni e procedure che da una parte possano rendergli più agevole la costruzione degli strumenti, dall’altra vi è la soddisfazione di aver lasciato una traccia nel variegato mondo della costruzione degli strumenti. Questo può riguardare l’elaborazione di una nuova forma o di un diverso modo nell’assemblare le parti degli strumenti o ancora di qualsiasi altra tecnica acquisita in proprio che si discosti dalla tradizione antica.

In buona sostanza si verifica il paradosso che pur avendo oggi a disposizione ogni tipo documentazione sulla costruzione dei violini antichi, spesso si preferisce percorrere una strada personale al rischio di un insuccesso. Questo è al tempo stesso un bene e un male perchè se da una parte abbiamo assistito a qualche raro lampo di genio (vedi lapo casini e la sua vernice alla linossina), dall’altra abbiamo avuto innumerevoli “episodi creativi” dimenticati dalla liuteria e dalla storia.

Quindi nella formazione di un liutaio, come succedeva tipicamente per ogni allievo nella nostra tradizione artistica, è importante un percorso che gli faccia conoscere da subito le regole fondamentali della costruzione degli strumenti classici e che ogni ricerca deve essere basata su questa.

Il problema di molti liutai di oggi, forse della maggior parte, è che la costruzione degli strumenti occupa solo marginalmente la loro attività, il resto del tempo lo dedicano al commercio e al restauro. Ma se si parla con uno di questi liutai ci si sentirà spesso dire che “vorrei avere tempo per costruire più strumenti”. Paradossale: un liutaio professionista che non ha tempo per costruire nuovi strumenti!

Il problema non è di semplice soluzione, dedicarsi solo alla costruzione degli strumenti significa futuro incerto e tralasciare la possibilità, attraverso le riparazioni, il commercio e il restauro, di un guadagno sicuramente più facile.

Il sottoscritto, tanto per mettere in chiaro le cose, si dedica da sempre solo alla costruzione di strumenti nuovi, da ciò ne consegue una vita sicuramente meno agiata, ma dal punto di vista professionale ciò non ha eguali.

Naturalmente esistono liutai che si sentono più portati al restauro o al commercio ed è bene che si dedichino a queste attività, ma quando si pensa alla figura del liutaio non si può fare a meno di pensare ai leggendari liutai italiani del passato e alle magnifiche opere che sono uscite dalle loro mani.

Il problema è questo: come si può essere creativi in modo soddisfacente se siamo costretti a seguire la via angusta della tradizione?
La risposta è molto semplice: la tradizione liutaria italiana ha infinite sfaccettature per cui le possibilità di ricerca sono pressoche infinite, la probabilità che il filone si esaurisca è praticamente inesistente. E si consideri anche che pur aderendo ai principi della liuteria classica, il contributo personale produrrà strumenti inevitabilmente diversi da qualsiasi altro prodotto prima, perchè questa è la natura stessa del lavoro svolto usando le proprie mani.

Ricordo che all’inizio della mia carriera, finito il mio secondo violino, decisi di portarlo all’esame di un liutaio cremonese molto famoso ed affermato, il quale dopo averlo esaminato per qualche attimo disse: “Questo qua non è mica un violino, è fatto malissimo! il suono è appena un pò meglio di un violino di fabbrica.”
Ci rimasi piuttosto maluccio ma mi resi conto che il mio entusiasmo mi aveva portato in buona fede a sopravvalutare il mio “lavoro” e mi dovetti scontrare con la dura realtà: avevo tutto da imparare e chissà se ci sarei riuscito.

A distanza di più di 20 anni lo stesso liutaio di allora, esaminando uno dei miei ultimi strumenti mi ha detto: “Hai uno stile diverso dal mio.” E lo disse senza alcuna enfasi, quasi con lo stesso tono con cui anni prima con cui mortificò (giustamente), il mio secondo violino. Però non ci posso fare niente, vivendo a così grande distanza da Cremona, il mio stile non può che essere diverso da quello del maestro e questa dopotutto è la mia identità, che piaccia o meno.

A mia parziale discolpa posso dire che lo stile cremonese moderno è tutt’altro che simile a quello antico, per cui la scelta di non seguirlo ed uniformarmi ad esso è stata una mia scelta consapevole. Per me l’importante è seguire la natura degli strumenti antichi e capirne il funzionamento, la questione dello stile è un qualcosa che ho affrontato sempre senza troppi patemi d’animo, anche se non prescindo da alcuni parametri fondamentali della liuteria classica come la tipologia delle bombature, il disegno della forma, la lavorazione dei bordi e della sguscia, il tipo di vernice ecc ecc.

Fondamentalismo o Rigore? Quando si applicano i principi in modo passivo abbandonando ogni spirito di ricerca, certamente si può parlare di Fondamentalismo nel suo aspetto più deteriore. Quel che vale è il rigore del ricercatore che non deve mai abbandonare il liutaio, perchè in questo caso si mette in gioco la capacità di mettersi in discussione e di non adagiarsi sui risultati

Claudio Rampini