Piero Buscaroli svela l’imbroglio del Requiem

23 marzo 2007

“Piero Buscaroli svela l’imbroglio del Requiem”

Zecchini Editore, pagg. 109, euro 20

L’autore di questo libro, già giornalista politico e direttore di quotidiano, ha dedicato diversi anni della sua professione alla ricerca della risoluzione del grande enigma che per oltre due secoli ha avvolto la partitura del Requiem di W.A. Mozart.

Per svolgere tale compito si è definito “per metà letterato e per metà commissario di polizia” al fine di conferire dignità e serietà, anche se non la certezza della verità, alla storia dell’attribuzione del Requiem.
L’immagine di “Amadè” è stata per secoli bistrattata, in balia di autori di libri e film che hanno costituito affari mondiali ma che hanno contribuito a diffondere una comune visione di “un ometto” artisticamente geniale ma di bassa levatura culturale, sguaiato, scurrile e inopportuno nelle conversazioni, dissoluto nei rapporti. In realtà, secondo le documentazioni riportate, mai Mozart si sarebbe scontrato ufficialmente con le regole di Corte e dell’aristocrazia austriaca, soprattutto per il fatto che in quest’ultima si identificava perfettamente, per effetto del suo crisma artistico.
Solo da pochi anni sappiamo con certezza che tutto ciò che riguarda la sua morte (la giornata di neve, la sepoltura nella fossa comune, il ruolo di Salieri come avvelenatore e tutto il resto) fu una falsificazione costruita dalla censura austriaca allo scadere del primo centenario (1856).
Piero Buscaroli, però, col suo libro non vuole approfondire le circostanze della morte di Mozart o identificare l’eventuale assassino, anche se riporta diversi particolari inerenti la vicenda che sono emersi di recente e paiono degni di attenzione.
Ciò che Buscaroli tiene a portare a galla è, invece, una preziosissimo documento che sembrerebbe sciogliere definitivamente “il giallo” attorno alla composizione del Requiem. L’intera faccenda sarebbe rimasta ignota o forse leggenda di paese se la morte di Amadè non fosse stata così improvvisa e il conte Franz von Walsegg-Stuppach, che aveva commissionato l’opera offrendogli una non cospicua cifra di denaro affinchè passasse per sua, non si fosse gradualmente rivelato.
In realtà il Requiem fu abbandonato da Mozart per rabbia e disgusto della proposta del committente o forse perchè preso dal terrore e dalla vergogna che i posteri potessero un giorno giudicare la sua scelta di vendersi a basso prezzo. Non poteva certo immaginare quale pullulare di copie e falsi avrebbe invaso l’Europa facendo il buon gioco di romanzieri, editori musicali e biografi di secondo piano!
L’importante documento è una lettera del musicista J. Zawrzel, oboista all’Opera di Amsterdam, diretta all’editore musicale Andrè il 25 Luglio 1826, tenuta in disparte da un geniale musicologo quale Friedrich Blume che ne aveva intuito l’importanza ma non ebbe la forza d’animo di risollevare un polverone. Piero Buscaroli è venuto in possesso del testo della lettera nel 1991 a Milano acquistando una delle nove copie superstiti della seconda edizione del Requiem stampato ad Offenbach per conto appunto dell’editore Andrè nel 1826; questa lettera, contenuta nella prefazione dell’opera, svela con semplicità l’enigma.
A Milano il fatto era incognito e ormai dimenticato dagli addetti ai lavori, nessuno si è preoccupato di occultare il documento.
E pensare che anni prima il tutto era stato coperto dalla censura, soppresso dai musicologi affinchè trionfasse la montagna di menzogne alla quale si aggiunsero pure le affermazioni contraddittorie dell’avida Constanze, la vedova di Mozart, che per affari editoriali altamente remunerativi, assieme al secondo marito e a Sussmeyr (allievo di Mozart che si diceva avesse portato a termine il Requiem), era disposta a gettare fango sull’immagine di Amadè.
A posteriori comunque non si ravvede il reale motivo dell’insabbiamento”, chi volesse proteggere veramente la censura austriaca: se il prestigio di Mozart che era stato dipendente della Corte, se l’onore della nobiltà… A completare la conoscenza della materia sono in commercio altre due opere di Piero Buscaroli: “La morte di Mozart”, Rizzoli, 1996 e 2006 e “Al servizio dell’imperatore”, Marietti, 2006.

info: www.zecchini.com

Articolo a cura di Grazia Rondini