Ho sentito di liutai che attribuiscono un'importanza rilevante alla geometria interna della cassa, al punto da arrivare a fare le controfasce concave invece che convesse (in sezione) per avere una linea curva continua dell'interno delle fasce in base a non so bene quale teoria di riflessione delle onde sonore e in questo senso forse si potrebbe calcolare anche un raggio appropriato per ogni zocchetto. Ma basta guardare al grado di accuratezza (scarsa) della finitura interna delle fasce di Del Gesù (come di tutti i grandi liutai classici, chi più chi meno) che ho postato per capire che c'è qualcosa che non torna....figurati che i tasselli erano sempre finiti a sgorbia (anche in modo abbastanza irregolare) e le controfasce tagliate a coltello e spesso lasciate spigolose che testimonia la scarsa importanza che veniva attribuita alla finitura di questi dettagli.Giacomom ha scritto: ↑sabato 20 aprile 2019, 17:52 Quindi se ho ben capito non c'é una regola fissa sulla geometria della faccia interna degli zocchetti
Ci sono studi fisici sulla forma della cassa di risonanza e ci sono fattori esperienziali
Di conseguenza ogni liutaio da una sua forma interna... Giusto...?
Per farla breve, ridurre i tasselli serve per alleggerirli e ridurre la superficie di incollaggio per ampliare il più possibile la superficie vibrante libera delle tavole; la loro finitura e forma interna è solo questione di stile e di gusto del liutaio e puoi fare quello che vuoi se usi il solito buon senso.
Capire con certezza se la forma della superficie di questi elementi interni ha un'influenza sul suono è praticamente impossibile ma anche se ci fosse sarebbe un'inezia trascurabile (e di fatto trascurata nei migliori violini antichi).
Opinione personale ovviamente, senza nessuna intenzione di offendere o smentire chi attribuisce peso acustico a questi aspetti.