Forma dei fori di risonanza

Suonare e costruire i violini
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neuma
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Forma dei fori di risonanza

Messaggio da neuma »

Un saluto a tutto il forum ed un quesito:
dopo alcuni anni di pratica di musica antica (come esecutrice) e un po' di passate esperienze di restauri, ho deciso di cimentarmi nella costruzione di una ribeca, basandomi su quanto riportato da un paio di progetti di costruttori tedeschi, con alcune variazioni personali.

Il dubbio mi sorge riguardo ai fori di risonanza (per ciò che riguarda la ribeca non so se definirle proprio "effe"..): stando all'iconografia, la forma più caratteristica è quella semicircolare o a C, con le punte rivolte verso il ponte oppure verso l'esterno. Ma gli angoli vivi determinati da un taglio di questo tipo non rischiano con l'andar del tempo di generare una crepa? Mi consigliate di disegnare un foro di risonanza con estremità lievemente arrotondate, più simile quindi alle "effe" degli strumenti moderni?

Vi ringrazio anticipatamente per i consigli che mi potrete dare al riguardo
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claudio
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Messaggio da claudio »

Per quello che ti posso dire io basandomi unicamente sulla esperienza di costruzione di violini, i fori di risonanza nella tavola armonica in abete sono comunque un "invito a rottura". Più lo strumento invecchia, più il rischio aumenta, perchè il legno diventa fragile. Si parla comunque di un arco temporale lunghissimo, direi che se lo strumento è ben costruito e ben conservato, il rischio è ridotto. E' comunque interessante notare che i fori armonici, siano essi a forma di "f", a "C" o a "fiamma" hanno già nella forma un elemento che protegge dalle rotture: i fori di risonanza terminano spesso con un cerchio più o meno regolare, questo serve a creare una discontinuità dell'invito a rottura suddetto. L'abete usato in liuteria ha la spiccata predisposizione a produrre crepe lungo la vena, per questo è importante non creare "inviti". Faccio un esempio che spero faccia capire il concetto: quando in un parabrezza di un automobile si produce una piccola crepa originata solitamente da un sassolino "sparato" da un veicolo che precede, succede che la detta crepa sollecitata dalle vibrazioni, nel tempo tende ad allargarsi fino ad interessare tutta la superficie del parabrezza medesimo. Per arrestare questo processo perverso, causato dalla fragilità del cristallo, si usa praticare un forellino alle estremità della crepa. Allo stesso modo, le terminazioni circolari o semicircolari dei fori di risonanza distribuiscono la sollecitazione delle vibrazioni su una superficie più ampia, prevenendo così la rottura. Solo nel foro armonico a forma di fiamma, usuale sulle viole d'amore, una l'estremità superiore è appuntita, quella inferiore e più soggetta a rottura, reca l'usuale foro circolare.
Per quanto riguarda la ribeca, io andrei sicuro con i fori a forma di "C", avendo l'accortezza di lasciare qualche decimo di materiale in più attorno ad essi. E' questa una procedura usuale nella costruzione delle tavole armoniche dei violini ed è riscontrata anche sugli strumenti della classicità cremonese.

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andante con fuoco
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neuma
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Messaggio da neuma »

Ti ringrazio per le precisazioni, che in effetti confermano il mio timore. I fori "a fiamma" mi piacciono moltissimo, per quanto non sono forse filologici (il modello a cui faccio riferimento è quello di una ribeca quattrocentesca, già con l'anima), ed in effetti per quanto abbiano angoli vivi questi non sono collocati parallelamente alla vena del legno.
Avevo trovato questa effe di un contrabbasso del primo Ottocento... mi piace moltissimo, chissà che non ci faccia un pensierino, in barba alla filologia!

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claudio
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Messaggio da claudio »

Neuma, il foro a fiamma che hai pubblicato tu, con il foro laterale, ho visto usarlo spesso nelle viole d'amore. Il foro laterale non disposto a una delle estremità della "fiamma", ma lateralmente ad essa, sembrerebbe avere la funzione di dissipare e smorzare in ogni caso i movimenti simmetrici dovuti alle vibrazioni tra una "sponda" e l'altra della fiamma medesima.
andante con fuoco
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