Colori per vernice

Suonare e costruire i violini
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Grazie Claudio. Come al solito sei molto esauriente, completo e professionale. La tua pagina sembra fatta apposta per le mie esigenze riguardo al mio violino n. 2 mancante della vernice colorata. Già ha addosso tre mani di base incolore all'olio di lino ed ho paura di appesantirlo troppo con le mani successive. In questo momento, nonostante il tono di colore sia molto tenue, quasi inesistente, a me sembra bellissimo, perchè l'olio di lino esalta le venature e marezzature. Poi ogni giorno lo metto alla luce, non al sole, nel tentativo di favorire al massimo l'ossidazione del legno. Per l'imprimitura ho adoperato la vernice bianca di cui al Sacconi. Sono sicuro che stia migliorando di continuo. Talvolta mi domando che cosa succederebbe se lo lasciassi così com'è ora. Potrebbe essere che già fra vent'anni abbia assunto un bel colore biondo paglia, per via dell'ossidazione sempre maggiore dell'olio di lino, in superficie, e del legno, in profondità, sotto la vernice. In effetti non sarebbe una cattiva idea. Se ci pensi bene noi conosciamo i violini di Stradivari con la vernice come si presenta oggi e non sappiamo come erano 300 anni fa. Almeno sto parlando di alcuni violini con vernice bionda tenue, tipo quello esposto al palazzo reale di Madrid, che ancora oggi a me sembra mantenga una vernice abbastanza chiara. Ho tre possibilità: o questa ora illustrata lasciandolo come è, oppure tentare la coloritura della vernice sovraccaricando il violino di minimo altre due mani all'olio, oppure una terza che è la seguente: continuare non più con l'olio ma con l'alcool colorato al sangue di drago, con il vantaggio di poter dare anche 7 o 8 mani, incominciando con una base incolore che spero faccia da legante? Ulteriore vantaggio è che il legno rimane ottimamente protetto dagli strati di olio di lino più resistente, rispetto che alla sola vernice ad alcool. Che ne pensi?
Conosco l'opera di Tolbecque. In quel libro credo ci siano delle buone vernici all'alcool. Ho paura, però, a considerare la ricetta della vernice all'essenza del Mailand, pure interessantissima, perchè so che le esalazioni dell'essenza di trementina sono molte nocive alla salute ed ogni trattamento andrebbe fatto con la maschera. Addirittura anche l'ossidazione dell'essenza, protratta per sei mesi, mi è stato detto, andrebbe effettuata lontano dall'abitato. Sono troppo prudente? Penso sia meglio esserlo perchè questo tipo di danno purtroppo lo si riscontra solo a distanza di anni. In liuteria, tu lo sai, ci sono moltissime sostanze velenose, impensate, che fanno male anche solo a toccarle, tipo la gomma-gutta o il bicromato di potassio, ed è bene che tutti ne siano pienamente informati, specialmente i giovani, più sprovveduti.
Grazie. Leggo il sito che mi hai indicato ed eventualmente ci risentiamo.
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- Lino Santoro -
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claudio
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Messaggio da claudio »

Neuma, non sono molto esperto di decorazioni perchè non ne ho mai fatte sugli strumenti e non mi sono mai documentato approfonditamente sull'argomento, cmq credo che per evitare lo spandersi della china nella legno bisognerebbe impermeabilizzare il medesimo con un'adeguata preparazione. Un'ottima sostanza isolante usata anche dagli antichi costruttori di liuti è la chiara d'uovo. Una volta essiccata la decorazione in china, si avrà cura di verniciare con gommalacca avendo cura di non indugiarvi troppo sopra con il pennello o il tampone, almeno fin dai primi strati. Tieni conto che più tempo passa, più la china diventa dura a risciogliersi. Cmq bisognerebbe vedere anche di che tipo di decorazione si tratta. Nei violini si usa spesso decorare in nero lo smusso del riccio, cosa che i cremonesi antichi facevano piuttosto regolarmente. Del trattamento a base di olio d'oliva e arancio non so nulla, però mi sembra strano che si usi un olio non siccativo. Suggerirei di chiarire prima tutto ciò che riguarda la preparazione del legno, per la preparazione ti regolerai di conseguenza. Altra cosa importante è fare molte prove su legni di scarto e poi facci sapere se vuoi, perchè sugli strumenti antichi e loro trattamento si conosce veramente poco.

Violino7, le vernici chiare antiche stradivariane pre-'700 erano del tutto simili a quelle usate dagli amati, ossia avevano poco pigmento. La fuliggine polverizzata pare che sia uno dei pigmenti per ottenere una bella colorazione colore miele-ambra.
In genere lo spessore finale della vernice si aggira intorno ai 0.1-0.2mm di spessore, credo che con sole tre mani di vernice ad olio, hai ancora un buon margine di manovra prima di correre il pericolo di caricare eccessivamente di vernice il tuo strumento. Eviterei di sovrapporre una vernice ad alcool su una ad olio, il rischio di crepe nella vernice è elevato.
Riguardo alla pericolosità dell'essenza di trementina, per arrivare ad una tossicità di qualche rilievo bisogna adoperarla dalla mattina alla sera per anni, in ambienti sigillati. I pittori che la maneggiano sicuramente molto più spesso dei liutai, mi sembra che non abbiano mai avuto problemi del genere. Perlomeno io non ne ho mai avuti e sono circa venti anni che lavoro con queste sostanze. Riguardo alla gommagutta e al bicromato, vale sempre la regola di lavare bene le mani dopo l'uso. Cmq le quantità usate e la frequenza con cui vengono impiegate, escluderebbero rischi importanti. In liuteria non è assolutamente vero che ci sono moltissime sostanze pericolose, vale la regola del buon senso.
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Ciao Claudio. Prima di iscrivermi al forum ero già andato in ricerca sul sito de "Il Portale del Violino" per conoscere tutto quello che in esso era già stato trattato. Ti ringrazio, ma io, quindi, già avevo letto alcune cose. Dei testi indicati ti devo dire che conosco, nel senso che li ho comprati e li ho letti, i seguenti: quello di Luciano Colombo , Il Tolbecque e quello di Lamberto Corbara, oltre al testo di G. Carletti, naturalmente. Non sono neanche andato a cercare quelli scritti in inglese perchè non lo parlo molto bene. Però ho preso buona nota di quanto avete detto di Lapo Casini. Evito di spendere altri soldi. Mi sembra di capire che il libro di A. Turco parli delle verniciature in generale e non specificatamente in liuteria. Penso che i testi che possiedo sono più che sufficienti per studiare e sperimentare per anni. D'altronde a me manca, forse, soltanto la pratica che si acquisisce con l'esperienza, quel tipo di esperienza che se uno non ce l'ha non gliela può trasmettere chi ne ha più di lui, perchè in ogni caso va legata di volta in volta ad un minimo di applicazione intellettiva. In questo senso i testi sono molto importanti! Ed infatti in questo momento sto cercando di ampliare le mie conoscenze quanto necessario. Devo soltanto darmi da fare ed applicarmi quando avrò scelto la mia ricetta di vernice.
Devo dirti che nel forum non si è mai trattato del libro "Le vernici antiche e moderne per liuteria" di Lamberto Corbara, solo una volta è stato citato l'autore, ma nessuno ha raccolto l'invito. Lo ritengo molto interessante per la quantità di ricette segnalate e, particolarmente, per una diversa lavorazione delle sostanze componenti le vernici in fase preparatoria, che permettono, secondo l'autore e fino a prova contraria, soluzioni altrimenti non possibili nelle ricette convenzionali. Varrebbe la pena di sperimentarle e di parlarne nel forum anche per sapere se qualcuno lo ha già fatto.
In ultimo, a completamento, devo dirti che una settimana fa ho comprato a prezzo di antiquariato (pagandolo però molto meno di quanto era venduto su internet) un libro intitolato "Il violino - principi tecnici costruttivi" di Ferruccio Zanier. La prima edizione è del 1939 e l'autore nel capitolo delle vernici parla dettagliatamente della scoperta fatta in quegli anni (una delle tante!!) della vera vernice di Stradivari. Presunta vera, tanto che l'autore non svela completamente le fasi di elaborazione della vernice per non danneggiare ulteriormente i liutai cremonesi di quegli anni, risentiti dalla divulgazione del segreto (ma un buon liutaio che abbia un minimo di dimistichezza con le resine a suo stesso dire può facilmente completare il procedimento!) Interessante, no? Intanto sto leggendo e sto cercando di riallacciare qualche filo, perchè ovviamente non mi è proprio tutto chiaro. Ciao e grazie.
Ultima modifica di violino7 il sabato 22 novembre 2008, 23:48, modificato 3 volte in totale.
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- Lino Santoro -
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claudio
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Messaggio da claudio »

Il libro di Turco non è dedicato alle vernici della liuteria, ma ha il grande pregio di dare una informazione molto completa sui materiali, colle comprese. Inoltre offre alcune ricette che con alcune variazioni funzionano egregiamente. Per non parlare di quelle che lui definisce "vernici economiche" a base di olio e colofonia trattata con calce usate fino ad una quarantina di anni fa nella verniciatura di giocattoli di legno. Questa specie di "Cenerentola" tra le vernici è la candidata più attendibile tra le vernici antiche. Non si è parlato del libro di Corbara e nemmeno di quello di Zanier perchè ad un certo punto gli autori moderni finiscono tutti per ripetersi proponendo ricette più o meno valide, che poco o niente hanno a che fare con la tradizione liutaria classica. Ognuno nella liuteria mette un pò di se stesso, io ho messo la mia formazione storico archeologica e quindi a suo tempo mi sono dato da fare per chiarire qualche equivoco e qualche luogo comune, vedi ad esempio il mio articolo sulla frase di Stradivari. Anche se è poco simpatico autocitarsi, quello è un punto di partenza importante per impostare il cammino di ricerca in un certo modo.
L'esigenza, dopo aver letto un pò di libri moderni e fatto un pò di esperimenti, è quella di andare a ripescare gli antichi trattati nel tentativo di riallacciarsi ad una tradizione perduta, anche se tracce di essa sono rimaste in campi applicativi del tutto estranei alla liuteria, come la famosa vernice per i giocattoli citata da Turco.
Attualmente io uso una vernice "mista" che sicuramente non è filologica al 100%, ma offre ottimi risultati funzionali ed estetici ed inoltre mi permette di applicare la cosa più importante delle vernici dopo la ricetta: il metodo applicativo. Infatti se noi conosciamo migliaia di ricette e formule varie, che ci permettono di elaborare vernici anche eccellenti, poco o niente si sa riguardo alla stratigrafia delle vernici antiche e questo è una lacuna gravissima. Specialmente i principianti e gli studenti di liuteria, iniziano la costruzione degli strumenti con vernici e procedimenti che poco hanno a che fare con la tradizione liutaria italiana.
In questo senso bisogna leggere bene, ma non seguire alla lettera, i principi indicati da Sacconi, quando parla di "dicroismo" ed effetti di luce della vernice, il principio è indicato perfettamente anche da Benvenuto Cellini nel suo trattato di oreficeria, di cui puoi trovare qualche riferimento nella home.
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Grazie Claudio. Quello che hai scritto per me rappresenta veramente il fulcro della ricerca sulle vernici. Hai il merito di andare sempre al cuore del problema con grande chiarezza. Detto ciò, aggiungo che le vernici classiche rappresentano una materia di grande fascino proprio perchè si prestano ad uno studio praticamente inesauribile per via di quell'aura di mistero che la circonda. Naturalmente un neofita come me ne viene attratto, si applica in fase cognitiva, ma poi deve necessariamente ripiegare su una ricetta che esprima il massimo di bellezza e funzionalità rispetto alle proprie esigenze. In questo senso, necessariamente è "mista", non può essere quella degli antichi, ma neanche quella di un moderno (magari estratta chimicamente come fa Nagyvary). Poi, magari, continua ad applicarsi cercando di migliorarla, sempre traendo buoni spunti dagli antichi. In questo senso, forse, Corbara e Zanier sono dei buoni riferimenti. Entrando nel merito, della vernice usata per i giocattoli ne parla anche Zanier. Se permetti vorrei parlare di questi due personaggi perchè in questo momento sono interessato a loro. Zanier non è un ricercatore, è soltanto un recensore, appassionato di liuteria, che viene attaccato solo perchè con il suo libro fa da cassa di risonanza del segreto che molti vorrebbero rimanesse nascosto. Cita un'unica ricetta (non sua) di una vernice a base di sole gomma-gutta e gomma-ammoniaco, nient'altro. Però, in aggiunta, si affanna a spiegare anche con ampie dimostrazioni e prove pratiche che quella è la vernice degli antichi cremonesi, uguale per bellezza, elasticità e resa sonora. Ti sembra poco?? Corbara invece è un teorico sperimentatore che illustra innumerevoli sue soluzioni, ma riporta anche diverse ricette antiche (presunte originali, con tutte le incognite del caso). Il fatto è che la gutta e la gomma-ammoniaco erano ben conosciute già nel '600 e probabilmente venivano ampiamente utilizzate dai cremonesi. Ho scoperto che Corbara utilizza spesso e volentieri la gomma-ammoniaco e la cita anche nelle antiche ricette. Perchè sono attratto da questa faccenda? Perchè questa resina oggi è pressochè dimenticata, non la si usa più. Tant'è vero che nei cataloghi di Morassi e Goth (ad. esempio) non c'è, non viene venduta! E', secondo te, un filone interessante da seguire? Alla ricerca della vernice dimenticata?
Vorrei, possibilmente, che, oltre te, intervenisse qualcun'altro che magari abbia fatto esperienza diretta traendo elementi di studio dal libro del Corbara.
Io sono un indagatore! Non vorrei, nelle mie indagini, avvicinarmi troppo a quei segreti che ciascun liutaio vuole tenere per sè (mi riferisco alla famosa ricetta tramandata da padre in figlio). Talora ho dei timori di questo tipo. Forse sto peccando di presunzione, anzi sicuramente. Ma il fatto è che davanti a me ho un libro che sto sfogliando giorno per giorno e non so quello che c'è scritto sulla pagina che leggerò domani....
Il discorso del "dicroismo", ovviamente, mi interessa. Penso che Sacconi su alcuni argomenti dica spesso l'80% di quello che c'è da dire, poi sembra fermarsi o mischiare le acque, probabilmente per non rivelare interamente i "segreti" affinchè rimangano tali. Bisognerebbe studiare sul 20% rimanente non detto!
Grazie a tutti coloro che interverranno.
Ultima modifica di violino7 il venerdì 12 gennaio 2007, 23:34, modificato 1 volta in totale.
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neuma
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Messaggio da neuma »

claudio ha scritto:...credo che per evitare lo spandersi della china nella legno bisognerebbe impermeabilizzare il medesimo con un'adeguata preparazione. Un'ottima sostanza isolante usata anche dagli antichi costruttori di liuti è la chiara d'uovo...
Ti ringrazio molto per quest'informazione: in effetti avevo sentito parlare di dipinti antichi su tavole in legno (la cosa non riguardava gli strumenti musicali, ma il supporto era pur sempre ligneo) che venivano pretrattate con la chiara d'uovo. Però non so molto sull'applicazione di quest'ultima.
Fa funzione di turapori? Va emulsionata? Va applicata prima o dopo di un trattamento a base d'olio?
Grazie ancora.
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claudio
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Messaggio da claudio »

come preparare la chiara d'uovo:
https://www.claudiorampini.com/php/modul ... hiara+uovo

sulla chiara d'uovo si può dipingere ad olio e a tempera, inoltre la chiara d'uovo è stata usata come vernice finale provvisoria per i quadri. Per il trattamento a base d'olio non so dirti, l'unico che conosco è quello che usano a Mittenwald sui violini, ossia preparano il legno con una mano leggera di olio di lino per poi lasciare essiccare abbondantemente. Altro trattamento a base olio è quello che usano i costruttori di flauti antichi, olio di mandorla diluito con essenza di trementina, ma in questo caso si ha l'esigenza di rendere il legno meno sensibile all'umidità. Se tu potessi documentarti meglio sulla natura e l'applicazione di queste preparazioni a base d'olio e riferissi, mi faresti un favore. Quello che posso dirti per ora è che sul legno di uno strumento ad arco si evita l'applicazione di olii non siccativi per non avere problemi di chiusura del suono e, in futuro, con la vernice.
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

violino7 ha scritto: Grazie Alfredo. Credo che proprio per evitare l'acqua che oggi si tende ad usare per le vernici l'alcool 99°, perchè quel poco di acqua, comunque residua, dà dei problemi; meglio ce ne sia meno possibile. Penso, dunque, che la tua tesi non regga.
Tu preghi gli altri di intervenire alla discussione, ma sinceramente dopo che già al tuo primo messsaggio mi dici "la tua tesi non regge" anche se io non ho esposto nessuna tesi a me passa all'istante la voglia di risponderti.

L'alcool al 99% per certe resine non va bene, le brucia, quindi a seconda di quale resina usi devi usare l'alcool fino al 90%.
La robbia poi non è il colorante migliore per le vernici ad alcool, rende molto di più con le vernici ad olio.
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Grazie, Alfredo. Scusami ma io non sapevo assolutamente che in liuteria si potesse usare l'alcool 90°, è la prima volta che lo sento dire, sinceramente. Credevo che il 90° fosse considerato tabù in liuteria! Per questo mi sono permesso di usare quella espressione. Devo fare tesoro della lezione e considerare che probabilmente tutto è mutabile e nulla è definitivo in liuteria. Io, poi, già ho detto che il denaturato nelle vernici non lo uso proprio. Però quei pochi liutai che conosco usano tutti il 94°. Uno in particolare mi ha raccontato questa storia dell'acqua che non ci deve stare assolutamente, tant'è che stava cercando il 99° che a Roma non si trova facilmente! Detto ciò ho dedotto quello che ti ho detto prima. Ora la cosa cambia. Mi interesserebbe a questo punto sapere qualche cosa di più sull'utilizzo del 90°, sempre se sei disponibile.
Stavamo parlando dei coloranti sciolti in acqua, ti ricordi, e tu in quell'intervento palesavi il fatto che, con il 90°, nel 10% di acqua era possibile veicolare il colore nella vernice. Le mie conoscenze lo escludevano ma ora, alla luce del tuo chiarimento il ragionamento rimane aperto ed è sicuramente interessante. In verità l'argomento l'avevo ormai archiviato, alla luce anche di altri interventi, deducendo che quei colori sciolti in acqua non potevano essere utilizzati nella composizione delle vernici, ma ora lo possiamo riaprire. Vorrei che tu me ne parlassi in termini di procedimento pratico, se vuoi. Scusami di nuovo!
A proposito della robbia, ti confermo che l'ho utilizzata per la preparazione della vernice ad olio, non all'alcool.
In merito ad aprire la mente ed interpretare bene quello che dice Claudio a proposito dell'uso della rasiera, credo sia una cosa fuori tema. Il consiglio è ottimo, oggettivamente parlando, ma io parlavo di altro! E' vero che Claudio ne aveva trattato, ma in termini generici a proposito della preparazione del legno, se veniva o no usata l'acqua colorata (il tema è sempre lo stesso), probabilmente pensando fosse utile l'intera trattazione ed anche parlando della sua esperienza pratica. In questo senso quello che lui ha detto ci stava tutto, ma la mia domanda non era sulla preparazione del legno!
Grazie di tutto.
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Messaggio da Alfredo »

Ok, non c'è problema.

Io veramente vernicio solo ad olio, quindi la questione delle vernici ad alcool mi interessa relativamente, il mio punto era solo che se l'alcool è al 90%, il resto è acqua, il fatto di sciogliere i pigmenti in acqua o no poi è un'altra questione (a parte che i pigmenti non si sciolgono in acqua).

Piuttosto ho fatto delle ricerche sull'ammoniaco, sicuramente avrai trovato anche tu molte informazioni, ma credo che quelle più complete siano sul sito di Kremer-Pigmente, che lo vende anche (anche se al momento non è disponibile), purtroppo è una pagina intera sul ammoniaco, tutta in tedesco, io lo capisco e ti faccio un riassunto.

Contiene 22/23% di gomma, 2% di olio eterico, 3,5% di parti insolubili in alcool e 60% di resine.
Dovrebbe avere un colore dal grigio al giallo e una consistenza morbida se con abbastanza olio altrimenti più secca.
Inpittura è stata usata come fosse gomma arabica più resistente, grazie alla maggiore presenza di resine.
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Messaggio da Alfredo »

Ecco una misera traduzione fatta da un traduttore su internet:


Ammoniacum, persiano. Elementi chimici: Dopo Mirgodin, la resina 22-23% contiene la gomma e 2% olio. Nell'alcool elementi insolubili (3,5%), resina aspra (in summa 60%). Le due resine sono libere da zolfo. La resina aspra è Ammoresinotannolsalicylsaeureester. Ammoresinotannol isolato ha rispettivamente la formula C6H10O C18H26O2·OH, . Olio (0,2-0,4%), tuttavia non umbelliferon e non uno zolfo. Acido salicilico libero nelle tracce. Acidi volatili, come acido acetico e Capronsaeure (dopo Tschirch e Lutz). La gomma (12-16%) è Gummiarabikum in modo simile, Qualità e tipi commerciali generali: Ammoniacum persico rappresenta masse grigiobianche o gialli, bianchi dentro. Nel freddo, è fragile, d'odore particolarmente aromatico. Il tipo "ammassò" contiene più l'olio, come il tipo "lacrymis" - più primo è dunque grasso, quest'ultimi sono secchi. Questo tipo più puramente, non è certamente guadagnato tuttavia a causa del suo debole tasso d'olio, speciale per scopi farmaceutici di priorità dinanzi più al primo tipo. Nell'acqua e l'alcool, questo Ammoniacum persico - del resto il tipo commerciale soltanto abituale - è soltanto in parte solubile. Dopo il DAB 6, Ammoniacum si compone delle punte di centratura sciolte o coerenti colore marrone biancastro sul taglio fresco. Il gusto è amaro, aguzzo ed aromatizzato. La resina di gomma arriva a dello Ispahan e Bombay e là nel commercio. Ammonicaum africano è fuori soltanto poco simile allo Ammoniacum perischen. Con l'acido cloridrico e l'ammoniaca, (come con Galbanum) bigt la stessa cosa a differenza dello Ammoniacum persico Umbelliferonreaktion munta. Ci se lo è anche differenziato con i propri valori analitici dello Ammoniacum e del Galbanum persici. In vecchi tempi essere Ammoniacum cyrenaeische (Ammoniacum delle persone anziane che descrive anche Disocorodes) usuale e marocchino nel commercio. Come pianta di tronco per la resina marocchina Ferula è sordo communis var. brevifolia Mariz, come per Ferula che arriva nel Cyrenaica nearmarica portacenere e, erstgennanter tipo chiaramente diverso di considerare. La resina del Ferlaart primi che si ritira dalle ferite della pianta maturata che sono causate sia da insetti, sia con accumulatori, interni in Marocco dell'ovest, è utilizzata ancora oggi là a scopi medici ed ad affumicature; chiama gli indigeni Fashook, PVS clagh, a del Kelth o a del Kilch, i commercianti Fasoy europei. Ammoniacum africano non era più da allora sempre, un tipo più grezzo "nelle masse", molto sporcizie è stato mescolato, questo del migliore tipo persico granulare dunque molto presto già mosso e gioca nel mercato europeo di ruolo particolare. Il suo gusto è molto meno amaro e molto meno aguzzo di quello della resina di gomma persica; chimico sembra di essere strettamente al Galbanum, poiché (così indicato di) mostrare Umbelliferonreaktion. La composizione è sconosciuta. Ammoniacum Marocchino sembra tutto sommato ancora essere agito ancora, poiché come porto di carico principale Mazagan, dove arriva via Gibilterra dopo Alexandrien, è indicato; Mogador esporta anche deboli quantità. Falsificazioni rep. Errori: Galbanum Ammoniacum africani, resine inferiori, i resti vegetali ecc...
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Messaggio da violino7 »

Grazie Alfredo. Il tedesco lo parlo un poco anch'io ed avevo visto sul catalogo cartaceo Kremer che era riportato. Sei stato molto gentile a procurarmi tutte quelle informazioni. In questo momento mi interesserebbe sapere solo se in giro c'è qualcuno che abbia usato la gomma-ammoniaco nella sperimentazione pratica, per avere un'idea della resa ed eventualmente, in un secondo momento, pensare a mettere in cantiere una ricetta. Questo anche per capire se effettivamente è una sostanza abbandonata o no.
C'e qualcuno tra di voi che sa dirmi qualcosa sulla gomma-ammoniaco??
Grazie a tutti
Ultima modifica di violino7 il martedì 16 gennaio 2007, 19:40, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Alfredo »

violino7 ha scritto:Grazie Alfredo. Il tedesco lo parlo un poco anch'io ed avevo visto sul catalogo cartaceo Kremer che era riportato. Sei stato molto gentile a procurarmi tutte quelle informazioni. In questo momento mi enteresserebbe sapere solo se in giro c'è qualcuno che abbia usato la gomma-ammoniaco nella sperimentazione pratica, per avere un'idea della resa ed eventualmente, in un secondo momento, pensare a mettere in cantiere una ricetta. Questo anche per capire se effettivamente è una sostanza abbandonata o no.
C'e qualcuno tra di voi che sa dirmi qualcosa sulla gomma-ammoniaco??
Grazie a tutti
Da Kremer Pigmente è ancora in vendita, anche se ora non è disponibile e si trovano parecchie notizie sulla gomma ammoniaco.
Proprio una sostanza scomparsa non è, magari non si usa più in liuteria...

in ogni caso ho i miei dubbi che una vernice a base di sola gomma gutta e gomma ammoniaco possa essere resistente, sarebbe poco più resistente che verniciando con la gomma arabica. Poi, con tanta gomma gutta, non la vedo nemmeno tanto salutare, specialmente consideranto il fatto che la gomma si scioglie in acqua ( e quindi anche con il sudore delle mani).

Le vernici antiche sono si morbide al tatto ma sono anche parecchio resistenti, la parte gialla specialmente non viene via tanto facilmente.
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Messaggio da violino7 »

Alfredo, non c'è da meravigliarsi che Kremer ce l'abbia, perchè loro riforniscono per vari mestieri. Se uno non la trova là, non la trova da nessuna parte, praticamente.
La faccenda è che sembri che non venga più usata, almeno comunemente, in liuteria. Resta il fatto che non c'è nei cataloghi dei tradizionali fornitori di liuteria, mi sembra! Qui a Roma ho chiesto nell'unico negozio che avrebbe potuto averla e mi hanno detto che in 30 anni non l'hanno mai sentita nominare! Questo è significativo! Comunque in questo momento non ho intenzione di comprarla. Il mio interesse è focalizzato a studiarci sopra! Capire se abbia avuto una rilevanza importante nelle vernici degli antichi cremonesi e poi, magari, sia stata dimenticata. Quindi vorrei capire se il filone aperto da Zanier possa essere valido. Da dove inizio la mia ricerca? Quale occasione migliore di un forum a disposizione? Intanto è importante che se qualcuno ha delle notizie cho possano interessare, intervenga!
Riguardo alla resa come resistenza, io, eventualmente non farei solo gomma-gutta e gomma-ammoniaco; ma per cominciare mi applicherei su una ricetta del Corbara in cui queste due sostanze sono legate con altre resine in una struttura più completa.
Grazie del tuo interessamento.
Vedo che fino ad ora nessuno ha risposto alla mia precedente sollecitazione di intervenire se dovesse conoscere questa resina per averla usata, ma almeno qualcuno mi dica se questa cosa può interessare!!!!
C'è nessuno???.....
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Magnus
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Messaggio da Magnus »

Per quanto riguarda la china + gomma lacca per la ribeca:

Generalmente si può usare la gomma lacca sopra la china senza problemi.

L'unico problema è che l'inchiostro è forse un pochino difficile da controllare sul legno nudo? L'hai usato prima nella stessa maniera? Io l'ho usato a volte sullo smusso del riccio del violino, ma allora avevo tolto la vernice (soltanto sopra la parte da colorare), così la china non penetra altrove. Forse si potrebbe pensare a un sistema del genere per il tuo progetto?
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