Strad1724

Suonare e costruire i violini
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Alfredo
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Strad1724

Messaggio da Alfredo »

Domenica ho sentito un concerto per due violini, uno dei due era uno Strad del1724.
L'acustica era ottima, sala sui 600 posti.
Quello che mi ha stupito è che l'altro violino, un Colin Mezin, suonasse quasi il doppio. :?:
Ovviamente si sentiva la qualità dello Strad, però era anche evidente la differenza di grandezza di suono.
Dopo il concerto sono andato a cena con i due violinisti e abbiamo discusso ( e mangiato/bevuto), siamo arrivati ad una interessante conclusione o meglio proposta, bisognerebbe usare gli strumenti in base al repertorio. Questo non vuol dire che lo strumento antico vada bene per BAch e quello moderno per Bartok, ma è anche inutile voler suonare il concerto di Bartok su un violino Amati.
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claudio
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Messaggio da claudio »

della serie: Mai dire Stradivari!

forse quello strad ha bisogno di una messa a punto.
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

claudio ha scritto:della serie: Mai dire Stradivari!

forse quello strad ha bisogno di una messa a punto.
Forse ho esagerato!!! :mgb:

Comunque non era così potente! :roll:
e poi era suonato dal primo violino della filarmonica di berlino!

Il commento che mi è venuto spontaneo è stato: non si sentono i due milioni di euro di differenza!!!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Non ci sarebbe tanto da stupirsi se anche un professionista dei Berliner avesse problemi di messa a punto sul suo violino, non sempre c'è il tempo di occuparsene.
Altro particolare di non secondaria importanza è il verificare la portata dello strumento alle medie e lunghe distanze, di solito gli strumenti classici danno il meglio di sè in queste condizioni.
Poi bisogna considerare che non tutti gli strad sono uguali e che molti di questi strumenti antichi sono decisamente sfiancati dal continuo uso. Succede spesso che dopo circa tre ore di uso continuo e una resa in piena forma, lo strumento antico si afflosci su sè stesso.
Insomma: Mai dire Stradivari!
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

se posso aggiungere la mia, concordo in pieno:
ho suonato nella mia vita 4 Stradivari (Aura 1710, Conte Fontana 1702, Vecsey 1716, 1731) e l'unico che mi abbia veramente colpito era NATURALMENTE il Conte Fontana 1702, non solo perchè lo suonava Oistrakh :pray:, ma perchè effettivamente E' UNA BELVA! strumento difficile ed impegnativo, ma una volta "scaldato"che bomba 8O 8O 8O !
Il 1716 buonissimo come qualità ma spompetto (era quello usato da Gulli, quello assottigliato :cry:), e addirittura terribile quello del 1710! come si fa a suonare un violino con la catena finita?!? Un po'duretto quello del 1731 ed in condizioni precarie (vedeste che voragine sotto il piedino destro del ponte!) ma già molto migliore dei due precedenti.
Morale: la qualità conta, ma se devi suonare Brahms, Bartok e Sibelius ti serve tutta la potenza possibile, quindi anche un moderno può andar meglio
:D
Avete letto su Strings Magazine della vendita del Lady Tennant 1697 per 2 milioni di dollari, e soprattutto i commenti della violinista che l'ha provato?
Come Claudio docet MAI DIRE STRADIVARI!
Ciao
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

Il conte Fontana è suonato ora da Mariane Sirbu! :?:

https://www.claudiorampini.com/php/modul ... fullsize=1

Ps. sono l'unico che non sà ancora mettere le foto nei messaggi!!! aiuto!!!
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

si, lo sapevo, infatti quella volta stavo facendo lezione da lei...un sacco di anni fà (come divento vecchio!!:cry:)
Le foto sono su www.tarisio.com.

Dimenticavo di dire che l'Aura 1710 è ora in mano a Sergei Krilov, e quella volta era in prestito ad una mia compagna di studi, il Vecsey 1716 lo suona ora Massimo Quarta e quello del 1731 non so, nel 1996 quando lo provai lo aveva il mio adorato insegnante di quell'estate Ilya Grubert.
Ora invece ha un bellissimo (ma difficile da suonare!) Pietro Gurneri di Venezia 1745 SBAV!SBAV!
Ma mi chiedo: come mai tutti questi strumentoni, ed altri che ho provato, più sono potenti e più sono impegnativi?
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

Bo??????

Gruber????? ma sei andato ai corsi di Portogruaro?
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

quasi per una vita, dal 1993 al 1998.
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

andrea69 ha scritto:quasi per una vita, dal 1993 al 1998.
Ci sono stato anch'io una estate.
Un macello di concerti!
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

io mi ciucciavo anche i corsi invernali... quando ero meno sano di mente! :dho:

Ma è stato bello, MOLTO BELLO!!! ed ho imparato a tirar l'arco in maniera "civile"come diceva il Pavel...
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

:wink:
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claudio
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Messaggio da claudio »

Che dicono del Lady Tennant?

Secondo me l'equazione violino potente = violino impegnativo (intendendo per violino, anche gli altri strumenti ad arco), non è sempre valida. Perlomeno bisogna intendersi sul concetto di Potenza: si può dire che un violino è potente quando riesce a far emergere la sua voce dall'insieme orchestrale, fino a raggiungere le ultime file degli spettatori, conservando intatte le prerogative di dolcezza, soavità ecc ecc?
Oppure è potente quel violino che senti suonare forte sotto l'orecchio e che invece gli spettatori riescono a stento a sentire a 10 metri?
Fermo restando che la scelta di uno strumento è frutto spesso di criteri del tutto soggettivi ed irrazionali, io propenderei per la prima ipotesi, ossia che un violino debba avere la facoltà di avere soprattutto una buona proiezione del suono, ma questo con la potenza, nel senso di potenza = suona più forte, c'entra poco. Perchè i violini che suonano forte, in genere suonano forte e basta e si hanno problemi con i piano con una "P" sola, figuriamoci con un "PPPP". Esiste una infinità di brani di repertorio che richiedono un pianissimo espressivo e al tempo stesso incisivo che richiede di essere udito per tutta l'orchestra, fino alle ultime file degli spettatori in sala. Ovviamente sto parlando di una generica esecuzione per violino e orchestra, che credo sia un impegno importante per ogni musicista, violino e liutaio. L'unica possibilità che ci può veramente aiutare è la possibilità di uno strumento di sviluppare un sufficiente volume di armonici, perchè sono questi a portare il suono, non altro.
Per alcuni musicisti questo è un fatto ormai acquisito, ma un numero sorprendentemente alto di musicisti e liutai sembrano ignorare questa semplice realtà e sono alla ricerca (infruttuosa) del volume giusto che li faccia sentire sicuri nell'esecuzione.
Gli strumenti antichi, in genere permettono questa possibilità di poter suonare sviluppando una grande quantità di armonici che li rende difficili e facili da suonare al tempo stesso.
Sono più facili da suonare perchè con una buona emissione di armonici l'aspetto "potenza" non è più un problema perchè il violino proietta il suono con naturalezza anche su grandi distanze.
Sono più difficili da suonare perchè ci vuole tempo a capire la complessa personalità di uno strumento antico, specialmente per colui che è abituato da sempre alla mera ricerca della potenza, intesa solo come volume di suono.
Ma c'è un altro aspetto da considerare nei violini antichi, che li rende in genere più impegnativi da suonare: i violini antichi furono costruiti in un epoca in cui la standardizzazione delle misure degli strumenti e delle montature era cosa sconosciuta e ogni liutaio si esprimeva piuttosto liberamente, sia a livello stilistico, che dimensionale. Inoltre gli strumenti classici furono violini barocchi che poi furono montati "alla moderna" in epoche successive. Nel corso del tempo hanno poi avuto bisogno di restauri più o meno intensivi. Solo se si pensa a quante guerre, alluvioni, incendi e altri disagi hanno dovuto sopportare, ci si stupisce che molti di loro siano ancora tra noi a far sentire la loro voce. Si pensi solo a quei musicisti di origine ebraica durante la II° Guerra Mondiale, che furono deportati insieme ai loro Amati, Guarneri, Stradivari, ecc ecc.
Tutte queste vicissitudini hanno inevitabilmente segnato gli strumenti antichi e, chi più chi meno, hanno avuto bisogno di restauri più o meno intensivi. Un mio collega esperto ed affermato restauratore, mi parlava di restauri della durata di 2 o 3 anni, con preventivi di spesa che superavano agevolmente le decine di migliaia di euro.
Ma il lavoro di restauro, anche se condotto da una mano maestra, non rende certo più facile il carattere di uno strumento e sembra anzi accentuare quella specie di periodica crisi legata alle condizioni climatiche.
Per di più, uno strumento antico in mano ad un musicista di fama internazionale, deve saltare da un continente all'altro adattandosi come può alle condizioni climatiche più disparate e "disperate", senza contare il bisogno spesso frequente di messa a punto che deve essere compiuto a ritmi abbastanza regolari.
Ricordo un bravissimo musicista in possesso di un bellissimo Guarneri del Gesù, residente in Italia, che andava fino a Berlino per farsi mettere a punto lo strumento. I musicisti di qualche anno fa, non solo i solisti ma anche i professori d'orchestra, non di rado si recavano dallo svizzero Gerber per i necessari aggiustamenti.
Qui gli aneddoti sono veramente infiniti e chi più ne ha, più ne metta.
Anche per questo motivo molti musicisti scelgono un violino moderno come compagno del violino antico, proprio per la necessità di garantire un buono standard esecutivo anche in caso di cedimenti e problemi vari.
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Messaggio da Giva »

emh.... beh...
carissimo maestro Claudio Rampini... (parenti in quel di Parma?) a mio avviso potrebbe scrivere agevolmente un libro dal titolo "Storie moderne dei violini più antichi"... andrebbe a ruba....
per tutti gli altri scellerati: come potete anche solo lamentarvi di creature (perchè secondo me hanno vita propria) che il 90% della popolazione mondiale nemmeno ha sentito dal vivo.... figuriamoci tocare... e non voglio nemmeno pensare alla possibilità di fare anche solo una corda vuota!! :evil:
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

claudio ha scritto:Che dicono del Lady Tennant?
Scusami, non ti ho più aggiornato: leggi bene qui ed osserva la foto

http://www.stringsmagazine.com/article/ ... otes-1.asp

il violino è montato con le Evah Pirazzi: per mia esperienza sono l'ultima spiaggia dei violini fiacchi!
E se la violinista dice che la voce dello strumento migliorerà in potenza, ma adesso ha un carattere femminile, per me vuol dire che quel violino NON SUONA PROPRIO! Può dipendere anche dalla violinista (piccola malignità) ma non credo proprio che quel violino sia straordinario...
Siamo d'accordo dal distinguere i decibel dal fattore timbrico, ed uno strumento va valutato seriamente ad almeno 10 metri di distanza. Credo però che la potenza sia il connubio di questi 2 fattori: decibel e timbro ricco di armonici, in modo da far correre il suono. Questo secondo fattore però varia in modo significativo a seconda delle acustiche IMHO.
La difficoltà che intendo io in questi strumentoni eccezionali è in termini di emissione, perchè tendono a fischiare o a sporcare il suono.
Da cosa può dipendere, Claudio?
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