Cremona Mondomusica
Cremona Mondomusica
Ho appena aggiunto nella Home uno stralcio del programma della mostra annuale degli strumenti ad arco e loro accessori "Mondomusica".
Trovo un pò deludente la parte musicale-concertistica della manifestazione, non è previsto nemmeno un misero quartetto d'archi. L'unico concerto è quello inaugurale ed è per Clavicembalo
Tanto per gradire, poi, il concerto di chiusura sarà tenuto da un quintetto di ottoni
Bah!!!
Trovo un pò deludente la parte musicale-concertistica della manifestazione, non è previsto nemmeno un misero quartetto d'archi. L'unico concerto è quello inaugurale ed è per Clavicembalo
Tanto per gradire, poi, il concerto di chiusura sarà tenuto da un quintetto di ottoni
Bah!!!
Gli unici libri che mi sembrano di (mio) interesse sono: quello sui liutai francesi e italiani e quello su Sivori. Ma bisogna vedere quanto costano, perchè di solito i prezzi dei libri di liuteria sono molto alti. Per quanto riguarda il Sacconi temo molto che dovrai aspettare parecchio per rivedere l'edizione italiana. Però l'edizione inglese dovrebbe essere facilmente reperibile.
Cmq io l'8 Ottobre sarò a Mondomusica, se volete si potrebbe fare un piccolo ma sostanzioso incontro fra di noi.
Ciao.
Cmq io l'8 Ottobre sarò a Mondomusica, se volete si potrebbe fare un piccolo ma sostanzioso incontro fra di noi.
Ciao.
-
- Utente Registrato
- Messaggi: 5
- Iscritto il: venerdì 21 maggio 2004, 0:00
- Località: Busto Arsizio
- Contatta:
eh... sospettavo... la mia era una domanda retorica
ultimamente sono stato un po' assente... lo ero anche prima
ma almeno lurkavo di più.
problemi di trasloco aziendali...
per quanto riguarda l'8/10, purtroppo è un venerdì e qui
si usa ancora lavorare (o meglio, non ho la fortuna di lavorare
in questo campo), ma mi sarebbe piaciuto incontrarvi
(e magari, per osmosi, sumere qualche utile conoscenza).
Per domenica niente?
Fabrizio
ultimamente sono stato un po' assente... lo ero anche prima
ma almeno lurkavo di più.
problemi di trasloco aziendali...
per quanto riguarda l'8/10, purtroppo è un venerdì e qui
si usa ancora lavorare (o meglio, non ho la fortuna di lavorare
in questo campo), ma mi sarebbe piaciuto incontrarvi
(e magari, per osmosi, sumere qualche utile conoscenza).
Per domenica niente?
Fabrizio
-
- Frequentatore
- Messaggi: 103
- Iscritto il: venerdì 1 ottobre 2004, 0:00
Già, Sacconi, uno dei vincitori a Cremona. Io ho letto il suo libro, tutta un'analisi sugli Stradivari. Gli esperti riconoscevano solo a lui, la capacità di eguagliare uno Stradivari, almeno nella vernice brillante, dato le sue esperienze anche come ebanista, e perchè no avvicinarsi al loro suono. In America mi pare curasse un museo privato di strumenti ad arco. Sivori? L'unico allievo di Paganini?(o nome di liutaio?) Non si capiva, lui così piccolo di statura , riusciva a raggiungere posizioni che lambivano il ponticello. Un grande virtuoso, sicuramente, degno del suo maestro eccelso!! PS. A proposito, Claudio, perchè Paganini scelse un Guarneri del Gesù e non uno Stradivari, ed usava accordare mezzo tono sotto? Ciao!!!claudio ha scritto:Gli unici libri che mi sembrano di (mio) interesse sono: quello sui liutai francesi e italiani e quello su Sivori. Ma bisogna vedere quanto costano, perchè di solito i prezzi dei libri di liuteria sono molto alti. Per quanto riguarda il Sacconi temo molto che dovrai aspettare parecchio per rivedere l'edizione italiana. Però l'edizione inglese dovrebbe essere facilmente reperibile.
Cmq io l'8 Ottobre sarò a Mondomusica, se volete si potrebbe fare un piccolo ma sostanzioso incontro fra di noi.
Ciao.
-
- Frequentatore
- Messaggi: 103
- Iscritto il: venerdì 1 ottobre 2004, 0:00
E' vero che Paganini aveva scritto un metodo in grado di insegnare i segreti del violino in poche lezioni e che esso è ancora oggetto di ricerche da parte dei musicologi? Devi sapere che io ho contestato ad alcuni critici il fatto che Paganini fosse affetto da sindrome di Marfan, quella di Lincoln, e perciò riuscisse a raggiungere estensioni impossibili per altri. Ma ti pare? Si vede che costoro non conoscevano la sua tecnica e la rivoluzione che egli operò dello strumento. Tecnica della mano sinistra e dell'arco portate all'estremo senza che nessuno abbia potuto aggiungere altro. E' vero, Paganini odorava di zolfo. Altro che sindrome di Marfan!!!ilsolimano ha scritto:Già, Sacconi, uno dei vincitori a Cremona. Io ho letto il suo libro, tutta un'analisi sugli Stradivari. Gli esperti riconoscevano solo a lui, la capacità di eguagliare uno Stradivari, almeno nella vernice brillante, dato le sue esperienze anche come ebanista, e perchè no avvicinarsi al loro suono. In America mi pare curasse un museo privato di strumenti ad arco. Sivori? L'unico allievo di Paganini?(o nome di liutaio?) Non si capiva, lui così piccolo di statura , riusciva a raggiungere posizioni che lambivano il ponticello. Un grande virtuoso, sicuramente, degno del suo maestro eccelso!! PS. A proposito, Claudio, perchè Paganini scelse un Guarneri del Gesù e non uno Stradivari, ed usava accordare mezzo tono sotto? Ciao!!!claudio ha scritto:Gli unici libri che mi sembrano di (mio) interesse sono: quello sui liutai francesi e italiani e quello su Sivori. Ma bisogna vedere quanto costano, perchè di solito i prezzi dei libri di liuteria sono molto alti. Per quanto riguarda il Sacconi temo molto che dovrai aspettare parecchio per rivedere l'edizione italiana. Però l'edizione inglese dovrebbe essere facilmente reperibile.
Cmq io l'8 Ottobre sarò a Mondomusica, se volete si potrebbe fare un piccolo ma sostanzioso incontro fra di noi.
Ciao.
Solimano, scusa se ti rispondo un po' in ritardo, ma essendo che in questi giorni mi trovo dall'altra parte del mondo e precisamente in California, mi rimane piu' difficile seguire il sito. Ne approfitto per salutarvi tutti e ringrarvi per il sostegno che date a questo modesto portalino.
Ma veniamo al succo del discorso che ci interessa:
Simone Fernando Sacconi e' stato uno dei piu' grandi restauratori che il mondo abbia conosciuto. Non solo conosceva tutti gli strumenti antichi in circolazione, ma ne aveva maneggiati e riparati una buona buona parte. Un suo certificato e' da considerare tuttoggi ancora come vangelo. Sacconi, che lavorava per Wurlitzer a New York, fu molto legato a legato a Cremona fin dall'anniversario stradivariano del 1937. Nel 1960 collaboro' attivamente all'acquisizione del famoso violino stradivariano "Il Cremonese 1715" ex Joachim, che il comune di Cremona acquisto' meritatamente per un un tozzo di pane o giu' di li'. Oggi questo violino ha un valore considerato inestimabile.
L'unico allievo di Paganini e' da considerare nella persona di Camillo Sivori, il quale pur avendo svolto una carriera di virtuoso brillantissima, non sali' agli altari della fama al pari di Paganini. Il suo violino, una copia del famoso "Cannone" di Guarneri del Gesu', fu prodotto da Villaume di Parigi. Entrambe questi strumenti fanno bella mostra di se' nel palazzo municipale di Genova e sono tranquillamente visibili e visitabili. D'altra parte uno dei cavalli di battaglia di Paganini non era solo il suo funambolico violinismo, ma era il suo carattere sul quale sorgevano le voci piu' disparate, senza che egli peraltro avesse cura di smentire o chiarire. Aveva tutto l'interesse ad entrare nella leggenda e ci riusci' alla grande. Pagani e' stato considerato a tutti gli effetti l'antesignano del marketing pubblicitario. Chiaramente questo doveva essere per forza supportato dalle sue non comuni qualita' di virtuoso, per questo ha stupito l'Europa intera. Paganini scelse il "Cannone" per la sua potenza, in effetti mai un nomignolo tale fu tanto appropriato. I Guarneri hanno sempre avuto fama di avere una voce molto robusta e di assicurare una tenuta del suono eccezionale anche nei passaggi di forza piu' esasperati. E' da considerare poi che il violinismo di Paganini, da alcuni testimoni dell'epoca, fu considerato "elettrico" e probabilmente la voce ampia ed "organosa" degli Stradivari poco si addiceva al violinista genovese.
Riguardo la famosa sindrome di Marfan di cui sarebbe stato affetto Paganini, non si sa nulla di sicuro. E' pero' sicuro che i capricci e i concerti per violino da lui scritti ed interpretati furono giudicati "ineseguibili" all'epoca. Oggi invece la tecnica e' progredita ad un livello tale che se un violinista all'esame di diploma non esegue correttamente almeno tre capricci, viene bocciato senza pieta'.
Una considerazione del tutto personale e' che la tecnica e' sicuramente migliorata al punto tale che ogni pezzo paganiniano puo' oggi essere eseguito correttamente da un bravo virtuoso, ma quel che manca e' sicuramente la fantasia e l'imprevedibilita' di cui era sicuramente dotato Paganini.
Piccolo aneddoto sfizioso: nell'estate del 2000 e' stato rintracciato tale Giuseppe Gaccetta, genovese purosangue di professione falegname, ma con alle spalle un passato violinistico di tutto riguardo. Gaccetta fu allievo di Francesco Sfilio, che a sua volta fu allievo di Camillo Sivori, il quale come e' noto, fu l'unico allievo di Paganini. Quindi la linea genealogica degli allievi di Paganini non si sarebbe mai interrotta e ancora oggi desta molto stupore una incisione degli anni '30 di Giuseppe Gaccetta che esegue alcuni capricci paganiniani in maniera mirabile. Aveva solo 17 anni ed era al 4 anno di conservatorio.
L'aspetto della stupefacente elasticita' delle dita di Paganini puo' essere spiegato nell'uso di una tecnica personale e geniale, infatti Gaccetta avrebbe dimostrato molto tranquillamente come si puo' estendere la mano fino alle posizioni alte, facendo ruotare il pollice della mano sinistra senza farlo spostare dalla prima posizione.
E' da ricordare che la tecnica violinistica moderna ha ben poco di italiano, ad essa hanno contribuito grandemente Germania, Francia, Russia e Belgio. Il patrimonio di Locatelli, Geminiani, Tartini e degli altri grandi protagonisti del violinismo barocco e' andato abbastanza in disuso.
Ma veniamo al succo del discorso che ci interessa:
Simone Fernando Sacconi e' stato uno dei piu' grandi restauratori che il mondo abbia conosciuto. Non solo conosceva tutti gli strumenti antichi in circolazione, ma ne aveva maneggiati e riparati una buona buona parte. Un suo certificato e' da considerare tuttoggi ancora come vangelo. Sacconi, che lavorava per Wurlitzer a New York, fu molto legato a legato a Cremona fin dall'anniversario stradivariano del 1937. Nel 1960 collaboro' attivamente all'acquisizione del famoso violino stradivariano "Il Cremonese 1715" ex Joachim, che il comune di Cremona acquisto' meritatamente per un un tozzo di pane o giu' di li'. Oggi questo violino ha un valore considerato inestimabile.
L'unico allievo di Paganini e' da considerare nella persona di Camillo Sivori, il quale pur avendo svolto una carriera di virtuoso brillantissima, non sali' agli altari della fama al pari di Paganini. Il suo violino, una copia del famoso "Cannone" di Guarneri del Gesu', fu prodotto da Villaume di Parigi. Entrambe questi strumenti fanno bella mostra di se' nel palazzo municipale di Genova e sono tranquillamente visibili e visitabili. D'altra parte uno dei cavalli di battaglia di Paganini non era solo il suo funambolico violinismo, ma era il suo carattere sul quale sorgevano le voci piu' disparate, senza che egli peraltro avesse cura di smentire o chiarire. Aveva tutto l'interesse ad entrare nella leggenda e ci riusci' alla grande. Pagani e' stato considerato a tutti gli effetti l'antesignano del marketing pubblicitario. Chiaramente questo doveva essere per forza supportato dalle sue non comuni qualita' di virtuoso, per questo ha stupito l'Europa intera. Paganini scelse il "Cannone" per la sua potenza, in effetti mai un nomignolo tale fu tanto appropriato. I Guarneri hanno sempre avuto fama di avere una voce molto robusta e di assicurare una tenuta del suono eccezionale anche nei passaggi di forza piu' esasperati. E' da considerare poi che il violinismo di Paganini, da alcuni testimoni dell'epoca, fu considerato "elettrico" e probabilmente la voce ampia ed "organosa" degli Stradivari poco si addiceva al violinista genovese.
Riguardo la famosa sindrome di Marfan di cui sarebbe stato affetto Paganini, non si sa nulla di sicuro. E' pero' sicuro che i capricci e i concerti per violino da lui scritti ed interpretati furono giudicati "ineseguibili" all'epoca. Oggi invece la tecnica e' progredita ad un livello tale che se un violinista all'esame di diploma non esegue correttamente almeno tre capricci, viene bocciato senza pieta'.
Una considerazione del tutto personale e' che la tecnica e' sicuramente migliorata al punto tale che ogni pezzo paganiniano puo' oggi essere eseguito correttamente da un bravo virtuoso, ma quel che manca e' sicuramente la fantasia e l'imprevedibilita' di cui era sicuramente dotato Paganini.
Piccolo aneddoto sfizioso: nell'estate del 2000 e' stato rintracciato tale Giuseppe Gaccetta, genovese purosangue di professione falegname, ma con alle spalle un passato violinistico di tutto riguardo. Gaccetta fu allievo di Francesco Sfilio, che a sua volta fu allievo di Camillo Sivori, il quale come e' noto, fu l'unico allievo di Paganini. Quindi la linea genealogica degli allievi di Paganini non si sarebbe mai interrotta e ancora oggi desta molto stupore una incisione degli anni '30 di Giuseppe Gaccetta che esegue alcuni capricci paganiniani in maniera mirabile. Aveva solo 17 anni ed era al 4 anno di conservatorio.
L'aspetto della stupefacente elasticita' delle dita di Paganini puo' essere spiegato nell'uso di una tecnica personale e geniale, infatti Gaccetta avrebbe dimostrato molto tranquillamente come si puo' estendere la mano fino alle posizioni alte, facendo ruotare il pollice della mano sinistra senza farlo spostare dalla prima posizione.
E' da ricordare che la tecnica violinistica moderna ha ben poco di italiano, ad essa hanno contribuito grandemente Germania, Francia, Russia e Belgio. Il patrimonio di Locatelli, Geminiani, Tartini e degli altri grandi protagonisti del violinismo barocco e' andato abbastanza in disuso.
-
- Frequentatore
- Messaggi: 103
- Iscritto il: venerdì 1 ottobre 2004, 0:00
Sei in viaggio? Buon viaggio quindi e buona America. Tutto quello che dici non fa una piega. Eppoi non dimentichiamo che Paganini pose il limite della tecnica violinistica, al di là della quale , nessuno è andato oltre. Diede dignità allo strumento che portò agli onori del concerto, quando prima era solo nel concerto grosso di Corelli, Locatelli, Etc. Inventò di sana pianta flautini, flautati , tricordi , ridusse l'orchestra, specie nei suoi concerti al ruolo di mera accompagnatrice. Etc etc. Mi piacque una espressione del musicologo G.Zacchero che disse che tra Paganini e lo strumento ci fu una lotta (lotta tra l'uomo e lo strumento) .Il primo a trarre sempre nuovi suoni e sonorità il secondo sempre ad offrirne. E più gliene chiedeva Paganini più gliene offrive lo strumento: chi ha vinto alla fine?claudio ha scritto:Solimano, scusa se ti rispondo un po' in ritardo, ma essendo che in questi giorni mi trovo dall'altra parte del mondo e precisamente in California, mi rimane piu' difficile seguire il sito. Ne approfitto per salutarvi tutti e ringrarvi per il sostegno che date a questo modesto portalino.
Ma veniamo al succo del discorso che ci interessa:
Simone Fernando Sacconi e' stato uno dei piu' grandi restauratori che il mondo abbia conosciuto. Non solo conosceva tutti gli strumenti antichi in circolazione, ma ne aveva maneggiati e riparati una buona buona parte. Un suo certificato e' da considerare tuttoggi ancora come vangelo. Sacconi, che lavorava per Wurlitzer a New York, fu molto legato a legato a Cremona fin dall'anniversario stradivariano del 1937. Nel 1960 collaboro' attivamente all'acquisizione del famoso violino stradivariano "Il Cremonese 1715" ex Joachim, che il comune di Cremona acquisto' meritatamente per un un tozzo di pane o giu' di li'. Oggi questo violino ha un valore considerato inestimabile.
L'unico allievo di Paganini e' da considerare nella persona di Camillo Sivori, il quale pur avendo svolto una carriera di virtuoso brillantissima, non sali' agli altari della fama al pari di Paganini. Il suo violino, una copia del famoso "Cannone" di Guarneri del Gesu', fu prodotto da Villaume di Parigi. Entrambe questi strumenti fanno bella mostra di se' nel palazzo municipale di Genova e sono tranquillamente visibili e visitabili. D'altra parte uno dei cavalli di battaglia di Paganini non era solo il suo funambolico violinismo, ma era il suo carattere sul quale sorgevano le voci piu' disparate, senza che egli peraltro avesse cura di smentire o chiarire. Aveva tutto l'interesse ad entrare nella leggenda e ci riusci' alla grande. Pagani e' stato considerato a tutti gli effetti l'antesignano del marketing pubblicitario. Chiaramente questo doveva essere per forza supportato dalle sue non comuni qualita' di virtuoso, per questo ha stupito l'Europa intera. Paganini scelse il "Cannone" per la sua potenza, in effetti mai un nomignolo tale fu tanto appropriato. I Guarneri hanno sempre avuto fama di avere una voce molto robusta e di assicurare una tenuta del suono eccezionale anche nei passaggi di forza piu' esasperati. E' da considerare poi che il violinismo di Paganini, da alcuni testimoni dell'epoca, fu considerato "elettrico" e probabilmente la voce ampia ed "organosa" degli Stradivari poco si addiceva al violinista genovese.
Riguardo la famosa sindrome di Marfan di cui sarebbe stato affetto Paganini, non si sa nulla di sicuro. E' pero' sicuro che i capricci e i concerti per violino da lui scritti ed interpretati furono giudicati "ineseguibili" all'epoca. Oggi invece la tecnica e' progredita ad un livello tale che se un violinista all'esame di diploma non esegue correttamente almeno tre capricci, viene bocciato senza pieta'.
Una considerazione del tutto personale e' che la tecnica e' sicuramente migliorata al punto tale che ogni pezzo paganiniano puo' oggi essere eseguito correttamente da un bravo virtuoso, ma quel che manca e' sicuramente la fantasia e l'imprevedibilita' di cui era sicuramente dotato Paganini.
Piccolo aneddoto sfizioso: nell'estate del 2000 e' stato rintracciato tale Giuseppe Gaccetta, genovese purosangue di professione falegname, ma con alle spalle un passato violinistico di tutto riguardo. Gaccetta fu allievo di Francesco Sfilio, che a sua volta fu allievo di Camillo Sivori, il quale come e' noto, fu l'unico allievo di Paganini. Quindi la linea genealogica degli allievi di Paganini non si sarebbe mai interrotta e ancora oggi desta molto stupore una incisione degli anni '30 di Giuseppe Gaccetta che esegue alcuni capricci paganiniani in maniera mirabile. Aveva solo 17 anni ed era al 4 anno di conservatorio.
L'aspetto della stupefacente elasticita' delle dita di Paganini puo' essere spiegato nell'uso di una tecnica personale e geniale, infatti Gaccetta avrebbe dimostrato molto tranquillamente come si puo' estendere la mano fino alle posizioni alte, facendo ruotare il pollice della mano sinistra senza farlo spostare dalla prima posizione.
E' da ricordare che la tecnica violinistica moderna ha ben poco di italiano, ad essa hanno contribuito grandemente Germania, Francia, Russia e Belgio. Il patrimonio di Locatelli, Geminiani, Tartini e degli altri grandi protagonisti del violinismo barocco e' andato abbastanza in disuso.
Ciò che dici dei grandi didatti moderni è vero. Tra i grandi non dimentico Carl Flesch, un vero MAESTRO. PS. Senti, che sai dirmi di Bissolotti e dei suoi figli ? e di Matteo Hiheylegrs ?
della famiglia Bissolotti posso solo dirti un gran bene, continuano a lavorare tutti insieme appassionatamente, anche se Francesco, il capostipite della famiglia, ha avuto qualche serio problema di salute. Il loro stile negli anni si e' ammorbidito alquanto e l'aderenza ai canoni cremonesi antichi e' totale. I loro strumenti sono ottimi da tutti i punti di vista, sia quello sonoro che costruttivo.
Dell'altro liutaio non so nulla.
Ciao!
Dell'altro liutaio non so nulla.
Ciao!