Forma del violino

Suonare e costruire i violini
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MarcoSpain
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Forma del violino

Messaggio da MarcoSpain »

Mi piacerebbe poter aprire una discussione al riguardo delle nostre esperienze, sia come violinisti, che come liutai, al riguardo delle forme dei violini.
Attualmente suono su di un Capicchioni del 1943 (gentilmente prestato, sic!) con una forma personale, penso non sia ispirato ne a Guarneri ne a Stradivari, e su di un violino nuovo di una liutaia svizzera residente a Cremona, Marianne Jost. Il violino in questione è del 2005, costruito su di una forma Strad1705, ed è stata la mia "prima volta" con un modello Strad. In precedenza ho sempre suonato su modelli Guarneri (l'ultimo, attualmente in prestito a mio fratello violista, che lo usa saltuariamente, di un liutaio di Firenze, Claudio Arezio, anche se la forma è un po' modificata).
Devo riconoscere che la forma Guarneri è molto più accattivante rispetto alla Strad, ha una prontezza molto più immediata e permette di poter "spingere" subito senza porsi tanti problemi. Ricordo che l'Arezio lo portai in concerto di musica da camera dopo poche settimane dall'acquisto, nonostante fosse un violino nuovo.
Al contrario, la forma Strad sembra non dia la stessa confidenza, anche se sicuramente ha una prima corda molto più chiara, bella, e una quarta che non avrà la potenza del Guarneri, però ha un fascino, un non so che... Però... ha bisogno di mooolta pazienza e di molta sensibilità, penso che se 2 anni fa non avessi avuto la fortuna di provare un autentico Stradivari, non avrei mai capito come "aprire" questo strumento, a volte mi sembrava di lottare con lui, un giorno funzionava a meraviglia, il giorno dopo la corda respingeva l'arco... Inoltre pochi mesi dopo averlo comprato mi è stato prestato il Capicchioni, strumento incredibile, fa praticamente tutto da solo... quindi il Jost l'ho tralasciato (sic!!!) per molto tempo, prima relegandolo a strumento "da orchestra", poi lasciandolo inattivo per mesi e finalmente, ci ho preso gusto anche a studiarci su bene bene. Che dire, le sfumanture e la bellezza del suono son davvero una delizia, certo si fa desiderare, certi capricci a volte mi fanno impazzire, però son proprio contento dell'acquisto e di aver avuto l'onore di aprire questo strumento.
A voi la parola!!!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Questa discussione non va lasciata assolutamente cadere perchè di grande importanza per capire la sostanza del suono. Innanzitutto penso sia bene specificare che il suono è la risultante di tre fattori: musicista, strumento, arco, basta che uno degli elementi di questo trinomio sia in difetto il suono ne avrà a soffrire. Per fare un archetto sono necessari 15 giorni, per un violino sono necessari 2 mesi, per un violinista circa 20 anni, quale sia l'elemento di maggiore importanza lascio a voi giudicarlo. Eppure di fronte alle più disparate esperienze violinistiche, sembra essere sempre lo strumento il fattore principale del suono, ma spesso non si ha presente che anche il violino da studio può esprimere suoni molto interessanti in mano ad un bravo violinista. In molte orchestre ad esempio il fattore "strumento" è diventato quasi una pregiudiziale, per cui se non hai uno strumento blasonato, o ritenuto tale, sei anche guardato maluccio. Questa è una tendenza che però non ho riscontrato nelle orchestre fuori dell'Italia, in cui si pensa a suonare e si giudica il musicista per quello che sa dare, e non per quante migliaia d'euro è stato capace di spendere per il suo strumento.
Io amo in particolar modo la liuteria di Capicchioni, che è al tempo stesso personale e vigorosa, ma anche precisa e rigorosa, il suono dei suoi strumenti è ricco e corposo, anche se a mio parere necessitano di una mano abbastanza energica. E' pur vero che la differenza di suono più comune tra gli Stradivari e i Guarneri è spesso quella tra il "nobile" e il "rustico e genuino villano", caratteristiche che spesso si ritrovano anche negli strumenti moderni che ad essi si ispirano, ma dal messaggio di Marco si evince anche che il capire uno strumento non è sempre cosa facile e che spesso un nome famoso può far scattare la molla di avvicinamento del musicista al proprio strumento, perchè altrimenti si continua a pensare che deve sempre essere il violino ad avvicinarsi al musicista e non viceversa. Ma grazie al cielo i grandi violini sono nati anche per fare da esempio, e quindi se si è avuta una esperienza anche breve su uno strumento di valore (e non parlo solo dell'aspetto monetario), si è avuto una specie di imprinting per cui si è in qualche modo più liberi di giudicare il suono degli altri strumenti. Io no credo che la forma Guarneri sia più accattivante della Stradivari, certo il gusto personale può far decidere per un modello e per un altro, ma il rischio del pregiudizio è sempre in agguato. Molto spesso i grandi violinisti preferiscono un violino Guarneri per la facilità e generosità del suono; a suo tempo il Renato Zanettovich mi disse che non amava gli Stradivari perchè non erano facili da suonare, preferiva di gran lunga i Guarneri e i violini dell'italiano- sudamericano Peresson, proprio con gli Stradivari non riusciva a trovarsi. E lo credo bene, perchè gli molto spesso gli Stradivari "non suonano da soli" e richiedono un grande lavoro di avvicinamento da parte del musicista. Tutto questo non dipende solo dalla forma, che pure influenza la capacità di proiezione del suono e la sua timbrica, ma anche da quell'insieme di bombature e spessori che maneggiati in maniera opportuna possono far salire di rango il rustico modello Guarneri e far decadere il "nobile" Stradivariano, in liuteria lo si sa bene, il paradosso è sempre in agguato. Ultima avvertenza: è giusto il tentare di "aprire" il suono di uno strumento, ma molto spesso non ci si rende conto del fatto che sta avvenendo un'assuefazione al suono, per cui non è affatto vero che sia il violino l'unico ad aprirsi. In casi di strumenti che necessitino di essere "aperti", consiglio sempre di stare attaccati al liutaio che li ha costruiti e di esigere costantemente il massimo dell'efficienza nella messa a punto, ciò vale in special modo per gli strumenti nuovi, il cui suono cambia giorno dopo giorno.
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hsj
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Messaggio da hsj »

Ultima avvertenza: è giusto il tentare di "aprire" il suono di uno strumento, ma molto spesso non ci si rende conto del fatto che sta avvenendo un'assuefazione al suono, per cui non è affatto vero che sia il violino l'unico ad aprirsi. In casi di strumenti che necessitino di essere "aperti", consiglio sempre di stare attaccati al liutaio che li ha costruiti e di esigere costantemente il massimo dell'efficienza nella messa a punto, ciò vale in special modo per gli strumenti nuovi, il cui suono cambia giorno dopo giorno.
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Credevo che tutti gli strumenti nuovi con il tempo si "aprono" e che cio avviene semplicemente suonandoli. Mi sbaglio?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Nessuno ha niente da aggiungere? Marcospain?
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edo
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Messaggio da edo »

Ma quando si parla di forma si intende il profilo delle fasce oppure si sottintende anche andamento delle bombature e spessori?
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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

Per forma si intende il modello utilizzato per costruire il violino, ovvero tutto quello che hai detto, oltre al disegno delle effe.

Interessante la frase
Per fare un archetto sono necessari 15 giorni, per un violino sono necessari 2 mesi, per un violinista circa 20 anni, quale sia l'elemento di maggiore importanza lascio a voi giudicarlo
, davvero rivelatrice della verità da cui molti violinisti preferiscono scappare, trincerandosi dietro un "eh, però suona un violino tal dei tali..." invece di approfondire un discorso tecnico, paragonando vari violini e cercando di imparare da loro di cosa han bisogno per poter suonare al meglio.
Riguardo alla "mano energica" di cui hanno bisogno i Capicchioni, non so, sarà che mi hanno insegnato che si suona sempre con mooolta energia, è certo che generoso è generoso un bel po', e aiuta un sacco soprattutto in concerto!!! Posso dire che è uno strumento molto sensibile e che non accetta violinisti troppo aggressivi, so che in mano di un'altra persona era arrivato a chiudersi e a non suonare molto, sicuramente l'avermi dato questa informazione al momento in cui mi è stato affidato mi ha aiutato a comprendere meglio lo strumento e a farlo suonare al meglio.
Violini in orchestra... mah, dipende dai violinisti che ci sono in orchestra! Personalmente ho un'idea molto chiara del violinista che può funzionare in orchestra, poi che abbia un violino moderno o uno del settecento, può far la differenza in un certo tipo di repertorio, o nel caso in cui tutta l'orchestra suoni con violini di un certo livello!! Cercare di mascherare carenze di insieme o di tecnica di orchestra con buoni strumenti è solo una maniera di illudersi a se stessi, in questo potrei apportare una buona esperienza maturata in 10 anni di orchestra, prima in Italia, poi in Spagna, dove attualmente vivo e lavoro.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Per non fare confusione con i termini, per forma intendiamo proprio l'arnese che si usa per ricavare il contorno delle fasce, ossia il perimetro della cassa. Per le bombature e le effe bisogna fare un altro discorso, anche se queste fanno parte in modo generico della forma complessiva di uno strumento. Queste distinzioni sono utili al liutaio per porre attenzione ad un particolare alla volta, il fattore forma che si affronta all'inizio serve a porsi un obiettivo di massima sul suono e sul modello, quindi si procede alla scelta delle bombature sempre in base alle esigenze di sonorità, infine le effe che conferiranno alla cassa un assetto definitivo. E' per questo motivo che si consiglia ai principianti di fare molti strumenti sulla medesima forma, perchè se ogni volta si cambia una forma, bombature e le effe, non si avranno parametri di riferimento su cui costruire il prossimo strumento, bensì è cambiare un parametro alla volta che aiuta a capire cosa si sta facendo.
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Messaggio da edo »

Bene, ora ho capito molto meglio tutto quello che avete detto.

Mi sono sempre chiesto quale influenza possa avere la forma intesa come disegno del contorno fasce.
In questo senso non penso che tra Stradivari e del Gesù le differenze siano così marcate da introdurre differenze significative.

Sbaglio?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Edo, puoi provare a spiegarti meglio, in che senso non vedi differenze significative tra le forme stradivariane e quelle guarneriane? Te lo chiedo perchè le differenze seppure non misurabili in centimetri, esistono e sono di grande importanza.
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Messaggio da MarcoSpain »

edo ha scritto:Bene, ora ho capito molto meglio tutto quello che avete detto.

Mi sono sempre chiesto quale influenza possa avere la forma intesa come disegno del contorno fasce.
In questo senso non penso che tra Stradivari e del Gesù le differenze siano così marcate da introdurre differenze significative.

Sbaglio?
Ti invito a guardare le foto ai seguenti link, così ti farai un'idea delle differenze tra Guarneri e Stradivari :wink:
http://www.florianleonhard.com/uploads/ ... untain.jpg
http://stradivarisociety.com/images/ins ... obbett.jpg
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Messaggio da edo »

claudio ha scritto:Edo, puoi provare a spiegarti meglio, in che senso non vedi differenze significative tra le forme stradivariane e quelle guarneriane? Te lo chiedo perchè le differenze seppure non misurabili in centimetri, esistono e sono di grande importanza.
Facciamo un confronto Stradivari Titian e del Gesù Alard

Lunghezza 353,3 vs 353,5

Largh sup. 166,8 vs 167,5

Largh CC 108,4 vs 112,5

Largh inf. 206,5 vs 207,5

La curvatura inferiore è quasi perfettamente sovrapponibile, quella superiore lo è fino a pochi mm dagli zocchetti.

Le differenze più evidenti sono nella forma delle CC e nella distanza tra punta sup e inf dove nel Titian questa misura è di 84,5 mm e nell'Alard di 87,5 mm.

Ne deriva una diversa forma della zona centrale e una forma pressocchè uguale dei polmoni sup e inf.

Mi chiedevo quanto e come questa differenza della zona centrale possa influire sul carattere dello strumento, o meglio facendo un bilancio generale approssimativo di tutte le variabile in gioco, principalmente spessori e bombature, quanto pesa in percentuale la differenza della sola forma?
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claudio
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Messaggio da claudio »

In percentuale non so dirti quanto possa contare il fattore "forma", ma so con certezza che anche la differenza di un paio di millimetri in larghezza produce effetti sul suono. Ad esempio la larghezza delle CC di 108.4 contro i 112.5 può sembrare poco, ma produce una differenza sostanziale nel suono. Ad esempio io ho sempre trovato la forma stradivariana classica molto difficile da far suonare, mentre invece le forme guarneriane tendono a "perdonare" molto di più. In genere gli strumenti ottenuti da forme di dimensioni più contenute sono più facili da far suonare, se poi teniamo conto che nei Guarneri l'altezza delle CC è ragguardevolmente maggiore rispetto agli Stradivari ecco che si capisce all'istante la ragione del suono scuro e "compresso" dei Guarneri, dove il suono viene sviluppato al massimo nella zona centrale e viene subito "forzato" nei polmoni superiore e inferiore (complici le bombature basse).
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Messaggio da edo »

Chiaro

Grazie
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cryp
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Messaggio da cryp »

vado leggermente OT per evitare di aprire diecimila thread..

Se su uno strumento c'è l'etichietta classica "Antonius Stradiuarius... Faciebat.. ecc.." significa che è ispirato alla forma Stradivariana, giusto?

O può succedere che chi costruiva strumenti prima metteva tale etichetta anche se con Stradivari non c'entrrava un'acca?

Se così fosse capisco benissimo le difficoltà e le differenze di emissione tra guarnieri e stradivari (ovviamente nel piccolo della mia microscopica esperienza)
La musica è intorno a noi, non bisogna fare altro che ascoltarla.. (August Rush)
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

Io ho un violino modello stradivari e uno guarneri di mia moglie dello stesso liutaio (non stesso hanno). Il violino guarneri è più "piccolino", nella parte superiore e inferiore (ce ne si accorge immediatamente quando si regola la spalliera) e ha le C molto più lunghe e pronunciate dello stradivari.
Entrambi sono strumenti facili da suonare ma mentre lo stradivari ha un suono limpido che perde e "pungente" che perde un po' di rotondità sui bassi il guarneri ha invece un suono più "scuro", bassi molto definiti e profondi e anche il mi è molto bello tondo, anche se meno squillante dello stradivari.
Il guarneri è del 2008 e lo stradivari del 2002 e mi ha colpito il fatto che il guarneri avesse un suono più scuro dello stradivari .. penso sia proprio una questione di modello. A vedere il guarneri ero perplesso perchè sembrava proprio un "violinetto" rispetto allo stradivari e invece gli tiene testa tranquillamente .. anzi. Sono comunque molto diversi ed equilibrati nei pro e contro, penso sia questione poi di gusti.
CIAO
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