1972pianoman ha scritto:Volevo aggiungere un'altra domanda: dall'ultimo intervento di Emidio Pignotti sul suo ultimo violino è emerso un particolare interessante circa il legno utilizzato per la costruzione della tavola, immagino che si riferisse alla densità di quest'ultimo per poter decidere il momento in cui sospendere lo scavo. E' questo un metodo per decidere quanto deve essere spessa la tavola? Se si cosa è importante notare nella densità del legno?
Spero di essermi spiegato bene.
Eccomi qua!!!
Allora...parlando sulla base della mia esperienza personale posso dire che per me è ormai fondamentale "saggiare" il grado di flessione che la tavola ed il fondo hanno sotto le mie mani.Come detto no sò che forza imprimo fra le dita,ma ho imparato a riconoscere in base all'esperienza quando è il momento di fermarsi.
Su un violino recente ad esempio il terzultimo,klo spessore della tavola era 3,4mm costante,3,2mm inferiore e 3mm superiore
sembrano un po abbondantine,ma in realtà se avessi continuato avrei fatto un danno,il violino avrebbe suonato come una scatola di cartone,dico questo perchè piu volte non fidandomi della flessione ho assottigliato ulteriormente ed ho rifatto ex novo il piano.
Lo stesso dicasi per il fondo.
Comunque lascio gran parte della responsabilità alla sguscia finale a cassa chiusa,li si percepisce il lavoro di membrana (tipo altoparlante) che le tavolo devono fare
Nonostante tutto comunque,intonazioni tavole (e tutte le teorie che ne vengono),il sistema dei nodi ecc...ho capito che difficilmente si arriva ad una "regola" precisa, come dire :
"Cavolo!!eppure il violino precedente suonava benissimo,questo invece...",
quindi si rimette tutto in discussione e si inizia un nuovo lavoro,ed il bello è proprio questo,se arriveremo a 90 anni e staremo ancora con la sgorbia in mano probabilmente ancora non saremo riusciti a venire totalmente a capo della matassa.
Di questo ne sono sicuro..ho sentito violini di liutai quotatissimi e molto in là con l'età che non suonavano.