Cominciamo con l'olio

Suonare e costruire i violini
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1972pianoman
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Messaggio da 1972pianoman »

Per la verniciatura di sicuro, ma io intendevo per fare (cuocere) la vernice.......
Scusa, avevo capito male. :oops:
Proprio questa mattina pensavo se le temperature rigide possano abbassare di molto la temperatura di cottura della vernice. Penso che a parte il disagio di stare all'aperto con queste temperature (nei giorni scorsi siamo arrivati a -21°C) non debba influire più di tanto, magari coprendo con un coperchio aiutamo a tenere la temperatura più stabile.
Non ho mai sentito parlare delle fasi lunari per la preparazione della vernice. Pensi che possa influire in qualche modo?
Riguardo alla vernice da fare, quantitativi così piccoli a mio avviso sono mal gestibili, con un quantitativo maggiore penso che sia meglio, io preparo almeno 100gr. per volta, ma questa potrebbe essere una scelta soggettiva.
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Fare una vernice ad olio è una cosa rischiosa (fiamme, splosione, bruciature, etc.). Io rendo grazie a Dio ogni volta io finisco di cuocere la vernice ad olio, l'ultima volta ho fatto 1.6Kg di Marciana....

Dopo, le resine sono caruccie, per fare la vernice ci vuole tempo, per fare le prove anche, quindi meglio partire di olio e resine di ottima qualità, penso.

La quantità minima che ho fatto è di 100 grammi, penso.

Una foto dela mia ultima viola "L'Isla Joyeuse" verniciata ad olio:

Immagine
1972pianoman
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Messaggio da 1972pianoman »

Manfio, come al solito FANTASTICA! :1:
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Grazie!!!
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Dav67
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Messaggio da Dav67 »

Complimenti davvero Manfio! :D Tu gli interni delle FF non li colori di nero?
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Grazie, io utilizzava il nero ma il maestro Carlo Vettori mi ha detto che la terra di Siena bruciata con un può d'olio va meglio perchè meno appariscente.
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Messaggio da davidesora »

1972pianoman ha scritto :
[quote]
Non ho mai sentito parlare delle fasi lunari per la preparazione della vernice. Pensi che possa influire in qualche modo?
[quote]

Sinceramente no, ma mi sembrava un'idea molto "romantica" e volevo solo sentire se qualcuno le teneva in considerazione, in fondo per imbottigliare il vino sono effettivamente importanti, per seminare anche.

Chissà cosa ne pensavano gli alchimisti del '600, ammesso che fabbricassero vernici.....


Davide
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Messaggio da davidesora »

Manfio ha scritto:Fare una vernice ad olio è una cosa rischiosa (fiamme, splosione, bruciature, etc.). Io rendo grazie a Dio ogni volta io finisco di cuocere la vernice ad olio, l'ultima volta ho fatto 1.6Kg di Marciana....

Dopo, le resine sono caruccie, per fare la vernice ci vuole tempo, per fare le prove anche, quindi meglio partire di olio e resine di ottima qualità, penso.

La quantità minima che ho fatto è di 100 grammi, penso.

Pensavo di cominciare con piccole quantità per evitare il più possibile i rischi da te accennati e per evitare di sprecare resina e olio in caso di fallimento dell'operazione (se prendono fuoco 1,6 kg di vernice si scatena l'inferno.....)

Anche 100g però non sono pochi, magari quando farò le prime prove tenterò con 25g resina + 25g olio sorvegliando continuamente la temperatura per evitare di bruciare tutto!!

A proposito di proporzioni olio/resina, in un workshop a cui avevo partecipato tenuto da Lozano (old wood) a Cremona qualche anno fa, ricordo che lui usava proporzioni volumetriche tra olio e resina (ambra) macinata finemente.

Io credo sia meglio la proporzione fatta sul peso, anche se nei manoscritti antichi di solito si parla di "parti", chissà se riferite al peso o al volume.

La cosa cambia, visto che l'olio è più leggero della resina.


Davide
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GREGSAR
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Messaggio da GREGSAR »

Greg, per caso l'altro olio siccativo è per caso l'olio di Tung? se così fosse non lo usare, non tanto perchè non dia buoni risultati, ma perchè nel tempo può dare risultati imprevedibili. Un buon olio di lino deve formare una vernice che non ha problemi a essiccare, senza aggiunta di altri olii. Ci si può aiutare con il siccativo, ce ne sono parecchi in pittura, però senza mai esagerare (il vero siccativo sono i raggi UV).
Ciao Claudio,ho usato olio di noci (pochissimo),devo dire che mi ha dato un buon risultato da subito.
Anche l'olio che ho reperito, da solo secca bene,ma non e' crudo.
Io ho provato a fare una vernice olio di lino crudo, con colofonia e aloe,ma niente di buono,convinto che,una volta cotto,l'olio avrebbe cambiato le sue proprieta' siccative, ma in realta' non e' stato cosi'..non secca,riprovero' con un olio consigliato da voi.
Pensavo di cominciare con piccole quantità per evitare il più possibile i rischi da te accennati e per evitare di sprecare resina e olio in caso di fallimento dell'operazione (se prendono fuoco 1,6 kg di vernice si scatena l'inferno.....)
Ciao Davide (ti do del tu),io lavoro sempre con il mantello scaldante, o una comune piastra elettrica con termostato x controllo temperatura,e non ho mai avuto problemi di sicurezza, neanche distillando super-infiammabili, evito da sempre le fiamme libere.

P.s ultimamente sto testando anche le proprieta' curative dei semi di lino,sono veramente tante,e' una pianta veramente completa sotto tutti i punti di vista..(gli egizi ci hanno visto giusto :) ) si trovano in commercio in buste,e ci si estrae una specie di gel/vischioso,(mettendoli a bagno in acqua,o in altra maniera),che per quanto faccia schifo, e' un rimedio miracoloso per gastriti,infiammazioni, e' cicatrizzante,fa bene al cuore ecc ecc provate ... :wink:
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claudio
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Messaggio da claudio »

Davide: se si parte da una resina già pronta come l'ambra o la colofonia indurita di oldwood, si può tranquillamente partire con un quantitativo ridotto di vernice, 25g + 25g va benissimo.
Se invece parti volendo cuocere prima di tutto una resina, consiglierei non meno di un etto di colofonia.
La proporzione cambia in base alle caratteristiche della resina, ad esempio con l'ambra si può anche allungare un poco con l'olio considerando parti volumetriche anzichè ponderali. Però io starei alla proporzione di 1:1 in peso perchè è quella che per me ha fornito risultati più stabili e sicuri.

Se una resina è cotta bene oppure si ha un'ottima ambra pirogenata a disposizione, il solo compito che ci rimane è quella di scaldare i due componenti e di unirli a temperature di poco sopra i 100°C. Lo dico perchè in queste condizioni non c'è bisogno di cuocere anche l'olio, partendo da un buon olio crudo e scaldandolo solo per il tempo e l'intensità prevista per unirlo alla resina, si ottiene comunque una ottima vernice che non avrà problemi a seccare. Si consideri poi che se una colofonia è stata cotta con la calce, questo elemento rimane comunque presente anche dopo che si sarà fatta la vernice e si andrà a combinare con l'olio formando oleato di calcio. Questa non è cosa da poco perchè se è noto che l'olio ha la proprietà di seccare meglio con tutti gli ossidi metallici, non è altrettanto noto a tutti che l'oleato di calcio ne migliora la luminosità. Quindi il cuocere l'olio è cosa che ci si può tranquillamente risparmiare, specialmente se si parte da un buon olio di lino già cotto.

Sarebbe molto importante da un punto di vista dei risultati il poter regolare la produzione delle vernici secondo un moto astrale, ma purtroppo, ammesso che ci sia stata una tradizione del genere, è andata perduta. Però niente toglie che durante la produzione delle vernici si possa tener d'occhio la luna e vedere se ci sono coincidenze. Gli alchimisti non fabbrivano vernici nel vero senso della parola, ma sicuramente molti di loro si sono occupati anche di vernici, basti leggere il De Mayerne, da cui è stata ripresa la vernice rossa all'aloe, per rendersi conto degli innumerevoli impieghi delle vernici. Un'esperienza così vasta non poteva essere certo sconosciuta agli alchimisti, i quali potrebbero essere considerati il battistrada della ricerca dell'epoca.
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GREGSAR
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Messaggio da GREGSAR »

Quoto Claudio riguardo le lunazioni,bisogna provare,ma credo che l'effettiva prova della differenza puo' essere data dal momento della raccolta,e spremitura della materia stessa.
Nel mondo d'oggi vi sono colture alimentate da luce artificiale,serre e altre diavolerie,dubito che la qualita' di una pianta cresciuta artificialmente sia la stessa di una cresciuta in natura,con il sole vero, raccolta e manipolata nel giusto tempo,guardate la qualita' della frutta e verdura che si mangia.
Lo stesso vale per il legno,se si pianta un palo di legno nella terra,ed il legno e' stato tagliato in luna crescente marcisce in fretta,se lo stesso legno viene tagliato in luna calante,non marcisce e non viene attaccato dai tarli,in mio prozio costruiva bastoni da passeggio,da montagna,e altri vari oggetti,anche piatti e posate per mangiare (quasi sempre con legni da frutto o ulivo) e alcuni artefatti da lui lasciati,ricordo che avevano la consistenza della pietra,proprio per le differenti conoscenze che aveva riguardo ai tagli e alle lune,riusciva ad ottenere cio' che voleva dalle essenze.
La luna influisce sempre, nel caso del legno anche con la quantita' d'acqua contenuta nella pianta.
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Messaggio da davidesora »

Claudio : pensavo di utilizzare la colofonia cotta alla calce di cui accennavo nel mio topic "colofonia cotta alla calce" nella sezione Viola.
E' una colofonia di abete rosso, da me raccolta prendendola da trasudamenti naturali degli alberi (rami rotti, sbrecciature di sassi da frana.....) e che ho prima cotto per eliminare gli elementi volatili e per solidificarla.
Poi l'ho cotta con l'idrossido di calcio con il procedimento che spiegavo.
Dovrò solo aggiungerla all'olio e quindi credo che procederò con piccoli quantitativi (25g) anche perchè ne ho poca e mi serve anche per la preparazione che uso attualmente.

Mi sono ormai convinto a utilizzare l'olio crudo anche se nutro qualche riserva sulla possibile eccessiva fluidità finale ma dovrò valutarlo una volta fatta la vernice.

Secondo me sarà sicuramente ottima per la vernice colorata (per far strati molto sottili) ma forse per il primo strato a contatto con la preparazione (o da usare direttamente sul legno al posto della preparazione proteica) potrebbe dare problemi di assorbimento e magari una vernice più densa potrebbe forse funzionare meglio.

Hai mai provato qualcosa di simile?

Ricordo anche che in una lettera antica (purtroppo al momento mi sfugge quale) si parlava di un liutaio che utilizzava due tipi di vernice, magari una interpretazione potrebbe essere quella di cui parlo sopra.

Davide
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claudio
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Messaggio da claudio »

Davide, questo tipo di vernice all'olio è abbastanza semplice da fare ma bisogna partire da ingredienti sicuri e soprattutto "riproducibili". Mi spiego meglio, sulla trementina di abete rosso a tua disposizione credo che pochi o nessuno qui ne abbia esperienza diretta, mentre ne abbiamo a sufficienza con la colofonia che si trova in commercio e già pronta per essere trattata con la calce.
Ciò detto, la vernice di olio e colofonia 1:1 non è mai troppo fluida, anche usando un olio cotto si otterrà una vernice densa come il miele. Basta provare e ti renderai conto che applicarla incolore sul legno già preparato non dà nessun problema di assorbimento.
Forse da questo punto di vista, per chi non ha mai usato una vernice ad olio di questo tipo sarebbe bene comprarne già pronta in modo da familiarizzare con il prodotto e poi tentare di riprodurla in proprio.
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Messaggio da davidesora »

Non credo che la colofonia di abete rosso che ho fatto sia molto diversa da una qualsiasi colofonia commerciale, è come ottenere la colofonia di larice partendo dalla trementina di larice che si può comprare.

Il processo di solidificazione delle trementine (intese come gli essudati grezzi dell'albero, non le essenze) non credo possa determinare variabili imponderabili rispetto a una colofonia "commerciale" perchè è un'operazione che si svolge a basse temperature (da 80° a 140°).

Sicuramente più difficile predire il comportamento della colofonia dopo la cottura alla calce che induce trasformazioni chimico/fisiche più ingenti.

Comunque hai ragione, meglio usare ingradienti più sperimentati per non complicare le cose, quindi penso che proverò a fare due vernici in parallelo, una con la colofonia di abete rosso cotta alla calce e una con la colofonia "commerciale" che possiedo in abbondanza, anche questa cotta ma senza la calce ad una temperatura max di 160° per scurire un po' il colore.

Quello che non mi piace della colofonia "commerciale" è che non se ne conosce nè l'origine nè i trattamenti che ha subito e quasi sempre è un mix di vari tipi di resine con predominanza di resina di pino.

Nelle analisi delle vernici antiche trovano quasi sempre resina di abete o di larice, anche se sono dati comunque discutibili e non certi al 100%, che però hanno un senso perchè legano le fonti di possibile approvigionamento delle resine al territorio di provenienza del legno da liuteria (le regioni di provenienza del legno sono ricchissime di abeti rossi e larici, molto meno di pini e abeti bianchi).


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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: Forse da questo punto di vista, per chi non ha mai usato una vernice ad olio di questo tipo sarebbe bene comprarne già pronta in modo da familiarizzare con il prodotto e poi tentare di riprodurla in proprio.
Non sono contrario all'uso di vernici già pronte e sicuramente quello che dici aiuterebbe a capire diverse cose, ma anche tra le vernici da liuteria in commercio ci sono parecchie differenze e quindi quale scegliere?

E se poi la tolgono dal commercio? Già abbiamo perso la Vernice Cremonese probabilmente per un motivo simile, non vorrei restare a piedi anche io!! :D

Scherzi a parte, credo che la soddisfazione di fare un prodotto personale, nel bene e nel male, sia impagabile!!!
Se poi ci si trova bene con quelle che vendono va a finire che si continua con quelle, risparmiando il tempo di sperimentazioni infinite........

Davide
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