La Viola in Pero di Edo Sartori

Suonare e costruire i violini
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edo
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Messaggio da edo »

davidesora ha scritto:

A ecco, così i conti tornano già meglio........

Solo due chiarimenti :

la nota della cassa (volume d'aria) è con lo strumento montato?
No, a strumento smontato senza anima e senza bottone. Ha un significato anche la nota prodotta a strumento montato?
davidesora ha scritto:I 18g persi con la sguscia (del violino) sono riferiti a tavola e fondo insieme? Se sì sarebbe meglio capire quanti grammi per il fondo e quanti per la tavola, così da poterne ricavare il peso singolarmente.
Vero, dovrò ricordarmene la prossima volta.
davidesora ha scritto:Riguardo alle accordature mi sembra che la distanza tra tavola e fondo (un tono e mezzo, preferisco mezzo o al massimo un tono) sia un po' alta, con la tavola un po' troppo rigida per i miei gusti (re#, preferisco re o do#).
Se non ricordo male la tavola dovrebbe dare un tono (o mezzo tono?) sotto a quello del fondo ma io non ho mai seguito questa regola, forse sbaglio e forse se l'avessi seguita i miei strumenti suonerebbero meglio, mah?
davidesora ha scritto:Tuttavia con le viole tutto è concesso (nei limiti della funzionalità ed equilibrio sonoro) vista la possibile varietà timbrica delle stesse ed è comunque sempre difficile (leggi impossibile) trarre conclusioni solo in base alle accordature delle tavole.

Però le ritengo un dato interessante su cui meditare. :hum:


Davide
Aspetta un po' a meditare sui miei dati, non l'ho ancora sentita suonare, quando la sentirò, e se posso ve la farò sentire, mediteremo insieme se ne varrà la pena.

ciao

edo
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Messaggio da edo »

claudio ha scritto:Con i dati e le misure fornitici da Edo, questa viola non dovrebbe suonare bene. Edo come suona la viola?
Non lo so, le mie impressioni le ho già riportate in risposta a "sullacorda" appena posso la farò suonare a qualcuno e allora saprò essere più preciso.

ciao

edo
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ricordo una viola di Morano che ebbi anni fa, aveva grossi spessori ma il suo timbro era eccellente veramente.
andante con fuoco
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Messaggio da davidesora »

edo ha scritto:
No, a strumento smontato senza anima e senza bottone. Ha un significato anche la nota prodotta a strumento montato?

Aspetta un po' a meditare sui miei dati, non l'ho ancora sentita suonare, quando la sentirò, e se posso ve la farò sentire, mediteremo insieme se ne varrà la pena.

ciao

edo
La nota della cassa che conta è quella a strumento montato, solitamente più alta di circa un tono rispetto a quella della cassa senz'anima e corde, che è un dato utile al liutaio a livello statistico ma non ha valore acusticamente parlando.
Quando suoni e il volume d'aria entra in vibrazione lo strumento è sicuramente montato!!!

Varrà sicuramente la pena di meditare anche nel caso la viola suonasse male, cosa che non credo e non ho mai detto, se non altro per imparare cosa evitare di fare!!!
:D
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claudio
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Messaggio da claudio »

Come sanno le persone che frequentano questo sito da un certo numero di anni, non sono un seguace dei "modi", ma sto piuttosto attento alla produzione delle note delle tavole e della cassa prima e dopo la sguscia. Questo non permette una previsione assoluta dei risultati finali, ma offre comunque indizi importanti sulla timbrica dello strumento. Si può capire se il timbro dello strumento sarà ampio o "stretto", quindi penetrante o avvolgente, con un suono plasmabile o in qualche misura rigido o nervoso. Insomma, si capiscono tante cose con un colpetto della nocca su un pezzo di legno :)

ps
ho abbastanza fiducia nella viola di Edo, in passato ho provato alcuni suoi strumenti e li ho sempre trovati animati da una certa "luce" a mio avviso tipicamente italiana.
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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: ma sto piuttosto attento alla produzione delle note delle tavole e della cassa prima e dopo la sguscia.
Per curiosità, cambia di molto la nota della cassa prima e dopo la sguscia?

Sicuramente cambia la qualità della nota prodotta, di questo me ne accorgo anche io che ritocco la sguscia a cassa chiusa solo con le rasiere, ma mi piacerebbe sapere se cambia anche l'altezza (frequenza) visto che con il sistema a cassa chiusa facendo la sguscia si toglie parecchio legno in più e magari si può apprezzare meglio la differenza.

Davide
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Messaggio da edo »

Nell'ultimo violino che ho fatto prima delle sguscia dava un do4 calante e dopo la sguscia un si3 crescente quindi un semitono scarso, ma forse devo lavorarci ancora un po'.
Nella viola non ho tenuto conto della variazione purtroppo.

ciao

edo
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Messaggio da claudio »

davidesora ha scritto:
claudio ha scritto: ma sto piuttosto attento alla produzione delle note delle tavole e della cassa prima e dopo la sguscia.
Per curiosità, cambia di molto la nota della cassa prima e dopo la sguscia?

Sicuramente cambia la qualità della nota prodotta, di questo me ne accorgo anche io che ritocco la sguscia a cassa chiusa solo con le rasiere, ma mi piacerebbe sapere se cambia anche l'altezza (frequenza) visto che con il sistema a cassa chiusa facendo la sguscia si toglie parecchio legno in più e magari si può apprezzare meglio la differenza.

Davide
Io sto attento alla nota delle tavole (in fase di aggiustamento spessori), prima della chiusura della cassa, faccio comunque in modo che la nota della tavola armonica sia sempre leggermente più bassa del fondo. Per quanto riguarda la nota della cassa prima e dopo sguscia, credo che le variazioni debbano in questo caso essere avvertite più con le mani, piuttosto che con le orecchie, l'entità delle variazioni è quella indicata da Edo (mezzo tono). Il tutto è però difficilmente quantificabile in quanto non mi sembra possibile indicare parametri fissi di riferimento, ci sono troppe variabili in gioco. Però le mani, come credo abbia potuto notare anche tu, captino molto bene la capacità della cassa armonica sgusciata di essere più sensibile alle vibrazioni. Con il tempo ho comunque imparato a dare un valore meno fiscale alle note delle tavole e alla regolarità degli spessori e mi trovo benone, ogni tanto per scrupolo faccio controlli più accurati per capire se ho una tendenza calante o crescente.
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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: faccio comunque in modo che la nota della tavola armonica sia sempre leggermente più bassa del fondo.
Grazie a Claudio e Edo per le informazioni.

La nota della tavola a cui ti riferisci è intesa con la catena o senza?
Io di solito do per scontato che il riferimento è alla tavola con catena, ma non è poi così scontato e fa una bella differenza, quindi preferisco chiedere conferma.

Davide
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Messaggio da claudio »

Io sto attento innanzitutto alla tavola senza catena, gli spessori e il loro andamento sono determinanti per il tipo di timbro da ottenere. La catena, determinando un brusco innalzamento della nota complessiva della tavola, non permette una percezione sempre chiara della nota. Ma è comunque sempre possibile valutare se l'insieme tavola-catena risuonino più basso rispetto al fondo.

Bisogna anche considerare che una volta scelto il tipo di catena da abbinare al proprio suono e modo di costruire, essa è una delle poche parti del violino su cui si possa ragionare in termini di riferimento assoluti. Se si prendono le indicazioni di Weisshaar e di Sacconi in proposito, e soprattutto le si sperimenta in modo approfondito, ci si accorge quasi subito che a parità di spessori e lunghezza, il variare dell'altezza e dell'inclinazione verticale ed orizzontale influenzano profondamente la natura del suono dello strumento.

Quindi se riesco ad ottenere una tavola armonica di buon abete che vibri bene, in modo ampio e ricca di armonici, l'applicazione successiva di una catena secondo un certo standard è un'operazione che va a chiudere un buon progetto iniziale, giacchè non mi risulta fino ad oggi che una buona catena sia in grado di riparare ai danni di una cassa armonica concepita male.

E' facendo mente locale sul comportamento della tavola "vuota" (senza catena), che poi ci si renderà conto di come si comporta la cassa una volta che si affronterà la sguscia e di quanto approfondirla ed estenderla.
Ogni liutaio sviluppa un suo gusto e una sua sensibilità e può quindi avere diversi riferimenti, ma credo che le linee essenziali si somiglino molto.
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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto:Io sto attento innanzitutto alla tavola senza catena, gli spessori e il loro andamento sono determinanti per il tipo di timbro da ottenere. La catena, determinando un brusco innalzamento della nota complessiva della tavola, non permette una percezione sempre chiara della nota. Ma è comunque sempre possibile valutare se l'insieme tavola-catena risuonino più basso rispetto al fondo.

Bisogna anche considerare che una volta scelto il tipo di catena da abbinare al proprio suono e modo di costruire, essa è una delle poche parti del violino su cui si possa ragionare in termini di riferimento assoluti. Se si prendono le indicazioni di Weisshaar e di Sacconi in proposito, e soprattutto le si sperimenta in modo approfondito, ci si accorge quasi subito che a parità di spessori e lunghezza, il variare dell'altezza e dell'inclinazione verticale ed orizzontale influenzano profondamente la natura del suono dello strumento.

Quindi se riesco ad ottenere una tavola armonica di buon abete che vibri bene, in modo ampio e ricca di armonici, l'applicazione successiva di una catena secondo un certo standard è un'operazione che va a chiudere un buon progetto iniziale, giacchè non mi risulta fino ad oggi che una buona catena sia in grado di riparare ai danni di una cassa armonica concepita male.

E' facendo mente locale sul comportamento della tavola "vuota" (senza catena), che poi ci si renderà conto di come si comporta la cassa una volta che si affronterà la sguscia e di quanto approfondirla ed estenderla.
Ogni liutaio sviluppa un suo gusto e una sua sensibilità e può quindi avere diversi riferimenti, ma credo che le linee essenziali si somiglino molto.
Anche io imposto la flessibilità della tavola (e di conseguenza la sua accordatura) quando finisco gli spessori prima di mettere la catena, e dopo averla incollata faccio a volte solo qualche intervento minore sugli stessi, proprio perchè credo sia importante costruire una buona struttura di base che poi la catena andrà a rinforzare ulteriormente.

Però solo dopo aver incollato la catena la tavola assumerà le sue caratteristiche definitive dal punto di vista acustico, con variazioni anche significative e non sempre prevedibili della nota di partenza.

La cosa migliore sarebbe conoscere i dati con e senza catena per avere un quadro più completo della situazione, e credo sia importante sapere bene di quale dei due dati si sta parlando per evitare a qualche neofita errori grossolani con spessori e catene :D

Quindi se ho capito bene la tua tavola con catena produce una nota più bassa del fondo : ma è la tavola che è più bassa o il fondo più alto?


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claudio
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Messaggio da claudio »

I neofiti devono imparare a sbagliare come noi. :wink:
Non capisco l'ultima parte della tua domanda, comq confermo che la tavola con catena per me è più bassa del fondo, intorno al tono o mezzo tono, dipende dai materiali e dalla fortuna.
andante con fuoco
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Complimenti!
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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto:I neofiti devono imparare a sbagliare come noi. :wink:
Non capisco l'ultima parte della tua domanda, comq confermo che la tavola con catena per me è più bassa del fondo, intorno al tono o mezzo tono, dipende dai materiali e dalla fortuna.
Chiedevo se era la tavola più bassa o il fondo più alto per sottolineare l'utilità di fare riferimento alle note prodotte (accordature) per capire, almeno intuitivamente, la rigidità delle tavole.

Infatti si potrebbe mantenere lo stesso "rapporto" che tu prediligi con la tavola in Mi e il fondo in Fa oppure con la tavola in Fa# e il fondo in Sol, ma il risultato finale sarebbe diverso.

Parlare di tavole accordate in Fa#, in Mi, in Sol ecc. mi permette di ipotizzare meglio sulla rigidità finale dello strumento e quindi la ritengo una cosa utile.

Davide
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Messaggio da talus »

Talvolta nei migliori Stradivari e Gurneri la tavola di acero ha un tono piu' alto di quella di abete.
Le cronache riportano che sia un'assicella di acero di uno stradivari del 1717 ed un altra pure
di uno Stradivari del 1708 hanno dato un la diesis .
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