Israele Patria della Liuteria Italiana (?)

Suonare e costruire i violini
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talus
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ISRAELE patria della della Liuteria Italiana

Mose' del fu' salomone ebreo abitante a Martinengo (oggi provincia di Bergamo) ebbe un figlio Leonardo Giovanni da Martinengo nel 1471
E che nel 1509 si trasferi' a Cremona aprendovi una bottega pataria nel borgo di Porta Pertusio.
Leonardo Giovanni divenne cosi' maestro dei fratelli Andrea e Giovanni Antonio Amati, rispettivamente primo e secondo figlio di Gottardo, alla cui
capostipia si deve la formazione dello Stradivari.
La notizia trova conferma nell'atto notarile di un censimento avvenuto nel 1526 nel quale si legge che il padre Gottardo Amati , detto "magister Legnamaro " , affido' proprio all'ebreo martinenghese Giovanni Leonardo
i suoi due figli, come " famigli" fino all'eta' di 25 anni. Alla dodicesima riga dell'atto notarile una parola mai scritta prima d'ora segnera' il corso della storia liutaria: essa era LIUTER .
Il liutaio ebreo fu costruttore di liuti, nell'epoca piu' favorevole a questo strumento e nella sua arte e' nascosta la prima fiamma della liuteria Cremonese.
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davidesora
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talus ha scritto:ISRAELE patria della della Liuteria Italiana

Mose' del fu' salomone ebreo abitante a Martinengo (oggi provincia di Bergamo) ebbe un figlio Leonardo Giovanni da Martinengo nel 1471
E che nel 1509 si trasferi' a Cremona aprendovi una bottega pataria nel borgo di Porta Pertusio.
Leonardo Giovanni divenne cosi' maestro dei fratelli Andrea e Giovanni Antonio Amati, rispettivamente primo e secondo figlio di Gottardo, alla cui
capostipia si deve la formazione dello Stradivari.
La notizia trova conferma nell'atto notarile di un censimento avvenuto nel 1526 nel quale si legge che il padre Gottardo Amati , detto "magister Legnamaro " , affido' proprio all'ebreo martinenghese Giovanni Leonardo
i suoi due figli, come " famigli" fino all'eta' di 25 anni. Alla dodicesima riga dell'atto notarile una parola mai scritta prima d'ora segnera' il corso della storia liutaria: essa era LIUTER .
Il liutaio ebreo fu costruttore di liuti, nell'epoca piu' favorevole a questo strumento e nella sua arte e' nascosta la prima fiamma della liuteria Cremonese.

Mi hanno sempre affascinato i "tuffi" nel passato attraverso la riscoperta di documenti d'archivio, dove hai scovato queste informazioni?

Davide
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claudio
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Messaggio da claudio »

Credo si tratti di una ricerca fatta da Cacciatori esposta in una conferenza lo scorso anno. Tuttavia credo che accostare la liuteria alla cultura ebraica sia una forzatura, in quanto negli stessi periodi (1400-1500), iniziava a svilupparsi una sorta di artigianato liutario, si pensi ai liuti costruiti nell'area fiorentina solo per fare un esempio. Mi sembra di ricordare che Cacciatori facesse un discorso legato alla importazione di metodi e conoscenze varie dovuti alla circolazione degli ebrei nel periodo della diaspora, ma fare collegamenti appare piuttosto difficile se non azzardato per due motivi principali: l'origine degli strumenti ad arco si inserisce in un orizzonte culturale molto ampio che vedono coinvolte popolazioni africane e medio orientali. E poi bisogna considerare che gli ebrei pur costituendo società "chiuse" a motivo della loro emarginazione da parte degli stati ospitanti e della loro religione che li portava a non "mescolarsi" con altre culture e religioni. Ciononostante la musica Klezmer che oggi appare come una tipica espressione ebraica, è animata profondamente dagli influssi delle nazioni che gli ebrei hanno abitato, infatti in essa si possono facilmente scorgere influssi mitteleuropei, arabi, spagnoli, ecc ecc. Cioè a dire che se gli ebrei hanno per così dire usato ritmi estranei alla loro cultura di origine, questo è senz'altro accaduto anche per ciò che riguarda l'uso degli strumenti. Ovviamente non si può escludere che ci siano stati liutai e fabbricanti di corde di origine ebraica, ma questa non è da considerarsi, a mio parere, una prerogativa di questa bellissima cultura.
Ultima modifica di claudio il mercoledì 6 giugno 2012, 23:57, modificato 1 volta in totale.
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talus
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PER DAVIDESORA e CLAUDIO

Le informazioni riguardanti Leonardo Giovanni sono contenuti negli atti legali del notaio Pietro Allia ( archivio di stato di Cremona, Archivio del Comune , Fragmentorum, anni 1522-1527 n. 21, c5)
Molto piu' recentemente presso la Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo in un faldone dell'archivio Martinengo vi sono sei facciate riferire ad un rogito del 1 Marzo del 1498, nel cui incipit si legge: Moise' del fu Salomone ebreo abitante in martinengo ecc ecc.

Sicuramente il padre Mose' del fu Salomone chiamo' il figlio Leonardo Giovanni ( nome non Ebreo ) per evitargli problemi e col trasferirlo a Cremona intendeva spianargli una nuova vita .
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talus
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Scusate ho dimenticato non si tratta di una ricerca fatta da Cacciatori che non conosco.
Ma da informazioni in mio possesso .
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claudio
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talus ha scritto:Scusate ho dimenticato non si tratta di una ricerca fatta da Cacciatori che non conosco.
Ma da informazioni in mio possesso .
Mi sembra che la sostanza di quanto detto nel mio precedente messaggio non cambi.
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talus ha scritto:Scusate ho dimenticato non si tratta di una ricerca fatta da Cacciatori che non conosco.
Ma da informazioni in mio possesso .
A quando la pubblicazione?
Ci sarebbe materiale sufficiente magari per un articolo su qualche rivista.
L'origine della parola liutaio non penso sia mai stata documentata (tra l'altro "liuter" sembra dialetto cremonese, che verrebbe pronunciato "el liuteer" vista la tendenza a stirare le vocali finali degli autoctoni) e potrebbe essere uno spunto interessante per parlare di origini della liuteria.

Davide
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davidesora ha scritto: L'origine della parola liutaio non penso sia mai stata documentata (tra l'altro "liuter" sembra dialetto cremonese, che verrebbe pronunciato "el liuteer" vista la tendenza a stirare le vocali finali degli autoctoni) e potrebbe essere uno spunto interessante per parlare di origini della liuteria.

Davide
Bisogna aggiungere "cremonese" alla parola liuteria nel caso di cui stiamo parlando, non si può dire che ciò che sia avvenuto a Cremona riguardi tutta l'Italia, Cremona non è la sola realtà liutaria italiana anche se ne rappresenta una parte molto corposa e di pregio. Si pensi ad esempio a Venezia, Napoli, Firenze. Il mondo degli archivi storici italiani a riguardo è ancora del tutto inesplorato, tanto per fare un esempio un mio amico che ha lavorato presso l'archivio pisano mi ha riferito del termine "violinaro" presente in inventari molto antichi, si parla del 1500 e 1600. Oppure di produttori di corde in budello presenti nel capitanato di Livorno, ed anche qui si parla di documenti del 1600.
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claudio ha scritto:
davidesora ha scritto: L'origine della parola liutaio non penso sia mai stata documentata (tra l'altro "liuter" sembra dialetto cremonese, che verrebbe pronunciato "el liuteer" vista la tendenza a stirare le vocali finali degli autoctoni) e potrebbe essere uno spunto interessante per parlare di origini della liuteria.

Davide
Bisogna aggiungere "cremonese" alla parola liuteria nel caso di cui stiamo parlando, non si può dire che ciò che sia avvenuto a Cremona riguardi tutta l'Italia, Cremona non è la sola realtà liutaria italiana anche se ne rappresenta una parte molto corposa e di pregio. Si pensi ad esempio a Venezia, Napoli, Firenze. Il mondo degli archivi storici italiani a riguardo è ancora del tutto inesplorato, tanto per fare un esempio un mio amico che ha lavorato presso l'archivio pisano mi ha riferito del termine "violinaro" presente in inventari molto antichi, si parla del 1500 e 1600. Oppure di produttori di corde in budello presenti nel capitanato di Livorno, ed anche qui si parla di documenti del 1600.
Hai perfettamente ragione, parlare di origini della liuteria non é legato necessariamente a Cremona, ma qui però un articolo su una rivista non basta più, ci sarebbe materiale per un libro corposo.

E tanto lavoro di ricerca d'archivio..........


Davide
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Sicuramente, Davide, credo che non basti la vita di un uomo per cogliere tutte le potenzialità dei nostri archivi. Il problema è che il liutaio spesso non è un filologo, inoltre la realtà dei nostri archivi è spesso frammentata e poco accessibile. Ad esempio quando fui contattato da un paio di "topi di biblioteca" livornesi dicendo che avevano trovato una specie di antico manuale di produzione di corde di budello nell'archivio livornese (o pisano? non ricordo bene), alla mia richiesta di saperne di più, loro mi presentarono un preventivo. Alla faccia dell'interesse per la ricerca! :lol:
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Claudio hai perfettamente ragione agli Italiani gli archivi di stato non interessano a nessuno , ma ti posso assicurare che gli israeliani da decenni attraverso degli studenti volontari hanno studiato, controllato e catalogato tutti i documenti relativi a qualche collegamento ebraico in esso contenuto in Italia,per poi riversarli con tutti gli altri documenti europei suddividendoli in argomenti.Ed esiste oggi un dossier Israeliano che piu' o meno tradotto dall'ebraico titola " Il segreto di Stradivari esiste
ma lui non poteva conoscerlo "
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Tutti i documenti? e di quali archivi? tutti quelli esistenti in Italia? Permettimi un certo scetticismo.
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Magari tutti e' un po' esagerato ma tutti gli archivi dei principali comuni Italiani con forte presenza ebraica e i principali archivi di stato sono stati spazzolati. Io stesso negli anni 77 78 79 ho lavorato a questa catalogazione prima nell'archivio di Stato di Bergamo e poi nel comune di Soncino ( CR ) dove e' stata stampata la prima Bibbia in ebraico a caratteri mobili.
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Comunità ebraiche numerose ed importanti erano anche a Pisa e Livorno, sono ancora presenti anche se fortemente ridimensionate rispetto ad un tempo. Per non parlare di quella di Roma, importantissima dalla notte dei tempi, credo che sia la più antica in Italia. Se hai dettagli da darci te ne sarei davvero grato, per quel che possa servire sono a tua disposizione.
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La comunita' di ebrei di Roma e' la piu' antica del mondo perche' la diaspora e' cominciata dal 70 , cioe' dalla distruzione del secondo tempio.E quando nel 70 Tito deporto' 5000 ebrei difensori della Palestina e li trasferi' a Roma, questi ridotti in schiavitu' furono riscattati da una comunita' ebraica gia' esistente ed abbastanza ricca per riuscire ad affrancare tutti questi schiavi.
Gli ebrei venuti dalla Palestina a Roma hanno portato il loro rito ebraico originario, quello ancor oggi chiamato rito dei figli di Roma.
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