Grazie

Suonare e costruire i violini
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

MI chiedo come si possa scegliere il la tavola di abete migliore quando si compra. Per esempio come si riconosce la pasta del legno della crescita estiva.
Certe volte ho visto del legno a venatura larga molto brillante e compatto. Cosa posso fare per "prepararmi" alla visita da Ciresa per imparare a scegliere una buona tavola per il violoncello?

XClaudio: seguo i tuoi articoli da molto tempo e anche le discussioni su google, mi fa piacere che tu abbia creato questo sito.
Sono un violoncellista romano che vive in Germania, mi dedico dalla mia infanzia alla liuteria ma ho costruito fin'ora solo un violino, una viola è a metá.
Cosa ne pensi della preparazione e vernice di Koen Padding? ho comprato tutto il suo caro "sistema".
Ciao
Alfredo
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claudio
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Messaggio da claudio »

Alfredo, non è semplice quello che chiedi perchè lo scegliere il legno è cosa che richiede parecchia esperienza, aggiungi anche che quasi sempre le scelte hanno carattere soggettivo che varia da liutaio a liutaio. In genere io preferisco l'abete con venatura stretta (circa 1mm o anche meno), con tendenza ad allargare man mano che ci si allontana dal centro dello strumento. Per il violoncello è praticamente giocoforza trovare una tavola con simili caratteristiche. La crescita estiva, non so se ho capito bene la tua domanda, è la parte chiara dell'abete, ossia quella parte di legno molto tenera e porosa, che si alterna alla venatura scura e sottile, di elevata durezza (crescita invernale o autunnale). Quando vediamo un legno con la crescita invernale molto spessa e in evidenza, si parla di "legno forte", che in genere io evito perchè troppo denso. Al contrario, come si vede talvolta nell'abete tedesco, esistono tavole molto leggere in cui la crescita invernale è sottilissima, la cui consistenza appare quasi "spugnosa". Quest'ultimo lo preferisco al legno di venatura forte o "rossa", perchè molto meno denso, anche se meccanicamente meno tenace. Inoltre la
crescita primaverile dovrebbe avere un aspetto "setoso" e non "stopposo", purtroppo questo lo si può apprezzare, spesso, solo se si è muniti di una pialletta con cui fare i saggi.
In sintesi: abbi cura di scegliere un legno leggero, di venatura regolare e ben stagionato. Io ho usato anche legni "pesanti" e a venatura larga e devo dire che se la struttura sonora dello strumento è ben pensata, la consistenza del legno è l'ultima cosa a cui pensare. Un numero cospicuo di strumenti antichi fu fatto con legno poco pregiato e persino con la presenza di nodi, è un fatto da tener presente, questo, sempre che si voglia escludere la presenza di sostanze o vernici miracolose che agiscano come "tone booster". Questo aspetto dovremo affrontarlo prima o poi, anche qui.
La vernice di Padding è la famosa "imprimitura dorata"?
se è questa, io direi di stare tranquilli, sia che la si voglia o non la si voglia usare, io appartengo alla schiera dei liutai che pensano che per far suonare uno strumento ad arco, è necessario innanzitutto avere un preciso concetto delle forma dello strumento e relative bombature, spessori e altezza delle fasce.
Cmq io non ho mai usato il sistema di Padding, facci sapere come ti ci trovi e già che ci sei, se ne hai voglia, descrivici come procedi.
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Alfredo
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Imprimatura Dorata

Messaggio da Alfredo »

L'imprimatura d'orata di Koen Padding è fatta da due componenti: Primer e Sealer. Il Primer è un liquido giallo o giallo scuro (esistono due varianti) quasi come zafferano sciolto in acqua, si applica 2/3 volte su tutto lo strumento (una volta in meno sull'abete rispetto alle parti in acero) aspettando 15 minuti tra ogni applicazione. Dopo si mette il Sealer che è invece una resina con olio, odora tipo lucido da scarpe :D completamente trasparente che sigilla il legno senza penetrare troppo. Il sealer si passa 2 volte aspettando 2 ore tra una passata e l'altra, quindi si mette lo strumento al sole per una settimana.

Per quanto riguarda la vernice Padding vende una "Vernice liquida comune" (incolore) e una Doratura Rosso (di colore arancione).

Si mette della pietra pomice e un po di Vernice liquida e si applica allo stumento tipo turapori, dopo due mani si applica la Doratura Rosso che è piú morbida della Vernice liquida. Ho visto che ora esistono anche una vernice marrone e una Giallo oro ma non le conosco.
Il risultato è molto buono.
Padding vende anche una polvere rossa per colorare, credo sia Robbia.
Comunque i prezzi sono piuttosto alti.
Ciao
Alfredo

P.S. come si puó fare a trattare il legno con olio di lino senza che si rovini il legno?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Rispondendo alla tua ultima domanda: i liutai di Mittenwal usavano (forse usano ancora), trattare gli strumenti finiti con olio di lino, dopodiche lasciavano asciugare e procedevano alla verniciatura. L'olio di lino di per sè non rovina il legno, però anche una volta secco l'olio mantiene una certa gommosità e siccome penetra molto profondamente nel legno, il suono ne esce profondamente modificato. Dato che questa pratica è molto antica e che i violini tedeschi antichi non certo da buttare via, credo che tutto sta ad abbinare i processi al proprio modo di concepire il suono. L'olio di lino non rovina il legno ma lo preserva e quando si tratta con esso un pezzo di legno, bisogna usarlo in piccole quantità, evitando di usare il metodo ad immersione :lol:
Tuttavia ignoro se i liutai tedeschi usassero trattare con olio anche la tavola armonica.
In quanto alla Vernice Liquida Comune, ne sono riportate ricette in molte versioni nei vari trattati di pittura lasciatici in eredità dai pittori del 400 e del 500. Tra questi: Cennino Cennini e Theodore Turquet De Mayerne. Io ho provato molte volte a farla e ad applicarla agli strumenti, funziona. Alla luce UV i risultati sono simili alle vernici antiche.
Ho conosciuto un liutaio canadese durante l'ultima VSA Competition a Portland (Oregon), il violino era stato trattato con "imprimitura dorata", il risultato era ottimo, ma lontano dai fasti delle antiche vernici.
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Alfredo
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Fondo

Messaggio da Alfredo »

Quello che mi chiedo spesso è come mai la maggior parte dei fondi degli strumenti del periodo "d'oro" non sono scuriti nelle parti che vengono in continuo contatto con gli strumentisti. Cosa che accade molto spesso per altri strumenti di epoca successiva. (Posseggo un Giuseppe Rocca del 1840 e la preparazione del legno non è cosí resistente). Ho un'amico che suona un violino Pietro Guarnieri che ha un fondo tra i piú belli che abbia mai visto, lui suona da anni senza spalliera eppure il legno anche se consumato, non si è scurito. ??????
Spero di non "intasare" il Forum con queste mie domande.
Alfredo
claudio ha scritto:Rispondendo alla tua ultima domanda: i liutai di Mittenwal usavano (forse usano ancora), trattare gli strumenti finiti con olio di lino, dopodiche lasciavano asciugare e procedevano alla verniciatura. L'olio di lino di per sè non rovina il legno, però anche una volta secco l'olio mantiene una certa gommosità e siccome penetra molto profondamente nel legno, il suono ne esce profondamente modificato. Dato che questa pratica è molto antica e che i violini tedeschi antichi non certo da buttare via, credo che tutto sta ad abbinare i processi al proprio modo di concepire il suono. L'olio di lino non rovina il legno ma lo preserva e quando si tratta con esso un pezzo di legno, bisogna usarlo in piccole quantità, evitando di usare il metodo ad immersione :lol:
Tuttavia ignoro se i liutai tedeschi usassero trattare con olio anche la tavola armonica.
In quanto alla Vernice Liquida Comune, ne sono riportate ricette in molte versioni nei vari trattati di pittura lasciatici in eredità dai pittori del 400 e del 500. Tra questi: Cennino Cennini e Theodore Turquet De Mayerne. Io ho provato molte volte a farla e ad applicarla agli strumenti, funziona. Alla luce UV i risultati sono simili alle vernici antiche.
Ho conosciuto un liutaio canadese durante l'ultima VSA Competition a Portland (Oregon), il violino era stato trattato con "imprimitura dorata", il risultato era ottimo, ma lontano dai fasti delle antiche vernici.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Su quel che dici bisogna fare molta attenzione allo stato degli strumenti. Intendo dire che molto spesso gli strumenti molto importanti sono sempre ben curati e restaurati. I restauratori, in genere, non lasciano mai che una parte dello strumento non coperta dalla vernice, che sia saltata via o che sia stata consumata, rimanga tale. Anni fa, quando fu pubblicato un libro sugli Stradivari russi, certamente molto meno curati dei loro simili occidentali, si stentava a credere che la stessa grande mano di Stradivari avesse potuto fare quegli strumenti, che apparivano pieni di crepe, scuri (anche nelle parti consunte), e complessivamente molto poco curati.
Ciò detto, il discorso andrebbe a finire sul delicato argomento della preparazione del legno. Ancora oggi poco si sa sulla preparazione del legno sugli strumenti classici italiani del '700, mentre i liutai del secolo successivo usavano prevalentemente preparazioni a base di colla animale o resine, per non parlare di sostanze chimiche impregnanti quali il bicromato di potassio (sostanza fortemente ossidante), carbonati di sodio o potassio, ecc .
Inoltre ho osservato strumenti del '900 che le cui parti consunte erano chiare e strumenti del '600 con le parti consunte scure. Non bisogna nemmeno dimenticare che il legno lasciato scoperto per lungo tempo (senza strati protettivi), prosegue la sua naturale ossidazione e quindi scurimento. E poi ancora: di quali parti parliamo, dell'acero e/o dell'abete?
Insomma, il discorso è molto ampio e credo che vada affrontato caso per caso. L'unica cosa certa è che negli Stradivari che ho potuto osservare durante la mia vita, sotto la vernice è spesso presente uno strato opaco di colore giallo bruno, caratteristica presente non su tutti gli strumenti classici, ma su quelli di Pietro Guarneri sì. E questo non è dovuto al sottile strato di gommalacca apposto dal restauratore per proteggere il legno "nudo".
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Preparazione

Messaggio da Alfredo »

Ti ringrazio, l'esempio dei russi è molto interessante.
Forse non bisogna preoccuparsi di fare un carro armato ma un violino :lol:
Ho fatto prove con decine di vernici diverse: comprate, fatte da me, sciolte, cotte, ho fatto la robbia con l'allume di rocca... ma sono ancora indeciso su come verniciare! Per questo ho comprato il "sistema" di Padding, per poter dare la colpa a un' altro :twisted: e per seguire un sistema senza pensare troppo.

Volevo inserire una foto del mio lavoro sulla viola nella Galleria foto ma non sono riuscito ad inserirla dove dice:Viole.
Solo creando un'album ho visto che è stata pubblicata.

Conosci la vernice di Hammerl all'olio eterico? ho verniciato il mio primo violino cosí e dopo due anni è ancora elastica brillante e... asciutta!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Non conosco la vernice di Hammerl, nè ho mai usato l'olio eterico. Ma penso che non l'abbiano usato nemmeno gli antichi. Cmq, vorrei ben sperare che un pò tutte le vernici siano ben secche dopo due anni e che abbiano conservato elasticità e brillantezza.
Ho visto il tuo lavoro sul fondo per viola: bel legno, mi pare che sia legno tagliato di scorza, giusto? Come ti regoli con le curvature? usi le dime o vai ad occhio?.
http://claudiorampini.com/php/modules.p ... at=0&pos=0

Attendiamo il seguito del lavoro :)
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Viola

Messaggio da Alfredo »

È un taglio tangenziale, sono andato in macchina fino a Mittenwald nel magazzino della Gewa e scelto questo fondo di viola con manico e uno per violino anche con manico molto bello.
Per la bombatura vado a occhio anzi a quattr'occhi, visto che costruisco nel laboratorio di un mio amico liutaio, che tra un ponticello e un'incollata da un'occhiata a quello che combino. Per ora sono nei limiti di sicurezza ma lentamente devo rallentare la foga con le sgorbie e passare ad attrezzi piú delicati :wink:
Comunque è una meraviglia!
Ho trovato dei bei legni da Traditional Tonewoods a Mariazell (http://www.mariazell.at)
Ciao
Alfredo
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Messaggio da claudio »

ti consiglio caldamente l'uso delle quinte, aiutano parecchio a fare l'occhio.
Per gli amici che sono meno pratici delle cose di liuteria: il fondo della viola di Alfredo è stato tagliato tangenzialmente al tronco, si dice anche di "scorza", a differenza del taglio "radiale" che, come suggerisce il nome, è uno spicchio del tronco medesimo.
Bel legno davvero, ma anch'io avrei qualcosa qui in laboratorio che ti piacerebbe. 8O
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Visita

Messaggio da Alfredo »

claudio ha scritto:ti consiglio caldamente l'uso delle quinte, aiutano parecchio a fare l'occhio.
Per gli amici che sono meno pratici delle cose di liuteria: il fondo della viola di Alfredo è stato tagliato tangenzialmente al tronco, si dice anche di "scorza", a differenza del taglio "radiale" che, come suggerisce il nome, è uno spicchio del tronco medesimo.
Bel legno davvero, ma anch'io avrei qualcosa qui in laboratorio che ti piacerebbe. 8O
Magari una volta potrei passare a dare un'occhiata, se non disturbo.
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Messaggio da claudio »

se mi rimane un pò di tempo, farò qualche foto e la posterò qui sopra. Cmq il tuo fondo è molto bello e sono d'accordo con te nell'aver usato un fondo di simile taglio per una viola, il suono potrebbe essere molto caldo ed avvolgente.
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Messaggio da Alfredo »

In questa foto il legno si vede meglio:
https://www.claudiorampini.com/php/modul ... fullsize=1

So che come dilettante dovrei accontentarmi ed usare un legno meno bello, ma la mia passione non è solo costruire ma anche cercare il legno più bello, la vernice più bella. Non posso farci niente, se un legno non mi piace non ho voglia di costruirci niente!
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