FINALMENTE ARRIVA IL MESSIA

Suonare e costruire i violini
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claudio
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Caro Davide, mi sa che dovremo fare insieme un bel volo all'Ashmolean Museum l'anno prossimo, così potremo vedere tutti i violini che vogliamo e fotografarli a nostro piacimento senza che nessuno venga a porci assurdi divieti.

E cmq dal punto di vista fotografico a Roma si respira un'aria diversa. Una volta di più ripeto come la fotografia sia essenziale per il nostro lavoro, nessun libro potrà mai mostrarci quei particolari che solo noi vogliamo e sappiamo vedere.
andante con fuoco
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claudio
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Giusto per rimanere in tema una foto del Messia che ho scattato nel 1988, stesso contesto del Cipriani-Potter, presso l'Ashmolean Museum. Al tempo le digitali non esistevano e ho scattato in condizioni ambientali non favorevoli con una pellicola Kodak a 1000 iso, che ha comportato un certo aumento della grana e quindi perdita nel particolare. Anche la trasparenza della vernice non è resa molto bene, ma l'ambiente era illuminato in modo inappropriato e le vernici apparivano "spente". Tuttavia si può notare come sulla superficie vi sia rimasta qualche impurità, tipica delle vernici ad olio, con effetti del tutto simili e ripetibili senza difficoltà nella verniciatura dei miei violini!
https://1drv.ms/i/s!Av4Nz74SS_Ak0xuVBtAXcm4cf26i
andante con fuoco
Arca
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Certo che il problema dei falsi pare che sia molto diffuso!
anche in fiera ho avuto modo di vedere delle copie che non a mio modo di vedere, sono troppo inesperto, ma a modo di vedere di esperti sono praticamente perfette e curate in ogni dettaglio, dalla sguscia che porta il carattere dell'autore fino ad arrivare all'etichetta stampata su carta ricavata da vecchi libri dell'epoca in questione.
pare che la cosa più difficile da imitare sia il riccio e la porsonalità che il liutaio mette in esso, ma se dopo qualche anno gli fai un innesto del riccio il gioco pare quasi fatto.

Secondo voi, seccamente, c'è interesse o no a dimostrare l'autenticità di un violino di questo genere?

A me pare che a volte ci sia più interesse a far restare tutto com'è, io credo che la tecnologia per datare con certezza un manufatto ci sia, ho sentito parlare di una spettroscopia infrarossi che può datare con certezza il legno usando solamente 1/2 mg di polvere di legno.

voi che ne pensate?

P.s. Bellissime le foto del maestro Rampini
Alessandro Mattei
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claudio
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Grazie Alessandro, come liutaio io sono sempre stato interessato alla ricerca e a prendere a riferimento strumenti considerati "sicuri", non tanto perchè interessato al certificato di autenticità dei violini, ma per cercare di ricostruire la genesi di un metodo costruttivo che ha fatto sì che venissero realizzati strumenti il cui suono è stato, ed è ancora, uno dei protagonisti assoluti della musica.

Ovviamente c'è anche tutta una serie di fattori considerati estetici, ma non per questo meno sostanziali rispetto alla ricerca del suono, come la vernice, che impegnano quotidianamente alla ricerca del miglior risultato possibile alla luce degli antichi esempi.

Per questo noi desideriamo costruire strumenti facili da suonare, e con buona facilità di emissione, che abbiano una buona proiezione del suono, e che soprattutto se suonati da qualche professionista non facciano rimpiangere il fascino di un buon violino antico.

Quindi le domande che ci siamo fatti finora sulle superfici degli strumenti, sulle possibili varianti adottate da Stradivari (o chi per lui), ci portano sempre a fare paralleli con la nostra attività di laboratorio.

Per quanto riguarda il Messia io ho sempre avuto perplessità sul fatto che esso sia stato costruito veramente da Stradivari, il fatto che questo violino sia così "nuovo", tra le altre cose induce a pensare che si sia voluto appositamente costruire un mito attorno ad esso, le cui ragioni sono meramente commerciali e di prestigio acquisito perchè essere curatori del famoso "Messia" è sicuramente un buon biglietto da visita con il quale presentare noi e il proprio lavoro.

Tuttavia bisogna procedere con tutta l'obiettività e la cautela possibile, perchè non si può rischiare di dichiare non stradivariano uno strumento che invece ha ottime possibilità di esserlo. Al tempo stesso non possiamo però accettare che l'esperto di turno, con tutto il rispetto dovuto alla sua preparazione e al suo lavoro, ci dica semplicemente "il Messia è autentico", senza per questo argomentare le proprie convinzioni e constatazioni.

Se una nutrita schiera di esperti si raduna a celebra il ritorno a Cremona del Messia, al tempo stesso io sono sinceramente convinto che una opinione molto diffusa non diventi automaticamente una verità accertata, come del resto anche gli esami scientifici possono dimostrare una cosa e il suo contrario, a seconda dell'uso che se ne fa. In questo senso bisogna proprio dimenticare la cosiddetta "prova dei fatti", perchè prove ed evidenze certe non esisteranno mai.

Piase in un messaggio precedente accennava alla viola recentemente attribuita a Girolamo Amati. Il fatto è che per molti decenni questo strumento era gravato da molte perplessità, al punto che non fu mai giudicata sicuramente autentica. Quindi oggi si è proceduto a nuovi accertamenti, attraverso i quali gli esperti hanno decretato l'attribuzione a Girolamo Amati. La domanda che mi faccio, senza conoscere questo strumento e senza mai averlo visto direttamente, perchè per tanto tempo questo strumento è stato giudicato non autentico?

Temo che queste siano domande a cui non verrà data mai una risposta chiara, l'unica cosa che invece noi possiamo fare è procedere nel nostro piccolo ad una ricerca personale che, pur non avendo pretesa di confermare o meno le attribuzioni, può certamente scoprire e confermare indizi che poi ritroviamo nella quotidianità del nostro lavoro.

Ad esempio, pubblicando la mia foto della tavola del Messia, facevo notare l'esistenza di impurità presenti sulla superficie o anche incorporate negli strati, questa è una cosa che capita spesso, praticamente inevitabile, quando si usano vernici ad olio, perchè nel momento in cui la si stende sullo strumento fino al punto in cui polimerizza raggiungendo lo stadio del "fuori polvere", gli elementi del pulviscolo contenuti nell'aria che respiriamo andranno sempre ad attaccarvisi, a prescindere da ogni precauzione che prendiamo per evitarlo.

Questo può rendere il Messia più autentico? assolutamente no, però certi parallelismi fanno pensare. Così come mi fanno pensare i sui bordi e la filettatura, sempre del Messia, che ritrovo piuttosto atipici nell'opera stradivariana. Però io non ho un'esperienza così vasta sui violini di Stradivari, per cui le perplessità sono destinate a rimanere tali finchè non riuscirò a documentarmi meglio.

Come puoi capire le problematiche sono molte e comunque danno anche ragione di continuare una ricerca appassionata.
andante con fuoco
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davidesora
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Messaggio da davidesora »

Arca ha scritto:Certo che il problema dei falsi pare che sia molto diffuso!
anche in fiera ho avuto modo di vedere delle copie che non a mio modo di vedere, sono troppo inesperto, ma a modo di vedere di esperti sono praticamente perfette e curate in ogni dettaglio, dalla sguscia che porta il carattere dell'autore fino ad arrivare all'etichetta stampata su carta ricavata da vecchi libri dell'epoca in questione.
pare che la cosa più difficile da imitare sia il riccio e la porsonalità che il liutaio mette in esso, ma se dopo qualche anno gli fai un innesto del riccio il gioco pare quasi fatto.

Secondo voi, seccamente, c'è interesse o no a dimostrare l'autenticità di un violino di questo genere?

A me pare che a volte ci sia più interesse a far restare tutto com'è, io credo che la tecnologia per datare con certezza un manufatto ci sia, ho sentito parlare di una spettroscopia infrarossi che può datare con certezza il legno usando solamente 1/2 mg di polvere di legno.

voi che ne pensate?

P.s. Bellissime le foto del maestro Rampini
L'analisi della spettroscopia infrarossi (FTIR) è una di quelle che hanno fatto nei laboratori del MdV in questa occasione, ed ha denotato risultati tipici delle vernici stradivariane (ovviamente per questo esame non serve nessun prelievo di vernice o legno ma è un esame non invasivo condotto in microscopia ottica senza alcun contatto con lo strumento, altrimenti non sarebbe stato possibile farlo... :wink: ).
Anche la fluorescenza UV è molto simile a quella della vernice delle parti meno consumate dell'Hellier e di altri stradivari, mentre le copie di Vuillaume esposte insieme al messia hanno una fluorescenza drasticamente diversa, e anche ad occhio si vede che sono diverse.

Escludendo quindi Vuillaume e lasciando a parte analisi scientifiche e stilistiche mi sembra quantomeno poco plausibile che gli Hill abbiano acquistato lo strumento facendosi fregare da un copista sconosciuto, per poi regalare il violino ad un museo senza guadagnarci un centesimo.
A che pro? quale sarebbe il motivo per fare qualcosa del genere? forse gli Hill volevano ridersela (nella tomba) facendo uno scherzo al resto del mondo degli esperti?
Mah, la certezza non ci sarà mai, ma faccio fatica a trovare delle motivazioni che abbiano indotto chiccessia a fare un falso tanto perfetto in ogni dettaglio.
Comunque, anche se dovesse saltar fuori qualche prova indiscutibile sulla non autenticità credo che il fatto non mi toglierebbe il sonno, non ho mai pensato che il Messia sia lo strumento migliore di Stradivari, necessariamente da copiare o da cui trarre ispirazione, ma solo uno dei più conservati e interessante per lo studio più che per una ricaduta sul proprio stile e metodo costruttivo.
Queste cose le lascio volentieri ai copisti, io preferisco fare i miei di violini.... 8)
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piase
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Messaggio da piase »

Lasciando da parte l'aspetto della tomografia, voglio dire che sono molto contento di averlo visto da vicino. Forse l'ho già scritto da qualche parte, ma vedere che tutti quelli che consideravo aspetti poco "commerciali" del mio modo di verniciare (grumi di vernice e pigmento, tessitura della superficie molto esagerata, sensazione un po' grassa della vernice, bordi spigolosi e molto definiti) sono ben presenti in questo strumento.. mi ha tranquillizzato molto!

Come se avessi fatto pace con una parte di me, che si è presa sempre tante parole in fase di finitura degli strumenti!

Ecco, Davide dirà.. toccato dal Messiah..
Arca
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davidesora ha scritto:
Arca ha scritto:Certo che il problema dei falsi pare che sia molto diffuso!
anche in fiera ho avuto modo di vedere delle copie che non a mio modo di vedere, sono troppo inesperto, ma a modo di vedere di esperti sono praticamente perfette e curate in ogni dettaglio, dalla sguscia che porta il carattere dell'autore fino ad arrivare all'etichetta stampata su carta ricavata da vecchi libri dell'epoca in questione.
pare che la cosa più difficile da imitare sia il riccio e la porsonalità che il liutaio mette in esso, ma se dopo qualche anno gli fai un innesto del riccio il gioco pare quasi fatto.

Secondo voi, seccamente, c'è interesse o no a dimostrare l'autenticità di un violino di questo genere?

A me pare che a volte ci sia più interesse a far restare tutto com'è, io credo che la tecnologia per datare con certezza un manufatto ci sia, ho sentito parlare di una spettroscopia infrarossi che può datare con certezza il legno usando solamente 1/2 mg di polvere di legno.

voi che ne pensate?

P.s. Bellissime le foto del maestro Rampini
L'analisi della spettroscopia infrarossi (FTIR) è una di quelle che hanno fatto nei laboratori del MdV in questa occasione, ed ha denotato risultati tipici delle vernici stradivariane (ovviamente per questo esame non serve nessun prelievo di vernice o legno ma è un esame non invasivo condotto in microscopia ottica senza alcun contatto con lo strumento, altrimenti non sarebbe stato possibile farlo... :wink: ).
Anche la fluorescenza UV è molto simile a quella della vernice delle parti meno consumate dell'Hellier e di altri stradivari, mentre le copie di Vuillaume esposte insieme al messia hanno una fluorescenza drasticamente diversa, e anche ad occhio si vede che sono diverse.

Escludendo quindi Vuillaume e lasciando a parte analisi scientifiche e stilistiche mi sembra quantomeno poco plausibile che gli Hill abbiano acquistato lo strumento facendosi fregare da un copista sconosciuto, per poi regalare il violino ad un museo senza guadagnarci un centesimo.
A che pro? quale sarebbe il motivo per fare qualcosa del genere? forse gli Hill volevano ridersela (nella tomba) facendo uno scherzo al resto del mondo degli esperti?
Mah, la certezza non ci sarà mai, ma faccio fatica a trovare delle motivazioni che abbiano indotto chiccessia a fare un falso tanto perfetto in ogni dettaglio.
Comunque, anche se dovesse saltar fuori qualche prova indiscutibile sulla non autenticità credo che il fatto non mi toglierebbe il sonno, non ho mai pensato che il Messia sia lo strumento migliore di Stradivari, necessariamente da copiare o da cui trarre ispirazione, ma solo uno dei più conservati e interessante per lo studio più che per una ricaduta sul proprio stile e metodo costruttivo.
Queste cose le lascio volentieri ai copisti, io preferisco fare i miei di violini.... 8)
Molto chiaro! Ha soddisfatto le mie domande da semplice curioso.. a me piace sapere, sono un curioso, ho visto e sentito cose a Mondomusica che non mi sono piaciute, o almeno, mi hanno lasciato un po' perplesso, solo per questo faccio domande, non vorrei apparire presuntuoso, perlopiù perche non potrei esserlo in questo campo :D
Alessandro Mattei
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piase ha scritto:Lasciando da parte l'aspetto della tomografia, voglio dire che sono molto contento di averlo visto da vicino. Forse l'ho già scritto da qualche parte, ma vedere che tutti quelli che consideravo aspetti poco "commerciali" del mio modo di verniciare (grumi di vernice e pigmento, tessitura della superficie molto esagerata, sensazione un po' grassa della vernice, bordi spigolosi e molto definiti) sono ben presenti in questo strumento.. mi ha tranquillizzato molto!

Come se avessi fatto pace con una parte di me, che si è presa sempre tante parole in fase di finitura degli strumenti!

Ecco, Davide dirà.. toccato dal Messiah..
Beh, incontrare un Messia lascia sempre il segno.... :D
Mi è venuto in mente che ci sarebbe una prova inconfutabile per capire se è il vero Messia oppure un falso ciarlatano : basterebbe schiacciarlo sotto i piedi e aspettare tre giorni per vedere se risorge, mi stupisce che nessuno ci abbia ancora pensato 8)
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Sarà per quello che è così ben conservato? È risorto più volte
Hahah :D
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piase ha scritto:Lasciando da parte l'aspetto della tomografia, voglio dire che sono molto contento di averlo visto da vicino. Forse l'ho già scritto da qualche parte, ma vedere che tutti quelli che consideravo aspetti poco "commerciali" del mio modo di verniciare (grumi di vernice e pigmento, tessitura della superficie molto esagerata, sensazione un po' grassa della vernice, bordi spigolosi e molto definiti) sono ben presenti in questo strumento.. mi ha tranquillizzato molto!

Come se avessi fatto pace con una parte di me, che si è presa sempre tante parole in fase di finitura degli strumenti!

Ecco, Davide dirà.. toccato dal Messiah..
Dal mio punto di vista posso dirti che non c'è impressione più fallace di quella di "toccare il Messia", ossia può essere anche vero che le nostre intuizioni e la nostra creatività possano averci condotto a risultati che riteniamo positivi, ma al tempo stesso è sempre presente l'insidia che da parte nostra si tendano a privilegiare quegli stessi aspetti positivi a scapito di quelli possibilmente negativi e che necessiterebbero di perfezionamento.

Man mano che passa il tempo mi rendo sempre più conto di come il lavoro del liutaio richieda a tutti molto tempo per giungere alla cosiddetta maturazione o fase matura, è un processo di evoluzione artistica a cui non potettero sottrarsi nemmeno i liutai classici, Stradivari compreso.

Senza dubbio il perseverare su una strada personale di cui si è intimamente convinti, così come sembra che tu stia facendo, porta a risultati di gran lunga migliori rispetto a scelte stilistiche compiute seguendo criteri puramente commerciali.
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Qualche giorno fa sono stato a vedere il Messia, e devo dire che poterlo osservare ben illuminato (avevo anche la torcia elettrica) non fa che rafforzare la mia convinzione riguardo alla sua originalità.
Nonostante il colore un po' chiaro per i miei gusti, la vernice è "inarrivabile" dal punto di vista della rifrazione a dispetto del suo apparente poco spessore.
Nei punti dove c'è più accumulo il colore si intensifica virando più verso il rosso intenso e mi piace già di più, peccato che non sia così su tutto lo strumento (ogni tanto qualche critica si può fare anche all'operato di Stradivari... :wink: )
L'effetto a luce radente sulla tavola è spettacolare, le famose "pagliuzze dorate" appaiono in tutto il loro splendore, la resa della luminosità delle specchiature e marezzature del fondo non ha rivali.
Le copie di Vuillaume e Rocca esposte al suo cospetto al confronto sono spente e opache.
Anche il rilievo della tessitura della vernice è molto bello, appena accennato e non pesante e invadente come spesso si vede in tanti strumenti moderni che inseguono questo aspetto materico esagerandone il rilievo e dando più l'impressione della trascuratezza della finitura.
Anche la trama del legno e la porosità del legno sono chiaramente discernibili, ma non troppo.
Peccato per il lavoro eccessivamente spigoloso, gli toglie un po' di morbidezza che non avrebbe guastato (seconda critica a Stradivari per compensare gli apprezzamenti precedenti).

Tornerò altre volte a vederlo, visto che è dietro casa e che non pago l'ingresso al museo. 8)
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Messaggio da claudio »

Grazie per queste tue osservazioni, che compensano molto bene l'impossibilità di poter documentare fotograficamente lo strumento. Sono molto contento che la vernice del Messia si "accenda" allo stesso modo di altri grandi strumenti di Stradivari.

Ricordo che all'Ashmolean Museum è invece PERMESSO fotografare, a patto che non si usi il flash.
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certo che non si possan fare foto senza il flash nella maggior parte dei musei la trovo veramente una cosa assurda!
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Arca ha scritto:certo che non si possan fare foto senza il flash nella maggior parte dei musei la trovo veramente una cosa assurda!
Quando poi si sa benissimo che con i cellulari qualche foto viene sempre fatta, è impossibile controllare tutto.
Credo che in tutti i musei italiani sia in vigore questa regola di divieto fotografico.
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Ne abbiamo parlato tempo fa in occasione della modifica della norma che ora permette le riprese fotografiche nei musei italiani. Davide si informò e gli fu risposto che il museo del violino non è pubblico.
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