FINALMENTE ARRIVA IL MESSIA

Suonare e costruire i violini
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piase
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Messaggio da piase »

Si. confermo che i ricercatori del MdV e Gregg Alf hanno fatto un bel lavoro di confronto tra i risultati della tomografia e le forme a loro disposizione. è estremamente interessante poter confrontare uno strumento con le forme con cui potenzialmente è stato realizzato.

L'approccio è bello soprattutto in prospettiva, se applicato in modo sistematico a tanti strumenti di uno stesso autore-scuola.

Può aiutare anche a capire qualcosa di più di come lavoravano queste persone.

Dilworth ha sottolineato come spesso la forma PG venisse usato in un verso o nell'altro. Errore di montaggio delle fasce? scelta costruttiva?

Ammetto che devo ancora leggere "stradivari varnish" di Brandmair, e mi piacerebbe molto lavorare sul tema vernici, ma sui miei strumenti!
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claudio
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Messaggio da claudio »

L'importante è fare i rilievi con mente aperta, senza voler per forza dimostrare ciò che ci si aspetta di trovare.
In questi casi non è facile :wink:

Una cosa che vorrei che qualcuno mi spiegasse, magari se ne è già parlato altrove ma non ne ho saputo nulla, il motivo per cui la tavola del Messia appaia con la venatura così in rilievo sotto la verniciatura (corduroy, lo chiamano gli inglesi), e nella totalità di strumenti stradivariani che ho visto dal vivo non ho mai visto niente che gli si avvicini. Perlomeno sul Toscano 1690 non c'è, ignoro però se sia presente sul Medici conservato a Firenze (considerato il gemello del Messia, con il quale sembra condividere il legno del fondo).

Beninteso, il mio desiderio di chiarimento è sincero, aldilà del mio quasi inguaribile scetticismo nei confronti del Messia.
Oltretutto i miei violini sono verniciati proprio seguendo un effetto del tutto analogo, merito delle vernici ad olio.
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davidesora
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claudio ha scritto:
Una cosa che vorrei che qualcuno mi spiegasse, magari se ne è già parlato altrove ma non ne ho saputo nulla, il motivo per cui la tavola del Messia appaia con la venatura così in rilievo sotto la verniciatura (corduroy, lo chiamano gli inglesi), e nella totalità di strumenti stradivariani che ho visto dal vivo non ho mai visto niente che gli si avvicini. Perlomeno sul Toscano 1690 non c'è, ignoro però se sia presente sul Medici conservato a Firenze (considerato il gemello del Messia, con il quale sembra condividere il legno del fondo).
Secondo me la spiegazione più plausibile è che gli altri strumenti hanno subito tamponature con french polish che hanno livellato questo rilievo, mentre il Messia è stato risparmiato.
Credo sia l'opinione più diffusa.
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claudio
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è un'opinione plausibile, ma il Tiscano o il Lady Blunt non mi sono mai sembrati lucidati così radicalmente. Se davvero così fosse la vernice originale sulla tavola dovrebbe essere stata portata via in gran parte, cosa che sugli strumenti meglio conservati non risulterebbe. Anche sul cello Cristiani 1700 vale la stessa osservazione perchè è uno degli strumenti che conserva in gran parte la vernice originale, ma il corduroy è in pratica assente, o perlomeno non così evidente come nel Messia.
andante con fuoco
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piase
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Messaggio da piase »

Notavo che anche la viola Girolamo Amati della galleria estense ha una bella tessitura superficiale, con la vena molto in evidenza.

Personalmente trovo più facile fare una finitura con una vena pronunciata che il contrario.

per tagliare la testa al toro basterebbe tamponare una parte della tavola del Messia :mrgreen:
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Nella mia esperienza ho notato che l'effetto più o meno in rilievo della venatura della tavola è strettamente legato al tipo di legno e alla larghezza della venatura, venature più strette come è spesso il caso di violini Stradivari tendono a non andare troppo in rilievo mentre più si allarga la venatura più il rilievo aumenta.
Il Messia non è particolarmente stretto di venatura mentre il Toscano lo è di più, anche la densità del legno svolge un ruolo dove una bassa densità aumenta il rilievo e viceversa.
Il Cristiani, se ricordo bene, presenta una certa tessitura della tavola, e sicuramente è usurato ed è stato "rinfrescato" sulla superficie della tavola.
Comunque credo che qualsiasi strumento con un certo grado di usura abbia subito lucidature, che una volta venivano fatte di routine con benzoino o gommalacca, e non serve molto per cancellare la tessitura superficiale.
Me ne accorgo chiaramente quando tampono i miei strumenti, se poi si precede la tamponatura con una pulizia con abrasivi magari per togliere un po' di craquelures (nel caso di vernici antiche ad olio e colofonia un micro craquelures superficiale è quasi scontato) il gioco è fatto....
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claudio
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Posso capire, ma dato che questo è uno degli aspetti più caratteristici del Messia, forse una spiegazione chiara e plausibile da chi lo ha in cura sarebbe da aspettarsela. La vernice del Messia è molto sottile e la venatura è molto in rilievo, praticamente impossibile levigare senza scoprire il legno, a meno di non sovrapporre alla vernice originale strati sostanziosi di vernice di altro tipo. Ma a che pro? A me risulta che solo laddove la vernice è mancante e il legno è scoperto si procede all'applicazione di strati sottili, o tamponature che siano, a scopo protettivo.

Forse ci può venire in soccorso una delle foto che ho scattato presso l'Ashmolean Museum nel 1988, che riprende la tavola di un violino intarsiato di Stradivari del 1683, anch'esso in ottimo stato di conservazione, per di più con montatura barocca originale:
https://1drv.ms/i/s!Av4Nz74SS_Ak0lHAJSdBwdUDZQ0Z

L'effetto è più morbido rispetto al Messia, ma comunque è presente in modo visibile. Probabile quindi che le differenze di venatura tra un legno e l'altro, come diceva Davide, possono giustificare le diversità tra gli strumenti. Ma sono aspetti questi che dovrebbero essere confermati da chi questi strumenti ha avuto modo di osservarli direttamente.

ps
se il link alla foto non si apre, selezionare tutto il link con il mouse e poi fare copia e incolla sul programma di navigazione.
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Sul Cipriani-Potter che hai fotografato l'effetto del rilievo è minore ma pur sempre visibile, per quanto ben conservato l'usura della vernice è decisamente maggiore a quella del Messia, che comunque a detta di chi lo ha analizzato agli infrarossi (i laboratori del MdV) ha uno strato di vernice piuttosto spesso, quantomeno se paragonato agli altri Stradivari che hanno analizzato.
Spero che nella pubblicazione che seguirà alla giornata di studi questi aspetti saranno più approfonditi.
Non ho ancora avuto il tempo per andare al museo a vederlo, ma da quanto ricordo dalla mostra di Oxford del 2013 anche a me lo strato sembrava abbastanza corposo, ma come dici sarebbe molto utile avere informazioni più precise da chi lo ha analizzato, magari una misurazione dello spessore dello strato potrebbe dare indicazioni più oggettive rispetto alla sensazione percepita a occhio, che è sempre molto vaga in quanto non offre termini di paragone.
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claudio
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Qui un particolare della tavola del Toscano 1690, questa foto ha il pregio di essere stata scattata quando lo strumento era appena uscito da un'energica seduta di lucidatura a base di pasta abrasiva da parte di un "esperto" liutaio romano. Si notano abbastanza i segni dell'operazione, così come anche i bordi scoperti, che sono stati trattati in modo maldestro con una soluzione probabilmente a base di gommalacca. Questo strumento non sembra mai aver avuto la caratteristica vena in rilievo.
https://1drv.ms/i/s!Av4Nz74SS_Ak0xfox9t1M3TZjiGn
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Bella la foto del toscano, molto interessante il gioco di luci sulla zona del filetto e della sguscia!
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claudio ha scritto:Qui un particolare della tavola del Toscano 1690, questa foto ha il pregio di essere stata scattata quando lo strumento era appena uscito da un'energica seduta di lucidatura a base di pasta abrasiva da parte di un "esperto" liutaio romano. Si notano abbastanza i segni dell'operazione, così come anche i bordi scoperti, che sono stati trattati in modo maldestro con una soluzione probabilmente a base di gommalacca. Questo strumento non sembra mai aver avuto la caratteristica vena in rilievo.
https://1drv.ms/i/s!Av4Nz74SS_Ak0xfox9t1M3TZjiGn
Mah, secondo me è difficile dirlo, osservando i segni delle botte e scheggiature riempiti e livellati (neri nella foto) sembrerebbe che di materiale di riempimento ne sia finito parecchio sulla vernice.
Poi c'è sempre la possibilità che anche Stradivari,dallo sperimentatore che era, non utilizzasse sempre lo stesso metodo di finitura e lo stesso aspetto finale della vernice, può darsi che anche lui abbia preferito superfici lisce o più in rilievo a seconda dei periodi, come qualsiasi liutaio credo abbia fatto prima o poi, seguendo forse la moda del momento.
In fondo era un semplice liutaio, magari non troppo sicuro della bontà dei risultati che otteneva.
Si attribuisce troppa "infallibilità" al lavoro stradivariano, ma secondo me anche lui aveva le sue insicurezze e ripensamenti come tutti. :wink:

PS Belli consumati i bordi del Toscano.....
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claudio
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Che Stradivari fosse di buona mano è indubbio, che avesse i suoi ripensamenti, e molti, anche. Sulle insicurezze non saprei, ma a giudicare dalla spedita spontaneità del suo lavoro, tanto insicuro non mi è mai parso.

Il Toscano 1690 l'ho preso come esempio di verniciatura all'opposto del Messia, cioè a dire di una tavola la cui venatura non appare in nessun modo in rilievo. Con questo io sostengo che se il Messia fosse stato un violino che avesse lavorato come gli altri, molto probabilmente la sua venatura non apparirebbe oggi come quella del Toscano, che pure ha sofferto di levigature eccessive, ma che hanno lasciato comunque strati piuttosto sostanziosi di vernice originale. Le macchie nere che appaiono sotto vernice, sembrano essere state ritoccate quasi al livello della vernice originale, così da evitare l'effetto di frammentazione dei bordi della scheggiatura della vernice, e dare quindi al tutto un'impressione di uniformità.

I bordi delle CC testimoniano il gran lavoro svolto da questo violino, ma al tempo stesso mostrano una lavorazione piuttosto diversa rispetto a quella di altri violini dello stesso autore. Ho provato più volte ad avvicinarmi per un simile effetto, ossia una cresta molto vicina al filetto, anzichè a metà circa tra filetto e bordo, e per me è sempre stato un bell'impegno. Tuttavia una volta portato a termine l'effetto, esso è indubbiamente suggestivo e molto dinamico, un ottimo modo per distaccarsi dallo stile ormai inflazionato del famoso 2+2=4 (la cresta che divide in due lo spazio tra bordo limite esterno del filetto).
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Tu che l'hai visto e rigirato tra le mani (il Toscano, intendo), ricordi se il riccio è innestato e se c'è la lettera della forma scritta nella cassetta piroli?
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E' innestato, se ci fosse stata qualche lettera ormai non c'è più, o perlomeno io non ho notato niente di simile.
Qui un primo piano dell'innesto, peraltro fatto molto bene:
https://1drv.ms/i/s!Av4Nz74SS_Ak0xoRjMew1o15E9JL
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Bella foto, da quelle sui libri che ho io, facevo fatica a capire questo dettaglio.
Avrei dovuto ricordarmelo, ma l'ultima volta che ho visto dal vero questo strumento era il lontano 1987.... :)
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