progettare il suono del violino

Suonare e costruire i violini
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davidesora
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Messaggio da davidesora »

sullacorda ha scritto: Rimane il fatto che lo strumento deve suonare: di sicuro migliora col tempo, ma fin da subito si mostrano le caratteristiche, la "favola" che lo strumento si fa con gli anni è un po' uno specchietto per le allodole .. almeno questa è la mia esperienza.
Concordo.
Certo, gli strumenti migliorano suonandoli, ma spesso questo migliormento viene mitizzato e ci si aspettano miracoli, che puntualmente non avverranno.
Un violino deve funzionare bene da subito, anche qui però senza pretendere miracoli nelle prime settimane/mesi di vita dello strumento.
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

sì, concordo pienamente. A volte si sente dire che suona male ma dopo 3-4 anni migliora .. Io ho visto che gli strumenti fatti bene si sentono subito e si "distinguono subito dal mucchio". Il tempo poi fa chiaramente la sua parte.
edopraga
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Re:

Messaggio da edopraga »

sullacorda ha scritto: sabato 5 novembre 2016, 14:30 io non ho mai acquistato i miei strumenti per ordinazione ma li ho sempre "trovati", "provati" e comprati.
Considerato che certi liutai parlano di 2 anni di lista di attesa mi risulta difficile giustificare una caparra visto che gli strumenti dovrebbero andare via come il pane.
La mia esperienza è comunque molto simile a quella descritta da Claudio e Davide: io ho sempre prima provato un "feeling" col liutaio e poi con lo strumento. A volte la cosa non ha funzionato, nel senso che la fiducia verso il liutaio c'era ma lo strumento che provavo in quel momento non mi convinceva. Direi che comunque, parlo della mia piccola esperienza "amatoriale" in campo musicale, prima di tutto ci va la fiducia e il rapporto col liutaio, "poi lo strumento" dato che, per quanto bene possa suonare, visto le cifre in gioco per uno strumento di liuteria, comunque ci va una fiducia sul modo di lavorare e sul seguire lo strumento nel tempo.
Rimane il fatto che lo strumento deve suonare: di sicuro migliora col tempo, ma fin da subito si mostrano le caratteristiche, la "favola" che lo strumento si fa con gli anni è un po' uno specchietto per le allodole .. almeno questa è la mia esperienza.
Concordo
...ma il calabrone non lo sa, e continua a volare !!!
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Cecchina
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Re:

Messaggio da Cecchina »

davidesora ha scritto: mercoledì 26 ottobre 2016, 12:24
claudio ha scritto:Dal punto di vista progettuale in effetti le curvature basse sembrano dare qualcosa in più in termini di potenza. Io ci sono arrivato e le realizzo in questo modo perchè ho visto che nell'ultimo Stradivari e nei Guarneri del Gesù si sono usate bombature piuttosto basse e tese, incuriosito le ho volute provare e ne sono rimasto molto soddisfatto.
Sono d'accordo sulla resa delle bombature piatte rispetto alla potenza, ma invece riguardo a stradivari io ho l'impressione che abbia prima abbassato le bombature rispetto ad Amati e C. ma poi sia tirnato ad aumentarne l'altezza negli ultimi anni di attività della bottega.
Ad esempio lo Scotland University del 1734 (attualmente qui al MdV) ha bombature estremamente gonfie e alte, e devo dire che non si comport male nemmeno riguardo alla potenza.
Per Guarneri il discorso è diverso, ma anche alcuni suoi strumenti hanno bombature alte e gonfie, ma forse le più piatte sono prevalenti.
Spesso trovo che le bombature più basse favoriscano la nasalità del suono, ma è difficile generalizzare o individuare linee guida....
Ne abbiamo già discusso, ma questa volta mi è più chiaro. Semplificando al massimo e forse banalizzando quindi esiste una relazione: (Bombatura "gonfia")= (Suono "corposo", ma poca potenza...intendendo poco volume)
e (Bombatura "tesa")=(suono nasale e maggiore potenza).
Poi interviene tutto il resto, ma a parità di tutto è corretto secondo voi?
Ho visto nei miei primi due violini proprio questo tipo di reazione. Nel primo ho esagerato con le bombature e nonostante le fasce sbagliate asimmetrie, sguscia inesistente sul fondo.... il suono è di qualità nettamente superiore al secondo in cui ho rispettato maggiormente le seste dei disegni che ho trovato sul Sacconi, il secondo è risultato infatti nasale su tutte le note dal sol(secondo rigo) in giù.
Quindi visto che il prossimo è per mio uso e consumo e il livello di musicista è ancora principiante e da poco ho iniziato l'intermedio, sarebbe meglio, per non rimanere delusi, scegliere una bombatura generosamente gonfia...Concordate?
Scusate ancora una domanda ma solo culturale, nei violini industriali, ma di nomi blasonati, è possibile che riescano a mantenere un rapporto tra potenza e qualità sonora più costante(sia esso apprezzato o non) su tutti i violini di produzione rispetto al lavoro di un liutaio, ...o è una chimera anche per loro?
Lo chiedo perchè se, nonostante le macchine di precisione, non fosse così vorrebbe dire che il livello di tolleranza sia abbassabile maggiormente da una mano esperta, come mi aspetterei anche se mi viene detto il contrario (fuori da questo forum).
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claudio
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Re: Re:

Messaggio da claudio »

Cecchina ha scritto: martedì 3 luglio 2018, 10:48 Ne abbiamo già discusso, ma questa volta mi è più chiaro. Semplificando al massimo e forse banalizzando quindi esiste una relazione: (Bombatura "gonfia")= (Suono "corposo", ma poca potenza...intendendo poco volume)
e (Bombatura "tesa")=(suono nasale e maggiore potenza).
Il suono dovrebbe esprimersi aperto ed ampio con qualsiasi bombatura, diminuire le altezze delle fasce e tendere le bombature (ed abbassarle), comporta una compressione del suono e quindi una variazione timbrica. Nei miei strumenti "compressi" non registro nasalità di alcun genere, io direi che prima di avventurarsi nella sperimentazione di nuove bombature, è bene rimanere nella media delle altezze e delle curve in modo da ottimizzare il suono al massimo possibile, poi sarà possibile esplorare le varie possibilità.
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Re: Re:

Messaggio da Giuseppe45 »

edopraga ha scritto: giovedì 24 maggio 2018, 16:04
sullacorda ha scritto: sabato 5 novembre 2016, 14:30 io non ho mai acquistato i miei strumenti per ordinazione ma li ho sempre "trovati", "provati" e comprati.
Considerato che certi liutai parlano di 2 anni di lista di attesa mi risulta difficile giustificare una caparra visto che gli strumenti dovrebbero andare via come il pane.
La mia esperienza è comunque molto simile a quella descritta da Claudio e Davide: io ho sempre prima provato un "feeling" col liutaio e poi con lo strumento. A volte la cosa non ha funzionato, nel senso che la fiducia verso il liutaio c'era ma lo strumento che provavo in quel momento non mi convinceva. Direi che comunque, parlo della mia piccola esperienza "amatoriale" in campo musicale, prima di tutto ci va la fiducia e il rapporto col liutaio, "poi lo strumento" dato che, per quanto bene possa suonare, visto le cifre in gioco per uno strumento di liuteria, comunque ci va una fiducia sul modo di lavorare e sul seguire lo strumento nel tempo.
Rimane il fatto che lo strumento deve suonare: di sicuro migliora col tempo, ma fin da subito si mostrano le caratteristiche, la "favola" che lo strumento si fa con gli anni è un po' uno specchietto per le allodole .. almeno questa è la mia esperienza.
Concordo
Dal punto di vista commerciale, per l'acquisto di qualsiasi cosa, sia esso un abito, una camicia, un violino, lo si indossa, lo si prova, ce ne si innamora e se incontra i nostri gusti lo si acquista ! " ma non è proprio quello che cercavo......, ma......." ------- " Ma tu lo vuoi? Si o no?
Spesso i 'MA' servono solo per mercanteggiare e sminuirne la qualità. Il buon venditore risponde come sopra!!! Ciao a tutti.
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Messaggio da Effelunghe »

sullacorda ha scritto: sabato 5 novembre 2016, 14:30 io non ho mai acquistato i miei strumenti per ordinazione ma li ho sempre "trovati", "provati" e comprati.
Considerato che certi liutai parlano di 2 anni di lista di attesa mi risulta difficile giustificare una caparra visto che gli strumenti dovrebbero andare via come il pane.
La mia esperienza è comunque molto simile a quella descritta da Claudio e Davide: io ho sempre prima provato un "feeling" col liutaio e poi con lo strumento. A volte la cosa non ha funzionato, nel senso che la fiducia verso il liutaio c'era ma lo strumento che provavo in quel momento non mi convinceva. Direi che comunque, parlo della mia piccola esperienza "amatoriale" in campo musicale, prima di tutto ci va la fiducia e il rapporto col liutaio, "poi lo strumento" dato che, per quanto bene possa suonare, visto le cifre in gioco per uno strumento di liuteria, comunque ci va una fiducia sul modo di lavorare e sul seguire lo strumento nel tempo.
Rimane il fatto che lo strumento deve suonare: di sicuro migliora col tempo, ma fin da subito si mostrano le caratteristiche, la "favola" che lo strumento si fa con gli anni è un po' uno specchietto per le allodole .. almeno questa è la mia esperienza.
Concordo
Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.”

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