Sergej Krylov parla di violini

Suonare e costruire i violini
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davidesora
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Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da davidesora »

Alcune interessanti considerazioni del violinista rispetto a violini antichi e moderni.

https://www.youtube.com/watch?v=zwqFlr9HWSA
Arca
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Arca »

Sensa peli sulla lingua, non ci va leggero con i classici d'epoca invece porta in primo piano la liuteria moderna.
Anche bisognerebbe vedere i moderni tra 300 anni :-)
Alessandro Mattei
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claudio
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da claudio »

Stimo moltissimo il maestro Krylov e sono abbastanza d'accordo con le sue opinioni, vorrei però ricordare che a Cremona il famoso violino "Cremonese 1715" di Stradivari fu Sacconi a riportarlo a casa ad una cifra oggi impensabile. Questo non viene mai ricordato. Come pure che a Cremona è stata fatta tabula rasa di ogni reminiscenza liutaria fino a che Giuseppe Fiorini fece la famosa donazione degli attrezzi della bottega di Stradivari. Chi ha dato di più a Cremona e ai Cremonesi? Però moltissimi cremonesi continuano ad essere di memoria labile, non c'è niente da fare.

Nel video si definisce ancora una voltail violino come "prodotto", cioè a dire che l'artigiano "produce" e non "crea", questo riflette una impostazione culturale che è totalmente sbagliata e che non rende giustizia ai liutai. Nessuno direbbe di Van Gogh che ha "prodotto" quadri, perché bisognerebbe dirlo di uno Stradivari?

Sui violini come opere d'arte le idee si fanno confuse, son tutti pronti a distinguere l'artigiano ma non l'artista, ma quando ascoltano o vedono uno Stradivari magicamente si ridiventa artisti. Meno male, però, che si arriva a dire che nessun violino è uguale ad un altro!

Sergej Krylov ha perfettamente ragione quando dice che alla cieca molti musicisti pronti a sacrificarsi per uno strumento antico, nessuno sa riconoscere il suono da un altro. Questo è vero, ma non sempre: indubbiamente Krilov è legato al suo violino da un legame affettivo indissolubile, e già questo lo pone ad un livello di non obiettività di giudizio, senza che ciò vada necessariamente a compromettere la sua grande qualità di interprete e musicista.

Semplicemente il violino di Krylov, che ha ottime qualità di suono, non possiede quello spettro di ampiezza timbrica e dinamica tipica di uno strumento antico. Il suo è uno strumento che va benissimo per lui e per il suo tipo di suono, un po' come Paganini e il suo "Cannone", per me uno Stradivari o un Guarneri, ma anche un Amati o un Bergonzi, sono un'altra cosa. Abbiamo più di 300 anni di storia della musica scritta sugli strumenti classici e continuo a credere che i nostri predecessori avessero un orecchio complessivamente di gran lunga migliore del nostro.

Sul lato opposto ci sono loro, i feticisti, per cui qualunque violino antico è migliore di qualsiasi strumento moderno, e di strumenti costruiti 50 o 100 anni fa, snobbati a favore di violini antichi, che oggi magicamente sono diventati "buoni". Ed io posso dire con certezza che uno strumento cattivo di 100 anni, oggi suona in modo altrettanto cattivo, e che nessuna magia può rendere buono, eccezion fatta per quegli strumenti modificati in seguito dai restauratori che sono riusciti a farli diventare buoni.
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robinwood
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da robinwood »

non leggo tra le righe ma da quello che mi è sembrato di capire quello che si ribadisce, sempre con molto garbo, è l'indiscutibile Marcia in più che offrono i Violini Classici, quelli ''molto belli'' e la grande o enorme difficoltà che incontra spesso il musicista nel provare a suonarli. (Vesuvio a parte, da quello che dicono, anche se avrei qualche perplessità sulla apparente facilità di emissione di Strumenti del genere).
E che in buona parte dei casi è il Violino a essere il Maestro, che il musicista se vuole davvero far suonare, deve imparare a seguire, ''impronta digitale'' a parte.

Ma dal momento che il più economico di loro costa almeno 5mil e che quasi nessun musicista può permettersi di comprare, allora il discorso cade necessariamente sui violini contemporanei, ottimi strumenti pronti e molto meno riluttanti, che però bisogna saper scegliere con mola cura, molti sono i liutai ma ''pochi sono poi quelli degni di attenzione'' mi sembra dica.

p.s.
mi piace molto il riferimento al vecchio grammofono inglese.

l'assenza di un solo Stradivari a Cremona fino al \1961 lascia senza parole...
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davidesora
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da davidesora »

robinwood ha scritto: giovedì 29 marzo 2018, 18:27 l'assenza di un solo Stradivari a Cremona fino al \1961 lascia senza parole...
Eh si, ci son stati tempi bui, la rinascita è cosa recente e l'acquisto del primo Stradivari (il Cremonese 1715) ha dato un bell'impulso.
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claudio
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da claudio »

Io vorrei sottolineare che i violini classici "molto belli", per cui il M° Krylov sottolinea, anche giustamente, che non tutti gli Stradivari, gli Amati e i Guarneri (e vari altri liutai della classicità cremonese), siano in grado di offrire la massima qualità sonora, è che una selezione di 300/400 anni ha permesso una selezione quasi naturale degli strumenti, cioè a dire che se quegli strumenti classici non fossero stati più che buoni, la storia della musica sarebbe stata scritta su strumenti diversi.

Le memorie storiche sono piene di episodi in cui la "caccia allo Stradivari", soprattutto al "miglior Stradivari possibile", non si è mai interrotta fino ai nostri giorni e probabilmente continuerà anche per le epoche future, il fenomeno delle collezioni per cui gli strumenti furono acquisiti puntando quasi esclusivamente all'investimento monetario più anche a quello musicale, è iniziato piuttosto tardi, diciamo dalla prima metà del 1800 in poi.

Ricordo che uno degli strumenti che praticamente non ha mai suonato è proprio il Messia, gli altri, e sono davvero molti, sono stati selezionati ed usati in modo pressoché continuo fino ai nostri giorni. Il libro degli Hill su Stradivari delinea abbastanza bene l'evoluzione degli strumenti classici, e parliamo di epoche in cui liutai italiani si sono pur distinti egregiamente tra 1800 e 1900.

In questo terrei fuori il discorso che oggi gli strumenti classici abbiano raggiunto cifre proibitive, qui il discorso "qualità/prezzo" c'entra molto poco. E' vero che oggi un musicista anche di grande fama difficilmente può permettersi l'acquisto di uno Stradivari o un Guarneri, ma è il caso di precisare che fortunatamente le fondazioni svolgono da svariati decenni una operazione a mio parere meritoria, quella di affidare gli strumenti delle collezioni ai musicisti.

Ad esempio il violinista romano Marco Fiorentini è da molti anni affidatario di un Giuseppe Guarneri figlio di Andrea del 1700, oppure Anna Tifu a cui è stato affidato il celebre "Marechal Berthier" di Stradivari del 1716, solo per fare alcuni di molti esempi. Chi ha avuto occasione come me più volte di ascoltarli dal vivo, difficilmente può non avere avuto impressioni più che positive dal suono di questi strumenti. Certamente anche gli Stradivari e i Guarneri hanno bisogno come tutti gli strumenti di questo mondo di essere bene manutenuti e messi a punto al fine di poterne sfruttare adeguatamente le peculiari qualità sonore.

E gli strumenti moderni? ce ne sono molti che vengono suonati anche in ambito solistico, ma vale la pena ricordare che questo non è il solo aspetto che dovrebbe preoccuparci, perché se da una parte esiste anche lo Stradivari ridotto malissimo e con pochi pezzi originali (ed il cui valore monetario è di conseguenza bassissimo), dall'altra i migliori strumenti moderni e contemporanei hanno una storia più che rispettabile.

Le orchestre sono strapiene di strumenti moderni, e così pure nei gruppi cameristici la presenza di uno strumento classico è decisamente occasionale. E nessuno mi venga a dire che le esecuzioni del Quartetto Italiano su strumenti non classici (famosa è la viola di Piero Farulli costruita da Igino Sderci nel 1937), abbiano meno valore musicale di un concerto per violino e orchestra eseguito da uno dei tanti grandi solisti del 1900 su uno Stradivari o un Guarneri, poiché i quartetti di Beethoven del Quartetto Italiano restano ancora oggi esecuzioni di riferimento.

Il voler ridurre il confronto solo all'ambito solistico, per cui si scatena la guerra degli strumenti moderni contro quelli classici, cela spesso un intento surrettizio da parte di alcuni, siano essi liutai o musicisti, di voler riscrivere la storia della musica a proprio uso e consumo. Dico questo pur avendo anche dovuto patire personalmente le "ingiustizie" di aver visto spesso i miei strumenti essere scartati a favore di strumenti antichi o d'epoca di qualità (e prezzi), piuttosto discutibili.

Al M° Krylov non può essere certo imputato il pregiudizio di preferire lo strumento antico sempre e comunque, questo fa onore a lui e quella moltitudine di musicisti che scelgono uno strumento moderno non come ripiego, ma come scelta serena e cosciente di averne trovato uno o più con i quali potersi esprimere al meglio.

Il fatto che poi a Cremona fino al pochi decenni fa non fosse presente un solo strumento classico (ma nei dintorni ancora si potevano trovare ottimi strumenti antichi, come testimoniato da Sacconi), non dovrebbe scandalizzare più di tanto. Come del resto gli attrezzi originali della bottega stradivariana, una volta che furono donati alla città da Giuseppe Fiorini), siano rimasti per lunghissimo tempo completamente ignorati a prendere polvere (fu Sacconi con l'aiuto di Francesco Bissolotti che ebbe occasione di riordinarli e catalogarli), dovrebbe farci capire che il nostro vastissimo patrimonio culturale non è mai stato semplice da amministrare.

Non solo Cremona ha dimenticato Stradivari, ma la stessa sorte è toccata anche a musicisti e compositori del calibro di Vivaldi e Bach, vogliamo quindi per questo gettare ombre anche sulle città di Venezia ed Eisenach?
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Heifetz »

Il problema, secondo la mia personale opinione, è avere uno strumento che ‘suoni’ e suoni bene. Ci sono violini moderni che suonano molto meglio di violini antichi che costano cifre esorbitanti. La mia personale esperienza è che i liutai moderni veramente eccellenti, senza nulla togliere a nessuno in questo settore, ecco chiamiamoli i ‘giovani stradivari’, sono pochissimi in tutto il mondo.
Noi non sapremo mai come uno stradivari o un guarneri suonava nel 1700 e, di contro, questa (il tempo) è una caratteristica che non avremo mai sui violini moderni.
Di contro i violini di quella decina di liutai moderni (e vi è ricompreso naturalmente anche il padre di Sergej Krylov) permettono, ad una cifra ragionevole e senza spendere milioni di euro, di affrontare una carriera internazionale senza la ‘mannaia’ di una fondazione o una banca che, ad esempio, dopo 4-5 anni rivuole il suo strumento. Magari questi stessi violini moderni, tra duecento anni, avranno le caratteristiche che solo il tempo può dare.
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claudio
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da claudio »

E' una tua opinione e in quanto tale va rispettata, ma i fatti parlano piuttosto diversamente. Mi rendo conto che sia piuttosto difficile far capire come uno Stradivari o un Guarneri siano in grado ancora oggi di stabilire un riferimento timbrico dal quale non si prescinde, specialmente a chi tende comunque a negarne la validità. In buona sostanza vale il detto per cui "se non puoi batterlo, perlomeno parlane male", ma fortunatamente non è così per tutti, liutai e musicisti.

In ogni caso basta farsi un giro presso il Museo del Violino di Cremona dove vengono spesso suonati violini originali, sono sessioni e giornate di studi aperte a tutti, basta volerlo.

Per me, che costruisco strumenti nuovi, non è mai stato importante capire se i miei strumenti siano più o meno validi rispetto a quelli originali, vedo che i musicisti che li posseggono li suonano senza problemi, ed io ascolto sempre il suono che ne deriva con un certo spirito critico. I miei strumenti non sfigurano di fronte agli strumenti originali, ma gli originali hanno una storia che i miei ancora non hanno.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Heifetz »

Ciao Claudio,
guarda che son d’accordo con te. Non ho mica detto che i violini moderni suonino meglio degli Stradivari o dei Guarneri. Gli stradivari ed i Guarneri SONO i punti di riferimento. Ho soltanto detto che alle cifre attuali, e si parla di milioni di euro, un violinista anche di livello internazionale, non può permetterseli (intendo come proprietà). Magari gli vengono affidati da varie banche o fondazioni. Cosa bellissima, ma peccato non sia per sempre. Di solito, dopo qualche anno, un violinista si trova a dover restituire quel prezioso strumento al legittimo proprietario con tutto ciò che ne deriva.
Quel che ho affermato io è che di fronte a questa situazione ci sono liutai (e sono pochi in tutto il mondo) i cui violini permettono di fare una carriera internazionale. Ora nessuno vuol paragonarli agli stradivari o ai guarneri. Ma ci sono violini antichi blasonati che costano 100/200 mila euro e, ti assicuro, non si avvicinano lontanamente, dal punto di vista sonoro a quei violini moderni. Detto ciò poi bisogna vedere se si vuole comprare un violino da investimento o un violino da suonare. Qui si aprirebbe un altro capitolo.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da claudio »

Io credo che non vada confuso il valore venale di uno strumento, da quello puramente tecnico e timbrico. Ci sono violini tedeschi settecenteschi di scuola tirolese che costano qualche decina di migliaia d'euro in grado di spiegare una bellissima voce, eppure sul mercato il loro prezzo è sempre stato piuttosto basso, comparato alle cifre iperboliche degli strumenti italiani. Così come strumenti contemporanei di cui tanto si parla ma che di fatto sono ampiamente sopravvalutati, anche rispetto alle qualità della loro voce.

Ad oggi, ed i concerti che ho frequentato in 40 anni di passione musicale sono veramente tanti (tre solo nell'ultima settimana), nel ruolo di solista ho visto e sentito ben pochi strumenti moderni, e quei pochi a me non sono piaciuti. Diverso è il caso della musica da camera, dove conta più l'impasto sonoro che le qualità individuali, ho visto spesso convivere strumenti antichi e strumenti moderni.

Cmq su questo è sempre bene cercare di fare riferimenti concreti, si parla di Stradivari, Guarneri, Amati, ma si dovrebbe anche parlare di Fagnola, Pollastri, Guadagnini, Villaume, Poggi, Capicchioni, Zygmuntowicz. Capisci che parlare di "violini blasonati" soltanto indicandone vagamente un prezzo è un po' troppo vago.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Heifetz »

Sono ancora una volta d’accordo con te. Non tutti i violini moderni possono garantire una carriera solistica. Si contano pochissimi liutai moderni che consentono questo.
Ti faccio dei nomi: spiedlen, greiner, crillovi. Magari ce ne saranno anche altri ma di questi posso darne una opinione personale e non solo (a detta di tutti i musicisti che li hanno provati). Bisogna sentirli suonare dal vivo, non video nè nient’altro: dal vivo. Solo così ci si può rendere conto.
Per quanto riguarda i violini dei liutai blasonati che hai citato non ho fatto nomi per non mancare di rispetto (si parla sempre di grandissimi liutai) ma mi posso benissimo riferire ad almeno due di quelli che hai scritto e di cui ho provato i violini proprio a confronto con un crillovi ed un greiner (con grandissimo stupore anche dei proprietari degli strumenti blasonati, anche loro violinisti di una famosa orchestra nazionale). Non mi va di fare nomi perché il mio intento non è fare una gara tra liutai.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da claudio »

Invece credo che onestamente e lealmente la gara tra liutai si possa e si debba fare, è l'unico modo per capire quanto i nostri strumenti possano valere dal punto di vista musicale. Ciò non toglie che si possa rimanere perfettamente padroni e consapevoli di una propria dimensione del suono.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Heifetz »

Allora il discorso che io faccio, senza voler offendere nessuno, è che tra i liutai moderni ci sono liutai scarsi, liutai buoni, liutai eccellenti, e liutai che emergono tra gli eccellenti anche perché i loro violini sono tra le prime parti di orchestre o consentono a solisti di affrontare le più belle sale del mondo senza sfigurare. Credo che ciò sia inconfutabile. Ora tra questi liutai ci sono sicuramente i nomi che ho detto ai quali si aggiunge anche uno che hai detto tu (zygmuntowicz non mi sembra sia morto e comunque va annoverato tra i moderni) ed alcuni altri.
Ci son violini di zygmuntowicz o di greiner che sono valutati (e venduti) oltre 100.000 euro (cifra addirittura superiore a quella di un poggi o di un capicchioni). E stiamo parlando di liutai viventi .
Ora, se sicuramente in un violino antico entrano in gioco altri fattori (non sempre musicali) nella sua valutazione, si può affermare che per un violino moderno la sua valutazione è prevalentemente musicale se si aggira su quelle cifre già adesso con il liutaio in vita.
Ormai per acquistare un guadagnini le cifre superano il milione di euro. Vi sono amati in giro che son venduti a prezzi spropositati rispetto al loro valore musicale (e molti non hanno nemmeno parti originali ma sono rifatti nel fondo, nella tavola, nel riccio O purtroppo, in questi 400 anni, son stai tenuti male etc etc). E gli esempi potrebbero continuare.
Per cui, per tornare al mio discorso, vorrei valorizzare (ma non credo ce ne sia bisogno atteso le loro valutazioni già attuali) gli strumenti moderni di valore, e per valore intendo quello musicale.
Detto ciò è normale che se avessi da buttare 10/15 milioni di euro mi comprerei il soil di Perlman (e non credo me lo venderebbe), da quasi tutti considerato il violino migliore al mondo.
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Re: Sergej Krylov parla di violini

Messaggio da Heifetz »

https://gramho.com/media/2044239933685673008

Uno degli ultimi, stupendi violini del grande, compianto, Maestro Crillovi.
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