Partiamo dal disegno

Suonare e costruire i violini
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Ananasso
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da Ananasso »

mico ha scritto: mercoledì 9 maggio 2018, 9:27 Ananasso, i video di Davide li ho studiati ma il guaio è che lui è .... un liutaio :D :D :D
Scherzi a parte, Davide usa sgorbie dedicate a seconda di quello che deve fare e ci mancherebbe pure perché per lui è un lavoro. Per i tasselli, ad esempio, usa una 12,5/18 con unghia interna... non saprei nemmeno dove cercarla :D.
Io chiaramente devo mediare un po' e per il momento fare di necessità virtù. Poi a poco a poco...
In realtà di sgorbie non ne servono tantissime. La 6/16 con l'unghia interna è una finezza (ad ogni modo la trovi qui:
https://www.dictum.com/it/sgorbie-per-l ... 97_3_12_12__),
puoi lavorare con una 6/18 normale (o con una 6/14 che ti serve anche per la sguscia e per il riccio).
mico
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da mico »

Ma che spettacolo!!!!
Allora vada per una 5/20, una 6/14 e qualche pialletto. Per cominciare dovrebbe bastare.
Poi quando arriveremo al riccio vedremo che altro serve.
Sei stato gentilissimo.
Maurizio Basile
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claudio
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da claudio »

Per me non ha nessun senso all'inizio ricorrere ad un attrezzo così elaborato, non tanto nell'uso, ma nella difficoltà di essere correttamente affilato. Ricordo che il problema delle sgorbie è "principalmente" quello dell'affilatura, per la scelta di quella giusta basta prenderne una che abbia un raggio non superiore a ciò che si deve intagliare.

I fori sulle forme: capisco che nel reame infinito delle scelte personali si decida per quelle che si adattino di più a noi, ma qui dopo un lavoro che mi è sembrato accurato sulla forma, si passa facilmente a metodi alternativi forse senza avere considerato attentamente il metodo originario. Intanto la forma originale è spessa 14mm, quindi si tratta di uno spessore piuttosto sottile, se a questa si fanno fori troppi larghi si corre il rischio di deformazioni più o meno evidenti nel momento in cui è sottoposta alle tensioni durante il montaggio delle fasce. Cioè a dire che una forma dovrebbe essere non solo ben disegnata e lavorata, ma anche una base stabile.
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piase
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da piase »

Condivido il mio approccio.
Tralasciando il fatto che è tagliata con fresa cnc, mi trovo bene a lavorare con forme leggere, molto scaricate, che possono essere fatte anche manualmente con un seghetto alternativo.
I fori ampi aiutano durante l'incollaggio delle fasce agli zocchetti sup-inf (ed alle punte, parte esterna).

Multistrato di Okumè da 14,8 mm. Un pelo grosso per montare le controfasce su tavola e fondo.
Con un po' di pazienza si riesce ad estrarre lo stesso.

I fori ciechi piccoli servono per tre viti M3 che uso per alzare la forma durante l'incollaggio degli zocchetti.
Così imposto 9 mm sul fondo.

I due fori M8 servono per le spine di centraggio della dima in plexy per segnare gli zocchetti.
Essendo asimmetrica, messi così non si sbaglia il verso.

Il raccordo sulla zona di incollaggio degli zocchetti centrali non da fastidio, basta fare uno smusso allo zocchetto, che può essere tagliato fuori squadra per facilitare l'estrazione.
Farò tesoro del vostro suggerimento di fare un angolo più aperto sulla forma (lato C se mi ricorderò).
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da Arca »

Estremista! :D :D :D

P.s. @Piase il tuo abete canta a meraviglia :-)
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claudio
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da claudio »

E che gli vuoi dire? se Stradivari avesse fatto fori come voragini, lui allora avrebbe trovato altri motivi per farli stretti? :mrgreen:
Cmq se le incollature delle fasce sugli zocchetti ti vengono precise, allora continua così.

Io preferisco il metodo originario perchè non voglio "alleggerire" la forma (non vi è necessità di farlo, non è un violoncello), nemmeno mai avuti problemi ad incollare gli zocchetti con la forma senza voragini. Con una forma così spessa non basta un "po' di pazienza", bisogna ammattire per estrarre la forma qualora si siano incollate le controfasce su entrambe le parti di tavola e fondo. Ricordo che la forma PG originale è alta 14mm, ma si tiene sempre conto che Stradivari adottasse per i violini altezze di 32mm (fino alle punte superiori), quindi all'epoca uno spessore ottimale da dare una forma. E' ovvio che se introduci fori così larghi, devi per forza di cose aumentare lo spessore, altrimenti addio stabilità della forma.

Io ad esempio adottando altezze di fasce di 31/29mm l'estrarre la forma di 12.5mm è già un bell'impegno, sempre che si siano adottate fasce di 8x2mm. Insomma, il mondo è bello perché è vario, io comunque vorrei stare in argomento perché si parlava della forma PG e del suo disegno, e anche del fatto che se si segue il metodo stradivariano non si ha niente da perdere, ma forse si ha qualcosa da imparare.

Posso convenire sul fatto che si sia adottato un metodo personale, ma non che renda le cose più facili e veloci.

N.B.
Parlo di metodo stradivariano, non di metodo Rampini.
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da mico »

:D :D :D Effettivamente la forma Piase è troppo avanti :D :D :D

Claudio, da ingegnere ho avuto il tuo stesso dubbio in merito a possibili flessioni sulla tavola una volta in trazione. Penso sicuramente che le forme troppo bucherellate non siano, almeno in teoria, da favorire. Dico in teoria perché non ho esperienza per capire quanto poi, in pratica, si possano avere deformazioni importanti. Stradivari aveva a disposizione dei morsetti eppure ha scelto la strada dei fori piccoli coscientemente. Aveva lo stesso dubbio? Avrà avuto problemi in merito in precedenza? E chi lo sa. Io purtroppo non sono Strad e devo ancora una volta mediare e su aspetti tecnici temo che dovrò farlo spesso, almeno all'inizio.
Non sono per principio contrario all'utilizzo di nuove "tecnologie" laddove siano volte al risultato finale e non fini a se stesse e leggendo il Sacconi mi sono fatto l'idea che il genio non risiedeva nello spessimetro del nostro Antonio ma nel saperlo usare in base al tipo di legno, ...
La cura che ho messo nel disegnare la forma, grazie soprattutto al tuo aiuto, non leva nulla a tale scelta. L'aspetto teorico della liuteria, lo studio ed il cercare di capire cosa c'è dietro alle scelte fatte, etc.. continuerò a portarlo avanti in tutti gli altri aspetti della "progettazione" di un violino (e non solo essendo io un chitarrista), dalle quinte al posizionamento delle effe e via dicendo. Credo che lo studio della teoria sia fondamentale e rappresenti forse la vera differenza tra un neofita ed un liutaio serio.
Ma purtroppo diverso è l'aspetto tecnico: qui posso studiare quanto voglio ma già so che farò delle cavolate enormi, come è giusto che sia tra l'altro.
Spero solo di riconoscere gli sbagli, farne tesoro e, perché no, non rifarli nel secondo violino. :wink:
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da davidesora »

Uno svantaggio della forma troppo alleggerita e bucata è che non ha sufficiente superficie di appoggio per la squadra per i tasselli che io uso, ma non so se stradivari la usava.... :D
Anche le deformazioni sono da considerare, il conseguente snervamento del legno porterà a vanificare la precisione della planarità della forma, ma anche questo non deve essere stata una priorità per stradivari.
Però nel caso di Piase (che mi sembra di capira sia una copia viste le asimmetrie) non capisco come si possa fare una forma asimmetrica per copiare le asimmetrie di un violino originale per poi rischiare di distorcerla con dei fori così larghi.
Da un ingegnere mi aspettavo più cura per il mantenimento della precisione delle imprecisioni.... :D :D
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da piase »

Ho il sospetto che la precisione sia più legata al materiale che alla geometria.
E alla cura con cui si tiene la forma.
Ho visto forme piene imbarcate perché fatte con materiale poco bilanciato, o semplicemente perché conservate male (buttate in un cassetto o esposte a variazioni di umidità asimmetriche).
Ciò non toglie che una verifica della precisione la si possa sempre fare (thread dedicato).

Mi piace fare forme asimmetriche perché i violini sono più vivi e meno "artificiali".
L'imprecisione che aggiungo di solito amplifica questa tendenza.. (non uso la squadra per i tasselli...)

Complimenti per la cura che stai dedicando alla tua prima forma! Discussione molto interessante.

PS. Gli "ingenieri" più che precisi.. son più o meno tolleranti! :mrgreen:
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da piase »

Sul fatto che usasse i pioli la mia opinione è che il suo lavoratorio era una fabbrica ante litteram, dove non era economico usare morsetti in ferro per mettere le fasce a 10 forme al colpo.
mico
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da mico »

La possibilità che alcune scelte possano essere dettate da aspetti economico/pratici... ci può stare. In ogni professione si fa. Perché non nella liuteria?
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Re: Partiamo dal disegno

Messaggio da claudio »

Al momento mi sembra che la discussione abbia raggiunto ampiamente i suoi obiettivi. Se si vuol parlare d'altro si possono aprire nuovi argomenti.
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