Il violino di Maurizio

Suonare e costruire i violini
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

Giuseppe45 ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 18:43 Maurizio attenzione la sesta del Sacconi non è affatto simmetrica,come ben dice Claudio.Ho davanti la pag.63,ebbene dal disegno si evince che il punto più alto della sesta(14,8) è a cm. 11,5dal bordo superiore, mentre alla stessa misura 11,5),partendo dal bottone,è 11,2 - la massima altezza14,8la troviamo a 13 cm.dal bottone. penso che come dice Davide c'è un errore di editoria perxhè la prima parte della sesta è sicuramente quella inferiore, infatti è riportato "bottone" erroneamente c'è scritto metà superiore. L'ultima, quella in basso è certamente la superiore (polmone superiore). Difatti il centro acustico è spostato leggermente a NORD. In copisteria ho fatto riportare le misure reali,quindi non ho fatto nessun calcolo, ho solo ritagliato e incollato le sagome su compensato e via.
Mah, se si guardano i disegni delle curve di livello o quelli delle seste tutta questa asimmetria io non la vedo, il punto di altezza massima risolta spostato in basso di soli 3 mm scarsi (misura reale).
Per me questa differenza è trascurabile rispetto al concetto di simmetria.
L'asimmetria deriva dalle deformazioni a causa della posizione dell'anima.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Arca »

Io ho avuto la fortuna di ricevere delle seste prese da violini del passato, quindi le uso, ma Stradivari usava le seste? Non c'è un fondo uguale all'altro. E da quel che ho potuto appurare molti grandi liutai non le usano affatto
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

Arca ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 21:13 Io ho avuto la fortuna di ricevere delle seste prese da violini del passato, quindi le uso, ma Stradivari usava le seste? Non c'è un fondo uguale all'altro. E da quel che ho potuto appurare molti grandi liutai non le usano affatto
E' una fortuna che da una trentina d'anni abbiamo tutti perché le curve delle tavole e dei fondi dei violini antichi sono spesso pubblicate a tutto nostro vantaggio, vedi i poster di The Strad tanto per fare uno di molti esempi. E' appunto su queste pubblicazioni che bisogna studiare e cercare di capire la fisica degli strumenti. Contrariamente se invece si prendono ad esempio interpretazioni, comunque del tutto legittime, di liutai novecenteschi e ottocenteschi, l'arbitrio la fa da padrone e spesso le curvature, come pure i modelli, hanno poco a vedere con i classici.

Io nella mia attività ho deciso fin dall'inizio di prendere a riferimento i classici ed i risultati nel tempo mi hanno ripagato della fatica. I liutai di ogni epoca, sia classici che moderni, dopo avere trascorso alcune decine d'anni con seste e modelli vari nel tempo acquisiscono una spontaneità ed un controllo delle bombature sconosciuto al principiante. Ed è giusto che sia così, anche se a dire il vero ci sono molti liutai anche esperti che si limitano a copiare le bombature seguendo vaghi criteri estetici non avendo nessuna cognizione della loro funzione sonora.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Arca »

Si forse mi sono espresso male. Ha senso seguire le seste sul Sacconi che sono una media fatta dal Sacconi? Che senso ha la media? Se facciamo la media delle temperature in Italia ci sono 18° costanti.
Non è meglio seguire un modello e poi al limite apportare con il tempo le dovute (eventuali) personalizzazioni?
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

Certo che ha senso, nel 1984 (quando ho iniziato io), e ancora più negli anni '70 aveva moltissimo senso perché di bombature pubblicate ve n'erano veramente poche. Io stesso ho fatto il primo violino con quelle bombature e altri miei "allievi" le hanno seguite senza nessun tipo di problemi, poi le hanno personalizzate, oppure hanno seguito altri modelli pubblicati altrove.

Il libro di Sacconi è appunto un libro e non si può pretendere che dia tutte le risposte, le bombature e relative curve di livello rappresentano la media delle curve di violini prodotti nel cosiddetto "periodo d'oro", cioè a dire che non si tiene conto di quelle prodotte nel periodo amatizzato e di quelle dell'utlimo periodo (a mio parere oggetto di grande e utilissimo studio).

Se invece a Sacconi si vuole attribuire, come si fa spesso con grande superficialità anche in questo forum, una volontà onnisciente e quindi schiavizzante che per di più induce ad errori, si è su una strada completamente sbagliata. Non solo sbagliata per la liuteria, ma sbagliata perché proprio non si è ancora imparato a ragionare in termini obiettivi.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

Arca ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 21:13 Io ho avuto la fortuna di ricevere delle seste prese da violini del passato, quindi le uso, ma Stradivari usava le seste? Non c'è un fondo uguale all'altro. E da quel che ho potuto appurare molti grandi liutai non le usano affatto
Io non uso dime per le seste e neanche per le quinte, ma per la sesta riporto sul lato interno una serie di punti dove misurare le altezze con lo spessimetro tanto per controllare a che punto sono, ma la cosa più utile e importante è abituarsi a valutare ad occhio il profilo della sesta per evitare errori e sviluppare una memoria che permetterà di lavorare più velocemente e in modo più accurato.
Uso le quinte solo in fase di sgrossatura per arrivare più velocemente ad impostare correttamente la bombatura ancora sovradimensionata, ma quando si tratta di finire le forme è meglio affidarsi alla visione globale invece che concentrarsi su cinque o sei profili fissi che poi sarà sempre un problema raccordare insieme mantenendo l'idea originale della bombatura da cui sono state ricavate.
Oltre ai miei video (forse troppo lunghi e dettagliati per chi avesse poca pazienza :) ) per chi non l'avesse ancora visto segnalo questo articolo che ho messo sul mio sito e che descrive in modo più conciso la mia "visone" delle bombature, originariamente scritto in inglese per la rivista della Michigan Violinmakers Association (MVA) e qui tradotto in italiano :

https://davidesora.altervista.org/artic ... bombature/

Ovviamente quello che conta sono i concetti e non le misure, che inevitabilmente cambiano a seconda dei materiali e dei modelli utilizzati.
Credo che sia quasi un dovere per ogni liutaio sviluppare una propria visione delle bombature attraverso il ragionamento, l'osservazione dei classici (quelli che funzionano bene...) e dei risultati ottenuti con i propri strumenti, copiare pedissequamente non porta molto lontano e di certo non aiuta la personalità sia stilistica che acustica.

P.S. Dubito che Stradivari e colleghi del tempo usassero le dime per finire le bombature, ci vuole troppo tempo e la precisione necessaria per ottenere buoni risultati esula dal modo di pensare ed agire di questi liutai (forse si per la sgrossatura, ma non esistono dime originali per provarlo).
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: giovedì 21 giugno 2018, 10:29 Certo che ha senso, nel 1984 (quando ho iniziato io), e ancora più negli anni '70 aveva moltissimo senso perché di bombature pubblicate ve n'erano veramente poche. Io stesso ho fatto il primo violino con quelle bombature e altri miei "allievi" le hanno seguite senza nessun tipo di problemi, poi le hanno personalizzate, oppure hanno seguito altri modelli pubblicati altrove.

Il libro di Sacconi è appunto un libro e non si può pretendere che dia tutte le risposte, le bombature e relative curve di livello rappresentano la media delle curve di violini prodotti nel cosiddetto "periodo d'oro", cioè a dire che non si tiene conto di quelle prodotte nel periodo amatizzato e di quelle dell'utlimo periodo (a mio parere oggetto di grande e utilissimo studio).

Se invece a Sacconi si vuole attribuire, come si fa spesso con grande superficialità anche in questo forum, una volontà onnisciente e quindi schiavizzante che per di più induce ad errori, si è su una strada completamente sbagliata. Non solo sbagliata per la liuteria, ma sbagliata perché proprio non si è ancora imparato a ragionare in termini obiettivi.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Wow.
Avendo letto l'articolo di Davide ed avendo chiaramente studiato i suoi video a me la dima non serve per rifare al pedissequamente la forma voluta ma "semplicemente" capire dove andare a sgrossare. Non avendo la "visione tridimensionale" di cui parla giustamente Davide ho bisogno di un aiutino :D .
Concordo con Giuseppe e Claudio che le curve del Sacconi non sono simmetriche ma per l'utilizzo che ne devo fare io trascurare i 3mm non genera un grosso errore considerando che dopo ci sarà la fase di finitura.
Per le dime, il plexigass (il mio però credo sia polistirolo) si taglia facile e scartavetrandolo leggermente diventa opaco però concordo che ci può essere di meglio.
Arriviamo al punto più importante: perché, come giustamente dice Alessandro, non prendere un modello e seguirlo invece di prendere quelle del Sacconi, che comunque, come hanno già risposto altri, sono comunque valide? Semplicemente perché in questo momento, francamente, non saprei apprezzarne le differenze. In questo momento il mio obiettivo primario è capire la "tecnica".... e continuare a fare errori :D .
E' brutto da dire, ma oggi come oggi "per me" le curve del Sacconi o quelle di The Strad sono la stessa cosa... non ne capisco le differenze.
Tuttavia non me ne preoccupo semplicemente perché non ho mai costruito un violino e quindi, essendo all'inizio, ne ho di strada da fare :D :D.
Per il momento, come dice Giuseppe, rimanere sopra quei 4,5mm del bordo mi fa sudare freddo.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

mico ha scritto: giovedì 21 giugno 2018, 14:20 Wow.
Avendo letto l'articolo di Davide ed avendo chiaramente studiato i suoi video a me la dima non serve per rifare al pedissequamente la forma voluta ma "semplicemente" capire dove andare a sgrossare. Non avendo la "visione tridimensionale" di cui parla giustamente Davide ho bisogno di un aiutino :D .
Concordo con Giuseppe e Claudio che le curve del Sacconi non sono simmetriche ma per l'utilizzo che ne devo fare io trascurare i 3mm non genera un grosso errore considerando che dopo ci sarà la fase di finitura.
Per le dime, il plexigass (il mio però credo sia polistirolo) si taglia facile e scartavetrandolo leggermente diventa opaco però concordo che ci può essere di meglio.
Arriviamo al punto più importante: perché, come giustamente dice Alessandro, non prendere un modello e seguirlo invece di prendere quelle del Sacconi, che comunque, come hanno già risposto altri, sono comunque valide? Semplicemente perché in questo momento, francamente, non saprei apprezzarne le differenze. In questo momento il mio obiettivo primario è capire la "tecnica".... e continuare a fare errori :D .
E' brutto da dire, ma oggi come oggi "per me" le curve del Sacconi o quelle di The Strad sono la stessa cosa... non ne capisco le differenze.
Tuttavia non me ne preoccupo semplicemente perché non ho mai costruito un violino e quindi, essendo all'inizio, ne ho di strada da fare :D :D.
Per il momento, come dice Giuseppe, rimanere sopra quei 4,5mm del bordo mi fa sudare freddo.
All'inizio questi dettagli sono sicuramente importanti per iniziare a sviluppare il più possibile un'idea tridimensionale delle bombature, ma indubbiamente lo scoglio più difficile da superare è sviluppare la manualità e l'occhio per essere in grado di realizzare quello che che si vuole in modo accurato.
La cosa più utile sarebbe disporre di calchi delle bombature originali per poterle visualizzare correttamente, ma non è facile trovarli :)
Però sul Sacconi ci sono le foto di alcuni di questi calchi con ombreggiature che permettono in qualche modo di interpretarli tridimensionalmente. A me sono state molto utili all'inizio, insieme alle mappe con le curve di livello che aiutano nella visualizzazione globale, forse più dei disegni delle quinte e delle seste che son punti fissi e se spostati anche di poco cambiano sostanzialmente (a parte la sesta che sta in un punto preciso facilmente individuabile e replicabile).
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da piase »

Bellissimo articolo Davide. Fatto veramente con il cuore. Come un libro stampato.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

piase ha scritto: giovedì 21 giugno 2018, 21:13 Bellissimo articolo Davide. Fatto veramente con il cuore. Come un libro stampato.
Ci provo, grazie per l'apprezzamento :)
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Davide, in effetti cominciando a scolpire ho cominciato a capire cosa intendi quando dici "vedere" tridimensionalmente.
Oggi ho messo mani al fondo e ...boh.
Sono arrivato a questo punto.
455998ca-1c02-4b9f-8d6c-1eaad06c4dcf.jpg
Le misure sono ancora abbondanti sia in altezza (la massima è 16mm) che per la sesta che, pur non essendo ancora precisa, comincia tuttavia ad avere una sua forma.
Mi domandavo se prima di cominciare a lavorare sulle quinte dovrei definire il pianetto dei bordi (che nelle CC non ho nemmeno accennato) o se verrà di conseguenza lavorando sulle bombature.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

mico ha scritto: giovedì 21 giugno 2018, 23:32 Davide, in effetti cominciando a scolpire ho cominciato a capire cosa intendi quando dici "vedere" tridimensionalmente.
Oggi ho messo mani al fondo e ...boh.
Sono arrivato a questo punto.
455998ca-1c02-4b9f-8d6c-1eaad06c4dcf.jpg

Le misure sono ancora abbondanti sia in altezza (la massima è 16mm) che per la sesta che, pur non essendo ancora precisa, comincia tuttavia ad avere una sua forma.
Mi domandavo se prima di cominciare a lavorare sulle quinte dovrei definire il pianetto dei bordi (che nelle CC non ho nemmeno accennato) o se verrà di conseguenza lavorando sulle bombature.
Una volta impostata la sesta io continuo la sgrossatura con le sgorbie definendo il pianetto, in modo da stabilire il punto di partenza delle curve da raccordare con la sesta. Più lo si definisce a sgorbia e pialletto meno si dovrà lavorare con la raspa per finalizzare lo spessore del bordo.
La nocetta l'hai lasciata troppo lunga, accorciala a circa 20 mm max in modo da non esporla a rotture in caso di urti accidentali.
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Re: Il violino di Maurizio

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Si la nocetta ha già preso una botta ma senza disastri fortunatamente. :D
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Giuseppe45 »

piase ha scritto: giovedì 21 giugno 2018, 21:13 Bellissimo articolo Davide. Fatto veramente con il cuore. Come un libro stampato.
Chi si avvicina alla liuteria non può fare a meno degli insegnamenti di Davide! L'ho già detto in altri post " bastano i suoi video che ti prendono per mano e ti accompagnano per tutto l'iter della costruzione dello strumento. Bello il violino riportato nell'articolo e bellissima la sua voce. Piase dice 'libro stampato'. A quando una pubblicazione " Costruire un violino" firmata Davide Sora ?? con incluso un CD video? Prenoto fin da adesso!
Il violino dell'articolo è verniciato ad olio o a spirito??
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