Il violino di Maurizio

Suonare e costruire i violini
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davidesora
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

piase ha scritto: martedì 17 luglio 2018, 13:04 Davide dove hai trovato quel dato sul guadagnini?
Sul libro "J.B.Guadagnini - Masterpieces from the Parma 2011 galleria nazionale exhibition" edito da Scrollavezza & Zanrè.
Un bel libro con studi approfonditi su una parte egli strumenti esposti, fatti tra gli altri da Terry Borman e Brigitte Brandmair, caldamente consigliato a chi è in vena di investimenti....

Nello specifico i violini sono :
Lachmann Schwechter 1776 con tavola 0,47 e peso 76 g, fondo 0,68 e peso 99g
Aranyi Rosand 1768 con tavola 0,45 e peso 65 g, fondo 0,67 e peso 101 g

I dati sono ricavati dalle scansioni TAC (CT scans per chivoffàl'americano)
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claudio
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

piase ha scritto: martedì 17 luglio 2018, 13:04 Penso che sia una buona occasione per imparare come cambia il comportamento dello strumento al variare delle proprietà del materiale.
Come sempre è bello vedere che ci sono vari approcci e per fortuna non esiste un pensiero unico.
Perdonami Francesco, ma qui non è nemmeno il caso di nominarlo il pensiero unico, si parla di legni leggeri e pesanti ed io ho semplicemente affermato che ogni legno ha le sue qualità espressive. Scegliere obbligatoriamente un solo tipo di legno, è come obbligare un pittore a dipingere solo con un colore, laddove il liutaio ha invece bisogno di una quantità di soluzioni espressive del suono.

Il mio ruolo in questo forum mi ha portato spesso ad accuse di "pensiero unico" e anche tu recentemente mi hai attribuito una qualità del genere, cosa che ovviamente rigetto in toto perchè a me non appartiene il non confrontarmi. Ed aggiungo che il pensiero unico non mi appartiene perché altrimenti tu e Davide non sareste qui ad esprimere le vostre idee, ed anche le eventuali critiche nei confronti del mio operato. E' evidente che ci sono alcuni punti fermi sui quali non si discute, ossia le cosiddette "basi", come ad esempio l'argomento su cui abbiamo discusso dell'uso della sgorbia. Se un liutaio non sa usare una sgorbia, che liutaio è? come forse potrai apprezzare, non è questione di pensiero unico, ma di una base di confronto senza la quale non è possibile comunicare nulla.

Oppure, pur apprezzando moltissimo la presenza di Davide e il suo operato, non capisco il suo continuo scagliarsi contro Sacconi, il non mancare mai occasione di mettere in risalto "errori", che molto spesso non sono tali, quando basterebbe un'occhio sufficientemente comprensivo per guardare alle altrui, ma soprattutto alle proprie insufficienze. Non mi faccio paladino di Sacconi, ma si dà il caso che abbia frequentato per anni persone che lo hanno conosciuto da vicino, che ne hanno recepito gli insegnamenti e lo spirito di studio, non è solo difendere un libro, che pure ha le sue mancanze, come abbiamo avuto occasione molte di volte di chiarire, ma è il dare uno spessore ad una liuteria che attualmente questo spessore umano sembra addirittura rifiutarlo.

Un liutaio è un artista, e già su questo sorgono i primi dolori perché non tutti lo sono, ma soprattutto l'arte non bacia in fronte nessuno per partito preso. Eppure lo spessore di un artista è dato proprio dalla storia che egli ha alle spalle, non solo quella sua personale, ma quella umana artistica che lo ha preceduto.

Perché si guarda Sacconi con sguardo quasi da matrigna, ed invece si è così indulgenti con studiosi come Hargrave? (lo stesso che ha pubblicato misure sbagliate nei poster di The Strad e che usa pipì di coniglio per suoi strumenti). Mi sconcerta constatare una sorta di liuteria esterofila che predilige la copia fotografica degli strumenti e le prove bendate che vorrebbero far credere alcuni violini moderni (di cui non si sono mai conosciuti gli autori), migliori nel suono rispetto a quelli classici.

Se il difendere la nostra arte (e comunque l'arte è un linguaggio universale), voglia significare farsi attaccare addosso etichette di pensiero unico, il problema non è mio.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Giuseppe45 »

mico ha scritto: martedì 3 luglio 2018, 15:29 In effetti non avevo considerato che il filetto non è situato nel punto medio della sguscia. Non so perché ma ero convinto del contrario anche se riportando le misure è evidente.
In tal caso vedo come problema più grande il riuscire a tenere perpendicolare il filettatore, usandolo con doppia lama. Se lo usassi con lama singola (come da Sacconi), sarebbe più semplice.
Usare il filettatore con una sola lama è certamente più agevole perché scorre meglio in quanto deve fare una sola incisione. Ma il problema è che la seconda incisione deve seguire e mantenere la distanza di 1,2( 1 millimetro e 2 decimi) . Quindi se nell'esecuzione della prima incisione il filettatore non ha lavorato correttamente, vale a dire in modo perfettamente perpendicolare ed ancora, la seconda incisione per lo stesso motivo, non si avrà uno scavo perfetto!
Usare il filettatore con le due lame calibrate a 1,2 permette di segnare correttamente il solco che dovrà essere inciso poi a coltello. Come ben dice Claudio ed anche i filmati di Davide!!
Buon lavoro e facci conoscere la tua esperienza!
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Giuseppe45 »

claudio ha scritto: venerdì 6 luglio 2018, 12:44 C'è ancora tanto materiale da togliere, uno dei problemi tipici di chi inizia a costruire strumenti è quello di lasciare le bombature troppo piene, per questo sarebbe bene avere buone seste di riferimento e scolpire il fondo in quelle zone con la maggiore precisione possibile, per poi raccordare il tutto. Una volta che si sono raccordate le curve, il fondo deve essere ancora rifinito per un ulteriore lavoro di ottimizzazione, raccordi e personalizzazioni varie. Non ti preoccupare se nella lavorazione dovessi andare sotto qualche decimo di mm rispetto all'altezza che ti sei prefisso. Per l'ottimizzazione delle curve si usano in genere i pialletti di varia curvatura e dimensione, il tutto servendosi di lampada orientata a proiettare una luce radente, come nella seconda foto che hai pubblicato sopra.
Scusa la puntualizzazione Claudio, quando dici " buone seste" intendevi quinte? In effetti la sesta è una sola!!
Lo so che " questo è ovvio non è un ombrello" come diceva Totò, ma vorrei la conferma! Grazie.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: martedì 17 luglio 2018, 18:34
Oppure, pur apprezzando moltissimo la presenza di Davide e il suo operato, non capisco il suo continuo scagliarsi contro Sacconi, il non mancare mai occasione di mettere in risalto "errori", che molto spesso non sono tali, quando basterebbe un'occhio sufficientemente comprensivo per guardare alle altrui, ma soprattutto alle proprie insufficienze.
Questo sinceramente mi semba esagerato e fuori luogo, se segnalare errori di stampa e criticare costruttivamente alcuni passaggi del libro con l'unico scopo di evitare di commettere errori per mancanza di esperienza a chi prova ad applicarlo alla lettera (tipo quello delle controfasce di Maurizio) viene interpretato come "scagliarsi contro Sacconi" credo che le mie intenzioni siano quantomeno travisate.
Credevo fosse chiaro il mio rispetto per Sacconi e il suo lavoro, ma evidentemente non è così.
In futuro vedrò di astenermi per non creare ulteriori malumori e misinterpretazioni, non mi costa niente.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da piase »

Caro Claudio,
ti farà sorridere, forse, sapere che quando ho scritto "Come sempre è bello vedere che ci sono vari approcci e per fortuna non esiste un pensiero unico" avevo in mente una serie di articoli e saggi scientifici che indica chiaramente il legno leggero e rigido come da preferirsi.
In veneto dicono: "Mi so responsabie de queo che digo, no de queo che te capissi ti".

Direi di tornare sul pezzo: il violino di Mico e le sue tavole.

Grazie Davide per gli spunti sull'altezza bombature - densità, è una tematica di grande interesse.
Sempre per Davide: i pesi dei fondi li trovo bassi, confrontati con le tavole. Ho il sospetto che eventuali restauri possano cambiare la densità vera e quella misurata con la TAC (catscan per i gattofili) in modo non irrilevante. Per poter dire qualcosa di più dovrei avere le TAC sottomano, o almeno il libro.
Ecco, mi spiace non averlo, ho visto la presentazione ed ho avuto il piacere di prendere in mano gli strumenti esposti insieme con gli altri partecipanti all'evento.
Motivo in più per passare a trovarti! :-)
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

Chiedo scusa a Maurizio se ogni tanto contamino la discussione dedicata al suo violino andando fuori argomento, ma è a fin di bene, perché comunque è sempre un'occasione di confronto per imparare qualcosa di nuovo.

@Davide: un giorno mi dirai anche quali sono i meriti di Sacconi e se vuoi anche dell'enorme debito di riconoscenza di Cremona nei suoi confronti. Lungi da me dal farti responsabile delle gravi ingiustizie subite in vita e post mortem da Sacconi, ma è evidente che sull'argomento abbiamo idee ed approcci completamente diversi, se non opposti, e questo non sempre è costruttivo (colpa anche mia di non saper sempre mediare).

@Francesco: la stessa cosa la potrei dire io di te, nel senso che non so davvero cosa hai capito del mio messaggio (io ho scritto "anche tu recentemente", riferendomi appunto ad un recente passato, magari privatamente), ma non voglio ulteriormente appesantire. Aggiungo solo che se il dato tecnico-scientifico "indica chiaramente il legno leggero e rigido come da preferirsi", non è forse questa una chiara attestazione di pensiero unico a tutto svantaggio delle miriadi di scelte possibili e immaginabili che possono produrre altrettanti risultati eccellenti? Affermare una cosa del genere oltre a non essere giusto, non è nemmeno educativo, perché se così fosse avremmo, come del resto abbiamo in parte, il mondo popolato da violini tutti uguali come se fossero fatti in Cina. Invece mi illudo che ognuno di noi impari a selezionare il proprio materiale in base a gusti ed inclinazioni personali.
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Re: Il violino di Maurizio

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Finché c'è confronto nessun problema di contaminazione.
Ho invece una domanda per Davide: ho visto nei video che quando incolli la tavola, dopo aver serrato a secco i morsetti, usi una spatola per passare la colla. Volevo chiederti qual'è il vantaggio rispetto ad un incollaggio "tradizionale".
Il mio timore è quello di non riuscire a "dosare" bene la colla con il rischio di lasciare delle zone a secco o con poca colla.
Che problemi potrebbero esserci nel passare la colla col pennello e poi unire le parti?

Altra domanda: le controfasce vanno lavorate prima di unire il fondo. Ma che profilo gli va dato? Triangolare? Arrotondata solo nella parte alta?..
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Re: Il violino di Maurizio

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mico ha scritto: mercoledì 18 luglio 2018, 10:29 Finché c'è confronto nessun problema di contaminazione.
Ho invece una domanda per Davide: ho visto nei video che quando incolli la tavola, dopo aver serrato a secco i morsetti, usi una spatola per passare la colla. Volevo chiederti qual'è il vantaggio rispetto ad un incollaggio "tradizionale".
Il mio timore è quello di non riuscire a "dosare" bene la colla con il rischio di lasciare delle zone a secco o con poca colla.
Che problemi potrebbero esserci nel passare la colla col pennello e poi unire le parti?

Altra domanda: le controfasce vanno lavorate prima di unire il fondo. Ma che profilo gli va dato? Triangolare? Arrotondata solo nella parte alta?..
1) Si incolla meglio
2) La seconda
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Re: Il violino di Maurizio

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Ok, grazie Davide. Ho seguito il tuo consiglio ed ho attaccato i due pezzi seguendo il metodo da te indicato.
3d1f4418-5e61-4ce5-9cf0-99df7c8ef520.jpg
Forse ci voleva qualche morsetto in più... ma il contatto mi sembra corretto lungo tutta la linea. Vedremo domani.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da davidesora »

Il vantaggio è che si può posizionare il pezzo con tutta calma e poi incollarlo con altrettanta calma senza timore che la colla si raffreddi o venga assorbita troppo, è il sistema usato dai restauratori che consente il miglior controllo dell'incollaggio.
mico
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Si confermo che il metodo permette di lavorare in tutta calma... cosa non da poco soprattutto quando sei alle prime armi.
Inoltre avevo paura di non riuscire a mettere abbastanza colla ma mi sono dovuto ricredere perché in realtà ce ne mettevo pure troppa.
Grazie mille.
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio

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Non mi avete avvertito... che ad ogni zocchetto ci sarebbe stato un CRACK che mi avrebbe fatto scendere il cuore sotto ai piedi :D :D
Dopo il primo c'è mancato poco che svenissi.
Questo a parte ho staccato la forma: una emozione incredibile.
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5e5267f3-fe6a-41f1-bbd9-e0ec346a2dd0.jpg
Dopo aver controllato di non aver fatto danni ho ripulito l'interno delle fasce ed incollato le controfasce superiori
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Ora si tratta di aspettare e poi si pulirà tutto l'interno e si lavoreranno gli zocchetti.
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Re: Il violino di Maurizio

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Sono andato un pò avanti col lavoro. Chiaramente ora vado un pò più spedito e pensavo di non tediarvi troppo se non ce ne fosse stato motivo.
Allora, ho ripulito, spianato, lavorato gli zocchetti e portato quello di fondo a 13mm perché troppo grande:
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Dopodiché ho preparato la tavola, tagliata,... insomma nulla di nuovo. Ho poi cominciato a sgrossarla e ad impostare la sesta sempre seguendo le indicazioni di Davide nei suoi video. E mentre mi avvicinavo ai 17mm il fattaccio:
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71c58508-9bcf-4f6c-99dc-2bd15e0c4311.jpg
Fortunatamente arrivando ai 15,5mm la sacca se ne è andata lasciando solo un leggero alone che credo vada via una volta che rifinirò la tavola e soprattutto quando la stessa verrà verniciata.
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Tutto sommato mi ha detto bene.

PS: ho pensato molto a quello a cui aveva accennato Davide parlando di Guadagnini ovvero di aumentare l'altezza delle bombature per aumentarne la resistenza e poter così fare spessori maggiormente sottili. Avevo però in ogni caso deciso di continuare col progetto originario ovvero continuando a seguire i profili e gli spessori "medi" del Sacconi: la sacca di resina ha consolidato questa mia scelta...
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

Condivido la tua decisione di andare per valori medi, vedrai che lasciando la giusta elasticità alle sgusce lo strumento potrà vibrare liberamente. Sulle altezze delle bombature: non sono mai stato convinto che maggiori altezze aumentino la resistenza della tavola, credo invece che bombature alte unitamente a curve trasversali "amatiane" possano certamente aumentare la resistenza della tavola, o perlomeno far virare lo strumento su registri alti, dovuto alla maggiore rigidezza delle curve a "schiena d'asino".

Se invece unitamente alle curve alte (altezze dai 16/17mm in su della tavola armonica), usiamo quinte molto dilatate (come quelle pubblicate nel libro di Sacconi, che con le loro generose rotondità vorrebbero in qualche modo segnare un'evoluzione della filosofia stradivariana), dubito molto che l'aumento dell'altezza comporti un aumento della resistenza. E' invece probabile che in questi casi si producano i classici rigonfiamenti della tavola sotto la tastiera e sotto la cordiera, che in casi esagerati fanno apparire il ponticello come affondato nella tavola stessa. Questo è un tema molto sentito nelle viole, e nonostante si usino gli spessori del violino, le tavole resistono bene nel tempo. In estrema sintesi le variazioni delle altezze delle bombature producono marcate variazioni timbriche, è di questo che bisognerebbe preoccuparsi maggiormente. Quindi il lavorare su valori medi consente poi discostarvisi in modo da adeguarli alle proprie esigenze.

Aggiungo anche che detta così sembra semplice ma non lo è affatto, nel senso che l'adozione di una forma e di un tipo particolare di bombature dovrebbero essere ripetute per consolidare, verificare e perfezionare i risultati conseguiti. Quindi costruendo una media di 6-8 strumenti all'anno si potranno apportare quelle variazioni necessarie affinchè si sia in grado di poter replicare il risultato in modo affidabile. Questo vale per un professionista, un amatore è maggiormente libero nelle scelte, ma per contro ha meno possibilità di verifica e perfezionamento perché costruisce un numero di strumenti generalmente inferiore.
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