Il violino di Maurizio

Suonare e costruire i violini
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claudio
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

A me sembra che il Sacconi sia chiaro sulla questione dell'altezza delle fasce: 32mm fino alle punte superiori, per poi digradare a 30mm allo zocchetto superiore. Questo almeno è ciò che si riscontra sulle forme originali, dove sono tracciate a compasso l'altezza min e max delle fasce. Che poi gli strumenti originali abbiano spesso altezze che divergono dal binomio 32/30 è soprattutto dovuto al fatto che furono aperti e restaurati ripetutamente nel tempo, ciò ha comportato spesso una riduzione dell'altezza delle fasce. Io uso dimensionare a 31/29, ovviamente dal lato tavola armonica, e trovo che sia una dimensione perfetta che consente allo strumento di "respirare" in modo ottimale e di contribuire ad un suono ampio e profondo.
andante con fuoco
mico
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Claudio che intendi per “respirare”? Immagino in termini di suono....
Vorrei invece chiedere una cosa che non ho trovato nel forum. Diciamo che procedo come segue:
1. Metto le controfasce lato fondo
2. Stacco la forma interna
3. Metto le controfasce lato tavola

Il dubbio è: Mi conviene fare tutto un attimo prima di attaccare il fondo o posso farlo ora e lasciare le fasce finite così come sono per tutto il tempo della lavorazione del fondo?
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Come fa Claudio è noto (basta vedere il suo post sul violino nuovo). Chiedevo gli altri come procedono.
Grazie
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Ananasso
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Ananasso »

Valuta anche la possibilità di incollare il fondo prima di sfilare la forma.
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piase
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da piase »

Non è da escludere l'ipotesi ( per AS)che inferiori e C siano intorno ai 32, per scendere (lato tavola) solo dalle C superiori allo zocchetto superiore a circa 30. Forse più semplice perché permette di lavorare con gli zocchetti sempre a squadra, incollare il fondo con la forma montata, e concentrare il lavoro di variazione di spessore solo sulla tavola, facendolo a pialla. Negli ultimi violini ho provato con questa filosofia.

Edit: nel caso di manici inchiodati, occorre verificare se è possibile inchiodare il manico con sufficiente precisione nell'allineamento a fondo già incollato, e se l'inclinazione dei chiodi più vicini al fondo è compatibile con questa ipotesi.

Ad ogni modo consiglio di incollare le fasce al fondo con la forma su. Più facile iniziare in questo modo.
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claudio
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da claudio »

mico ha scritto: mercoledì 30 maggio 2018, 11:09 Claudio che intendi per “respirare”? Immagino in termini di suono....
Vorrei invece chiedere una cosa che non ho trovato nel forum. Diciamo che procedo come segue:
1. Metto le controfasce lato fondo
2. Stacco la forma interna
3. Metto le controfasce lato tavola

Il dubbio è: Mi conviene fare tutto un attimo prima di attaccare il fondo o posso farlo ora e lasciare le fasce finite così come sono per tutto il tempo della lavorazione del fondo?
Fermo restando il discorso che abbiamo fatto sull'altezza delle fasce e sull'inclinazione lato tavola verso lo zocchetto del manico, la scelta è tutta tua. Per anni io incollato la controfasce lato fondo, poi una volta finito ed incollato il fondo, prima di sfilare la forma aggiustavo l'altezza definitiva delle fasce (inclinazione compresa). Quindi estraevo la forma ed incollavo le controfasce lato tavola, per procedere poi a piccoli ritocchi dell'altezza fasce e riporto del contorno sulla tavola di abete.

Ora invece incollo le controfasce sia sul lato fondo che sul lato tavola, poi procedo a lavorare fondo e tavola armonica (e quindi anche intonazione/armonizzazione). Una volta aggiustate le altezze delle fasce con relativa inclinazione lato tavola, procedo all'estrazione del contorno fasce sfruttando la sua elasticità secondo il metodo illustrato a suo tempo da Davide. Questo è un metodo che ritengo ottimale perché si ha opportunità di intonare fondo e tavola in modo più logico e forse anche più filologico.

Per "respirare" intendo propirio respirare nel senso vero della parola: le fasce agiscono a mo' di balestre o supporti elastici (ecco perché è importante non farle spesse), e la variazione in altezza, anche minima, è molto importante per il volume d'aria interno della cassa. Quindi minore altezza il volume d'aria si comprime, a maggiore altezza al contrario si espande. A voi la scelta. E' evidente che nella scelta di altezza delle fasce è opportuno scegliere valori assolutamente standard, per poi ricorrere a modificazioni man mano che si acquisisce esperienza. io mantengo sempre al mio standard l'altezza delle fasce, per poi lavorare sull'altezza delle bombature.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Ottimo, come sempre gentilissimi.
Come ho scritto, la scelta della rastremazione sui due lati (come fa Davide) mi è venuta comoda per l'errore che ho fatto in fase di assottigliamento delle fasce. Magari nel prossimo proverò la rastremazione solo su un lato.
Per l'altezza credo che tirare giù un altro millimetro adesso è un lavorone. Essendo in standard continuo così. Conto di scendere un altro pelo nella lavorazione finale (conto di arrivare ad un 31,5/29,5 abbondante).
Il dubbio su quando staccare la forma mi è venuto perché non so se ho messo troppa colla, non ho la certezza che non ne sia strabordata un po' e che abbia incollato forma e fasce (anche se ho messo la cera...)....
Vorrei provare ad usare il metodo di estrazione di Davide ma ho troppe incognite (soprattutto la colla).
In ogni caso le controfasce lato fondo le metto e quelle tavola le preparo.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Avrei una domanda da fare. E' più una curiosità che altro. Ho visto su vari filmati che molti non mettono in morsa il fondo o il piano subito dopo aver incollato le giunte. Ho letto anche sul forum che qualcuno lo fa.

https://www.youtube.com/watch?v=V5uFBMrG5t4
viewtopic.php?f=2&t=6928&start=75


Allora mi domando: è una caratteristica della colla a caldo? Degli spessori in gioco? O c'è qualche altro motivo?

Come avrete capito sto studiando come fare la giunta :D
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da Arca »

Io (come consigliato da Claudio) ho abbandonato i morsetti per le giunte delle tavole, devo dire che mi trovo molto meglio, non ho problemi di scivolamento come può accadere con i morsetti e la commettitura si nota meno.
IMG_6168.JPG
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Grazie Alessandro. Ma c'è qualche precauzione che prendi o nulla di più della normale preparazione? Piallatura perfetta, colla, sfregamento delle parti fino a sentire una certa resistenza e basta?

Io nel mentre ho attaccato le controfasce lato fondo. Lo scasso sulle punte non è venuto perfetto perché non avevo un bedano/scalpellino così piccolo. Alla fine ho usato una fresetta che però si è mangiata un po' di legno. Nulla di drammatico perché le controfasce sono comunque ben bloccate però... andrà meglio con quelle lato tavola.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da piase »

Ben fatto! Per il bedano basta anche un vecchio cacciavite di recupero. Con la mola tiri via quanto non serve, e non deve essere particolarmente affilato e il materiale non deve tenere il filo come per uno scalpello da incastro. Puoi anche piegare l'asta del cacciavite in modo da dargli una curva (tipo forchetta).
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Re: Il violino di Maurizio

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Che spessore hai tenuto per le controfasce? 2.3-2.5? Di abete come gli zocchetti?
mico
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da mico »

Francesco, ho tenuto 8mm x 2mm, di sezione. Sono in abete anche loro come gli zocchetti.
A vedere i filmati di Davide però mi rendo conto che il salice ha tutta un'altra lavorabilità (mettendoci pure che Davide sa lavorarlo come si deve). L'abete con le fibre che ha non è il massimo secondo me e il rischio di strapparlo è sempre dietro l'angolo. Dovrò provarlo 'sto salice.
Dovrò anche lavorarmi un cacciavitino... hai ragione.
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da piase »

A vederle mi sembravano più grosse. 2 per me è più che sufficiente. Il salice lo pieghi a freddo dopo aver piegato quelle di abete!
È molto difficile relaizzare un abete "di spacco" che sia così facile da lavorare come un salice tagliato a casaccio.

Per il momento penso che acusticamente sia molto valido l'abete. Ma molto più scomodo da lavorare.
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Re: Il violino di Maurizio

Messaggio da lorenzo fossati »

che ne dite del tiglio?
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