Il Toscano 1690 - Antonio Stradivari

Dedicato a chi suona gli strumenti ad arco.
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_ale
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Il Toscano 1690 - Antonio Stradivari

Messaggio da _ale »

Claudio, ho visto nella tua galleria (della quale mi permetto di riportare un'immagine che hai fotografato) il Toscano al MUSA dell'Accademia di Santa Cecilia. La prima volta che lo vidi, rimasi affascinato dal meraviglioso sottofondo dorato che nella tua fotografia appare appena sotto la tastiera nel lato destro. Guardandolo al variare della luce è come se fosse attraversato da mille pagliuzze dorate, un qualcosa di veramente stupefacente. E' tutta originale la vernice del Toscano? E' questo il bellissimo effetto della preparazione di Antonio Stradivari? Grazie

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claudio
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Messaggio da claudio »

Confermo, il Toscano 1690 di Stradivari conservato presso il Museo di Santa Cecilia a Roma, è uno dei migliori esemplari.

Ma prima di tutto vorrei ringraziare la D.ssa Bini, responsabile del Museo, e tutto personale responsabile, i quali mi hanno permesso con una gentilezza e disponibilità estremi, di documentare fotograficamente gli strumenti senza bisogno di particolari permessi e di potere ricavare tutte le informazioni che volevo. Inoltre la biblioteca di Santa Cecilia è ricchissima di testi di grande interesse, anche liutario, ed è di libera consultazione. Ricordo che il museo è aperto tutti i giorni e l'ingresso è gratuito.

Questo ha la particolarità di essere stato costruito nel 1690, quindi una quindicina di anni prima della grande produzione che noi conosciamo come "periodo d'oro", ed appartiene a buon diritto al cosiddetto periodo "amatizzato".
La vernice mi sembra originale, ovviamente sono presenti i ritocchi dovuti ai vari interventi di restauro (vedi le punte e il bordo della CC di destra), credo anche che sia tra le migliori che si conservino su uno strumento del 1600. L'illuminazione mette in risalto riflessi e peculiarità della vernice, tra cui le famose "pagliuzze d'oro". In questo strumento il fondo giallo dorato è particolarmente evidente, la cosa interessante è che rispetto a strumenti degli anni precedenti, è qui si iniziano i giochi di luce: a differenze delle vernici ambrate dove è il legno il principale protagonista sotto la vernice, negli anni a seguire, è la vernice stessa ad assumere un ruolo di protagonista. La stesura di strati colorati aldisopra di uno strato giallo dorato, infatti, aggiunge complessità e profondità nella qualità della trasparenza e dei riflessi. Questa è una pratica usata anche nella oreficeria che Benvenuto descrive benissimo quando parla di incastonare pietre preziose su un fondo caratterizzato da foglie d'oro di varie leghe. Qui il processo è del tutto analogo: si ha una stratificazione superficiale rossa che ne precede una giallo dorata.
La cosa interessante, come ha già notato Ale, è che il fondo giallo pare "esplodere" nel momento in cui lo strato rosso si consuma. Da quel che ho imparato con l'uso delle vernici ad olio, questo rosso che ricoprre il fondo giallo dorato ha tutte le caratteristiche delle alizarine, che tipicamente hanno un leggero potere coprente, ma non tale da lasciar sfuggire le "pagluzze d'oro".

Di seguito una foto del "Toscano" ripreso di 3/4, in cui si possono apprezzare le bombature e la sguscia della cassa. Per me questo è l'unico modo di fotografare gli strumenti, quella di avere strumenti antichi fotografati perfettamente in pianta e senza nessun riflesso è una pratica sbagliata che non permette una comprensione degli strumenti.

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Si noti la bellezza del ricciolo ed i cospicui resti della decorazione dello smusso, credo che sia china. Si ammiri la bellezza e la plasticità di questa testa, qui non si parla di perfezione, bensì di estro creativo. Di ricci perfetti non so che farmene.

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andante con fuoco
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delyrium
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Messaggio da delyrium »

a proposito di ricci e manici di violini viole e violoncelli del cinque-sei-settecento, ancora mi resta un dubbio irrisolto in mente...
se appunto in tali periodi gli strumenti degli Amati, di Stradivari, dei Guarneri, di Ceruti, ecc., erano costruiti secondo la prassi che noi chiamiamo barocca quindi manico più corto, innesto inchiodato, tastiera differente, ecc., e siccome appunto tali strumenti sono arrivati ai giorni nostri con una montatura moderna al posto di quella barocca (fatta eccezione per pochissimi esemplari), si dovrebbe logicamente dedurre che nessun manico di questi strumenti sia originale e quindi neppure il riccio... invece così non è da quel che ho capito :?: magari si sostituì il manico con uno moderno e si incollò il riccio originale? chiedo soprattutto a Claudio qualche delucidazione in merito...
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edo
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Messaggio da edo »

delyrium ha scritto: magari si sostituì il manico con uno moderno e si incollò il riccio originale? chiedo soprattutto a Claudio qualche delucidazione in merito...
esatto, è stato fatto proprio così. Questo è uno dei primi link che mi sono usciti inserendo in Google "neck graft"

http://tulsaviolinrepair.com/Dieudonne% ... Graft.html

anch'io ho una curiosità: da qundo si è cominciato a modificare il manico dei violini barocchi?

Chi lo ha fatto per la prima volta?

O forse prima è stato costruito un violino con manico moderno e poi si è cominciato a modificare gli antichi?

ciao

edo
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ho riletto i miei messaggi precedenti e il troppo entusiasmo mi ha fatto lievemente esagerare a proposito delle foto. In buona sostanza il mio pensiero è questo: ben vengano le foto degli strumenti, anche quelle ultraperfette e senza riflessi, anche perchè sono importanti per rilevare le forme degli strumenti nel caso siano pubblicate 1:1 (vedi poster di The Strad). Ma è necessario affiancarle con altre "imperfette", altrimenti non ci si renderà mai conto dell'entità delle sue curve, sgusce e bombature.

Riguardo le modifiche dei manici, esse iniziarono nella seconda metà del 1700, se date uno sguardo alla discussione "1789" potrete rendervi conto di quanto quel periodo sia stato importante e zeppo di cambiamenti radicali da ogni punto di vista. Nel giro di un paio di decenni si passa dalla musica di Vivaldi a quella di Mozart, le orchestre si sono ingrandite e richiedono maggiore suono agli strumenti. Pare inoltre che sia gradito un suono più penetrante e brillante da parte degli archi e attraverso qualche esperimento si è visto che allungare il manico, cambiare anima, catena e e ponticello hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo. La modifica va di pari passo all'evoluzione della scuola violinistica. Chi abbia fatto la prima modifica non mi è dato saperlo, ma da dove provenisse forse un'idea è lecito farsela: area austriaco-germanica.
Cmq la "montatura alla moderna" fu un fenomeno che avvenne gradualmente e che si è protratto in modo massiccio fino a tutto il 1800.
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

Ciao Claudio,
suppongo che all'inizio di questa transizione ci siano stati strumenti con manici barocchi montati con code in metallo, ai quali in seguito sia stato modificato il manico. E' possibile con le corde moderne una tale combinazione, oppure i violini barocchi montano solo il budello?
- Alberto Soccini -
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claudio
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Messaggio da claudio »

La tecnologia per costruire corde in metallo destinate agli strumenti a corda è piuttosto tarda rispetto alla "montatura alla moderna", inoltre non si ravvisava la necessità di cambiare il materiale delle corde perchè il budello era e rimane quanto di migliore per un suono ricco di armonici e dal timbro incomparabile. L'uso di corde in budello, anche quando la tecnologia delle corde in metallo si è consolidata, è da sempre prerogativa del suono di qualità.
Il fatto che oggi vediamo sul Toscano corde tipo Dominant, analogamente a molti altri strumenti famosi, è una scelta di praticità. Le corde in fibra sintetica sono più stabili all'accordatura, e gli strumenti antichi hanno una qualità tale che riescono a far digerire anche la loro caratteristica "ronzante".
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delyrium
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Messaggio da delyrium »

riguardo le corde in metallo se non erro si era già discusso, e mi pare di ricordare che l'uso comune delle corde di metallo sia iniziato nel novecento...

riguardo invece all'incollaggio del riccio nel nuovo manico, non crea problemi di stabilità del riccio stesso nel tempo poichè soggetto alla tensione costante delle corde (specie se in budello naturale)?
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