Liutai bolognesi

I liutai: i loro strumenti e le loro biografie.
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licuti
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Liutai bolognesi

Messaggio da licuti »

Claudio, il mio maestro mi ha parlato un gran bene dei liutai bolognesi di fine Ottocento - inizio Novecento (citandomi Fiorini, Pollastri ed altri che non ricordo). A suo dire (ed è una persona affidabile) hanno prodotto alcune delle migliori realizzazioni di quel periodo.
Tu cosa ne pensi, sai darmi qualche indicazione su come documentarmi (non li conosco proprio)?
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bach76
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Messaggio da bach76 »

I liutai maggiori a Bologna:

Giuseppe e Raffaele Fiorini
Augusto e Gaetano Pollastri
Armando Monterumici
Cesare e Oreste Candi
Otello Bignami
Ansaldo Poggi
Paolo Morara
Carlo e Natale Carletti


Altri Liutai Bolognesi :


Antonello Adamo (1964-1995)
Domenico Agostini (1916-1975)
Francesco Antonini (1913-?)
Gustavo Baldo (1895-1963)
Giuseppe Bonora (1888-anni'60)
Rino Bonsi (1914-1966)
Ildebrando Cacciari (1914-?)
Dante Cavara (1914-1983)
Ermete Colombarini (1902-1950)
Fulvio Colombarini (1903-1963)
Filippo Cometti (?-1986)
Valentino Cuppini (1916)
Marco Dobretsovitch (1891-1957)
Paolo Eterno (1915-1969)
Rino Federici (1915 1998?)
Engels Figna (1904-1992)
Astorre Fiorentini (1887)
Antonello Gamberini (1961-1991)
Claudio Gamberini (1895-1965)
Athos Gardini (1908-1997)
Libero Gardini (1910-1997)
Alberto Guerra (1908-1968)
Luigi Govoni (1894-1959)
Anacleto Lanzarini (1917-1975)
Giuseppe Lepri (1896-1976)
Carlo Melloni (1904)
Primo Montanari (1904-1961)
Luigi Mozzani (1869-1943)
Otello Nanetti
Sergio Pesci (1913-1990)
Enrico Piretti (1911-1996)
Cesare Pollastri (1925-1998)
Mauro Porcelli (ca.1913)
Giuseppe Selva (1894-1969)
Curzio Rossi (1936-1977)
Angelo Tedeschi (1913-17)
Evaristo Tolomelli (1913-17)
Wolfgang T.-Bebié (1888-1958)
Alberto Zabbini (1909-1981)


Liutai Moderni Bolognesi:


Daniele Canu
Gabriele Carletti
Frank Eickmeyer
Lorenzo Frignani
Giancarlo Guicciardi
Ezia di Labio
Gianni Norcia
Gianluca Poli
Anna Radice
Roberto Regazzi
Bruno Stefanini
Pietro Trimboli
Alessandro Urso


:P
Ultima modifica di bach76 il sabato 21 gennaio 2006, 10:49, modificato 2 volte in totale.
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bach76
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Messaggio da bach76 »

http://www.ilsuonodibologna.org/it/vlnmakrs.htm

Licuti ti segnalo questo sito sui liutai bolognesi................. :D :P :wink:
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claudio
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Messaggio da claudio »

La scuola bolognese, ma più in generale quella emiliano-romagnola, è sicuramente una delle più importanti, da porsi in collegamento diretto con la scuola antica cremonese. Vale la pena di ricordare G.A. Marchi, il cui manoscritto sulla liuteria del 1786 è stato pubblicato da Roberto Regazzi. Riguardo alla liuteria bolognese di fine 800 ed inizi 900 bisogna fare attenzione perchè trovare strumenti di quel periodo sonori ed in grado di soddisfare il palato fine del musicista è abbastanza difficile, perchè allora era in uso produrre strumenti con spessore piuttosto rinforzati e con criteri costruttivi completamente diversi da quelli della classicità cremonese. Questo allora non era possibile saperlo poichè la conoscenza degli strumenti antichi era privilegio di pochi, anche se gli Hill fecero molto per diffondere le tecniche dei liutai classici. Tuttavia, da un punto di vista antiquario e collezionistico gli strumenti della tradizione emiliano-romagnola hanno acquisito un grande valore nel tempo costituendo ancora oggi un validissimo punto di riferimento stilistico-formale per il giovane liutaio. Bisogna poi aggiungere che gli strumenti di Poggi, Bignami, Capicchioni ed altri contemporanei, raggiunsero risultati sonori di assoluta grande qualità.
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licuti
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Messaggio da licuti »

Grazie per le risposte.
Il sito segnalato da Bach76 lo conoscevo già.

Continuo sullo stesso tenore:
quali sono le grandi scuole di liuteria italiane (ed i rispettivi periodi)?
Cremonese (?-?)
Emiliana (?-?)
Napoletana (?-?)
ecc.

Grazie
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claudio
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Messaggio da claudio »

Aggiungerei quella lombarda, piemontese, veneta, ligure ed in generale tutta la zona riguardante il nord Italia. Per il sud Italia il discorso è limitato a regioni quali la Campania, la Sicilia e poco altro, in quanto lo sviluppo della liuteria pare che sia stato più limitato. Dico "pare" perchè non sono convinto che nel Regno delle Due Sicilie, zona di grande sviluppo culturale e musicale nel passato, non abbia avuto i suoi esponenti di eccellenza anche nel campo della liuteria.
Per il resto il discorso è assai articolato e difficile da riassumere nelle poche righe di un intervento, cmq ognuna delle regioni italiane merita uno studio accurato dei liutai che l'hanno popolata nelle diverse epoche. Cmq la tradizione è tuttora viva e mi pare che se da una parte c'è una generale e deprecabile stagnazione dello stile dovuta all'adagiamento sullo stile cremonese moderno (quello antico era altra cosa), dall' altra mi pare che i risultati dal punto di vista sonoro siano in alcuni casi molto incoraggianti.
jofal
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Messaggio da jofal »

claudio ha scritto:.... se da una parte c'è una generale e deprecabile stagnazione dello stile dovuta all'adagiamento sullo stile cremonese moderno (quello antico era altra cosa)....
Quali sono le caratteristiche dello stile cremonese moderno? E quali le differenze con l'antico?

(scusate l'intromissione, ma da profano mi incuriosisce)
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licuti
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Messaggio da licuti »

claudio ha scritto:Per il sud Italia il discorso è limitato a regioni quali la Campania, la Sicilia e poco altro, in quanto lo sviluppo della liuteria pare che sia stato più limitato. Dico "pare" perchè non sono convinto che nel Regno delle Due Sicilie, zona di grande sviluppo culturale e musicale nel passato, non abbia avuto i suoi esponenti di eccellenza anche nel campo della liuteria.
Sono di origini siciliane e mi piacerebbe conoscere qualcosa di più sui liutai della Regione: so della famiglia Puglisi di Catania (il mio avatar è un Michelangelo del primo '900) ma null'altro. C'è qualche pubblicazione che li racconta?
Onorino
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Messaggio da Onorino »

Claudio,
probabilmente l'avrai già detto, chi è stato il tuo maestro?
Un'altra domanda, di tutti i liutai che ho conosciuto in molti hanni di musica non c'è mai stato nessuno che nonostante le offerte ricevute abbia avuto voglia di prendere allievi, nel 1983 il liutaio Otello Bignami tenne un corso di liuteria a Bologna per sedici allievi solamente, poi fine, più nulla.
Perchè in giro ci sono corsi di ogni tipo, persino per costruire dei carri allegorici in cartapesta. Di liuteria nulla o quasi. Pensa che a Bologna c'è solo il liutaio Stanzani allievo di Piretti molto bravo che costruisce chitarre jazz tipo arch top e con tutti gli appassionati della chitarra jazz al mondo compresa l'Italia probabilmente un certo mercato per questo tipo di strumento ci sarebbe anche.
La tua storia di apprendista come andò?
Sarebbe per me interessante conoscere le esperienze avute anche da altri amici del forum.
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claudio
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Messaggio da claudio »

In giro esistono moltissime pubblicazioni che raccolgono pubblicazioni sui liutai delle varie regioni, mi sembra che Eric Blot abbia all'attivo alcuni libri in proposito. I liutai del sud sono abbastanza ignorati principalmente perchè fuori dal giro del commercio "tradizionale" dei violini. Tento di spiegarmi: qui a Pisa fino al 1990 era vivente Piero Badalassi, liutaio dal carattere schivo ma con mano decisamente fatata, che ci ha lasciato numerosi bei strumenti. Badalassi nel 1976 vinse la prima edizione del concorso della Triennale di Cremona, ma questo fu forse sufficiente per valorizzare i suoi strumenti anche dopo la sua morte? Purtroppo gli strumenti di Badalassi, come quelli di altri più o meno conosciuti liutai italiani, non sono valorizzati come meriterebbero. Ma assistiamo anche ad un altro singolare fenomeno: gli strumenti di alcuni famosi liutai del '900 come Poggi, Bignami, Capicchioni, Galimberti, Fagnola, ecc ecc, hanno raggiunto quotazioni assurde. Con gli stessi soldi si potrebbe pensare all'acquisto di un onesto violino antico. La continua corsa al rilancio ha completamente drogato il mercato dei violini, per cui assistiamo spesso ad assurdità del genere.
Lo stile cremonese moderno, di cui un esempio ottimo e genuino è rappresentato nel thread in cui è mostrato un violino di Francesco Bissolotti, è oggi uno stile pesantemente inflazionato. Laddove gli esemplari originali cremonesi mostrano una freschezza di esecuzione ed una intuizione straordinarie, oggi a Cremona vediamo perlopiù il ripetersi di uno stile stereotipico. Ovviamente ci sono alcune eccezioni, di cui Bissolotti fa parte, ma purtroppo la continua domanda da parte del mercato giapponese di violini di un certo tipo ha causato l'irrigidimento sia dal punto di vista stilistico che sonoro. Questo è stato un errore madornale da parte dei liutai cremonesi in quanto è mancata quella lungimiranza che avrebbe permesso l'evoluzione dello stile, soprattutto a livello individuale, e non avrebbe permesso ai commercianti dei vari paesi orientali di "spadroneggiare" e di dettare regole sullo stile.
Oggi paghiamo queste scelte con violini cinesi che ricalcano puntualmente lo stile cremonese moderno e che costano dalle 10 alle 20 volte meno di uno strumento cremonese. Quello che io intendo come "stile cremonese moderno" è l'ossessivo riferimento ai canoni costruttivi stradivariani tipici della produzione dei primi decenni del 1700, condotto in maniera perlopiù pedissequa e con l'uso di materiali e procedure per le vernici completamente diversi rispetto a quelli antichi.

Io ho iniziato da autodidatta leggendo il libro di Sacconi, successivamente (e fortunatamente) iniziai una corrispondenza con Charles Beare, il quale mi ha offerto alcuni interessanti spunti per iniziare la mia nuova professione di liutaio. Nell'ottica di conoscere l'opera di Sacconi e i suoi allievi più da vicino, iniziai a visitare il laboratorio Bissolotti, in cui ho trovato sempre una grande disponibilità ad offrire dritte e consigli. Infine ho perfezionato la costruzione degli strumenti con Giobatta Morassi. Come si può vedere, non ho avuto un maestro nel vero senso della parola, ma una serie di importanti figure di riferimento da cui ho preso spunto.
Ultima modifica di claudio il lunedì 23 gennaio 2006, 15:08, modificato 1 volta in totale.
jofal
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Messaggio da jofal »

Grazie per la(e) risposta(e).
Un'altra curiosità sorge spontanea, dopo aver letto la tua risposta: ma perché il mercato giapponese è così importante? Qual è il motivo di tanta richiesta?
Onorino
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Messaggio da Onorino »

Jofal io una risposta alla tua domanda l'avrei,
vai sul sito IL VIOLINO MAGICO, nei violini in vendita c'è un Franco Albanelli del 1971, il prezzo non è indicato ma a giudicare da quelli degli strumenti nella stessa categoria diciamo che potrebbe essere offerto per circa 10.000.000 di Jen fai tu il cambio ma mi raccomando siediti prima di iniziare. Quello strumento l'ho venduto io recentemente a un mercante di Bologna e credimi, il prezzo è stato ragionevole per uno strumento costruito da un allievo di Gaetano Pollastri, credo che il mercato giapponese faccia stare in piedi la maggior parte dei liutai italiani perchè se Claudio mette in vendita i suoi ottimi strumenti a prezzi tutto sommato "abbordabili" altri liutai sparano delle cifre che per strumenti nuovi sono impossibili, come non pensare che ci sia un mercato oltre oceano che gli compra tutto quello che producono, che li fa campare insomma, poi qui da noi questi fanno le belle fighe e ti chiedono 25.000 € per uno strumento nuovo.
Grazie per la bella risposta di Claudio, ha tante cose da dire a tutti noi....
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Messaggio da giovi90 »

Quanto vale circa un violino di Fiorini? una mia compagna ne ha ereditato uno... ke fortuna!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Un Fiorini autentico, in buono stato e con expertise vale parecchie decine di migliaia di euro.
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Giva
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Messaggio da Giva »

Una domanda... così per alimentare il mio già smisurato ego...
esistono liutai che di cognome fanno Guareschi?
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