[discussione articolo] Fondamentalismo o Rigore?

Strumenti, pensieri e confidenze a lume di candela.
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claudio
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[discussione articolo] Fondamentalismo o Rigore?

Messaggio da claudio »

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andante con fuoco
ele
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Messaggio da ele »

Io penso che costruire strumenti ad arco sia una vera arte e in quanto tale non può essere come una scienza perfetta....non è matematica!
Pur applicando determinate regole precise i risultati sono sempre un'incognita.
Basta pensare che per quanto un liutaio si impegni, parta da legno di altissima qualità, studi bene il modello e tutto solo a lavoro ultimato vedrà veramente come è uscito lo strumento...certo, se i presupposti sono buoni ci sono alte probabilità che ne esca uno strumento interessante....ma non si tratta di certezze.
A mio parere questo è un aspetto molto bello, che l'arte sia arte...con vantaggi e svantaggi che ne derivano.
Immagino che il sogno di qualunque liutaio sia quello di arrivare, dopo anni di esperienza, ad avere uno stile riconoscibile a colpo sicuro...per cui vedendo un suo strumento si risale immediatamente a lui.
Questo significa che ha acquisito un suo modo personale di costruire...ma penso che questo non possa essere l'obiettivo di un neofita.
All'inizio, per fare pratica, credo sia necessario attenersi piuttosto rigidamente a delle regole...solo in un secondo momento e con una certa esperienza si può pian piano iniziare a discostarsi e a fare qualcosa di diverso, con gli inevitabili rischi che questo comporta.
L'importante che sta alla base di tutto credo sia comunque la curiosità del liutaio, la sua intelligenza, la voglia di andare a fondo nelle cose e la creatività.
Dico tutte queste cose così, solo come risultato di un pensiero logico....io non sono liutaia! Si tratta solo di un mio pensiero e di un modo di vedere le cose...
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livron
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Messaggio da livron »

Articolo interessante che non fa altro che esplicitare il pensiero che anima ed è alla base della tua attività di liutaio. Lungi da me qualsiasi generalizzazione, ma credo che la logica consumistica moderna porti molti a smettere di cercare, e quando non si fa più ricerca ci si ferma spesso su risultati appena soddisfacenti. Del resto il rovescio della medaglia è che, con il livellamento della produzione, si perde nelle nuove generazione la percezione di quello che deve essere un buon strumento ed un bel suono (difficoltà che è anche la mia). Ad esempio molto spesso si attribuisce importanza al volume o potenza del violino, identificando tout court questa caratteristica con il bel suono che uno strumento ad arco dovrebbe avere; accade quindi che molte volte la ricerca sia solo nel senso di una maggiore potenza. C’è poi il problema del confronto con l’imponente e difficile tradizione degli antichi maestri, per cui si potrebbe essere portati a pensare che il discostarsi da essi equivalga a geniale intuizione o, al contrario, si potrebbe credere che la riproposizione meticolosa di modelli, spessori e forme porti inevitabilmente a medesimi ottimi risultati. Entrambe le convinzioni mi sembra che siano sempre smentite poi nei fatti. Allora quale strada percorrere? Quella della ricerca senza dubbio, della padronanza dei modelli classici che non sia però passiva imitazione, ma che porti il liutaio ad avere la giusta sensibilità, a variare qualche parametro con coscienza e scienza la dove intraveda possibilità di miglioramento anche in considerazione dell’unicità del legno che si ha a disposizione per la costruzione degli strumenti. Si sente parlare spesso di segreti legati ai nomi del periodo d’oro della liuteria italiana, ma credo che l’unico segreto risieda nell’esperienza che non è purtroppo riassumibile in una formula chimica o matematica, quell’esperienza che può portare il liutaio che operi con cognizione a quel bagaglio necessario per apportare quelle modifiche non necessariamente geniali o sconvolgenti, ma che lo possano condurre a risultati migliori ed alla piena padronanza della tipologia di suono che intende ricavare di volta in volta dal suo strumento. Mi sembra quindi che se proprio si ha il bisogno di una formula segreta, l’unica in grado di funzionare veramente sia quella che dice che la qualità del suono è direttamente proporzionale al numero di strumenti costruiti, al grado di comprensione delle tecniche costruttive classiche, alla quantità di studi e ricerche che si sono fatte… anche così rimane però un parametro insondabile che è la sensibilità precipua di ogni individuo.
L'abilità non è richiesta, tutto ciò che è richiesto è perseveranza e applicazione!

Paganini a Camillo Sivori
rossano58
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Messaggio da rossano58 »

Mala tempora currunt.

Caro Claudio, il tuo articolo mi stimola delle riflessioni molto tristi.
Da quello che dici (e che condivido appieno) esce la figura di un liutaio innamorato del proprio lavoro che solo dopo tanti anni e consistenti investimenti (tempo e denaro) riesce (forse) finalmente a essere padrone dell'arte e costruire violini degni della tradizione italiana.
Un musicista qualche settimana fa mi ha detto di non amare molto la categoria dei liutai perchè si fanno pagare cifre assurde per violini che molto spesso suonano peggio dei violini fatti dai loro colleghi cinesi.

L'approfondimento delle tecniche della liuteria classica di cui parli e la successiva divulgazione ha permesso anche ai liutai che operano in zone povere di accedere all'arte (es. ai cinesi). Questo ha instaurato un regime di concorrenza che fa bene al compratore, ma mette seriamente in difficoltà chi inizia in un paese come il nostro in cui il costo della vita non ti permette di operare in perdita per tanto tempo.

Vivere a Cremona forse ha un vantaggio rispetto a Pisa:
Il giovane apprendista lavora in una bottega famosa, punto di riferimento per numerosi musicisti e turisti, e sotto la supervisione del maestro riesce a mettere in vendita violini da studenti (che suonano poco meglio di violini di fabbrica) a prezzi più bassi e in qualche modo assorbire il lungo periodo di apprentistato e maturazione.

Ciao Rossano
Ma tu... da quanto suoni?
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Ma il Liutaio, si considera un artista o un artigiano?
ted
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Messaggio da ted »

Un vero artigiano è un'artista quando raggiunge i livelli di un liutaio.
Personalmente penso che siauna dei modi migliori per valorizzare il lavoro manuale.
A chi possiamo paragonarlo,ad uno scultore?ad un pittore quando dipinge ( secondo me è il termine giusto) il suo violino?
aldeo
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Messaggio da aldeo »

Considerato che l'appellativo "artista" viene attribuito a certi signori che tutti più o meno conosciamo, chiamare artista un liutaio è volerlo sminuire a livello di chi non sa far quasi niente.

Non entro nel merito a quanto scritto da Claudio perchè mi ha pregato di NON dargli ragione.
Comunque penso che se molti lamentano che da tre secoli i violini (e gli altri strumenti ad arco) vengono fatti sempre nella stessa maniera e propongono fantasiose alternative, non hanno compreso che le regole ci sono per essere stravolte, ma per poterle stravolgere bisogna almeno averle capite!!! :roll: :roll: :roll: :roll: :roll
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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