Seminario di Liuteria a Roma.

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Piergiuseppe
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Messaggio da Piergiuseppe »


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claudio
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Messaggio da claudio »

Piergiuseppe, ti ho scritto privatamente per alcune informazioni, hai ricevuto?
andante con fuoco
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claudio
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Messaggio da claudio »

Purtroppo Piergiuseppe pare non ascoltarmi, mi dispiace perchè ho stima di lui e pensavo che almeno una risposta di cortesia mi fosse dovuta.

Quello che ho teso a far capire nell'incontro di Roma è che quello di Sacconi è un "sistema aperto", così come lo era il mondo della classicità cremonese, ossia non regolato rigidamente e suscettibile di variazioni infinite. Ad sempio la regola della sezione aurea e quella conseguente del 9, 5, 4 ha un valore del tutto relativo che va preso con molta cautela. Questo lo dico proprio per rispetto a Sacconi e per lasciar aperta un'ipotesi di approfondimento, perchè la regola della sezione aurea è molto discussa in tutti gli ambiti e c'è perfino chi ne nega l'esistenza, attribuendola a qualche matematico dalla fantasia un pò accesa.
Come in questo caso:
http://www.renneslechateau.it/indagini/ ... 43-250.pdf

Riguardo alla sua applicazione nell'arte e ad un certo approfondimento, rimando all'apposita voce su Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea

da cui riporto un passo:
A fronte di queste considerazioni, si può capire come sia pienamente lecito affermare la presenza della sezione aurea, in un'opera o nell'estetica di un artista, soltanto in presenza di forti indizi che indicano che l'artista ha volutamente e consciamente utilizzato tale sezione nelle sue opere, o per sua ammissione diretta.
E' stata Teresita Pacini Sacconi stessa a dire in una sua lettera che Sacconi avrebbe voluto una seconda edizione del libro, quindi nessun mistero in proposito. Invece ci rimane una prima edizione molto imperfetta, ma ugualmente di enorme valore. Quel che io ho affermato nel seminario, è che nonostante le parti oscure o imprecise, l'esperienza di Sacconi traspare in modo talmente evidente, che tutte le sue indicazioni possono essere in via di principio prese per buone e a riferimento per chi studia e lavora in liuteria.

Questo vale specialmente per il capitolo della vernice.
andante con fuoco
yidaki
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Messaggio da yidaki »

Scrivo due righe solo per dire che ci sono.... ero alla conferenza e seguo questo interessante post. Desidero esprimere ancora a Claudio la mia ammirazione per il lavoro divulgativo che stà portando avanti e soprattutto per l'umiltà con la quale si pone verso il prossimo: una dote che pochi hanno.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ti ringrazio, ma forse proprio umile non lo sono. Ci sono persone che Sacconi lo hanno incontrato e conosciuto personalmente che avrebbero più titolo di me di parlare di lui e del suo lavoro. Ma io con l'incontro di Roma mi sono proposto di raccontare il mio percorso personale nell'ambito della ricerca liutaria partita dalla lettura del libro di Sacconi. Ho toccato alcuni spunti biografici di Sacconi servendomi anche di lettere autografe che mi sono state messe a disposizione da Fabio Chiari, abbiamo cercato di approfondire il personaggio, ma soprattutto il significato del suo libro oggi a tanti anni dalla prima pubblicazione.
andante con fuoco
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violino7
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Messaggio da violino7 »

claudio ha scritto: ..................
Quello che ho teso a far capire nell'incontro di Roma è che quello di Sacconi è un "sistema aperto", così come lo era il mondo della classicità cremonese, ossia non regolato rigidamente e suscettibile di variazioni infinite.
..................
Frase che ha un grande significato! Mi permetto di riconsiderarla da sola perchè è davvero illuminante riguardo quel mondo antico e la visione liutaria di Sacconi.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Il nostro relatore, prima di affrontare l'esame delle varie parti del libro di Sacconi ci ha intrattenuto con una interessante dissertazione sulla "forma del violino", non la forma interna per costruirlo, ma proprio la sua immagine esteriore.

"Perchè il violino" ha questa forma?".

Immagine

Immagine

Nella foto che vi mostro, sulla destra è fotografato un capitello corinzio del tempio della Sibilla a Tivoli.

Ci sono state mostrate altre foto raffiguranti ornamenti di vario tipo su sculture che utilizzano foglie, rami, fiori ecc..., e questo capitello è stato portato da Claudio come valido esempio del gusto diffuso nell'antichità di riprodurre negli ambienti dove l'uomo vive gli elementi che la natura manifesta.

In sostanza, partendo da molto lontano, questo gusto è arrivato attraverso i secoli fino al Rinascimento ed ha in qualche maniera influenzato l'evoluzione estetica del violino.

In quel capitello si notano ben distinti dei riccioli, delle foglie con delle punte e dei filetti (le nervature della foglia).
"Il violino potrebbe benissimo non avere le punte delle CC, o non avere i filetti! E perchè il riccio è maggiormente riprodotto sulla testa del suo manico, rispetto ad altre figure?"
Sono reminescenze dei tempi antichi, un omaggio alla natura sovrana!
"In sostanza noi suoniamo una cassa armonica che è la rappresentazione di una foglia".

Spero di aver riferito giustamente il concetto esattamente come voleva essere espresso![/img]
.
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- Lino Santoro -
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Piergiuseppe
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Messaggio da Piergiuseppe »

violino7 ha scritto: "In sostanza noi suoniamo una cassa armonica che è la rappresentazione di una foglia"
E' curiosa e nello stesso tempo moto bella questa poetica frase pensando al violino diretto discendente della ribeca introdotta in europa dagli arabi abitanti in luoghi dove le foglie scarseggiano assai.
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talus
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Messaggio da talus »

Piergiuseppe ha scritto:
violino7 ha scritto: "In sostanza noi suoniamo una cassa armonica che è la rappresentazione di una foglia"
E' curiosa e nello stesso tempo moto bella questa poetica frase pensando al violino diretto discendente della ribeca introdotta in europa dagli arabi abitanti in luoghi dove le foglie scarseggiano assai.
e' una supposizione che il violino fosse venuto, con il rebab arabo in europa,visto che gia prima della conquista spagnola da parte dei mori,i brettoni usavano il cruth,strumento che offriva piu larghe risorse.
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Piergiuseppe
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Messaggio da Piergiuseppe »

talus ha scritto:i brettoni usavano il cruth,strumento che offriva piu larghe risorse.
Che accordatura ha questo strumento?
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talus
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Piergiuseppe ha scritto:
talus ha scritto:i brettoni usavano il cruth,strumento che offriva piu larghe risorse.
Che accordatura ha questo strumento?
la re sol do fa si
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Messaggio da yidaki »

Quel che so è che tale strumento molto antico aveva sei corde ed erano accordate solo su tre note, ovvero due corde suonavano la stessa nota. Il ponticello era piatto non curvo come nel violino....
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Piergiuseppe
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Messaggio da Piergiuseppe »

talus ha scritto:la re sol do fa si
Come vedi da te questo strumento non ha niente a che fare con il violino. La ribeca e' accordata per quinte.
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talus
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Messaggio da talus »

yidaki ha scritto:Quel che so è che tale strumento molto antico aveva sei corde ed erano accordate solo su tre note, ovvero due corde suonavano la stessa nota. Il ponticello era piatto non curvo come nel violino....
Aveva un ponticello piano per impedire all'arco di toccare una sola corda.
Ma ve ne sono di diversi tipi usati a partire dal500 d.c. dai Bardi ( Celti),perfezionatosi con il tempo.
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talus
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Messaggio da talus »

Piergiuseppe ha scritto:
talus ha scritto:la re sol do fa si
Come vedi da te questo strumento non ha niente a che fare con il violino. La ribeca e' accordata per quinte.
la rubeca che lei fa riferimento accordata per quinte o anche all'ottava e' gia' quella europea medioevale e si pensa simile al rebab arabo.Comunque ritengo superfluo affannarsi intorno a queste lontani origini. L'invenzione del Violino nasce secondo me dal bisogno di imitare la voce umana.
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