Sono un autodidatta (e non me ne vergogno).

Strumenti, pensieri e confidenze a lume di candela.
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

Anch'io mi metto nella categoria di quasi totale autodidatta: sono arrivato alla liuteria dopo alcuni anni di lavoro come musicista, iniziando tredici anni fa con l'attività di archettaio, disciplina in cui ho per i primi mesi avuto la fortuna di avere gli insegnamenti e la disponibilità di un grande archettaio piemontese, che però in quanto all'epoca ancora in attività non ha potuto farmi lavorare a bottega o risultare ufficialmente come mio maestro (ma qui si apre il solito, vecchio dibattito di come la burocrazia ammazza la trasmissione di un certo tipo di attività artigianali, e andremmo fuori tema):dopo aver avuto da lui i primi rudimenti (ma per me importantissimi) sulla costruzione dell'arco, un'altra figura che è stata fondamentale nella mia formazione è stata quella di .Arnaldo Morano, un decano della liuteria piemontese che, forse non tutti lo sanno, costruì anche degli ottimi archi prima di dedicarsi interamente agli strumenti. Anche in questo caso, i suoi consigli e la sua esperienza mi sono stati di grandissimo aiuto ma non ho potuto esserne allievo nel senso stretto del termine: il resto della mia formazione professionale deriva sia dalla mia esperienza di violoncellista (è indubbio che aiuta molto lavorare alla costruzione di qualcosa di cui si conosce bene il funzionamento perchè se ne è già un utilizzatore), da parecchia sperimentazione personale e dal confronto con altri colleghi con un'esperienza più lunga della mia.

Mi definisco invece interamente autodidatta per la costruzione degli strumenti (nel mio caso le arpe): ho cominciato basandomi per la costruzione su progetti di altri liutai, osservando il maggior numero possibile di arpe di altri costruttori e studiando quali soluzioni e metodiche costruttive erano state adottate, e ho successivamente continuato dedicandomi alla tracciatura di progetti miei, realizzati secondo le esigenze del cliente. Anche in questo caso, ho trovato che fosse indispensabile dedicarmi anche allo studio dello strumento in prima persona, per meglio capire a quali necessità e a quali dettagli era importante dedicare attenzione.
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1972pianoman
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Messaggio da 1972pianoman »

un'altra figura che è stata fondamentale nella mia formazione è stata quella di .Arnaldo Morano, un decano della liuteria piemontese
Caspita hai avuto un maestro del calibro di Morano, tanto di cappello. 8O
Immagino che fosse una miniera di informazioni!
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

Assolutamente si; credo che il periodo di esperienza con lui fu più che mai produttivo, era una persona che ascoltava molto, parlava poco (a parlare era il suo lavoro) e per questo motivo nella sua vita imparò molto.
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gustu
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Messaggio da gustu »

Barbamarco:
Arnaldo Morano anche lui un autodidatta, confermi?
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Messaggio da Barbamarco »

Morano aveva iniziato assolutamente da solo, questo sì ...in laboratorio teneva ancora una specie di violino molto squadrato e messo assieme anche con qualche chiodo ,che aveva provato a costruire da ragazzino quando come diceva lui stesso non aveva quasi idea di come fosse fatto davvero un violino ... e poi aveva imparato le regole della tracciatura da un manuale.
Quindi era "autodidatta" nel senso che non era stato a bottega a nessuno ma mi risulta che successivamente fosse entrato in rapporti con Tuà ricevendone molti utili consigli.
Bisogna vedere cosa si intende con la parola "autodidatta" ... se anche si comincia a costruire per conto proprio senza frequentare una bottega ,a parer mio non si può prescindere a un certo punto dal sottoporre il proprio lavoro a chi ha più esperienza e conoscenza perchè le critiche sono l'unico modo per crescere in questo lavoro, altrimenti finiremmo per darci la patente di maestri da soli.... un altro passo importante è sottoporre i propri strumenti al giudizio di musicisti professionisti e vedere come valutano la suonabilità dello strumento che abbiamo realizzato...
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claudio
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Messaggio da claudio »

Essere autodidatti o meno è una questione di sfumature alla volte, perchè come dice Marco si comincia come autodidatti e poi si procede con un maestro. Quindi il significato della parola tende un pò a perdersi perchè ogni autodidatta da questo punto di vista non lo è mai al 100%. Io ad esempio ho avuto contatti epistolari abbastanza stretti con Charles Beare all'inizio, poi sono andato a fargli visita nel suo laboratorio di Londra. In seguito ho avuto contatti fitti e frequenti con Morassi e Bissolotti, anche questo ha avuto una grande influenza nel mio lavoro. Le scuole vere e proprie in Italia fino ad una certa epoca sono sempre state appannaggio di pochi, vuoi perchè non esistevano, vuoi perchè la liuteria non era così diffusa come oggi, quindi gli autodidatti l'hanno fatto sempre da padrone. Quindi come si può definire un liutaio che abbia iniziato da solo e che poi sia entrato in contatto con qualche maestro, e che tuttavia non ha mai veramente lavorato nel suo laboratorio in modo tale da essere definito "allievo"?
Lascio a voi il dilemma perchè alla fine un vero autodidatta non è mai esistito, così come gli allievi di un certo maestro non è detto che seguano puntualmente la scuola che hanno frequentato.
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Messaggio da Barbamarco »

Al riguardo della tesi che vuole Stradivari come autodidatta, il Lanaro però lo collocherebbe come proveniente dalla scuola degli Amati; è una teoria considerata attendibile o stata disattesa da studi successivi?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Che io sappia non ci sono fino ad oggi prove certe e matematiche che Stradivari abbia avuto gli Amati come insegnanti. Esisteva una etichetta in cui era scritto "sub disciplinae Amatis" o qualcosa di simile, ma non so se ne sia mai stata accertata l'autenticità. Comunque gli eventi cronologici e biografici di Stradivari dovrebbero portare ad una risposta abbastanza chiara: Stradivari ha iniziato sicuramente come intagliatore, come tale ha quindi frequentato una scuola di intaglio fin da adolescente, tanto che si conosce anche un suo compagno che fu Giacomo Bertesi, entrambe quasi sicuramente allievi del maestro intagliatore Pescaroli. Negli anni a seguire le loro vie si dividono, Stradivari che comunque ha già nelle mani un mestiere, probabilmente si ritrova nella bottega degli Amati nella funzione di mantenere alto il livello di produzione degli strumenti. Lo stesso succederà, ma in modo meno evidente perchè Stradivari aveva un controllo più stretto sulla sua produzione, con Stradivari stesso che avrà ospitato nella sua bottega un certo numero di aiutanti più o meno esperti.
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Messaggio da gustu »

Interessante la cronistoria dell’inizio carriera di Stradivari fatta da Claudio.

Ma già che ci sono una parentesi: Manfio e barbaMarco hanno iniziato come strumentisti, altri nel passato passarono dalla tastiera alla sgorbia, potrei citare: Pressenda, Morano, Stefano Vittorio Fasciolo, per incominciare dal Piemonte.
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Messaggio da claudio »

Grazie Gustu, ovviamente non è tutto da prendere alla lettera. Ad esempio quando dico che Stradivari abbia frequentato una scuola d'intaglio insieme a Bertesi, non è da intendersi un istituto tipo scuola di liuteria di Cremona, bensì come apprendimento "alla scuola" di un certo maestro, in questo caso Pescaroli (o forse anche Capra), che si svolgeva nelle botteghe. Si parla quindi della figura del "famiglio", di origine prettamente feudataria, dove il ragazzo non solo veniva messo a bottega, ma condivideva buona parte della vita del suo maestro. Stradivari, all'epoca in cui ha iniziato a costruire strumenti, era già adulto e presumo avesse già ampiamente compiuto il suo apprendistato come intagliatore, quindi non è mai stato famiglio degli Amati, ma solo un aiutante con un buon mestiere sulle spalle, magari da usare nei momenti in cui non riuscivano a tenere dietro alla produzione. Che gli Amati avessero letteralmente conosciuto tempi d'oro dalla fine del 1500 a tutto il 1600 è testimoniato indirettamente anche dalle lettere tra Galileo e Frate Micanzio (incaricato di trovare un buon violino al nipote di G.), in cui i tempi di attesa e i prezzi sono erano molto più alti che altrove.
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Messaggio da blubasso »

Oggi è il giorno del necroposting, ma caspita: le discussioni interessanti le avete fatte tempo fa...
Volevo dire la mia e scusate se riesumo questo vecchio thread:

non sono un costruttore di strumenti musicali, ci ho provato due volte a chiedere "in bottega" a due altrettanti diversi liutai di prendermi come allievo ma ciccia, non hanno voluto. Vabbè, sono diventaro nel frattempo musicista professionista.

Questione autodidatti: il primo costruttore di strumenti musicali non aveva un Maestro, e fin qui spero siate daccordo tutti. Quindi solo con la curiosità e la passione si può fare qualcosa, se mancano queste due componenti essenziali tutto il discorso crolla: potrei avere Stradivari in persona come Maestro ma se sono io una testa di... legno non diventerò mai e poi mai un liutaio. Così come un meccanico o un cuoco...

Un Maestro ti semplifica la vita perchè utilizzi la sua esperienza per velocizzare la tua, ma al giorno d'oggi, con i mezzi di informatione che abbiamo, puoi anche non avere un maestro fisso, ma informarti e chiedere a più persone possibili. E lo puoi fare...

Altra cosa, uno strumento musicale serve a una cosa specifica: essere suonato. Questo significa che la funzione principale di uno strumento musicale e il suo suono. Certo, se poi è bello da vedere è un valore aggiunto, ma se prendo in mano un violino o una chitarra o anche un tamburo e questo mi restituisce un rumore invece di un suono, allora la mia funzione di costruttore di strumenti musicali va a... nanna.

Io credo che una persona che voglia costruire strumenti musicali debbe aver molto ben presente il tipo di suono che vuole ottenere e ricercare quello, scartando via via tutti gli strumenti che fa e che non suonino come vuole lui. Daltronde da ciò che ho capito, tutto il processo della scelta del legno, delle vernici e dei rapporti di costruzione sia finalizzato proprio ad avere uno strumento bello e soprattutto che suoni bene.
Ed è essenzialmente questo, ciò che fa di un liutaio, un liutaio e non un costruttore di cassapanche.

Per sapere che tipo di suono ti piace non serve un Maestro, basta l'ascolto degli strumenti che ti interessano e poi la ricerca su quelli che secondo te sono più simili a ciò che vuoi tu. Quindi se sei autodidatta la prima cosa da cercare è capire che suono vuoi ottenere, poi lo ricerchi. Se alla fine lo ottieni (per assurdo) con il truciolato e il Vinavil che importa? Secondo me questo è ciò che significa "trasferire la propria personalità in un pezzo di legno variamente colorato e incollato"...

Certo, se poi uno volesse costruire un violoncello ala maniera del '700 deve documentarsi e sentire il suono di quegli strumenti. Poco importa se poi il legno non è quello ortodosso: se la tua personalità si esprime nel suono di un violoncello fatto in legno di pero (un esempio a caso) allora vada per il legno di pero. Tu sei il liutaio. Tu decidi. Anche se non hai un diploma.
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