Cinabro85 ha scritto:A riguardo dell'albumina ho letto qualcosa su un libro dimateria pittorica . Veniva usata come vernice finale provvisoria , ma per essere provvisoria deve essere mescolata allo zucchero candido che la mantiene solubile , da sola invece no .
Infatti uno dei componenti della "vernice bianca" è lo zucchero candito, non zucchero qualsiasi, eccone spiegata la ragione.
Lo si trova nelle drogherie ed è buonissimo da mangiare come se fosse una caramella. Qui a Roma io l'ho trovato da Castroni.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
Cinabro85 ha scritto:A riguardo dell'albumina ho letto qualcosa su un libro dimateria pittorica . Veniva usata come vernice finale provvisoria , ma per essere provvisoria deve essere mescolata allo zucchero candido che la mantiene solubile , da sola invece no .
Conosco solo la vernice a chiara d'uovo (albumina) ma senza zucchero candito, solubile perchè, vuoi toglierla prima di verniciare?
Cinabro85 ha scritto:A riguardo dell'albumina ho letto qualcosa su un libro dimateria pittorica . Veniva usata come vernice finale provvisoria , ma per essere provvisoria deve essere mescolata allo zucchero candido che la mantiene solubile , da sola invece no .
Conosco solo la vernice a chiara d'uovo (albumina) ma senza zucchero candito, solubile perchè, vuoi toglierla prima di verniciare?
Mi ricollegavo al discorso pittorico , per farne una vernice provvisoria per i quadri deve essere reversibile e appunto con l'aggiunta di zucchero rimaneva solubile . Io cmq l'ho fatto pochi giorni fa e lo carteggiata dopo soli due giorni e sopra ho messo una vernice ad ambra e sembra essere andato tutto alla perfezione .
Mi lascia perplesso la reversibilità della vernice provvisoria, anche Cennini parla di vernice alla chiara d'uovo prima di quella definitiva, che deve essere stesa dopo alcuni anni, ma a togliere la vernice "solubile" dalla pittura si rischia di fare un bel pasticcio, la pittura a tempera rinviene facilmente.
Cinabro, certe tue conclusioni qualche volta mi lasciano un poco perplesso. La chiara d'uovo data di fresco rimane solubile all'acqua per molto tempo prima che diventi insolubile, non è necessaria nessuna aggiunta di zucchero.
Ale, una volta stabilizzata sulla tempera si può agire con una certa tranquillità.
Ma perchè stiamo parlando di queste cose nella discussione destinata al convegno delle vernici?
Si Claudio, ho pensato anch'io di andare OT, però le similitudini con il metodo di verniciatura degli strumenti sono così tante che ho pensato fosse giusto continuare, comunque se lo ritieni opportuno possiamo aprire anche una nuova discussione, no?
claudio ha scritto:Cinabro, certe tue conclusioni qualche volta mi lasciano un poco perplesso. La chiara d'uovo data di fresco rimane solubile all'acqua per molto tempo prima che diventi insolubile, non è necessaria nessuna aggiunta di zucchero.
Ale, una volta stabilizzata sulla tempera si può agire con una certa tranquillità.
Ma perchè stiamo parlando di queste cose nella discussione destinata al convegno delle vernici?
E' interessante, a mio parere, analizzare ciò che Cennini dice al riguardo della vernice per le "ancone"; egli parla di "vernice liquida e lucida e chiara la più
che possi trovare."
Prima di procedere, consiglia di mettere la tavola al sole, quel tanto che basta per riscaldarla.
Poi di procedere alla stesura:"fa' che la tavola stia piana; e con la mano vi distendi per tutto questa vernice, sottilmente e bene."
Oppure di intingere una spugnetta e di applicarla in senso rotativo.
Inoltre conclude raccomandandosi che la vernice sia ben cotta perchè solo così può asciugare senza sole e le tavole non possono rimanere per molto tempo esposte.
Tutte le indicazioni di cui sopra fanno pensare ad una vernice ad olio come in uso nel XV secolo (siamo in area toscana). Anche quando dice "lucida e chiara" secondo me sta a significare sopratutto che non ingiallisca qualità apprezzata in liuteria tutto sommato ma non in pittura.
Lucida e chiara nell'accezione di Cennini, significa trasparente e chiara, ossia non torbida e il più possibile incolore. Tutto questo riconduce inevitabilmente alle proprietà dell'olio di lino con cui preparare le vernice, che nel caso di vernici destinate alla pittura era preventivamente esposto al sole per schiarirlo. Forse in questo caso anche la vernice era esposta al sole perchè schiarisse il più possibile. E' evidente che tali procedimenti servivano principalmente a ritardare il più possibile il fenomeno dell'ingiallimento dell'olio, che comunque era preferito a tutte le altre vernici per la sua capacità di far risaltare i colori (alto indice di rifrazione).
4 anni fa il convegno a Cremona a lui dedicato, il 30 maggio rimane il giorno più importante di sempre per il liutaio: l'anniversario della nascita di Fernando Sacconi, anno 1895.