A volte può succedere anche questo...

Dedicato a chi si avvicina per la prima volta agli strumenti ad arco.
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OldFossil
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A volte può succedere anche questo...

Messaggio da OldFossil »

...ad esempio che il direttore della locale scuola civica musicale si attardi a sera inoltrata per i corridoi ormai quasi silenti dell'istituto per salutare i propri colleghi e, per caso, senta suonare un allievo il quale con la massima dedizione a lui concessa stia cercando di avvicinarsi all'arte della Musica e del violino seguendo i precetti generosamente elargitigli dalla sua premurosa e abilissima insegnante e, sempre per caso, gli proponga di entrare nella sezione archi dell'orchestra scolastica...
...inutile dirlo, l'allievo non se l'aspettava, c'è rimasto piacevolmente di sasso, per intenderci come potrebbe un sasso delle Dolomiti, non come quello di un ballast ferroviario di un sobborgo cittadino.

A volte può succedere anche questo.
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Miata
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Messaggio da Miata »

:D :D :D
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kalte-sterne
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Messaggio da kalte-sterne »

Grandissimo !! Che soddisfazione ! Sono contento per te ! :wink:
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claudio
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Messaggio da claudio »

Grande! :D
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Paul
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Re: A volte può succedere anche questo...

Messaggio da Paul »

OldFossil ha scritto:...ad esempio che il direttore della locale scuola civica musicale si attardi a sera inoltrata per i corridoi ormai quasi silenti dell'istituto per salutare i propri colleghi e, per caso, senta suonare un allievo il quale con la massima dedizione a lui concessa stia cercando di avvicinarsi all'arte della Musica e del violino seguendo i precetti generosamente elargitigli dalla sua premurosa e abilissima insegnante e, sempre per caso, gli proponga di entrare nella sezione archi dell'orchestra scolastica...
...inutile dirlo, l'allievo non se l'aspettava, c'è rimasto piacevolmente di sasso, per intenderci come potrebbe un sasso delle Dolomiti, non come quello di un ballast ferroviario di un sobborgo cittadino.

A volte può succedere anche questo.
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chiavedisol
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Messaggio da chiavedisol »

Complimenti!
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OldFossil
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Messaggio da OldFossil »

Grazie a tutti!
Per la partecipazione e per l'aiuto che mi avete sempre dato!
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OldFossil
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Messaggio da OldFossil »

Ieri sera seconda (per me) sessione di prove!
Suonare insieme ad altri strumentisti in un'orchestra è un'emozione bellissima, l'atmosfera cambia già a partire dal momento dell'accordatura quando i musicisti iniziano a tirare piano l'arco, pizzicare le corde, soffiare nelle ance, allora iniziano a diffondersi nell'aria suoni che si intrecciano, a volte cozzano tra loro in un turbinio di note che si rincorrono, e la trepidazione nell'attesa dell'attacco sale.
Poi finalmente si inizia con i brani, ognuno fa la sua parte ed il risultato è la fusione quasi magica dei suoni che materializzano in musica.
Auguro a tutti coloro che hano intrapreso lo studio del violino, o di qualsiasi altro strumento, di provare delle sensazioni come questa.

Buona giornata & buona musica a tutti!
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kalte-sterne
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Messaggio da kalte-sterne »

Antonio, mi hai trasmesso une sensazione bellissima leggendo le tue parole !
Sono contento per te ! Chissà se un giorno potrò provare anche io le stesse cose.. bravo !
intanto il saggio si avvincina galoppando... 8O
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OldFossil
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Messaggio da OldFossil »

kalte-sterne ha scritto:Antonio, mi hai trasmesso une sensazione bellissima leggendo le tue parole !
Sono contento per te ! Chissà se un giorno potrò provare anche io le stesse cose.. bravo !
intanto il saggio si avvincina galoppando... 8O
Ti ringrazio di cuore!
Ho scritto apposta per incoraggiare tutti coloro che dubitano di poter suonare assieme a dei musicisti, riuscire ad entrare in un'orchestra non è un miraggio, anche se io ero il primo ad essere convinto che lo fosse.

Forza per il saggio, vedrai che divertimento!
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Messaggio da OldFossil »

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Il teatro Cagnoni di Vigevano, dedicato all'omonimo musicista, è un edificio risalente circa al 1870 in tipico stile neoclassico con una facciata semplice il cui ingresso, delimitato da una ridotta gradinata che conduce ad un piccolo portico sotto tre arcate, è molto accogliente e ricorda abbastanza quello del suo fratello milanese più noto sorto ad opera del Piermarini. L'ingresso artisti, più moderno e delimitato da una severa cancellata d'acciaio, incute invece una certa soggezione, specialmente ad uno come me abituato ad un cortese grazie alla Maschera la quale dopo aver strappato il biglietto ti lascia vagare incerto in platea alla ricerca della targhetta sullo schienale del posto assegnato. Stavolta sono entrato da quest'ultimo e nonostante il vago disagio prendo un bel respiro e varco l'agognata soglia. Vicino all'ingresso sostano alcuni colleghi (colleghi!!! Almeno per stasera lo saremo) che chiacchierano tranquillamente del più e del meno in attesa dell'ora concordata per la prova finale. Saluto i presenti e chiedo dove parcheggiare il fardello che trasporto, il mio violino e qualche genere di conforto per tamponare la fame prima del concerto, in risposta ricevo l'indicazione per raggiungere il camerino, quindi mi infilo in uno stretto corridoio che termina con una rampa di scale a chiocciola, la discendo ed al termine mi ritrovo un ambiente piuttosto lungo e angusto, dal soffitto non molto alto, munito di alcune mensole, un tavolo centrale dotato di lavabi e che occupa l'intera lunghezza del locale, un grande specchio per rimirare la propria figura sotto la gelida luce dei neon ed esser sicuri di calcare il palco senza un capello fuori posto. Scelgo un posto a caso, rimuovo il violino dalla custodia, tendo l'arco, metto sotto braccio la parte dei violini 3 e risalgo la scalinata entrando lentamente nel retroscena. Nel frattempo sono arrivati tutti, la prova finale può avere inizio.

Prendiamo posto con calma e subito dopo, i fonici, con consumata perizia, si muovono rapidamente attorno agli orchestrali per dotarli degli opportuni gadget elettronici di amplificazione del suono. Dopo qualche minuto di prove tecniche di trasmissione Alberto dà l'attacco e si parte. Tutto sommato l'atmosfera è ancora abbastanza rilassata, in sala non c'è nessuno, le dita si muovono agevolmente sulle tastiere, si può ancora sbagliare. Al termine della prova un'ora di libera uscita. Ne approfitto per raggiungere mia moglie ed i miei cari suoceri, che nel frattempo si erano acquartierati in un buon ristorante del centro per rifocillarsi in attesa dell'evento, ordino un bicchiere di buon bianco e scambio due chiacchiere con la famiglia, forse anche per stemperare un pò la tensione che precede lo spettacolo.

L'ora è imminente, si rientra. Riprendiamo rapidamente i nostri posti, il pubblico sta già entrando, il sipario è ancora calato, ci si muove con circospezione e si parla piano, ci si guarda l'un l'altro, qualche battuta quasi sussurrata per sdrammatizzare il momento si perde nell'aria. Attutito dalle pesanti e scure cortine giunge il brusio sommesso degli spettatori che prendono posto, qualcuno di noi ricontrolla il la, altri sistemano la parte in modo da non incespicare durante il cambio pagina...siamo tutti pronti e, almeno io, tesi.
Nel frattempo Alberto compare sul proscenio e, sempre a sipario calato, accoglie gli spettatori presentando il suo spettacolo "Space Is The Place" e facendo alcune considerazioni su cultura, musica, crisi e prospettive future ai nostri tempi ed infine commemora il precedente direttore dell'Istituto L.Costa, il Maestro Villa, recentemente ed improvvisamente scomparso. Al termine della presentazione il silenzio cala quasi assoluto e finalmente si apre il sipario...non vedo nulla, oltre il cono fulgido dei riflettori il buio assoluto, potrebbe esserci un baratro immenso oppure un muro compatto di nero basalto, la quiete è assoluta, ma è rotta improvvisamente dall'applauso iniziale che lentamente muore e lascia posto ad un neonato silenzio carico di tensione e promesse...si attacca, Alessandro entra in scena ed incede lentamente fino al centro del palco intonando con la sua tromba le suadenti note di Playing Love, l'emozione è incontenibile, mi trema l'arco, ma vado avanti imperterrito, dopo pochi secondi mi estranio completamente da tutto, esiste solo la parte, il mio violino, la musica, il tempo e nient'altro, mi sembra di galleggiare in una dimensione aliena dove esiste solo la musica e dove non puoi fare altro che suonare e seguire il tempo, e come per incanto la tensione scompare, l'arco vola sulle corde. Le musiche del Maestro Morricone continuano a deliziare il pubblico con Dollari e Far West, uomini con pistole, uomini con fucili, duelli, e le luci diventano improvvisamente l'alter ego minore del sole cocente del deserto. Deposte le pistole il passo è ceduto alle musiche di Piazzolla che con Ave Maria, Oblivion e Libertango diffonde nell'aria le rivoluzionarie ed appassionate note argentine.

Allo spegnersi dell'ultima nota un meritato e liberatorio applauso ci ripaga appieno dei momenti di tensione precedenti e ci permette di allontanarci dalla scena per un quarto d'ora, giusto il tempo per lasciare spazio all'esibizione dell'orchestra dei bambini (che sono stati bravissimi!), e ad un trio barocco dei docenti, quindi ci si disperde tra i corridoi dei camerini ed il retroscena per rilassarci un pò.
Dopo un tempo che pare troppo lungo è di nuovo il nostro turno, questa volta si cambia genere e ha inizio una serrata staffetta tra le icone del pop moderno. L'incipit tuttavia richiama la prima parte dello spettacolo ed è retto dall'impareggiabile eleganza anni 30 di Richard Rodgers e Lorenz Hart con la loro intramontabile Blue Moon, alla quale fanno seguito, dopo un salto temporale degno di Michael J.Fox in ritorno al futuro, The Police, Led Zeppelin, David Bowie, Annie Lennox, ai quali seguono nel tripudio del finale i Rem con Bad Day...alla faccia, altro che brutto giorno!

Sono stordito dalla moltitudine di sensazioni che provo, l'applauso finale mi richiama alla realtà, ma mi fa sentire bene e non per ragioni legate a fama e gloria (che assolutamente non merito), ma perché nel mio intimo mi rendo conto di aver avuto il privilegio di partecipare a qualcosa che ha regalato a tutte le persone convenute delle emozioni positive ed un bel ricordo di quella giornata.
In proposito di merito, il mio ringraziamento personale va incondizionatamente (oltre a mia moglie che mi sostiene sempre!) a coloro che hanno lavorato con passione e determinazione per realizzare una serata così ricca di suggestioni e contenuti, nelle persone del Maestro Alberto Stagnoli, Alessandro Presta e di tutta l'orchestra ed il coro dell'istituto Luigi Costa di Vigevano.

Concludo questo lungo intervento con la frase di Platone che illuminava i presenti proiettata sullo sfondo alle nostre spalle:

La musica è una legge morale, essa dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose.
Essa è l'essenza di tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine ed eleva ciò che è buono, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna.

Un caro saluto a tutti.
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