Preparazione legno

Non solo barzellette sui violisti, please :)
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Ciao Edo! Penso che non cè problema di utilizare dopo una vernice ad alcool.

Claudio, sono poche gocce di olio (10 gocce in 50 ml di trementina), la essenza di trementina è un può resinosa anche, questa preparazione favorisce ache che l'strumento prenda un colore sotto il sole più rapidamente. L'idea di Darnton è che questa sostanza penetra il legno e impede l'ecessiva assorzione della vernice, ma... Dopo, l'esposizione del legnho al sole favorisce l'essicamento di questa sostanza.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Luis, il problema, se così si può dire, è che la preparazione a base di olio ed essenza di trementina non sono finalizzati alla funzionalità del suono dello strumento, ma è un espediente puramente estetico per conferire maggior profondità alle vernici. Sulle preparazioni del legno si è discusso sempre molto, ma vale ricordare che le vernici antiche non hanno mai spiccato per la loro trasparenza, in alcuni casi sono anzi piuttosto torbide, ma posseggono quella pastosità e un tipo di riflesso e diffrazione della luce molto particolari.

Addendum:
vale comunque la pena ricordare che la supposizione per cui la preparazione del legno sia legata alle prestazioni sonore dello strumento non è dimostrata, tuttavia sembrerebbe dimostrato che la preparazione del legno degli strumenti cremonesi classici fosse costituita da un insieme di sostanze non affini alla vernice vera e propria.
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Si Claudio, non è propria una preparazione davvero, ma penso che la pasta di vernice con pomice sia. Ho sentito anche parlare di sciogliere mica nella vernice come preparazione del legno, la vernice con mica diventa dura come fiberglass, ma io non voglio una cosa simile nei miei violini. Io preferisco il violino "senza chimica".
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claudio
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Messaggio da claudio »

il problema, secondo me, è nato quel giorno in cui alcune analisi chimiche su alcuni frammenti di violini antichi rivelarono una spiccata presenza di silicio. Da allora non si fa altro che applicare miscele di minerali di silicio senza sapere bene a cosa serva. Non è che io sia contrario al silicio, tuttaltro, è una sostanza inerte (ma non il silicato di potassio o di sodio), largamente presente in natura e anche nel legno. Tu hai citato la pomice e la mica, che sono appunto minerali di silicio. Tra le altre cose mi sembra di ricordare come i vari frammenti analizzati (l'articolo era pubblicato su The Strad, si intitolava 'Firm Ground'), evidenziarono una spiccata presenza di Calcio o Alluminio nelle loro preparazioni. Mi pare che il Calcio fosse piuttosto presente in un frammento di uno strumento di scuola veneziana. Questi dati, seppure importanti da un punto di vista storico e documentario, non sono tuttavia tali da giustificare l'uso massiccio di silicio nelle preparazioni.
Tra le varie ragioni per cui una una preparazione del legno può evidenziare la presenza di silicio è da attribuire a ragioni molto diverse, come la presenza di ossidi metallici negli olii di cottura, l'uso di abrasivi nella finitura del legno e della levigatura della vernice, presenza di silicio nel legno stesso, ecc.
Il fatto è che a tutt'oggi non siamo ancora molto documentati sulla presenza di particolari strati di preparazione sugli strumenti antichi, senza tenere conto che analizzare compiutamente uno strumento ben conservato è cosa impossibile, se non con i soliti mezzi offerti dalla lampada di wood e cose del genere.
Insomma, sostengo che ancora oggi esistono gravi lacune a proposito della preparazione del legno da parte degli antichi liutai, mentre molti liutai moderni sembrano avere la ricetta in tasca. E naturalmente non parlo di te, Luis, che in fondo usi uno strato di preparazione che se non altro serve ad aumentare l'efficacia visiva della vernice vera e propria.
All'epoca il libro di Sacconi, parlando di silicati e l'articolo su The Strad ebbero molto successo, ma purtroppo siamo rimasti fermi a più di 20 anni fa.
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Si Claudio, l'argomento della preparazione del legno è senza fine.

Ho letto in una ricerca di una università tedesca sulla vernice Cremonese. I ricercatore hanno detto che nelle vernice antichi cè una quantità grande di polvere e la presenza di minerale può essere dovuta a questa polvere, presente nell'aria.

E è sempre buono ricordare che ci sono liutai che hanno fatto strumenti che suonano benissimo senza preparazione alcuna, tra i quali Scarampella, Rocca, forse ache Guadagnini.

Nel suo Manoscrito (1780 circa) il liutaio Giovanni Marchi dice che l'abeto tedesco "tratatto" non era buono per gli strumenti.

Quale sono le tue idee personale sul tema, cosa hai sperimentato, cosa hai sentito di altri maestri contemporani?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Bisogna considerare che al tempo di Stradivari, l'abete 'tedesco' cresceva in una regione che oggi appartiene all'Italia. Tuttavia se per abete tedesco si intende quello cresciuto nella zona attorno a Mittenwald, io non ho nessun pregiudizio a riguardo, è davvero un ottimo legno, basta capirlo.
Piuttosto il Marchi nel suo libro parla di una specie di 'manifattura' del legno da parte di Stradivari o dei liutai cremonesi, ma non ne dà altre notizie perchè anche questo liutaio di fine '700 si è limitato a riferire le voci che già all'epoca erano cominciate a fiorire intorno al mito.
Personalmente io uso acqua di colla di pelle oppure chiara d'uovo, con una certa predilezione per quest'ultima perchè è da sempre stata usata anche in pittura da secoli e fu usata con successo anche come vernice finale dei quadri. Al tempo stesso è una materia molto sottile, poco invadente, ma sorprendentemente potente, perchè le tavole in abete risultano piuttosto 'tirate, dopo averle trattate con questa sostanza. Cmq, io rimango sempre dell'idea che anticamente si usava un particolare ground per impermeabilizzare il legno dalle vernici oleose.
Oggi a Cremona si usa spesso una preparazione oleo resinosa come quella che hai citato tu. Bissolotti usa invece la famosa vernice bianca con ottimi risultati.
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

Mi permetto:

Nella cottura della colofonia per esempio si aggiunge calce spenta per alzare la temperatura di fusione della stessa. Anche questo potrebbe giustificare le tracce di silicio.
Se poi si brucia la resina prima di aggiungere la calce si può ottenere un colore che applicato sul legno (trattato) dà uno sfondo dorato.


Chi ha mai sentito parlare dell'abete mulo?
Il liutaio Nicola Utili lo utilizzava e lo cercava con ostinazione:
http://www.castelbolognese.org/utili.htm
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claudio
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Alfredo, non capisco, se si aggiunge la calce spenta alla colofonia, quello che ne risulterà all'esame chimico, sarà una colofonia indurita e con spiccata presenza di calcio. Dove lo vedi il silicio? :?:
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Messaggio da Alfredo »

claudio ha scritto:Alfredo, non capisco, se si aggiunge la calce spenta alla colofonia, quello che ne risulterà all'esame chimico, sarà una colofonia indurita e con spiccata presenza di calcio. Dove lo vedi il silicio? :?:
Non sono mica chimico io!!! credevo... pensavo...

:cry2:

Ps. però l'idea non è male...
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

Volevo sapere come si prepara la chiara d'uovo come isolante.
Mi sembra che si debba sbattere la chiara e poi laciarla riposare...
Ma volevo qualche consiglio in più... o parere...
Grazie
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claudio
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devi prendere un uovo, montarlo a panna e poi lasciarlo riposare una nottata, dopodichè versi il liquido che è restato sotto la schiuma, per poi essere diluito con una parte d'acqua. Per la vernice bianca segui la ricetta di sacconi. E' opportuno non fare strati di chiara d'uovo (albumina) troppo spessi, una mano o due sono sufficienti.
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Messaggio da Alfredo »

una parte di uovo, una parte di acqua?
grazie!
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claudio
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una parte di ciò che è restato sotto la schiuma + una parte d'acqua
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cosa succede se non si diluisce?
e perchè bisogna montare la chiara a neve?
e se si applica la chiara così come esce dall'uovo?
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claudio
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si diluisce perchè il liquido è un pò denso, aggiungendovi acqua si può stenderlo meglio. La chiara d'uovo si monta a neve perchè per separare l'albumina da altri componenti estranei al preparato che ci interessa. Se si applica la chiara d'uovo così come esce dall'uovo si fa un bel casino, perchè di consistenza gelatinosa.
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