riccio e punte: l'evoluzione della forma
riccio e punte: l'evoluzione della forma
Prendendo spunto dall'articolo pubblicato da Claudio, apro questo nuovo topic sperando che qualcuno abbia voglia di discutere sui mutamenti apportati al corpo degli strumenti ad arco. Sono certa che molto si puo' dire sul violino, ma la mia curiosita' si rivolge anche agli altri membri della famiglia, viola, violoncello e contrabbasso (del quale spesso ci si dimentica).
Mi rendo conto che il discorso potrebbe essere ampio e complesso, comprendendo la liuteria e la storia delle famiglie di liutai (a questo proposito sarebbe bene leggere gli articoli di Grazia postati qualche tempo fa), l'evoluzione della musica e il ruolo degli strumenti ad arco richiesto dai compositori, le scuole di intaglio e di ebanisteria (se qualcuno ha notizie al riguardo) e quant'altro possa permettere ad un discorso sull'argomento di acquistare richezza e importanza, ma c'e' sempre un inizio.
Grazie
Gewa
Mi rendo conto che il discorso potrebbe essere ampio e complesso, comprendendo la liuteria e la storia delle famiglie di liutai (a questo proposito sarebbe bene leggere gli articoli di Grazia postati qualche tempo fa), l'evoluzione della musica e il ruolo degli strumenti ad arco richiesto dai compositori, le scuole di intaglio e di ebanisteria (se qualcuno ha notizie al riguardo) e quant'altro possa permettere ad un discorso sull'argomento di acquistare richezza e importanza, ma c'e' sempre un inizio.
Grazie
Gewa
Re: riccio e punte: l'evoluzione della forma
Per cominciare, vi rimando a questo sito:
http://www.themonteverdiviolins.org/baroque-violin.html
dove si possono trovare illustrazioni che mettono in chiaro le differenze tra il violino barocco e quello moderno.
Le modifiche apportate servirono solo per modificare il suono e in cosa consistono queste differenze sul timbro dello strumento? Quali furono le esigenze che portarono a questa evoluzione? Lo stesso tipo di modifiche si ebbero anche sugli altri membri della famiglia?
Grazie
Gewa
http://www.themonteverdiviolins.org/baroque-violin.html
dove si possono trovare illustrazioni che mettono in chiaro le differenze tra il violino barocco e quello moderno.
Le modifiche apportate servirono solo per modificare il suono e in cosa consistono queste differenze sul timbro dello strumento? Quali furono le esigenze che portarono a questa evoluzione? Lo stesso tipo di modifiche si ebbero anche sugli altri membri della famiglia?
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Gewa
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Per quello che ne so io, le modifiche avvennero per le mutate esigenze tecniche (smanicature estreme - difficili da gestire con il manico che diveniva a cuneo -) e di potenza sonora. La maggiore tensione delle corde - in parte dovuta all'angolazione del manico, in parte all'allungamento della porzione vibrante (derivata da un progressivo allungamento del manico) che per dare la stessa nota con la stessa corda abbisogna di maggiore tensione, in parte al progressivo aumento del calibro delle corde - hanno richiesto un maggiore sostegno da parte della catena che é andata allungandosi ed ispessendosi.
Per quanto riguarda la differenza di timbro ritengo che una buona parte sia da addebitare alle corde; non so quale differenza derivi dalle modifiche strutturali se non un aumento della potenza.
Chi ne sa di più, parli!!
Per quanto riguarda la differenza di timbro ritengo che una buona parte sia da addebitare alle corde; non so quale differenza derivi dalle modifiche strutturali se non un aumento della potenza.
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dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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Se volete saperne di più sulla nascita ed evoluzione del violino potete consultare i numerosi articoli del Prof. Rodolfo Baroncini... è stato mio docente di storia a didattica della musica ma oltre ad essere un ex valente violinista jazz, dedica la propria vita a scoprire le origini e la storia del nostro strumento.
Devo dire che nell'ambiente è piuttosto riconosciuto come esperto.
violinobenny
Devo dire che nell'ambiente è piuttosto riconosciuto come esperto.
violinobenny
"accadono cose che sono come domande. passa un minuto, oppure anni e poi la vita risponde"
Violinobenny, se tu potessi indicare qualche link agli articoli di Rodolfo Baroncini te ne sarei grato.
@Gewa:
E' nato prima l'uovo o la gallina? Di sicuro si può dire che il violino non è frutto di una "invenzione", ma è il frutto di una evoluzione che ha visto il contributo di tutti: liutai, musicisti e compositori.
@Gewa:
E' nato prima l'uovo o la gallina? Di sicuro si può dire che il violino non è frutto di una "invenzione", ma è il frutto di una evoluzione che ha visto il contributo di tutti: liutai, musicisti e compositori.
andante con fuoco
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Gewa, tra l'altro tieni presente che per tantissimi anni il violinista ed il compositore di musica per violino erano la stessa persona ed anche i compositori che non erano violinisti puri (vedi J.C.Bach) il violino lo conoscevano benissimo. Semmai l'esigenza di un suono più robusto é derivata dal passaggio delle esecuzioni da teatri di corte (per quanto sfarzosi, piuttosto piccoli) ai teatri pubblici molto più grandi e dall'aumentare del numero dei componenti le orchestre che dalla decina di elementi (o poco più)
sono passate piano piano a decuplicare tele numero.
Quando i Viotti o anche i Mozart suonavano i loro concerti, il violino doveva emergere da un'orchestra ben più scarna di quelle cui siamo abituati oggi.
Forse le attuali difficoltà economiche di molte istituzioni musicali derivano anche (ma non soprattutto) da questa ipertrofia orchestrale, ma questo é un altro discorso.
sono passate piano piano a decuplicare tele numero.
Quando i Viotti o anche i Mozart suonavano i loro concerti, il violino doveva emergere da un'orchestra ben più scarna di quelle cui siamo abituati oggi.
Forse le attuali difficoltà economiche di molte istituzioni musicali derivano anche (ma non soprattutto) da questa ipertrofia orchestrale, ma questo é un altro discorso.
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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[quote="claudio"]Violinobenny, se tu potessi indicare qualche link agli articoli di Rodolfo Baroncini te ne sarei grato.
purtroppo Claudio io sono in possesso di parecchio materiale ma tutto cartaceo... posso provare a vedere se in internet si trova qualcosa.
ora cerco!
violinobenny
purtroppo Claudio io sono in possesso di parecchio materiale ma tutto cartaceo... posso provare a vedere se in internet si trova qualcosa.
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spero di non fare cosa sgradita... dal momento che non riesco a trovare link vi inserisco il curriculum con le principali pubblicazioni... ma vi assicuro che ne ha fate molte altre sull'argomento ... a quello su Gabrieli ho dato anche i il mio contributo!! passando ore e ore in Archivio di stato aVenezia a cercare e tradurre documenti!!!
violinobenny
Rodolfo Baroncini
storia della musica in didattica della musica
Dopo aver compiuto gli studi musicali sotto la guida di Massimo Pradella (violino) e di Marco Dalla Chiesa (armonia e contrappunto), Rodolfo Baroncini si è laureato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università la Sapienza di Roma con tesi su ‘Le origini e lo sviluppo dell'idioma violinistico in Italia (1530-1650).’
Nel 1985 ha iniziato la propria attività di ricerca storiografica quale collaboratore della sezione musica del ‘Dizionario Biografico degli Italiani’.
Particolarmente interessato alla musica strumentale dei secoli XVI e XVII, R. B. ha sviluppato direzioni di ricerca originali, approfondendo aspetti scarsamente indagati dello strumentalismo cinquecentesco, quali la protostoria del violino e le connesse pratiche d'assieme (si veda l'importante saggio apparso su «Recercare», VI, 1994), e rivedendo, alla luce di una più aggiornata metodologia storiografica, aspetti relativamente più noti della tradizione seicentesca, quali la sonata e la sinfonia per piccolo organico e le origini dell'orchestra. Su questi argomenti e su altre problematiche topiche della musica strumentale del Cinque-Seicento (rapporto oralità-scrittura, relazione voci-strumenti, repertori, organici eccetera) ha riferito in occasione di numerosi convegni internazionali e ha scritto svariati saggi e articoli apparsi su alcune tra le più importanti riviste specializzate italiane e straniere (vedi elenco principali pubblicazioni).
Collateralmente a queste ricerche ha sviluppato un interesse specifico per l'iconografia musicale, disciplina cui ha dedicato alcuni contributi di carattere metodologico.
Collaboratore della rivista specializzata «Recercare», dal 1990 è invitato in qualità di relatore-docente ai corsi internazionali di musicologia, organologia e iconografia musicale di Urbino.
Nel 1992 è stato consulente scientifico della ‘Biblioteca Musicale Giuseppe Greggiati’, per la quale ha curato la parte critica della mostra di manoscritti e di edizioni musicali antichi, svoltasi a Ostiglia nell'aprile-maggio dello stesso anno.
Membro, nel 1992, della commissione organologica della Società Italiana di Musicologia, tra il 1994 e il 1996 è stato invitato, in qualità di relatore-docente, ai ‘Seminari di iconografia musicale’ promossi a Roma dall'‘Associazione Biblioteche Italiane d'Arte’, e da altre istituzioni scientifiche. Dal 1998, inoltre, è coordinatore scientifico, oltre che relatore docente, dei seminari e delle annesse giornate di studio di Iconografia musicale che si tengono annualmente nell'ambito dei Corsi Internazionali di Musica Antica di Urbino.
Dal 1994-95 al 1999-00 è stato professore a contratto presso il corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Parma per l'insegnamento di Iconografia musicale.
Curatore del volume Claudio Monteverdi: Studi e prospettive (Atti del convegno Internazionale, Mantova, ott. 1993, Firenze, Olshki, 1999), nel 1999-2000 ha curato la parte iconografica dell'opera Musica nel Veneto (Milano, Motta, 3 voll., a cura di Paolo Fabbri).
Nel 1999 l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia lo ha incaricato di elaborare il progetto scientifico per una mostra su l'immagine di Santa Cecilia, lavoro poi concretizzatosi nell'evento espositivo ‘I colori della musica. Dipinti, strumenti e concerti tra Cinquecento e Seicento’ (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, dicembre 2000-gennaio febbraio 2001).
Attualmente sta lavorando a un volume sulla musica strumentale d'assieme della prima metà del Seicento centrato sul mecenatismo delle corti ducali di Mantova e Modena, (argomento su cui ha pubblicatro un importante saggio preliminare apparso sulla rivista statunitense «Italian History and Culture», 1999) e a una monografia su Giovanni Gabrieli (volume commissionatogli dalla casa ed. L'EPOS di Palermo, la cui pubblicazione è prevista nell'inverno del 2006).
Pubblicazioni principali:
Il complesso di «violini»: diffusione, funzioni, struttura e fortuna di un assieme cinquecentesco poco noto, in Culturas Musicales del Mediterraneo y sus Ramificaciones, Actas del XV Congreso de la Sociedad Internacional de Musicologia (Madrid, 3-10, IV, 1992), «Revista de Musicologia», XVI, n. 6, pp. 1-20.
Contributo alla storia del violino nel sedicesimo secolo: «i sonadori di violini» della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, «Recercare», VI, 1994, pp. 61-190.
Organici e ‘orchestre’ in Italia e in Francia nel XVII secolo: differenze e omologie, «Studi Musicali», XXV, 1996, pp. 374-408
«Se canta dalli cantori overo se sona dalli sonadori». Voci e strumenti tra Quattro e Cinquecento, «Rivista Italiana di Musicologia», XXXII, 1997, pp. 327-365.
Scelte e idiomi strumentali nell’‘Orfeo’ e in altri luoghi monteverdiani, in Claudio Monteverdi: studi e prospettive, Atti del convegno internazionale (Mantova, 21-24 ottobre 1993), a cura di R. Baroncini, P. Besutti e T. M. Gialdroni, Firenze, Olschki, 1998, pp. 289-332.
“Sinfonie et balli allegri
violinobenny
Rodolfo Baroncini
storia della musica in didattica della musica
Dopo aver compiuto gli studi musicali sotto la guida di Massimo Pradella (violino) e di Marco Dalla Chiesa (armonia e contrappunto), Rodolfo Baroncini si è laureato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università la Sapienza di Roma con tesi su ‘Le origini e lo sviluppo dell'idioma violinistico in Italia (1530-1650).’
Nel 1985 ha iniziato la propria attività di ricerca storiografica quale collaboratore della sezione musica del ‘Dizionario Biografico degli Italiani’.
Particolarmente interessato alla musica strumentale dei secoli XVI e XVII, R. B. ha sviluppato direzioni di ricerca originali, approfondendo aspetti scarsamente indagati dello strumentalismo cinquecentesco, quali la protostoria del violino e le connesse pratiche d'assieme (si veda l'importante saggio apparso su «Recercare», VI, 1994), e rivedendo, alla luce di una più aggiornata metodologia storiografica, aspetti relativamente più noti della tradizione seicentesca, quali la sonata e la sinfonia per piccolo organico e le origini dell'orchestra. Su questi argomenti e su altre problematiche topiche della musica strumentale del Cinque-Seicento (rapporto oralità-scrittura, relazione voci-strumenti, repertori, organici eccetera) ha riferito in occasione di numerosi convegni internazionali e ha scritto svariati saggi e articoli apparsi su alcune tra le più importanti riviste specializzate italiane e straniere (vedi elenco principali pubblicazioni).
Collateralmente a queste ricerche ha sviluppato un interesse specifico per l'iconografia musicale, disciplina cui ha dedicato alcuni contributi di carattere metodologico.
Collaboratore della rivista specializzata «Recercare», dal 1990 è invitato in qualità di relatore-docente ai corsi internazionali di musicologia, organologia e iconografia musicale di Urbino.
Nel 1992 è stato consulente scientifico della ‘Biblioteca Musicale Giuseppe Greggiati’, per la quale ha curato la parte critica della mostra di manoscritti e di edizioni musicali antichi, svoltasi a Ostiglia nell'aprile-maggio dello stesso anno.
Membro, nel 1992, della commissione organologica della Società Italiana di Musicologia, tra il 1994 e il 1996 è stato invitato, in qualità di relatore-docente, ai ‘Seminari di iconografia musicale’ promossi a Roma dall'‘Associazione Biblioteche Italiane d'Arte’, e da altre istituzioni scientifiche. Dal 1998, inoltre, è coordinatore scientifico, oltre che relatore docente, dei seminari e delle annesse giornate di studio di Iconografia musicale che si tengono annualmente nell'ambito dei Corsi Internazionali di Musica Antica di Urbino.
Dal 1994-95 al 1999-00 è stato professore a contratto presso il corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Parma per l'insegnamento di Iconografia musicale.
Curatore del volume Claudio Monteverdi: Studi e prospettive (Atti del convegno Internazionale, Mantova, ott. 1993, Firenze, Olshki, 1999), nel 1999-2000 ha curato la parte iconografica dell'opera Musica nel Veneto (Milano, Motta, 3 voll., a cura di Paolo Fabbri).
Nel 1999 l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia lo ha incaricato di elaborare il progetto scientifico per una mostra su l'immagine di Santa Cecilia, lavoro poi concretizzatosi nell'evento espositivo ‘I colori della musica. Dipinti, strumenti e concerti tra Cinquecento e Seicento’ (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, dicembre 2000-gennaio febbraio 2001).
Attualmente sta lavorando a un volume sulla musica strumentale d'assieme della prima metà del Seicento centrato sul mecenatismo delle corti ducali di Mantova e Modena, (argomento su cui ha pubblicatro un importante saggio preliminare apparso sulla rivista statunitense «Italian History and Culture», 1999) e a una monografia su Giovanni Gabrieli (volume commissionatogli dalla casa ed. L'EPOS di Palermo, la cui pubblicazione è prevista nell'inverno del 2006).
Pubblicazioni principali:
Il complesso di «violini»: diffusione, funzioni, struttura e fortuna di un assieme cinquecentesco poco noto, in Culturas Musicales del Mediterraneo y sus Ramificaciones, Actas del XV Congreso de la Sociedad Internacional de Musicologia (Madrid, 3-10, IV, 1992), «Revista de Musicologia», XVI, n. 6, pp. 1-20.
Contributo alla storia del violino nel sedicesimo secolo: «i sonadori di violini» della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, «Recercare», VI, 1994, pp. 61-190.
Organici e ‘orchestre’ in Italia e in Francia nel XVII secolo: differenze e omologie, «Studi Musicali», XXV, 1996, pp. 374-408
«Se canta dalli cantori overo se sona dalli sonadori». Voci e strumenti tra Quattro e Cinquecento, «Rivista Italiana di Musicologia», XXXII, 1997, pp. 327-365.
Scelte e idiomi strumentali nell’‘Orfeo’ e in altri luoghi monteverdiani, in Claudio Monteverdi: studi e prospettive, Atti del convegno internazionale (Mantova, 21-24 ottobre 1993), a cura di R. Baroncini, P. Besutti e T. M. Gialdroni, Firenze, Olschki, 1998, pp. 289-332.
“Sinfonie et balli allegri
"accadono cose che sono come domande. passa un minuto, oppure anni e poi la vita risponde"
Con certezza ti rispondo l'uovo...forse la gallina...forse chi lo saclaudio ha scritto:
@Gewa:
E' nato prima l'uovo o la gallina? Di sicuro si può dire che il violino non è frutto di una "invenzione", ma è il frutto di una evoluzione che ha visto il contributo di tutti: liutai, musicisti e compositori.
Ad ogni modo, ho ben chiaro il fatto che si debba parlare di evoluzione degli strumenti. Le mie domande saranno anche stupide, ma hanno il solo scopo di cercare di creare un racconto di questa evoluzione ed eventualmente una discussione.
L'uovo...l'uovo e' nato per primo...sono sicurissima
Violinobenny, grazie per la segnalazione. Spero tu riesca a passarci qualche articolo!
Aldeo, come sempre, grazie
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va bene claudio... con un po' di pazienza..claudio ha scritto:@Violinobenny:
se pensi di avere qualche articolo interessante potresti scannerizzarlo ed inviarlo al mio indirizzo mail privato? Provvederei ad inserirlo nel forum.
Grazie.
violinobenny
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Re: riccio e punte: l'evoluzione della forma
Hai ragione, ci si dimentica spesso di questo strumentoanche se anche esso ha un suono bellissimo e anche lui è molto importante nell'orchestra.gewa89 ha scritto: Sono certa che molto si puo' dire sul violino, ma la mia curiosita' si rivolge anche agli altri membri della famiglia, viola, violoncello e contrabbasso (del quale spesso ci si dimentica)
Gewa
Infatti, visto che questo strumento è dimenticato, addirittura pensavo che fosse poco utilizzato, magari solo nell'orchestre e basta.
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per me prima c'era l'antenato della gallina!gewa89 ha scritto:Con certezza ti rispondo l'uovo...forse la gallina...forse chi lo saclaudio ha scritto:
@Gewa:
E' nato prima l'uovo o la gallina? Di sicuro si può dire che il violino non è frutto di una "invenzione", ma è il frutto di una evoluzione che ha visto il contributo di tutti: liutai, musicisti e compositori.
Ad ogni modo, ho ben chiaro il fatto che si debba parlare di evoluzione degli strumenti. Le mie domande saranno anche stupide, ma hanno il solo scopo di cercare di creare un racconto di questa evoluzione ed eventualmente una discussione.
L'uovo...l'uovo e' nato per primo...sono sicurissima
Violinobenny, grazie per la segnalazione. Spero tu riesca a passarci qualche articolo!
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