declino liuteria classica: 1789

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claudio
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Messaggio da claudio »

Questa discussione è da considerare ormai una riflessione aperta, e lo è dal 2007, ogni tanto viene qualche idea nuova e lentamente cresce. Il 1789 è l'anno della rivoluzione francese, che non sarebbe mai potuta avvenire senza il contributo fondamentale del pensiero illuminista.

Ma come ogni cosa umana, anche il pensiero illuminista commise errori importanti, forse spinto dal bisogno che si aveva di staccarsi da un mondo un pò troppo dipendente dai dogmi, di dare addio per sempre ad una serie di tradizioni e a un modo di pensare millenario che pure nel tempo qualcosa di buono lo aveva prodotto: pensiamo ad esempio all'arte rinascimentale e antica in generale, alle filosofie che sono cresciute nel tempo, e persino la Chiesa, che aldilà delle implicazioni politiche aveva in sè figure di grandissimo rilievo.

Quindi l'illuminismo fu vera e propria rivoluzione soprattutto culturale, laddove il mondo non fu più quello di prima e dove i segreti dell'arte rimasero chiusi per sempre nella tomba di chi li ha creati. E' importante per questo, anche nella vita personale di ognuno di noi, che nell'esigenza di bruciare i ponti con il passato non ci si dimentichi di portare con noi qualcosa di importante. Perchè in fondo le cose veramente importanti non sono molte e possono tranquillamente starsene tra i nostri bagagli durante tutti gli spostamenti e i viaggi che intraprendiamo.

Se tutti facessimo così, che ognuno si porta dietro un piccolo segreto da non dimenticare, ecco che tutti insieme potremmo formare un gran patrimonio di segreti a disposizione di tutti.

Ma tornando al concreto della ricerca, abbiamo capito che la liuteria cremonese ha conosciuto un declino inarrestabile a partire dagli anni attorno al 1740, coincidente in buona sostanza con la morte di Stradivari. Già Guarneri del Gesù, pur nell'eccellenza che gli verrà riconosciuta solo dopo molti anni la sua morte, recava particolari che facevano pensare ad un declino, poichè il suo lavoro mostrava "trascuratezze" inedite non sono per Amati e Stradivari, ma anche per qualche altro suo parente della famiglia Guarneri. E' una situazione cosiddetta a "macchia di leopardo", si vedono i segni del declino, ma vi sono zone isolate in cui ancora spicca l'eccellenza, tra gli altri Bergonzi e Guadagnini.

Cito questi due liutai perchè li ritengo figure molto importanti e considerate di "cerniera" nel contesto storico di cui stiamo parlando: Bergonzi costruisce i violini nella bottega che appartenne a Stradivari, Guadagnini è un liutaio non cremonese ma comunque di area lombarda, forse il primo che ha iniziato a creare "imitazioni" di violini di Stradivari, seguendo le indicazioni di Cozio, e che comunque era ancora in possesso del "segreto" della vernice cremonese, così come testimoniato dai suoi strumenti.

Il paradosso è che pur assistendo ad una vera e propria rivoluzione culturale e musicale che vede Vienna, ma anche Parigi, e che c'era un grandissimo bisogno di violini di pregio con cui affrontare il repertorio non solo dei grandi compositori che si stavano affacciando sul panorama musicale, ma anche quello più antico, o semplicemente considerato vecchio e passato di moda, come quello di Vivaldi e Bach (che, non dimentichiamolo, sono stati praticamente dimenticati per qualche secolo).

Se da una parte il mondo musicale diviene più vivace e le orchestre vedono crescere di numero i loro orchestrali, dall'altra la grande tradizione italiana della liuteria è come spinta da una contrazione inesorabile che non solo vede diminuire a Cremona il numero dei liutai, ma anche la qualità artistica dei lavori.

Questo lo si può spiegare solo andando a vedere cosa succedeva a Cremona nel cosiddetto "periodo d'oro" stradivariano, praticamente dal 1700 in poi, epoca del governo austriaco che succedette a quello spagnolo: miseria e guerre fino a tutto il 1730.

Eppure questo noi lo chiamiamo ancora oggi "periodo d'oro". Ed in effetti se guardiamo al lavoro di Stradivari possiamo ben dirlo, ma in quali condizioni e in che contesto operava? Forse a Stradivari le cose andavano ancora bene perchè già negli anni passati ci siamo abituati a vederlo servire duchi e principi, e quindi godeva di prestigio, ma probabilmente questo non valeva per altri liutai cosiddetti "minori".
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davidesora
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Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: Se da una parte il mondo musicale diviene più vivace e le orchestre vedono crescere di numero i loro orchestrali, dall'altra la grande tradizione italiana della liuteria è come spinta da una contrazione inesorabile che non solo vede diminuire a Cremona il numero dei liutai, ma anche la qualità artistica dei lavori.

Questo lo si può spiegare solo andando a vedere cosa succedeva a Cremona nel cosiddetto "periodo d'oro" stradivariano, praticamente dal 1700 in poi, epoca del governo austriaco che succedette a quello spagnolo: miseria e guerre fino a tutto il 1730.

Eppure questo noi lo chiamiamo ancora oggi "periodo d'oro". Ed in effetti se guardiamo al lavoro di Stradivari possiamo ben dirlo, ma in quali condizioni e in che contesto operava? Forse a Stradivari le cose andavano ancora bene perchè già negli anni passati ci siamo abituati a vederlo servire duchi e principi, e quindi godeva di prestigio, ma probabilmente questo non valeva per altri liutai cosiddetti "minori".

Ottima analisi.
Anche nel periodo finale della bottega Stradivari si nota un po' di sofferenza....
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claudio
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Messaggio da claudio »

Grazie Davide, come già detto il periodo storico di cui ci occupiamo è di grande complessità ed è sempre rischioso trarne conclusioni che rischiano di essere sbagliate. Per questo parlo di riflessione aperta, perchè con gli anni ci si documenta meglio e si possono fare raffronti.

La storia continua.
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