Quartetti di Oggi e Quartetti di Ieri

Dedicato ai musicisti.
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claudio
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Quartetti di Oggi e Quartetti di Ieri

Messaggio da claudio »

La discussione sul violino Villaume di Borciani oggi suonato dalla bravissima Eleonora Matsuno del Quartetto Indaco, figlia del nostro Masa, ha toccato la delicata tematica del Quarteto d'Archi, una forma di musica che mi è particolarmente cara e che mi ha fatto scoprire aspetti fondamentali del suono degli strumenti, così come il Quartetto Italiano che rimane il mio preferito.

Perchè oggi non ci sono più quartetti come il Quartetto Italiano o il Trio di Trieste? Per me ascoltare Debussy, Brahms, Beethoven dai quartetti moderni è per me spesso fonte di sofferenza perchè non trovo nelle loro esecuzioni altrettanta intensità e profondità. A sentirla parlare, la Pegreffi, diceva che era solo una questione di studio, che non bastava imparare la parte, ma bisogna impararla a memoria e poi studiare insieme per tantissimo tempo. Eppure oggi non è la qualità e nemmeno la capacità che mancano ai musicisti contemporanei, il difetto, per così dire, che riscontro più spesso è che tra i quattro strumenti raramente c'è il giusto equilibrio. Quasi sempre è il primo violino che detta regole assolute dei tempi, dei comportamenti e delle dinamiche. Oppure qualche volta mi è capitato di ascoltare l'insieme perfetto di soli due strumenti alle spese dei rimanenti, e non era solo un problema di acustica della sala, ma proprio una questione di interpretazione. Con i gruppi maturi come ad esempio il Trio Guarneri, le cose vanno già meglio, in genere tutti i gruppi dell'est danno sempre prova di grandissimo affiatamento. A mio parere quel che caratterizza i gruppi cameristici occidentali è una certa tendenza a "tirare" ognuno per proprio conto, come se in uno spettacolo teatrale non si rispettassero le varie parti e ognuno degli attori, sotto sotto, non perdesse occasione di far valere le proprie doti da protagonista. Tutto ciò, naturalmente è alle spese della musica e dello spettacolo.
Quel che mi fa un pò intristire è che nemmeno insegnanti eccellenti e rigorosi come Piero Farulli e Franco Rossi sono riusciti a spegnere completamente l'individualismo dei nostri giovani. Certamente il Quartetto Italiano si è fatto strada in tempi diversi, ma non meno critici degli attuali, si pensi al dopoguerra e alla fatica delle tournee con navi, aerei e treni che non avevano certo le comodità e i tempi di arrivo di quelli di oggi. Forse dobbiamo aspettare di avere un'altra guerra per avere un altro quartetto di così grande qualità? Il paradosso è che il Quartetto Italiano, pur conducendo una vita interna tutt'altro che tranquilla e piuttosto conflittuale, ha sempre rispettato la musica e il compositore, hanno sempre suonato quelle note scritte con l'unica attenzione di non aggiungervi niente di proprio: lasciare spazio alla musica.
Mi pare invece che alcuni quartetti non sappiano nemmeno ascoltarsi e altri hanno l'ansia inguaribile di volere arrivare, di lasciare a tutti i costi un'impronta indelebile, forse dimenticando di costruire un presente, quindi una storia. Un Quartetto, è inutile negarlo, è sofferenza e sacrificio, oggi queste qualità sembrano passate di moda, semmai fosse rimasto in giro ancora qualcuno disposto a pagare un simile prezzo, senza garanzia di successo.
andante con fuoco
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claudio
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Messaggio da claudio »

Che ne pensate? Nessuno ha da dire qualcosa in proposito?
andante con fuoco
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

Il problema che hai posto non è di facile soluzione e non è neanche molto semplice da trattare...

In realtà oggi essitono quartetti molto validi tecnicamente, forse alcuni tecnicamente più validi dei quartetti del passato, però come ben sappiamo la tecnica non basta per eseguire bene un quartetto...
serve affiatamento, serve tempo per maturare i pezzi, tempo per capire le debolezze di se stessi e degli altri membri del quartetto per poterle affrontare assieme...
Oggi non c'è molto tempo per far ciò, solo chi ha molti soldi da parte può dedicarsi esclusivamente alla musica da camera, oppure, come fanno molti quartetti ci si deve dedicare alla musica d'intrattenimento per poter soppravivere e quindi meno tempo da dedicare alle prove dei pezzi difficili...

Perchè questo? perchè anche la musica colta sta diventando un prodotto che deve fruttare soldi e questo anche a discapito della qualitò, se invece si capisse che per far bene la musica da camera non bisogna avere fretta e quindi si dovrebbero finanziare i quartetti.
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

a parer mio ci sono quartetti molto molto buoni al giorno d'oggi,
hagen quartett, artemis quartett, quatuor ebène (non su tutto) sono molto bravi e sono "giovanissimi" o comunque sotto i 40-50 anni.

non conosco molto bene le registrazioni del quartetto italiano per fare un paragone, però conosco abbastanza approfonditamente le registrazioni dei quartetti sopra citati.
gli hagen, soprattutto, trovo abbiano un ottimo connubio tra bravura tecnica dei singoli e "sentire" comune.
è molto bello vedere come si guardano o si avvicinano l'uno all'altro mentre suonano (ho in mente il loro video di ravel su youtube).

in italia non ci sono quartetti dal respiro "internazionale" (anche se il quartetto di cremona si sta creando il suo nome) e ciò, a mio parere
è dato da alcuni fattori:

-scarso interesse dei giovani a intraprendere lo studio "assiduo" che la pratica del quartetto richiede.

-mancanza di insegnanti di quartetto validi (ce ne sono alcuni molto bravi ma sono troppo pochi per creare "tendenza)

-scarsità di violisti di alto livello (a parer mio la viola è l'artefice del "suono" del quartetto, ed è la colonna portante dell'equilibrio interno):
c'è l'idea che se uno è bravo fa il violinista, se non è bravo viene "deviato"alla pratica della viola.

vi assicuro comunque che giovani appassionati al quartetto e con la voglia di cimentarsi anima e corpo in questa formazione ce ne sono tanti, manca ancora il "background" permette a tali giovani di ottenere il massimo, ma non è certamente colpa loro.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

La viola è l'anima nascosta del quartetto sicuramente, ma anche il violoncello ha la sua importanza, il violoncellista di quartetto deve essere in grado di amalgamarsi alla perfezione di volta in volta con la viola e i violini...

Però credo che in Italia pur essendoci molti buoni propositi da parte dei giovani manchino le occasione per poter far incontrare i validi giovani in esperienze cameristiche...
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

si hai ragione, alla fine ovviamente tutti e 4 sono indispensabili.
mettevo l'accento sulla viola perchè è lo strumento più maltrattato, e
trovare violisti bravi tecnicamente e musicalmente è veramente dura (a volte ci sono anche violisti tecnicamente a posto, ma sono degli "aratori", sono incapaci di non fare i "solistoni".

riguardo i giovani, il mio messaggio era poco chiaro, ce ne sono di giovani interessati e volenterosi, manca però la visione universalmente "condivisa" della ricchezza che un quartetto può dare.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

ricchezza musicale da raggiungere attraverso la povertà del portafoglio...
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

si beh di sicuro non bisogna avere necessità economiche nell'immediato,
anche se secondo me ce ne sono così pochi di quartetti bravi in giro che si riesce a trovare un buso nel business: di stagioni più o meno importanti interessate ad un concerto di quartetto se ne trovano!
dies_irae
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Messaggio da dies_irae »

Permettimi, ma quella del "deviamento" sulla viola del violinista di scarso talento è un'idea del passato che non trova alcuna applicazione oggidì; esistono bravi violisti come esistono violinisti bestiali. E di primedonne che fanno i "soloistoni" ne ho incontrate più tra i violinisti.
Neanche lo scarso interesse: tutti quelli che conosco, me inclusa, vorrebbero fare musica da camera. Credo che invece andreavezzoli abbia colto in pieno il punto: chi ha tempo da dedicare a fare musica in quartetto -vera musica-, quando ci si deve dividere tra marchette di ogni genere, dai matrimoni alle produzioni scarsone, per sbarcare il lunario? Il tempo che avanza uno lo usa per studiare.
Tu parli di "buso nel business": però per campare non basta fare 4 o 5 concertucci all'anno...
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antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

tra l'altro ho anche sbagliato a scrivere, ovviamente volevo scrivere "buco" (anche se credo che in alcuni dialetti del nord le due parole siano sinonimi).
e intendevo molto più di 5-6 concerti all'anno.
mi è personalmente capitato di fare 8 concerti in circa due mesi, uno circa a settimana. non concertoni ovviamente, ma giusti per un buon quartetto di 20enni.

sei sicura che non ci sia più l'idea del violinista "deviato" alla viola?
sono personale testimone di almeno 4-5 violinisti a cui è stato "consigliato" di passare alla viola..e non per "meriti artistici".
non che tutti i violisti abbiano cominciato per questo motivo, però almeno una percentuale è causata da questo fatto...

se comunque è una pratica "rara" sono il primo a felicitarmene! :D
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

hai comunque ragione sui motivi economici che rendono più difficile
avviare l'attività di un quartetto.
e ci tengo a precisare che i concerti che avevo in quei due mesi non erano arrivati subito, ma dopo almeno un anno e mezzo che ci facevamo conoscere nelle nostra zona con concerti più "diradati".
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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

Cerco di portare il mio contributo, in parte basato su esperienze personali e in parte su quelle vissute da mio fratello, violista per quasi vent'anni del Quartetto di Fiesole.

Innanzitutto mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore dei violisti: a parte mio fratello (evidentemente non spetta a me giudicarlo), ho avuto la fortuna nell'epoca in cui ho studiato a Fiesole, di conoscere tantissimi bravi violisti, con uno ci ho anche formato un quartetto con cui stavamo facendo un buon inizio carriera, stroncato dai soliti problemi interni. Sto parlando di un ottimo musicista, grandissimo camerista, ha proseguito poi con un quartetto con pianoforte (Quartetto Klimt), il mese prossimo esce un loro disco su Amadeus. Oltre a lui, un altro ragazzo formidabile (che attualmente è prima viola all'ORT), un altro bravissimo, compositore, camerista, orchestrale molto professionale (suona a S. Cecilia...)... per dire solo quelli della mia generazione e con cui ho avuto un contatto più diretto... e tutti e 3 di Firenze, quindi penso che ce ne sono moltissimi altri in tutta Italia!!

Dopo aver speso due parole a favore dei violisti italiani (per me tra i migliori d'Europa, e con differenza!), arrivo al punto nevralgico della crisi dei Quartetti, e dei gruppo cameristici italiani in genere: la scomparsa delle piccole Società dei Concerti.
Da 15 anni a questa parte, assistiamo al lento, però inesorabile, declino delle piccole realtà di paese, o di piccole cittadine, che per decenni sono state l'autentico motore della realtà musicale del nostro paese. Mi spiego meglio. Per un giovane artista, sia solista o gruppo da camera, è fondamentale farsi una bella gavetta, con tanti concerti che permettano la messa a punto dell'affiatamento e del repertorio prima di presentarsi ai grandi concorsi internazionali e tentare il grande salto. Ora, con la diminuzione delle sovvenzioni pubbliche alle piccole società (dovute sia ai tagli al FUS, sia al sistema "a pioggia" del FUS stesso, che alla lunga da soldi a tutti, ma non abbastanza per nessuno), le possibilità per esibirsi sono drasticamente calate, a meno di andare per cachet assolutamente ridicoli e che non possono garantire ad un giovane musicista un ingresso che gli permetta di sopravvivere (a meno di essere ricco o sovvenzionato da qualcuno). In questa maniera si è poco a poco disincentivato il fare musica da camera, e ovviamente chi ne sta risentendo di più è il quartetto, la formazione più difficile e perfetta.
Per chi segue un po' le vicende cameristiche italiane, ricordiamo che di gruppi buoni ne abbiamo avuti un bel po' negli ultimi 20-30 anni: il Quartetto di Venezia, di Torino, il Nuovo Quartetto Italiano, Q. Foné, il già citato Q. di Fiesole, Q. Prometeo, l'ultimo il Q. di Cremona che ho sentito qualche anno fa al Ponchielli (mi fa piacere aver letto in un post che continuano ad andare avanti, mi erano proprio piaciuti)... stiamo parlando di gruppi con anni di esperienza alle spalle, che hanno vinto concorsi internazionali e che hanno suonato in mezzo mondo, e che suonano tutti davvero bene!... però nonostante ciò molti sono quasi scomparsi, altri "sopravvivono", facendo pochissimi concerti all'anno, e dovendo tutti fare doppi e tripli lavori per riuscire ad arrivare a fine mese, visto che tra tasse (oramai ti portano via più del 30 % del cachet ), spese per poter provare e dedicarsi al quartetto e cose varie è sempre più difficile poter continuare a fare musica di qualità.

Per concludere, lunga vita al quartetto, però nelle condizioni in cui versa l'Italia è semplicemente impossibile che ritorni un gruppo del livello del Quartetto Italiano, a meno che risorgano le piccole realtà musicali per poter permettere ai giovani di poter crescere musicalmente e di permettersi di dedicarsi esclusivamente al quartetto, almeno nei delicatissimi, primi anni della sua esistenza.
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Messaggio da andreavezzoli »

l'idea di partire dalla piccola realtà potrebbe essere l'idea giusta, per esempio se si formassero quartetti tra gli allievi di accademmie... e scuole varie... quantomeno si potrebbe far conoscere a più persone la musica da camera...
negli USA ci sono molti validi quartetti dilettanti, che nascono per passione, questo fa si che i quartetti professionisti possano avere il terreno preparato, cioè la gente si abitua a sentire il quartetto...

In italia se fai un concerto col quartetto qualcuno potrebbe affermare:
ma come mai manca il contrbbasso?

oppure "bello, ma preferisco l'orchestra..."
questione di cultura
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masa
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Messaggio da masa »

Un paio di anni fa ho sentito il Quartetto di Fiesole a Milano, mi è piaciuto moltissimo (Forse c’era ancora il fratello di Marcospain) . Nonostante la situazione è esattamente come dice Marcospain (ogni tanto mi capita di vedere il secondo violino la bravissima Daniela Cammarano in altre formazioni o in qualche orchestra - magari con tutti i componenti del Quartetto Indaco sparsi), è incredibile che riesca a mantenere quel livello.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

mantere il livello musicale è dato dalla serietà dei musicisti:
c'è chi adirittura non suona se non è sicuro di rendere il 100%
quindi si desume che questi quartetti facciano molte prove e ricerchino sempre la miglior interpretazione.

Mentre ci sono pure quelli che se vengono pagati poco suonano anche meno bene...
ovviamente alcuni anche se pagati tanto non arriveranno mai a certi livelli...

Nel quartetto è molto importante la consapevolezza dei propi limiti

Lancio una proposta per il forum:
una sezione intitolata: l'angolo del quartetto e della musica da camera
in cui si possa parlare del quartetto ma anche creare occasioni per nuovi incontri quartettistici, quintettistici, trii....
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