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Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: venerdì 9 settembre 2016, 0:31
da davidesora
Ho fatto questo video per mostrare l'aspetto e la consistenza della linossina che uso per la mia vernice a solvente alcoolico.
Si tratta del prodotto della polimerizzazione e ossidazione dell'olio di lino, che alla fine del lungo e naturale processo si trasforma in una sostanza stabile perfettamente solubile in alcool e quindi utilizzabile come plastificante in questo tipo di vernice, conferendogli potenzialmente proprietà meccaniche molto simili a quelle di una vernice ad olio giunta a completa maturazione.
Quella che si vede nel video ha iniziato il processo di polimerizzazione nel 1986, partendo da olio di lino cotto.

Ecco il link al video:

https://www.youtube.com/watch?v=8cUJT16FQv8

Inviato: venerdì 9 settembre 2016, 12:09
da claudio
Senz'altro la linossina è da tenere di conto al pari delle ricette che usiamo comunemente per fare vernici ad olio. Mi risulta che il primo ad usare la linossina in liuteria sia stato il liutaio fiorentino Lapo Casini, che stanco degli inconvenienti delle vernici alla colofonia a base olio di suo padre, anch'egli liutaio (difficoltà di essiccazione e di colorazione, dovute principalmente al fatto che le corrette procedure erano da considerare perdute), dopo molti tentativi elaborò il metodo di sciogliere l'olio di lino sotto la forma di linossina nell'alcol, assieme ad un'altra resina dura (sandracca, gomma manila) e quindi di poter avere una vernice di pronta essiccazione e di facile colorazione al pari di qualsiasi vernice ad alcool.

Il problema era come ottenere la linossina, poichè seguendo il metodo naturale di alterazione della molecola dell'olio sono necessari anni, così come bene evidenziato da Davide. Un altro metodo è quello di prendere l'olio di lino essiccato e di lasciarlo in infusione nell'alcol per un certo periodo, anche in questo caso si otterrà una completa soluzione dell'olio essiccato.

Altro metodo ancora più veloce è quello poi elaborato sempre da Lapo Casini, è quello della saponificazione dell'olio essiccato, ossia una volta ottenuto l'olio bene essiccato attraverso pannelli o apposite vasche lasciate all'aria, lo si immerge in una soluzione di carbonato di sodio, ottenendo così uno scioglimento completo dell'olio secco, poi si procede ad un'operazione di neutralizzazione attraverso una soluzione acida a base di acido nitrico. In questo modo, nel giro di poco più di una settimana, si otterrà una resina perfettamente solubile nell'alcool e con le proprietà dell'olio di lino.

In buona sostanza tutte queste operazioni ottengono sempre un unico scopo: separare la molecola dell'olio dal suo legame glicerina/acido grasso, una volta separati, si ottiene l'acido grasso (la glicerina è solubile in acqua), ed in questo modo può essere usata nelle vernici.

Ho usato per molti anni la vernice alla linossina secondo le indicazioni di Lapo Casini e gli strumenti verniciati a distanza di anni non hanno dato nessun problema. Il motivo per cui ho poi elaborato vernici ottenute da ricette originali antiche è stato per il fatto che sia in pittura che in nella tradizione del legno la vernice per eccellenza era considerata la "vernice liquida" o "vernice comune", probabilmente a base di olio di lino e colofonia (cotta per migliorarne le caratteristiche). Inoltre i pigmenti rinvenuti nelle analisi chimiche dei frammenti di vernici antiche di strumenti originali (alizarina, ossidi metallici, ecc.), sono quelli classici compatibili con le vernici ad olio e nella pittura ad olio.

E' propri sulla scorta di queste esperienze che nel 1995 scrissi un articolo che fu poi pubblicato su The Strad, cosa che scatenò una polemica da parte di Fiorenzo Copertini Amati, che fu allievo di Lapo Casini, perchè pensava che il mio fosse un tentativo di togliere a Lapo Casini i suoi meriti. Ovviamente questa è una grande sciocchezza perchè consideravo allora e considero tuttora il contributo di Casini fondamentale nella storia della liuteria, e credo anche che il suo metodo della linossina abbia radici nella tradizione antica, anche se ad oggi non ne sono state rivenute tracce nelle fonti. Ma non è detto che un giorno o l'altro non salti fuori qualcosa di interessante anche a questo proposito.

Inviato: venerdì 9 settembre 2016, 15:45
da davidesora
Anche io ho iniziato ad interessarmi alla linossina grazie a Lapo Casini e al suo libricino che spiegava nel dettaglio i vari sistemi per ottenerla.
Sono convinto anche io che non sia la vernice antica autentica, soprattutto la mia che prevede l'uso di gommalacca, ma come dici anche tu l'uso della linossina come plastificante/elasticizzante permette di formulare ottime vernici sia dal punto di vista funzionale che estetico.
Certo il Casini partiva da presupposti sbagliati nella sua ricerca dell'antica vernice, come ad esempio la questione dei pigmenti che sosteneva non esistessero nelle vernici classiche mentre oggi questo è ormai consolidato, e come in tutti gli scritti dell'epoca teneva un po' troppo a dire che lui era riuscito a svelare il segreto......
Anche se ultimamente anche io sto approfondendo il discorso vernici ad olio, che ritengo sia il percorso migliore per una "attendibilità storica" e molto più intriganti da applicare e formulare, utilizzo ancora quella alla linossina su specifica richiesta di alcuni miei clienti che sono affezionati al tipo di risultati estetici ed acustici che questa offre e alla ormai collaudata stabilità e durabilità nel tempo.
Credo però che il lavoro del liutaio non possa prescindere dal provare a sperimentare nuove strade e sistemi alternativi anche se i risultati ottenuti fino ad oggi sono del tutto soddifacenti, ma la curiosità di cosa può nascondersi dietro l'angolo credo sia il motore che ha portato la liuteria cremonese antica ai vertici massimi che ha potuto raggiungere : se perfino Stradivari sperimentava e in un certo senso "azzardava" nuove strade, chi siamo noi per non farlo? :D :wink:

Inviato: sabato 10 settembre 2016, 15:22
da Arca
Davvero molto interessante, vedere l'elasticità, il colore e come reagisce tra le mani la linossina è davvero bello, d'altra parte credo sia molto difficile se non impossibile per molti liutai aspettare 20 30 anni per avere questo materiale.
Sicuramente ne vale la pena visto il risultato che vedo dai vostri violini, il "vestito" dei vostri violini è bellissimo, come il violino stesso, ma... Che fatica!
Spesso si dice che la semplicità paga sempre, molte delle cose fatte, scoperte e venute alla luce con semplicità sono quelle che hanno cambiato la storia.
Ho letto il libro di Casini, ho avuto la fortuna di aver avuto un prestito una copia da lui autenticata, ma non mi convince affatto.

Inviato: sabato 10 settembre 2016, 15:49
da davidesora
Arca ha scritto:Davvero molto interessante, vedere l'elasticità, il colore e come reagisce tra le mani la linossina è davvero bello, d'altra parte credo sia molto difficile se non impossibile per molti liutai aspettare 20 30 anni per avere questo materiale.
Sicuramente ne vale la pena visto il risultato che vedo dai vostri violini, il "vestito" dei vostri violini è bellissimo, come il violino stesso, ma... Che fatica!
Spesso si dice che la semplicità paga sempre, molte delle cose fatte, scoperte e venute alla luce con semplicità sono quelle che hanno cambiato la storia.
Ho letto il libro di Casini, ho avuto la fortuna di aver avuto un prestito una copia da lui autenticata, ma non mi convince affatto.
Fortunatamente non occorre aspettare 20 o 30 anni per poter usare la linossina, anche con il sistema di ossidazione naturale ne bastano 5 o 6.
Quello che intendevo far notare è la stabilità della sostanza che, anche dopo molti anni rimane plastica ed elastica senza deteriorarsi o indurire completamente, mantenendo le sua influenza positiva sulla vernice nel tempo.
Comunque, se si vogliono accelerare i tempi, il sistema della saponificazione indicato dal Casini (e riportato da Claudio nel suo post precedente) funziona benissimo.
Però ho notato che anche in questo caso una stagionatura di qualche anno è benefica se non necessaria, come anche Casini consigliava se ricordo bene.
Il vantaggio della ossidazione naturale è che non si corre il rischio di avere residui di sostanze chimiche nella vernice, cosa che ho sempre preferito per i possibili e imponderabili effetti negativi a lungo termine.

Riguardo alla "fatica" per farla, c'è da dire che si fa una volta sola, poi non resta che prelevarla e scioglierla come si vede nel video.
E' anche possibile che l'olio di lino divenuto troppo vecchio e ossidato in contenitori semi vuoti potesse essere recuperato e riutilizzato sotto forma di linossina solubile (una volta non si buttava niente...), ma è solo un'ipotesi anche se non da escludere.

Il libro di Casini è frutto di conoscenze chimiche e indagini scientifiche piuttosto arretrate e obsolete, come un po' tutti i libri sulle vernici scritti negli anni passati (come ad esempio Fry e Michelman solo per per citarne alcuni).
Ma rivisti e interpretati alla luce delle conoscenze chimiche e scientifiche attuali si riesce a tirarne fuori sempre qualche spunto interessante.
Chissà negli anni a venire, con il progredire delle indagini tecnologiche quanti altri autori di "scoperte sensazionali" verranno smentiti o messi in discussione. :wink:

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: sabato 23 giugno 2018, 18:39
da Nico09
Linossina https://imgur.com/gallery/2juRJGr

Sto provando a farne un po'! Nel link, le immagini. La linossina coagulata ha la consistenza di marmellata, ed effettivamente dopo qualche settimana di riposo è meno sensibile al calore. Qualcuno ha provato a farla?

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: sabato 23 giugno 2018, 18:58
da claudio
@Nico09:la linossina propriamente detta non dovrebbe avere alcuna consistenza liquida, altrimenti è solo olio di lino molto ossidato, ma non completamente polimerizzato.

Alla discussione posso aggiungere che alcune considerazioni mi sembrano dettate da una certa superficialità e penso di poterlo dire con una ragione di causa perché pur non avendo conosciuto Lapo Casini, ho conosciuto colui che è stato più vicino al suo lavoro e che ha scritto e pubblicato il libro sulla vernice alla linossina: Fiorenzo Copertini Amati, liutaio in Firenze.

A suo tempo egli mi mostrò vari procedimenti per ottenere la linossina e meglio ancora mi fece vedere alcuni strumenti finiti, sia di sua costruzione che di mano dello stesso Lapo Casini, così che potetti rendermi conto di cosa esattamente si trattava.

Sulle indagini scientifiche e le conoscenze chimiche "obsolete e arretrate" ci sarebbe da dire molto, ma il discorso si allungherebbe oltremodo e si andrebbe anche fuori argomento, dico solo che il concetto di polimerizzazione non è né vecchio e nemmeno obsoleto, è semplicemente un processo chimico alla base del quale sta la nostra produzione di vernici alla linossina e di vernici filologiche all'olio di lino e come tale non è soggetto ad invecchiamento o obsolescenza nel concetto, proprio come le antiche vernici. ;)

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: sabato 23 giugno 2018, 19:16
da Nico09
Quindi anche con il metodo della saponificazione, la consistenza che deve risultare è quella mostrata nei video di Davide?

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: sabato 23 giugno 2018, 19:27
da davidesora
Nico09 ha scritto: sabato 23 giugno 2018, 18:39 Linossina https://imgur.com/gallery/2juRJGr

Sto provando a farne un po'! Nel link, le immagini. La linossina coagulata ha la consistenza di marmellata, ed effettivamente dopo qualche settimana di riposo è meno sensibile al calore. Qualcuno ha provato a farla?
La linossina messa nella soda deve sciogliersi completamente (nella foto ci sono parti ancora non sciolte), altrimenti significa che non è ancora abbastanza polimerizzata, o che la soda non è abbastanza forte o non ha avuto abbastanza tempo per saponificare il tutto.
Una volta sciolta il colore dovrebbe essere più scuro, almeno nella mia esperienza, ti consiglio di fare una prova parallela con l'ammoniaca concentrata al posto della soda per valutare l'efficacia e le differenze.

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: sabato 23 giugno 2018, 19:28
da claudio
I vari metodi per separare la glicerina dagli acidi grassi dell'olio di lino non danno gli stessi risultati, c'è molta differenza di qualità della linossina se si saponifica con soda caustica o con carbonato di sodio. Ed un altro risultato ancora è quello della naturale separazione, in cui dopo 30 anni l'olio è divenuto scurissimo, ma di proprietà del tutto analoghe a quello ottenuto con la saponificazione con carbonato di sodio (ha solo il colore molto più chiaro). L'importante è partire da un olio bene essiccato.

Re: Linossina, questa sconosciuta.

Inviato: lunedì 25 giugno 2018, 0:37
da davidesora
Nico09 ha scritto: sabato 23 giugno 2018, 19:16 Quindi anche con il metodo della saponificazione, la consistenza che deve risultare è quella mostrata nei video di Davide?
Dopo la saponificazione (e de-saponificazione, che non so se è il termine corretto ma in pratica questo è) la linossina avrà una consistenza più tipo marmellata densa, per vederla diventare come quella nel mio video ci sarà bisogno di un certo tempo di "stagionatura" (indicato come necessario anche dal Casini) per vederla diventare più consistente ed elastica e anche più scura di colore.
Qualche mese dovrebbe bastare, ma ripeto, più è vecchia e meglio è, quando sarà più fresca avrà un potere ammorbidente maggiore il che rende difficile stabilire con esattezza tempi e dosi, occorre provare e sperimentare con il materiale che si ha a disposizione (e che cambierà nel tempo) che sarà sempre un po' diverso a seconda dell'olio di partenza e dell'invecchiamento e dei trattamenti che ha subito.
Questo perchè l'essicazione dell'olio di lino è dovuta a un processo di polimerizzazione ma anche di ossidazione : mentre la prima si conclude in tempi più "brevi", la seconda continua per tempi più lunghi ed è quella che trasforma ancora più lentamente l'olio già polimerizzato.
Se l'ossidazione non è molto avanzata la vernice funzionerà ugualmente ma sarà più sensibile al calore per qualche anno prima di perdere anche questa spiacevole caratteristica (spiacevole se troppo marcata, un po' di sensibilità al calore resterà sempre ed è auspicabile ma in modo molto contenuto).
Se la vernice dovesse rimanere anche appiccicosa significa che la stagionatura/maturazione non è ancora sufficiente.
C'è poco da fare, con le vernici ci vuole pazienza.... :roll: