Re: Catena
Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 19:08
Forum dedicato agli strumenti ad arco. By Claudio Rampini Liutaio
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Nessuna repressione, ma il comportamento della tavola con l'aumento delle frequenze diventa talmente complesso che preferisco non avventurarmi in una discussione. Qualche idea ho provato a farmela ragionandoci sopra ma credo che sia meglio che ognuno provi a farsi la sua se lo ritiene interessante. Ad affrontare l'argomento sarebbero in difficoltà anche i fisici, figuriamoci io che faccio il liutaioclaudio ha scritto: ↑giovedì 14 marzo 2019, 18:53 Per favore non ti reprimere, questo è uno spazio tuo, ci mancherebbe altro che non potessi parlare in modo tranquillo dei tuoi metodi. E' vero che io mi sono espresso più volte in modo fortemente critico nei confronti dell'analisi modale, ma certo non ho la pretesa di abolire le diverse scuole di pensiero, tantomeno in quella che considero essere casa mia.
Sulla catena si trova qualche pubblicazione scientifica ma non credo con esperimenti del tipo che suggerisci (prova-apri-modifica-chiudi-riprova) perchè sarebbe disumano e costosissimo tenere sotto controllo tutte le variabili con l'attendibilità statistica che è richiesta per le pubblicazioni scientifiche.lorenzo fossati ha scritto: ↑venerdì 15 marzo 2019, 12:13 Secondo me in questo frangente molti si tengono i loro segreti (che poi spesse volte sono segreti di Pulcinella o credenze errate come molto spesso accade), anche io mi sono fatto delle idee e sperimento diciamo nei limiti della decenza, però ho difficoltà ad interpretare i risultati, nel senso che certe caratteristiche sonore, siano esse buone o cattive, si possano attribuire con coscienza all'effetto della catena sul sistema violino o siano invece causate dagli innumerevoli altri fattori che entrano in gioco nella costruzione del violino. Il giochino da fare per me sarebbe prova il violino, apri la cassa, modifica la catena, chiudi il violino, prova il violino, apri la cassa, modifica la catena, chiudi la cassa, prova il violino, tutto questo x volte per un indefinito numero di violini, prendendo nota delle differenze nell'analisi modale e nelle caratteristiche acustiche dello strumento. Cosa che io non ho mai fatto (per voglia e per tempo) e che credo non molti altri abbiano fatto, che sappiate esistono delle pubblicazioni a riguardo?
Anche secondo me quello che scrive Claudio a riguardo dei metodi collaudati è verissimo, l'empiricismo non sbaglia quasi mai, una sorta di evoluzione darwiniana applicata alla crescita umana. Una delle cose che in assoluto mi hanno più stupefatto e fatto pensare è l'evoluzione convergente di certi mammiferi marini (delfini, balene e simili) e dei pesci, come a dire che nell'acqua, la migliore soluzione per vivere sono quel tipo di pinne, che tu sia nato pesce o mammifero non importa. Stessa cosa per i violini, e qui la selezione la fa la cultura con l'idea di bel suono.
Bé la bellezza è un costrutto culturale e non una sorta di vibrazione cosmica come scrivono molti santoni new age nei loro best seller, quello che piace molto a noi può piacere meno ad altri, ed i nostri gusti cambiano anche radicalmente nel corso della vita e sono sempre relazionati all'idea di bello che una certa società in un certo periodo offre come riferimento. Per come la vedo io la costruzione di uno strumento è un processo dinamico che si inserisce in questo contesto e che in brevi termini comporta l'analisi degli strumenti del passato come riferimento, con coscienza del fatto che il suono che emettono oggi è distante (chissà quanto distante) da quello "originale" e che comunque sono strumenti costruiti per musica "diversa" (diapason diversi, esigenze musicali diverse) e quindi per me si tratta di integrare questa conoscenza con spirito critico, all'atto pratico fare violini che piacciono a me, e che piacciono ai musicisti, cercando di cavarci le gambe e riuscire a costruire qualcosa di "adeguatamente bello" secondo i canoni attualmente dettati dalla nostra cultura.davidesora ha scritto: ↑venerdì 15 marzo 2019, 13:12 Comunque, anche se fosse possibile studiare analiticamente ogni cosa, a rovinare tutto resta sempre il problema che non esiste un sistema di giudizio del suono standard e oggettivo, quindi finchè non si trova una soluzione a questo problema (secondo me impossibile da risolvere) non si potrà mai dire con certezza se il risultato è stato raggiunto.
Anche se un violino suonasse benissimo, ci sarà sempre qualcuno a cui non piace.
Non capisco cosa tu intenda per "violino" modale, se si legge le pubblicazioni per forza di cose l'attenzione viene focalizzata sui modi ma, allo stato pratico delle cose, chi usa i modi (che puoi chiamare anche note risonanti, e tutto già risulta molto più filologico e possibilmente metodi adoperati anche dagli antichi) li integra in un sistema costruttivo sempre basato su bombatura, spessori, peso, eccetera... è solo un sistema di catalogazione di note, e magari la più moderna analisi dello spettro potrà consentire di capirci qualcosa in più sulle successioni armoniche e sul perchè ed il come i violini (antichi o moderni che siano) suonano in una certa maniera. Per come la vedo io, è una metodologia atta a comprendere e non a creare. Sono lontani i tempi della Hutchins in cui si diceva, accorda il fondo in Fa diesis e vedrai che il violino ti suona di sicuro. Che poi un artigiano possa sviluppare, con l'esperienza, un'adeguata sensibilità anche senza bisogno di note di riferimento o spettri e fantasmi, bene! Ma alla fine, quando batti una tavola producendo una nota, non fai altro che analizzare modalmente quel pezzo di legno e di fatto è uno dei metodi di rilevazione più usati ed efficaci.claudio ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 0:01 Ma sono sicuro che in un futuro più o meno prossimo, ci sono già segnali che vanno in questa direzione, si farà in modo di rovinare il suono degli strumenti originali e di imporre il nuovo violino, che proprio per seguire una nuova tendenza si potrebbe chiamare "modale", il cui suono sarà dichiarato bello solo perché mancheranno strumenti validi cui paragonarli.
Condivido in pieno quanto dice Lorenzo, ritengo sia importante cercare di comprendere il più possibile senza trascurare nessuna possibilità.lorenzo fossati ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 11:46Non capisco cosa tu intenda per "violino" modale, se si legge le pubblicazioni per forza di cose l'attenzione viene focalizzata sui modi ma, allo stato pratico delle cose, chi usa i modi (che puoi chiamare anche note risonanti, e tutto già risulta molto più filologico e possibilmente metodi adoperati anche dagli antichi) li integra in un sistema costruttivo sempre basato su bombatura, spessori, peso, eccetera... è solo un sistema di catalogazione di note, e magari la più moderna analisi dello spettro potrà consentire di capirci qualcosa in più sulle successioni armoniche e sul perchè ed il come i violini (antichi o moderni che siano) suonano in una certa maniera. Per come la vedo io, è una metodologia atta a comprendere e non a creare. Sono lontani i tempi della Hutchins in cui si diceva, accorda il fondo in Fa diesis e vedrai che il violino ti suona di sicuro. Che poi un artigiano possa sviluppare, con l'esperienza, un'adeguata sensibilità anche senza bisogno di note di riferimento o spettri e fantasmi, bene! Ma alla fine, quando batti una tavola producendo una nota, non fai altro che analizzare modalmente quel pezzo di legno e di fatto è uno dei metodi di rilevazione più usati ed efficaci.claudio ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 0:01 Ma sono sicuro che in un futuro più o meno prossimo, ci sono già segnali che vanno in questa direzione, si farà in modo di rovinare il suono degli strumenti originali e di imporre il nuovo violino, che proprio per seguire una nuova tendenza si potrebbe chiamare "modale", il cui suono sarà dichiarato bello solo perché mancheranno strumenti validi cui paragonarli.
Vorrei saperne di più sui metodi filologici possibilmente adoperati dagli antichi, magari mi sono perso qualcosa.lorenzo fossati ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 11:46 (che puoi chiamare anche note risonanti, e tutto già risulta molto più filologico e possibilmente metodi adoperati anche dagli antichi)
Hmm scusa Claudio ma non sono un incallito scrittore da forum, certe volte mi prende la verve e riesco a spiegarmi ma la maggior parte delle volte capita di non riuscire a spiegarmi e comunque cerco sempre un approccio confrontativo soprattutto con te e Davide che siete e lo dico senza sarcasmo, maestri esperti da cui posso e debbo imparare moltissimo. D'altra parte proprio perche volendo pormi in maniera costruttiva nel dibattito può capitare che decida di interrompere il mio dibattere su un argomento, tanto piu che ho capito il tuo e vostro punto di vista, obiettivo quanto vuoi nel momento in cui incontri difficoltà nel dialogo, resomi difficile da una corrispondenza virtuale che non sempre mi ispira il confronto, anche per tenere un'attitudine positiva insomma, perdonami!claudio ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 13:24Vorrei saperne di più sui metodi filologici possibilmente adoperati dagli antichi, magari mi sono perso qualcosa.lorenzo fossati ha scritto: ↑sabato 16 marzo 2019, 11:46 (che puoi chiamare anche note risonanti, e tutto già risulta molto più filologico e possibilmente metodi adoperati anche dagli antichi)
E poi vorrei sapere cosa e come del mio messaggio precedente tu possa avere capito, ho come l'impressione che tu ti sia fermato alle prime righe iniziali. Non mi illudo che questo serva ad intendersi meglio, poiché anche una nostra semplice discussione sul raccordo bordi-bombature "senza scalino", ha dovuto richiedere un certo impegno.