Il mistero del violoncello di Sacconi del 1927
- delyrium
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però ora che ci penso nonostante Hitler salì al governo nel '33, il Mein Kampf l'ha scritto nel '25, quindi qualche dubbio ora mi verrebbe... magari quel violoncello è stato commissionato da un gerarca nazista
<em>"<strong>QVO VNICO PROPVGNACVLO STAT STABIT(QUE) RELIGIO</strong>"</em><br>Andrea Amati (1560)
- Gianmaria
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Buongiorno a tutti!
Ecco qui qualche informazione estratta dalla tesi che ho scovato in biblioteca:
Il violoncello presenta
- un'etichetta a stampa con ultime due cifre della data a penna: Fernando Sacconi fece. Roma, 1927;
- un marchio a fuoco posto sulla giunta delle fasce al di sopra del puntale: FERNANDO SACCONI ROMA;
- una croce uncinata impressa sulla giunta centrale del fondo in prossimità della nocetta.
E' di proprietà dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con numero di inventario 223, conservato presso il Museo della stessa, donato nel 1957 dal sig. Marco Peyrot violoncellista dell'Accademia (archivio di S. Cecilia \ 1957-58 n.n. 31-40 \ 36:3 Marco Peyrot donazione violoncello); si presenta in discreto stato di conservazione.
Da un'indagine interna si riscontra la presenza di alcuni interventi di restauro realizzati sulla tavola armonica. Si può notare una doppiatura sulla quale è apposta la seguente iscrizione: WLADIMIR SCEVCENKO armonizzò. Roma, Marzo 1935.-
Atto della donazione
Luserna San Giovanni
Lascio all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia -via Vittoria 6, Roma-
mio Violoncello SACCONI Fernando - 1927
contraddistinto da una SVASTICA
impressa sul fondo -esternamente sotto
l'attaccatura del manico in ricordo di
molti felici e fecondi anni passati nell'Orchestra
di detta Accademia
Marco Peyrot
Luserna San Giovanni 8/VII I/1957
Alcune misure significative
lunghezza totale: 1217 mm
lunghezza cassa: 760 mm
lunghezza manico: 284 mm
larghezza polmone superiore: 341 mm
larghezza "vita" (zona CC): 241 mm
larghezza polmone inferiore: 435 mm
distanza bordo-tacca (diapason): 409 mm
altezza fasce: 118-125 mm
lunghezza corda vibrante: 704 mm
angolo formato dalle corde al ponte: 151°
Questo è quanto sono riuscito a trovare, se avete richieste particolari su rotture, misure o spessori vedrò di postarle (ce ne sono talmente tante che per ora ho provveduto a fornirvi le principali). Spero di avere dato un buon contributo alla SAGA, buona giornata e a presto!
Gian
Ecco qui qualche informazione estratta dalla tesi che ho scovato in biblioteca:
Il violoncello presenta
- un'etichetta a stampa con ultime due cifre della data a penna: Fernando Sacconi fece. Roma, 1927;
- un marchio a fuoco posto sulla giunta delle fasce al di sopra del puntale: FERNANDO SACCONI ROMA;
- una croce uncinata impressa sulla giunta centrale del fondo in prossimità della nocetta.
E' di proprietà dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con numero di inventario 223, conservato presso il Museo della stessa, donato nel 1957 dal sig. Marco Peyrot violoncellista dell'Accademia (archivio di S. Cecilia \ 1957-58 n.n. 31-40 \ 36:3 Marco Peyrot donazione violoncello); si presenta in discreto stato di conservazione.
Da un'indagine interna si riscontra la presenza di alcuni interventi di restauro realizzati sulla tavola armonica. Si può notare una doppiatura sulla quale è apposta la seguente iscrizione: WLADIMIR SCEVCENKO armonizzò. Roma, Marzo 1935.-
Atto della donazione
Luserna San Giovanni
Lascio all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia -via Vittoria 6, Roma-
mio Violoncello SACCONI Fernando - 1927
contraddistinto da una SVASTICA
impressa sul fondo -esternamente sotto
l'attaccatura del manico in ricordo di
molti felici e fecondi anni passati nell'Orchestra
di detta Accademia
Marco Peyrot
Luserna San Giovanni 8/VII I/1957
Alcune misure significative
lunghezza totale: 1217 mm
lunghezza cassa: 760 mm
lunghezza manico: 284 mm
larghezza polmone superiore: 341 mm
larghezza "vita" (zona CC): 241 mm
larghezza polmone inferiore: 435 mm
distanza bordo-tacca (diapason): 409 mm
altezza fasce: 118-125 mm
lunghezza corda vibrante: 704 mm
angolo formato dalle corde al ponte: 151°
Questo è quanto sono riuscito a trovare, se avete richieste particolari su rotture, misure o spessori vedrò di postarle (ce ne sono talmente tante che per ora ho provveduto a fornirvi le principali). Spero di avere dato un buon contributo alla SAGA, buona giornata e a presto!
Gian
Grazie Gianmaria, per questo tuo bellissimo contributo.
Presumo che la biblioteca sia quella della Scuola di Liuteria di Milano, invece non capisco il significato della tesi. Si tratta forse di una tesi di laura successivamente donata alla scuola?
Per quanto riguarda invece il discorso della svastica mi sembra che il mistero si possa svelare a partire dalle parole del M° Marco Peyrot come da atto di donazione:
Da questo se ne può dedurre che:
1- la croce uncinata non è stata apposta per motivi di riparazione per nascondere un difetto del legno, ma di decorazione.
2- Fu molto probabilmente Peyrot ad ordinare la particolare decorazione.
3- Sacconi non ha niente a che fare con la croce uncinata, ossia quel violoncello è nato senza la svastica. Non ci sono prove certe, ma gli interventi successivi di restauro suggeriscono questo.
Non so se un liutaio come Sacconi avrebbe accettato di apporre una simile decorazione su un suo strumento, ignoro il suo orientamento politico, ma conoscendo il suo rispetto per gli strumenti rimango piuttosto scettico di fronte all'attribuzione di un simile obbrobrio.
Altro particolare interessante a mio parere sono le dimensioni del violoncello, che ricalcano in tutto quelle del disegno della forma del Piatti da lui rielaborata e che fino a qualche anno fa era possibile reperire a Cremona.
Aspettiamo anche la pubblicazione degli spessori, speriamo solo non siano stati troppo manomessi negli interventi successivi di modifica e "armonizzazione" dello strumento.
Presumo che la biblioteca sia quella della Scuola di Liuteria di Milano, invece non capisco il significato della tesi. Si tratta forse di una tesi di laura successivamente donata alla scuola?
Per quanto riguarda invece il discorso della svastica mi sembra che il mistero si possa svelare a partire dalle parole del M° Marco Peyrot come da atto di donazione:
Si parla quindi di una svastica incisa a ricordo, viene anche riferito in modo preciso il punto in cui è situata, degli anni passati con l'Orchestra.Lascio all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia -via Vittoria 6, Roma-
mio Violoncello SACCONI Fernando - 1927
contraddistinto da una SVASTICA
impressa sul fondo -esternamente sotto
l'attaccatura del manico in ricordo di
molti felici e fecondi anni passati nell'Orchestra
di detta Accademia
Da questo se ne può dedurre che:
1- la croce uncinata non è stata apposta per motivi di riparazione per nascondere un difetto del legno, ma di decorazione.
2- Fu molto probabilmente Peyrot ad ordinare la particolare decorazione.
3- Sacconi non ha niente a che fare con la croce uncinata, ossia quel violoncello è nato senza la svastica. Non ci sono prove certe, ma gli interventi successivi di restauro suggeriscono questo.
Non so se un liutaio come Sacconi avrebbe accettato di apporre una simile decorazione su un suo strumento, ignoro il suo orientamento politico, ma conoscendo il suo rispetto per gli strumenti rimango piuttosto scettico di fronte all'attribuzione di un simile obbrobrio.
Altro particolare interessante a mio parere sono le dimensioni del violoncello, che ricalcano in tutto quelle del disegno della forma del Piatti da lui rielaborata e che fino a qualche anno fa era possibile reperire a Cremona.
Aspettiamo anche la pubblicazione degli spessori, speriamo solo non siano stati troppo manomessi negli interventi successivi di modifica e "armonizzazione" dello strumento.
andante con fuoco
Ma cosa si intende per armonizzazione? Mi pare che Sacconi fosse uno "abbastanza bravo" da non commettere errori nella fattura di uno strumento...cioè, da ciò che c'è scritto-armonizzò...- ho capito che l'intervento fu correttivo, come Sacconi dice che fu fatto con gli spessori degli Stradivari....mah
Nel passato, gli interventi allo scopo di migliorare il suono degli strumenti, si chiamavano "armonizzazioni", e consistevano spesso in radicali trasformazioni degli strumenti. Ne parla il liutaio Marchi nel suo manoscritto della fine del '700 e ne è costellata tutta la storia della liuteria. Questo avveniva principalmente per l'esigenza di alcuni musicisti che alla ricerca del suono migliore non esitavano a fare aprire i loro strumenti.
E' una pratica in vigore tutt'oggi e oggi come allora, ha riguardato e riguarda strumenti di tutti i generi, dai più economici ai più famosi e costosi.
E' una pratica in vigore tutt'oggi e oggi come allora, ha riguardato e riguarda strumenti di tutti i generi, dai più economici ai più famosi e costosi.
andante con fuoco
- Fabio_Chiari_liutaio
- Liutaio
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Penso anch'io che la svastica sia stata apposta da qualcuno che ha usato lo strumento o da qualcuno che lo abbia restaurato. Ero arrivato già a questa presa di posizione ma aspettavo più notizie in merito.
Anche i tempi non corrispondono, se lo strumento è del 27, ed è stato fatto in Italia, al massimo se Sacconi fosse stato di destra avrebbe apposto un fascio littorio, in quanto la svastica destrogira era si già in uso al partito nazionalsocialista di Hitler, ma esso nel 27 era ancora un gruppo criminale extraparlamentare ed in Italia poco conosciuto a livello di massa, dal momento che in quel momento i tedeschi erano ancora visti come i grandi avversari di sempre. Di sacconi conosciamo poi tutta la vita e abbiamo la certezza che non era solito ornare gli strumenti fatti con segni o marchi fantasiosi, se avesse deciso di apporre una svastica, prendendo così nettamente posizione non sarebbe certo stato alle dipendenze di titolari di religione ebraica per il resto della sua attività in america. Meglio comunque aver chiarito questo punto anche se in questo contesto si dovrebbe esprimersi principalmente sulla liuteria di Sacconi piuttosto che sulle sue idee politiche. Il fatto che Utili avesse regalato un suo violino al duce dal momento che questi voleva far passare il messaggio di una sua cultura musicale, non vuol dire che Utili non fosse un grande liutaio, certo io non lo avrei fatto!
Anche i tempi non corrispondono, se lo strumento è del 27, ed è stato fatto in Italia, al massimo se Sacconi fosse stato di destra avrebbe apposto un fascio littorio, in quanto la svastica destrogira era si già in uso al partito nazionalsocialista di Hitler, ma esso nel 27 era ancora un gruppo criminale extraparlamentare ed in Italia poco conosciuto a livello di massa, dal momento che in quel momento i tedeschi erano ancora visti come i grandi avversari di sempre. Di sacconi conosciamo poi tutta la vita e abbiamo la certezza che non era solito ornare gli strumenti fatti con segni o marchi fantasiosi, se avesse deciso di apporre una svastica, prendendo così nettamente posizione non sarebbe certo stato alle dipendenze di titolari di religione ebraica per il resto della sua attività in america. Meglio comunque aver chiarito questo punto anche se in questo contesto si dovrebbe esprimersi principalmente sulla liuteria di Sacconi piuttosto che sulle sue idee politiche. Il fatto che Utili avesse regalato un suo violino al duce dal momento che questi voleva far passare il messaggio di una sua cultura musicale, non vuol dire che Utili non fosse un grande liutaio, certo io non lo avrei fatto!
<div>......chi va dietro altrui mai non gli passa innanzi.....(Michelagnolo Bonarroto fiorentino)</div><br>
- Piergiuseppe
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L' altro giorno il vicepreside della scuola di liuteria di Cremona ha donato unFabio_Chiari_liutaio ha scritto: Il fatto che Utili avesse regalato un suo violino al duce dal momento che questi voleva far passare il messaggio di una sua cultura musicale, non vuol dire che Utili non fosse un grande liutaio, certo io non lo avrei fatto!
violino all Sig.ra Gelmini. (grande scoop: l' IPIALL chiude, presto un
articolone)
- Fabio_Chiari_liutaio
- Liutaio
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Ho scritto che non lo avrei fatto perchè al pari di mio nonno nel ventennio sarei stato in galera e l'ultima cosa a cui avrei pensato sarebbe stata di regalare un violino al duce.
Per quanto riguarda la chiusura (?) della scuola............
Per quanto riguarda la chiusura (?) della scuola............
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- Gianmaria
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Al massimo domani vi mando gli spessori, ora sono un po' preso dalla viola d'amore.....
Può convincere l'interpretazione di Claudio rispetto a quanto scritto dal vecchio proprietario, l'unico particolare che ancora mi può lasciare in dubbio è l'ambiguità della frase: il "ricordo dei fecondi e felici anni passati nell'orchestra" si riferirà alla svastica o al lascito dello strumento? Mah. Continuo a sperare nella lettura di Claudio, venendomi in mente una citazione da "Underground" di Kusturica (che non scriverò ma che potete cercarvi, tipica frase pronunciata dal "Nero" durante tutto il film, un capolavoro)!
La tesi è una tra quelle rimaste dagli scorsi anni di scuola, quando ancora si usava, per tutti gli studenti e non solo, come avviene ora, per i "pizzicanti" o "chitarrai", portare all'esame finale un lavoro elaborato di ricerca e di studio ad argomento inerente la liuteria ma ad ampio spettro, dal lavoro in laboratorio ad analisi scientifiche, da rilievi in museo a studi su particolari autori. Ora invece c'è solo da consegnare FACOLTATIVAMENTE una relazione sul tirocinio svolto al quarto anno, pratica secondo la mia opinione passiva nonché limitante...specie quando l'idea generalmente condivisa (o vanamente propagandata, a seconda di chi ne parla) sarebbe quello di ridare e rafforzare un'identità culturale ed intellettuale alla liuteria. Doppio mah.
A domani con nuove informazioni, grazie a tutti per i contributi e le idee!
Può convincere l'interpretazione di Claudio rispetto a quanto scritto dal vecchio proprietario, l'unico particolare che ancora mi può lasciare in dubbio è l'ambiguità della frase: il "ricordo dei fecondi e felici anni passati nell'orchestra" si riferirà alla svastica o al lascito dello strumento? Mah. Continuo a sperare nella lettura di Claudio, venendomi in mente una citazione da "Underground" di Kusturica (che non scriverò ma che potete cercarvi, tipica frase pronunciata dal "Nero" durante tutto il film, un capolavoro)!
La tesi è una tra quelle rimaste dagli scorsi anni di scuola, quando ancora si usava, per tutti gli studenti e non solo, come avviene ora, per i "pizzicanti" o "chitarrai", portare all'esame finale un lavoro elaborato di ricerca e di studio ad argomento inerente la liuteria ma ad ampio spettro, dal lavoro in laboratorio ad analisi scientifiche, da rilievi in museo a studi su particolari autori. Ora invece c'è solo da consegnare FACOLTATIVAMENTE una relazione sul tirocinio svolto al quarto anno, pratica secondo la mia opinione passiva nonché limitante...specie quando l'idea generalmente condivisa (o vanamente propagandata, a seconda di chi ne parla) sarebbe quello di ridare e rafforzare un'identità culturale ed intellettuale alla liuteria. Doppio mah.
A domani con nuove informazioni, grazie a tutti per i contributi e le idee!
L'ambiguità c'è e rimane, non si può escludere nulla, ma approfondirò la ricerca e vedrò di saperne di più.Gianmaria ha scritto:Al massimo domani vi mando gli spessori, ora sono un po' preso dalla viola d'amore.....
Può convincere l'interpretazione di Claudio rispetto a quanto scritto dal vecchio proprietario, l'unico particolare che ancora mi può lasciare in dubbio è l'ambiguità della frase: il "ricordo dei fecondi e felici anni passati nell'orchestra" si riferirà alla svastica o al lascito dello strumento? Mah.
andante con fuoco
- edo
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se ci fosse una virgola dopo "manico" sarebbe tutto chiaro, in mancanza di questa il dubbio per ora rimaneclaudio ha scritto:L'ambiguità c'è e rimane, non si può escludere nulla, ma approfondirò la ricerca e vedrò di saperne di più.Gianmaria ha scritto:Al massimo domani vi mando gli spessori, ora sono un po' preso dalla viola d'amore.....
Può convincere l'interpretazione di Claudio rispetto a quanto scritto dal vecchio proprietario, l'unico particolare che ancora mi può lasciare in dubbio è l'ambiguità della frase: il "ricordo dei fecondi e felici anni passati nell'orchestra" si riferirà alla svastica o al lascito dello strumento? Mah.
ciao
edo
A meditarla bene, la frase, credo proprio che sia riferita al violoncello, quindi delle mie considerazioni iniziali salvo solo i punti 1 e 3, il punto 2 invece è tutto da verificare e niente esclude che lo stesso Peyrot si sia trovato lo strumento già "decorato".
Mi raccomando, non si confonda Peyrot con Poirot, non si sa mai.
Mi raccomando, non si confonda Peyrot con Poirot, non si sa mai.
andante con fuoco
- delyrium
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ahahahahah noooo povero Poirot!
per quanto riguarda la svastica credo anche io che sia stata quasi certamente aggiunta in un secondo tempo, non tanto per il pensiero di Sacconi quanto appunto per la data, come ha ben detto Fabio: sarebbe stato più logico che Sacconi avesse posto un fascio littorio più che una ancora poco conosciuta svastica nazista... erano anni ancora distanti dall'Asse Roma-Berlino per l'Italia
per quanto riguarda la svastica credo anche io che sia stata quasi certamente aggiunta in un secondo tempo, non tanto per il pensiero di Sacconi quanto appunto per la data, come ha ben detto Fabio: sarebbe stato più logico che Sacconi avesse posto un fascio littorio più che una ancora poco conosciuta svastica nazista... erano anni ancora distanti dall'Asse Roma-Berlino per l'Italia
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- edi
- Utente Esperto II
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Fino al '33 Hitler, i suoi scritti, il suo pensiero e le sue azioni, in Italia erano praticamente quasi sconosciuti e anche dopo, seppur conosciuto, non era visto di buon occhio neppure dal governo italiano, fino alla vigilia della guerra. Quindi mi pare estremamente improbabile che Sacconi abbia apposto quel segno, almeno con questo significato. Mi pare molto più probabile che sia stato apposto successivamente, forse durante l'occupazione tedesca di Roma? (1943). Più difficile magari stabilire chi l'abbia fatto...