secondo voi, la filologia uccide la musica classica ?

da Bach a Kodaly, uno strumento di incredibile bellezza.
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edi
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Messaggio da edi »

Siamo perfettamente d'accordo Claidio!
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claudio
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Io credo di sapere perchè siamo d'accordo, anche se non è detto che siamo nel giusto: solo chi ha messo le mani nella terra, tra le ossa di un soldato napoleonico e quelle di una gentile fanciulla etrusca, può parlare di "spirito".
Sapessi le litigate che si facevano a suo tempo, quando studiavo archeologia, con gli storici, i filologi e gli epigrafisti. Chi è abituato a spulciare libri per tutta la vita, non è sempre pronto all'approccio pratico.
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Eh già... è proprio così! E ciò che quelle ossa ti trasmettono è impossibile da mettere in parole, ma ti resta dentro per sempre :-)
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claudio
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edi ha scritto:Eh già... è proprio così! E ciò che quelle ossa ti trasmettono è impossibile da mettere in parole, ma ti resta dentro per sempre :-)
Purtroppo, ma forse è anche un bene, parlare di "spirito" nel campo della ricerca si rischia di essere banditi o di essere presi in giro, perchè alla fine "carta canta". E' curioso però vedere come anche chi ostenta risultati rigorosi sulla base di presunte ricerche oggettive, non sia scevro dall'essere un fior di ciarlatano, e questa è una categoria molto pericolosa perchè coperta da un alibi di scientificità.
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claudio ha scritto: Purtroppo, ma forse è anche un bene, parlare di "spirito" nel campo della ricerca si rischia di essere banditi o di essere presi in giro
Come è successo al buon Carandini, da te ben conosciuto, ma il tempo gli ha dato ragione! :-)
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ai tempi in cui si andava i giro per la Maremma a fare ricognizioni archeologiche, riuscii in un tempo abbastanza breve a capire la logica con cui gli Etruschi e poi i Romani edificavano rispettivamente necropoli e fattorie/ville rurali. Ad un certo punto era abbastanza facile aspettarsi che su una certa collinetta, o una radura, o in una macchia, una concentrazione significativa di cocci antichi, tutto ciò era preceduto dalla percezione di uno "spirito", oltre che dall'esperienza acquisita sul campo. Quando ne parlai al prof Carandini, mi obiettò bonariamente che il nostro lavoro era proprio quello di dare oggettività alla ricerca, un risultato condivisibile da tutti. Aveva ragione: lo spirito come lo trasmetti? e se uno si rifiuta di percepire lo spirito? e come lo documenti? E' come quando Pasolini parlava degli autori delle stragi di Stato: "Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi."
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Infatti! Se uno non lavora fianco a fianco, nello stesso ambiente, con le stesse emozioni, gli stessi input ecc. difficilmente gli puoi trasmettere questo "spirito". Penso che Carandini fosse d'accordo con te, ma non potesse ammetterlo perché era qualcosa che si sarebbe dovuto trasmettere a chi non poteva riceverlo.
Io penso però che forse la musica sia l'unica cosa in grado di trasmettere lo "spirito".
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Messaggio da OrzO »

Quindi la filologia è di per sè romantica....
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OrzO ha scritto:Quindi la filologia è di per sè romantica....
Sinceramente non credo che il romanticismo c'entri molto né con la filologia, né con lo "spirito" di cui si parlava con Claudio, ma se qualcuno ci "sente" una relazione, credo dipenda da un proprio "sentire" individuale, comunque valido e degno di rispetto, ma non generalizzabile.
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claudio, mi hai fatto un vero dispetto a mettere quella registrazione, io suonavo male perchè lo studio in questi ultimi tempi non c'è ( anche per via della schiena e delle lesioni al midollo che mi sono procurato nell' ennesimo infortunio...sto diventando come l'ammiraglio nelson, fra un pò tirerò l'archetto con un uncino ), e il tuo bellissimo cello che suona proprio bene ( ancor più se penso che è nuovo praticamente da rodare ) "grazie" alla qualità della registrazione sembra invece un' armonica a bocca o un ciufolo. ma il vero dispetto l'hai fatto a bach ( passi per noi...), meno male che è morto e sepolto sennò lo sentivi...
la filologia, al di là dell' etimologia della parola ( wow, che paroloni ), è uno di quei vocaboli che poi nell'uso corrente cambia un pò significato e diventa, nel complesso, "il modo di fare le cose", sia per quanto riguarda l' interpretazione che la partitura o lo strumento che si usa.
non sono un fanatico nemico dei barocchi ( ho apprezzato il cellista e la sonata di lanzetti nell' altro forum ), ma in definitiva non possiamo pensare di suonare come trecento anni fa e fischia, tutto si evolve, come la storia.
sono successe troppe cose in tre secoli che hanno cambiato il nostro pianeta più che in un milione di anni di storia umana : grandi conquiste sociali e tragedie, dalla rivoluzione francese al vapore, all' auto, alla conquista dei cieli, ma anche all' olocausto, al nazismo, allo tsunami, alla maria de filippi...
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