Loro Ciuffenna

[nikolaus]

...è una bellissima località in provincia di Arezzo dove il Maestro Claudio Rampini, Vinicio Matteucci (Vinix) ed il sottoscritto Enrico Baraldi (Nikolaus) hanno colto l'occasione per incontrarsi il 23 agosto per una serata di fine estate.
In verità le occasioni erano due: una musicale e l'altra architettonica... assolutamente concatenate tra loro. Infatti, nella stessa Pieve di Gropina suonava il Quartetto di Venezia... La Pieve che risale circa al 1000 è a tre navate spartite da due file di colonne con capitelli scolpiti e figurati mentre l'abside è ornata da due file di arcatelle sorrette da elegantissime colonnette. L'abside appunto era la scena di sfondo dell'esecuzione del Quartetto di Venezia che hanno eseguito l'op.18 n.5 di Beethoven, due brani di Sollima ed un Quartetto di Grieg. Chiesa gremita e applausi meritatissimi al quartetto.
Disponibilissimi i musicisti (Andrea Vio, 1° violino - Alberto Battiston, 2° violino - Luca Morassutti, viola e Angelo Zanin, violoncello) all'incontro post-concerto per una pizza insieme con chiacchiere a volontà culminato in un brindisi al compleanno del Maestro Battiston! Il Maestro Rampini non si è lasciato sfuggire l'occasione di prendere in mano il bel violino Nicolò Amati del 1651 in uso ad Andrea Vio il 1° violino: Claudio, lo giuro, aveva quasi le lacrime agli occhi e la bava alla bocca dall'emozione...
Un ringraziamento particolare a Barbara Sachs l'organizzatrice dell'evento inserito in un bel Festival del Quartetto giunto quest'anno alla sua XII Edizione per aver sopportato in un colpo solo, seppur per qualche ora, un pisano, un lucchese ed un modenese...

Enrico Baraldi
(Nikolaus)

[claudio]

Caro Enrico, grazie di aver tracciato queste righe ad imperitura memoria!
In effetti sono rimasto quasi folgorato dalla magnifica Pieve di Gropina, che pur pesantemente restaurata, mantiene intatto il suo fascino millenario:
http://www.comune.loro-ciuffenna.ar.it/pieve/pieve.htm#
In particolare, su un capitello ho scorto una figura femminile che allatta due serpenti alati, che fra tutte mi è sembrata una simbologia decisamente interessante e stimolante.
In quanto al violino Amati, ci sarebbe molto da dire, ma mi limito a tracciarne le righe essenziali: esso fa parte della collezione del celebre ingegnere appassionato Peterlongo, è uno strumento complessivamente molto sano e reca pochi segni di restauro. Quello che sorprende è la semplice, determinata e geniale volontà e maestria con cui Amati ha lavorato questo strumento: una forma di mirabili proporzioni, sgusce mai esagerate, filetti piuttosto allungati, sottili, raffinati. Un riccio che reca un intaglio praticamente irripetibili, per quanto era preciso, ricco di personalità e "ardimentoso" al tempo stesso. Poche volte si ha occasione di percepire il movimento osservando il riccio di un violino, nel riccio di Amati si ha questa sensazione.
Per quanto riguarda il suono, si percepisce immediatamente una ricchezza ed una brillantezza abbastanza tipica per questo genere di strumenti, siamo ancora lontani dalle "oscurità" guarneriane, eppure questo strumento non fa percepire alcuna "debolezza" ed è presumibilmente adatto per qualsiasi tipo di musica. Una parola riguardo la vernice: classicamente una vernice tipica degli Amati, quasi senza colore, del colore ambrato del miele e che dopo così tanto tempo, conserva ancora la sua caratteristica morbidezza. Il legno, sia della tavola che del fondo, pare parlare sotto di essa. Qual è il segreto di questo violino?
L'unico segreto veramente tale rimane nell'unicità del talento del suo artefice: Nicola Amati.

Grazie Enrico e Vinicio per la consueta, bellissima e calda compagnia.

[Tiziano]

...Omissis...
Grazie Enrico e Vinicio per la consueta, bellissima e calda compagnia.

Sei andato in gita con dei caloriferi ?