Canto gregoriano, neumi, Notazione Proporzionale
Canto gregoriano, neumi, Notazione Proporzionale
Salve a tutti!
Vorrei farvi alcune domande che riguardano il canto gregoriano e l'avvento della notazione proporzionale..
Esso cominciò a diffondersi in un periodo dove la memorizzazione e l'esecuzione del canto erano ancora di tipo orale. Dovette però passare molto tempo perchè questo sostituisse la tradizione orale e fosse letta dai cantori come uno spartito.Dapprima i neumi furono posti sul testo da cantare senza alcuna indicazione di altezza (serviva per indicare i punti in cui la parola cantata subita particolari alzamenti o abbasdsamenti tonali)...in seguito si cominciò ad adattare una lina (come rigo musicale), poi due e con Guido D'Arezzo il tetragramma (rigo di quattro linee)..si arrivò così ad una sempre più precisa determinazione degli intervalli.
Domanda: la trasformazione dei neumi, fino a che la Notazione divenne quadrata si ebbe progressivamente , contemporaneamente a questi "progressi" ? (cioè l'uso e l'evoluzione del rigo musicale?)
Poi un'altra cosa: i neumi hanno significato ritmico?
Cioè, leggendo una spartito di musica gregoriana, riusciamo a capire la durata dei suoni o comunque in questo caso "si andava a memoria"?
Secondo alcuni teorici con la notazione quadrata si hanno gia tre forme distinte di figurazione (di durata) per i singoli suoni: longa (virga), la breve (punto rotondo divenuto poi quadrato) e la semibreve di forma romboidale. Secondo alcuni sembra che però non avessero alcun significato di durata riferendosi solo all'altezza dei suoni.
Domanda:
Iniziarono ad avere significato solo con la Notazione proporizionale?
Questa, ho letto, naquue quando si cominciò a sovrapporre ad una qualsiasi melodia del canto gregoriano una seconda melodia (prima forma di contrappunto)..
Ultima domanda: con l'avvento della Notazione proporzionale, si ha una completa "scissione" dal canto gregoriano?
Cioè il canto gregoriano rimase li, con le tradizioni, con la sua notazione quadrata derivata dall'evoluzione dei neumi mentre la notazione prop. cominciò un periodo di evoluzione fino alla nostra attuale notazione?
Spero soltanto di non aver annoiato con questo lungo Topic, ma erasecondo me necessario, per porvi i miei dubbi e le mie curiosità in modo chiaro, sperando che riusciate a darmi delle risposte!
A presto
Vi ringrazio in anticipo
Vorrei farvi alcune domande che riguardano il canto gregoriano e l'avvento della notazione proporzionale..
Esso cominciò a diffondersi in un periodo dove la memorizzazione e l'esecuzione del canto erano ancora di tipo orale. Dovette però passare molto tempo perchè questo sostituisse la tradizione orale e fosse letta dai cantori come uno spartito.Dapprima i neumi furono posti sul testo da cantare senza alcuna indicazione di altezza (serviva per indicare i punti in cui la parola cantata subita particolari alzamenti o abbasdsamenti tonali)...in seguito si cominciò ad adattare una lina (come rigo musicale), poi due e con Guido D'Arezzo il tetragramma (rigo di quattro linee)..si arrivò così ad una sempre più precisa determinazione degli intervalli.
Domanda: la trasformazione dei neumi, fino a che la Notazione divenne quadrata si ebbe progressivamente , contemporaneamente a questi "progressi" ? (cioè l'uso e l'evoluzione del rigo musicale?)
Poi un'altra cosa: i neumi hanno significato ritmico?
Cioè, leggendo una spartito di musica gregoriana, riusciamo a capire la durata dei suoni o comunque in questo caso "si andava a memoria"?
Secondo alcuni teorici con la notazione quadrata si hanno gia tre forme distinte di figurazione (di durata) per i singoli suoni: longa (virga), la breve (punto rotondo divenuto poi quadrato) e la semibreve di forma romboidale. Secondo alcuni sembra che però non avessero alcun significato di durata riferendosi solo all'altezza dei suoni.
Domanda:
Iniziarono ad avere significato solo con la Notazione proporizionale?
Questa, ho letto, naquue quando si cominciò a sovrapporre ad una qualsiasi melodia del canto gregoriano una seconda melodia (prima forma di contrappunto)..
Ultima domanda: con l'avvento della Notazione proporzionale, si ha una completa "scissione" dal canto gregoriano?
Cioè il canto gregoriano rimase li, con le tradizioni, con la sua notazione quadrata derivata dall'evoluzione dei neumi mentre la notazione prop. cominciò un periodo di evoluzione fino alla nostra attuale notazione?
Spero soltanto di non aver annoiato con questo lungo Topic, ma erasecondo me necessario, per porvi i miei dubbi e le mie curiosità in modo chiaro, sperando che riusciate a darmi delle risposte!
A presto
Vi ringrazio in anticipo
- neuma
- Utente Esperto II
- Messaggi: 1532
- Iscritto il: giovedì 5 ottobre 2006, 0:00
- Località: Piemonte
- Contatta:
L'argomento non è noioso, ma è molto settoriale e soprattutto impossibile da spiegare adeguatamente ma in pillole come si può fare in un post: ci vorrebbero quattro capitoli!
Per cui, per evitarti un trattato sulla notazione antica - non solo gregoriana, la scrittura neumatica si è conservata anche successivamente: se consulti le copie del Laudario di Cortona, da cui ho tratto la pagina del "Magdalena degna da laudare", che ti ho postato qui sotto, vedrai che sono tutte in neumatica su tetragramma
- dirò semplicemente che:
la neumatica (io so leggere solo quella su rigo singolo o su tetragramma, quella in campo aperto purtroppo non la so interpretare se non a grandi linee) non esprimeva valori mensurali, ma solo l'anfamento della linea monodica. Ogni forma successiva alla monodia rese necessaria un'indicazione di tempo, che prima veniva data (e viene data tuttora nei cori che si occupano di gregoriano: il tetragramma è ancora presente nelle partiture di questo repertorio di stampa moderna) dal maestro cantore in relazione alle sillabe che andavano vocalizzate. Quindi successivamente alla neumatica abbiamo prima la notazione modale, successivamente la notazione mensurale (se cerchi con Google troverai pagine e pagine di approfondimenti sull'argomento, che non copioincollo qui per non far collassare il forum e chi lo legge... ).
Le prime tracce di indicazioni temporali le troviamo verso la fine del XII sec., nell'ambito della Scuola di Notre Dame. Non è la notazione mensurale che provoca uno stacco dal gregoriano, ma l'avvento della polifonia. Non tutte le scuole abbaziali si sono mosse nella stessa direzione in contemporanea, per cui la necessità dell'indicazione temporale in scrittura non la troviamo ad evolversi in contemporanea in tutta Europa.
Spero di essere stata sufficientemente chiara, ma come ho detto all'inizio, è un argomento che va approfondito in una forma diversa da quella che si può avere in questa sede...
Per cui, per evitarti un trattato sulla notazione antica - non solo gregoriana, la scrittura neumatica si è conservata anche successivamente: se consulti le copie del Laudario di Cortona, da cui ho tratto la pagina del "Magdalena degna da laudare", che ti ho postato qui sotto, vedrai che sono tutte in neumatica su tetragramma
- dirò semplicemente che:
la neumatica (io so leggere solo quella su rigo singolo o su tetragramma, quella in campo aperto purtroppo non la so interpretare se non a grandi linee) non esprimeva valori mensurali, ma solo l'anfamento della linea monodica. Ogni forma successiva alla monodia rese necessaria un'indicazione di tempo, che prima veniva data (e viene data tuttora nei cori che si occupano di gregoriano: il tetragramma è ancora presente nelle partiture di questo repertorio di stampa moderna) dal maestro cantore in relazione alle sillabe che andavano vocalizzate. Quindi successivamente alla neumatica abbiamo prima la notazione modale, successivamente la notazione mensurale (se cerchi con Google troverai pagine e pagine di approfondimenti sull'argomento, che non copioincollo qui per non far collassare il forum e chi lo legge... ).
Le prime tracce di indicazioni temporali le troviamo verso la fine del XII sec., nell'ambito della Scuola di Notre Dame. Non è la notazione mensurale che provoca uno stacco dal gregoriano, ma l'avvento della polifonia. Non tutte le scuole abbaziali si sono mosse nella stessa direzione in contemporanea, per cui la necessità dell'indicazione temporale in scrittura non la troviamo ad evolversi in contemporanea in tutta Europa.
Spero di essere stata sufficientemente chiara, ma come ho detto all'inizio, è un argomento che va approfondito in una forma diversa da quella che si può avere in questa sede...
Grazie 1000 Neuma per la risposta!
Molto molto chiara davvero...hai una preparazione davvero notevole in
tutti i campi, incredibile!
Vorrei fare una domanda,
tu hai detto
Non è la notazione mensurale che provoca uno stacco dal gregoriano, ma l'avvento della polifonia
La notazione mensurale, lessi, nacque col sorgere del discatus, ossia quando si cominciò a sovrapporrre ad una qualsiasi melodia del canto gregoriano (cantus firmus o tenor) una seconda melodia (discantus). Quindi fu necessario dare un valore ai suoni, in modo da far coincidere gli accenti delle melodie che si andavano a sovrapporre: una prima sorta di contrappunto.
E' giusto quello che ho appena detto?
Nel senso...io collego l'avvento della Polifonia con la nscita delle Notrazione proporzionale...ma sbeglio?
Grazie ancora Neuma
A presto
Molto molto chiara davvero...hai una preparazione davvero notevole in
tutti i campi, incredibile!
Vorrei fare una domanda,
tu hai detto
Non è la notazione mensurale che provoca uno stacco dal gregoriano, ma l'avvento della polifonia
La notazione mensurale, lessi, nacque col sorgere del discatus, ossia quando si cominciò a sovrapporrre ad una qualsiasi melodia del canto gregoriano (cantus firmus o tenor) una seconda melodia (discantus). Quindi fu necessario dare un valore ai suoni, in modo da far coincidere gli accenti delle melodie che si andavano a sovrapporre: una prima sorta di contrappunto.
E' giusto quello che ho appena detto?
Nel senso...io collego l'avvento della Polifonia con la nscita delle Notrazione proporzionale...ma sbeglio?
Grazie ancora Neuma
A presto
- neuma
- Utente Esperto II
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No, non sbagli, ma inverti l'ordine dei fattori. E' stata la prassi di cantare a due prima, poi a più voci, che ha reso necessaria una scrittura che fosse in grado di fissare esattamente la durata delle note delle singole voci, in modo da poterle mettere in relazione le une alle altre senza tirare fuori una cacofonia mostruosaandrix ha scritto:...io collego l'avvento della Polifonia con la nscita delle Notrazione proporzionale...ma sbeglio?
Qui puoi vedere la differenza di scrittura dei neumi presso le maggiori Scuole abbaziali. Come si può notare, le scritture differivano anche di molto, ma come già detto dette Scuole si sono mosse separatamente e le modifiche grafiche non si sono avute in contemporanea dappertutto.
Si forse mi sono espresso male...sicuramente da quando si cominciarono a sovrapporre delle melodie(quando naque il discantus) nacque questa esigenza di "dare" una valore di durata a ciascun suono.
Chiarissimo ora.
Grazie
Mi potresti consigliare però qualche libro si semiografia musicale antica?
E' un argomento che da sempre mi affascina...
Grazie ancora Neuma
Chiarissimo ora.
Grazie
Mi potresti consigliare però qualche libro si semiografia musicale antica?
E' un argomento che da sempre mi affascina...
Grazie ancora Neuma
- neuma
- Utente Esperto II
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Io avevo il Gasperini "Storia della Semiografia Musicale", ma se ti procuri un qualunque testo per il corso di organo e gregoriano (chiedi magari alla segreteria del tuo conservatorio l'elenco dei testi adottati) o meglio ancora una bibliografia di ciò che è adottato al corso di Prepolifonia in quei pochi conservatori in cui è attivo, troverai giù molte informazioni in merito per introdurti alla materia, che se si vogliono poi appronfondire sarebbe opportuno applicarle ad uno studio legato anche all'esecuzione vocale-strumentale del repertorio specifico: la semiografia in astratto è piuttosto arida, e soprattutto diviene poco conprensibile se studiata avulsa dal contesto pratico.