musica antica e autenticità

Quando la Musica Classica diventa oggetto del contendere.
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andreavezzoli
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musica antica e autenticità

Messaggio da andreavezzoli »

io sono un grande estimatore della musica antica dal medioevo al rinascimento ritengo che la musica di quel periodo possa darci ancora al giorno insegnamenti e emozioni.
quello che mi domando è però come si può essere sicuri che l'esecuzione di una danza (o un brano sacro) medioevale sia veramente come l'hanno pensata i compositori?
Sicuramente esistono numerosi studi e ricerche in questo ambito ma ritengo che un minimo dubbio rimanga sempre
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neuma
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Messaggio da neuma »

Facciamo intanto un distinguo: Medioevo e Rinascimento da questo punto di vista sono due situazioni nettamente separate. Musicalmente, si intende il Medioevo protrarsi fino al 1490 circa.
In ambedue i periodi, comunque, la figura del compositore c'entrava ben poco con quello che abbiamo in mente oggi. La necessità della scrittura dettagliata di ogni linea non si è sentita se non con l'avvento della polifonia, per cui nel periodo antecedente abbiamo solo la traccia melodica: il musicista aveva il compito di elaborarla secondo la sua sensibilità e secondo lo strumentario che aveva disponibile - ricordiamoci che gli esecutori dell'epoca erano sempre polistrumentisti, e questo è richiesto tuttora a noi specializzati in questo settore - oltre che secondo il canoni dell'area in cui operava (ritmi, tempi, andamento di eventuali voci aggiuntive, uso di eventuali alterazioni in cadenza, abbellimenti ecc.). Mai gli autori hanno sentito la necessità di dare indicazioni vincolanti all'esecutore. Non a caso, spesso dei brani non veniva nemmeno annotato l'autore della linea melodica ma solo quelle dell'eventuale testo, a meno che le due figure non coincidessero o, nel caso di danza o altro brano strumentale, che il musicista fosse egli stesso autore degli stessi brani che eseguiva.
Già dal Medioevo, abbiamo delle descrizioni molto accurate sulle prassi esecutive nelle varie aree europee e sul ruolo affidato ai vari strumenti, lasciateci dai cronisti dell'epoca. Quindi, per chi vuole eseguire su basi filologiche, non c'è il problema della mancanza di fonti certe, come si potrebbe pensare.
I vincoli imposti dagli autori ai musicisti cominciano a comparire dal Cinquecento in avanti, e comunque per tutto il Rinascimento il musicista resta artefice di buona parte delle scelte esecutive della musica che propone.

Quanto alla fedeltà delle esecuzioni moderme, tutto dipende dalla serietà dell'interprete. Purtroppo da che il repertorio antico è diventato "trendy & cool", si trova di tutto, dall'inserimento di strumenti anacronistici sul piano storico, incongrui su quello geografico ed improbabili su quello timbrico, fino a riletture new-age spacciate per filologiche e via dicendo.
Ecco perchè è fondamentale l'ascolto di incisioni di un certo livello.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

infatti è propio a questo punto che volevo arrivare!
la musica del medioevo era estemporanea e quindi il dover a tutti costi ricostruire al millemetro come era una composizione non ha molto senso, ha senso invece una ricerca su gli strumenti e sulle prassi esecutive e sulle scale usate....
per quanto riguarda la new age credo, fino a quando non si spaccia per filologica, è anche una corrente musicale interessante....
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neuma
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Messaggio da neuma »

La new-age sarà pure interessante, ma è vomitevole se spacciata per qualcosa d'altro.
Comunque, gli interpreti specializzati nel settore non cercano assolutamente di "ricostruire al millemetro come era una composizione" (basti sentire le riletture, ma estremamente rigorose, che vengono proposte da tre formazioni italiane di livello eccellente come Micrologus, La Reverdie e Dramsam): non è quello l'obiettivo che si ripropongono gli specialisti della musica antica. Per il semplice fatto che non esisteva "una COMPOSIZIONE" come la intendiamo oggi, bensi un canovaccio a disposizione del musicista. Il compositore era di per sè una figura minore e in genere non viveva come professionista a sè stante, se non anche esecutore. Un po' come avviene ancora oggi nel jazz.

Forse non ho capito qual'è il punto del topic, ma guarda che quello che stai sostenendo tu è proprio quello su cui gli esecutore-ricercatori lavorano regolarmente dai primi anni Settanta...
Ultima modifica di neuma il venerdì 23 gennaio 2009, 13:49, modificato 1 volta in totale.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

la new age spacciata come qualcosa altro è come Allevi spacciato per Mozart....
in realtà il concetto di improvissazione è più antico di quanto qualcuno possa credere.... e dovrebbe più sviluppato anche nello studio ......
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neuma
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Messaggio da neuma »

Si, ma scusa, non ho capito qual'è il punto della discussione...
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

il punto è questo secondo me:

Partendo da un argomento come la musica antica si può arrivare ad altri argomenti apparentemente distanti tra loro, dalla autenticità delle esecuzioni fino all'improvvisazione e quindi al jazz.....
questo per dimostrare come una conoscenza globale della storia della musica sia importante, credo oggi giorno molti partono a considerare la musica da "studiare" con Bach, mentre una conoscenza (anche non troppo approfondita) della musica antica sarebbe molto importante per capire le origini di quello che si è fatto e di quello che si fa oggi ......
non è possibile, come oggi molti pensano, di escludere la musica antica dalle conoscienze, o di considerarla obsoleta è molto più attuale di quanto si creda.....
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neuma
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Messaggio da neuma »

andreavezzoli ha scritto:non è possibile, come oggi molti pensano, di escludere la musica antica dalle conoscienze, o di considerarla obsoleta è molto più attuale di quanto si creda.....
Ma chi sono questi "molti", scusa???
Hai idea di quante accademie dedicate alla musica antica esistono in Italia, che formano interpreti e ricercatori specializzati nel settore partendo comunque da gente già solidamente professionista? E all'estero sono ancora di più.
Non sottovalutiamo la cultura musicale, per piacere. La ricerca storica va avanti da almeno quarant'anni, sul piano storico, iconografico e delle fonti, liutario, tecnico-esecutivo ecc. Posso assicurarti che - in otto anni da che opero quasi più esclusivamente nel settore della musica antica - ho trovato molta gente, anche semplici amatori, con una cultura globale nel settore estremamente approfondita.
E ci sono anche molti compositori che attingono con intelligenza alle strutture ed allo strumentario del periodo (che però va studiato con passione e pazienza) per dare nuova linfa alla loro scrittura musicale.
Se poi c'è qualche classicista chiuso nella sua torre d'avorio che preferisce pensare che tutto quello che precede Monteverdi non mette in conto di essere studiato, peggio per lui... grazie al cielo si tratta di casi isolati.
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Messaggio da rossano58 »

neuma ha scritto: Se poi c'è qualche classicista chiuso nella sua torre d'avorio che preferisce pensare che tutto quello che precede Monteverdi non mette in conto di essere studiato, peggio per lui... grazie al cielo si tratta di casi isolati.
Per fortuna i tempi cambiano e ho il sospetto che dei soggetti che citi ne esistano sempre meno.

Ciao Rossano
Ma tu... da quanto suoni?
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neuma
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Messaggio da neuma »

Decisamente si: da che mi dedico alla divulgazione, ho scoperto quanto un certo tipo di sensibilità modale sia di immediata comprensione anche in soggetti diciamo "insospettabili", per non parlare - come già detto - di competenze specifiche e tutt'altro che superficiali in persone che non si dedicano alla musica a livello professionale.
Paradossalmente, la spocchia verso la musica antica l'ho trovata tutt'al più in qualche "inossidabile conservatorista" che vedeva gi autori medioevali come meschinetti che conoscevano solo quarte-quinte-ottave.
La situazione comunque sta cambiando, merito - credo - anche dell'interdisciplinarietà: è impossibile svincolare la produzione antica da una serie di fattori storici, sociali e letterari. All'estero, specie in Mitteleuropa e Paesi Scandinavi, le cose si muovono più in fretta ma anche qui da noi la realtà negli ultimi anni e molto cambiata.
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

Dopo aver letto questo topic io mi chiedo; Andrea scusa la domanda; ma dove volevi arrivare? Come compositore che cosa volevi dire? Io penso che quando scriviamo una composizione credo che il "come" vogliamo che essa sia eseguita sia già automaticamente presente in quello che scriviamo e cioè: nelle note, nella dinamica ecc. Come è già stato detto nel medioevo la figura del compositore era diversa e quando mi sono accostato alla musica antica come esecutore ho dovuto un pò "dimenticare" la formazione "classica" e la ricerca sulla prassi esecutiva è tuttora costantemente in corso ed è l'obbietiivo principale di chi si dedica professionalmente alla musica antica.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

io da compositore credo che nella musica antica si possano trovare molte fonti di ispirazione per dare linfa alla musica d'oggi, in molti casi non si considera di analizzare la musica antica in un corso di composizione solo perchè contiene le quinte parallele.....
io nel mio piccolo cerco di creare una musica che abbia anche qualche legame con la musica antica ..... come nella composizione "saltarello"
inoltre credo che molti musicisti snobbino la musica antica.....
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neuma
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Messaggio da neuma »

La musica antica diventerebbe troppo difficile da analizzare in un normale corso di composizione tradizionale a causa della difficoltà di analisi coerente ed univoca delle fonti.
Quanti studenti di composizione, ad esempio, hanno padronanza della scrittura neumatica in campo chiuso o della quadra? Queste sono le notazioni in cui ci è pervenuta la quasi totalità del materiale originale. Non avrebbe senso alcuno analizzare dalle trascrizioni moderne, perchè a seconda delle aree vigevano usi diversi nell'interpretare molti dettagli, come ad es. la chiusa delle cadenze (se con nota alterata o meno). E fra l'altro, che un eventuale basso (chiamiamolo così anche se il termine non è proprio corretto) vada per forza per quinte parallele... ma dove sta scritto??? E le dissonanze volute per enfatizzare i versi cantati se il clima del testo lo richiede? E il gymel di area inglese? E così via.

Un'analisi superficiale porterebbe ad una comprensione "zoppa" di un corpus di materiale così complesso (quando si parla di musica "medioevale e rinascimentale", ricordiamoci che si tratta di circa 800 anni di musica di tutta l'area europe, in un'epoca in cui le scuole locali avevano differenze enormi fra l'una e l'altra). Fra parentesi, per tutti coloro i quali sono realmente attivi in quest'ambito, è facilissimo riconoscere chi ostenta un'eventuale competenza posticcia o simulata in materia solo perchè faffigo-fatendenza-nonimpegna-stabenecolgrigio, per cui è meglio che in caso di effettivo interesse in questo settore, il musicista ci si dedichi approfonditamente e con serietà. Se poi "molti" (?) musicisti snobbano la musica antica... mah. Sarà proprio vero? Dipende sempre qual'è il livello della gente con cui ci si confronta. Io invece conosco pure tanti che NON la snobbano...
Del resto, se esistono corsi di studio postdiploma pluriennali e specifici, un motivo ci sarà.
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

Senti Andrea...io continuo a non capire cosa vuoi dire...sarà un limite mio...Cosa c'entrano le quinte parallele? Perchè? In un corso di composizione tradizionale non si considera la musica antica? Per via delle quinte parallele? Ma il corso di lettura della partitura che ho frequentato dal primo anno all'ultimo prevede la lettura e l'analisi della musica antica del rinascimento...senza assolutamente snobbarla...c'è una parte che riguarda il contrappunto antico...Non capisco dove vuoi arrivare..inoltre, anche nelle regole d'armonia, in certi casi le quinte parallele sono permesse...Nel contrappunto a otto voci ( compimeto medio VII anno) sono permesse quelle nascoste e per moto contrario.... Per favore spiegami cosa volevi dire....
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Messaggio da neuma »

@Barbamarco: si, il mio discorso sulla difficoltà di analizzare il repertorio antico in un corso di composizione era riferito principalmente al corpus di materiale medioevale. Lo so che quello rinascimentale si affronta eccome.

@Andrea: Scusa, permettimi di fare un piccolo riassunto di quello che è stato l'andamento del topic, perchè magari riesco a spiegare meglio qual'è la mia perplessità e non sembro inutilmente polemica.

L'argomento è stato da te avviato (vedi il titolo stesso) con il dubbio su quale possano essere le certezze quando viene eseguito un brano antico. Io successivamente ho replicato a quest'affermazione, e e tu hai risposto che risposto secondo te l'unica cosa che ha senso sarebbe la ricerca organologica e sulle prassi esecutive e sulle scale (chiamiamoli modi, che è meglio...) usati.
Se sei appassionato di musica antica, saprai che queste e proprio queste sono le direttrici di studio su cui si muove il lavoro di chi oggi opera nella musica antica in Italia ed all'estero (su che altro dovremmo muoverci, del resto?), quindi già non capisco che senso abbia quest'affermazione.
Successivamente sei passato a dire che sarebbe necessaria almeno un'infarinatura di conoscenza sulla musica antica per capire meglio tutto ciò che è stato elaborato nei secoli successivi, e che invece molti pensano di escluderla dalle conoscenze. Successivi accenni miei, di Rossano e di Barbamarco sul fatto che la realtà non è proprio quella che tu descivi sembra siano stati ignorati.
Questo scusa ma non mi sta più bene, perchè chi arriva a questo topic può davvero farsi l'idea che la musica medioevale e rinascimentale è qualcosa di morto, negletto e dimenticato mentre potrebbe servire almeno come spunto agli autori moderni per le loro composizioni. Perdona, forse non te ne sei accorto ma non stai facendo un gran bel servizio a chi opera in questo settore, che è molto vivo ed attivo in Italia. Torno a dire, se davvero sei un grande estimatore della musica antica non puoi certo ignorare quanti siano i ricercatori che lavorano allo studio ed all'analisi delle fonti, quante editrici si siano finalmente decise a pubblicare i facsimili dei codici che una volta erano disponibili solo in microfilm ed in poche biblioteche specializzate, quanti liutai si dedicano esclusivamente alla ricostruzione da iconografia diello strumentario antico, quante formazioni anche solo in Italia ripropongano con passione e cura i vari repertorii antichi (non ci sono mica solo danze e brani sacri...). E che molti compositori inseriscano anche brani scritti appositamente per strumenti antichi credo di averlo detto parecchie volte, già ben prima di questa discussione: l'attingere alla musica antica non è certo una novità. Piuttosto, non si lavora tanto nella direzione di riproporre un disegno strutturale tipicamente antico ed applicarvi strumenti moderni, perchè sarebbe un po' un esercizietto scolastico difficilmente più d'interesse o di pregio del già vasto repertorio originale dell'epoca (questo era uscito già nella discussione sul pezzo per conosrt di viole), quanto piuttosto in quella di cogliere gli aspetti più interessanti delle sonorità dello strumentario antico, ciò che più si discosta dalla voce degli strumenti per così dire "moderni", e disegnare intorno a queste timbriche particolari un contesto, anche di struttura moderna, che le sfrutti nei loro aspetti postivi.
Per intenderci, una viella usata come un violino in un brano del repertorio violinistico classico uscirebbe molto male dal confronto col "fratello più giovane", perchè priva della potenza, della brillantezza e delle risorse tecniche potenziali del violino. Se però i suoi caratteristici suoni velati e fiatosi, la possibilità di produrre accordi che ha quando è montata col ponte piatto, o di fare un bordone se ha una corda fuori manico, vengono sfruttati in un contesto ad hoc, fosse pure atonale, allora il discorso cambia.
Quello che invece non è per nulla interessante, è quello di "affibbiare" una parte a casaccio ad uno strumento antico come fosse scritta per uno moderno con lo stesso registro ma senza tenere conto delle sue peculiarità sonore: per esempio, fare una "fantasia in fa diesis maggiore per basso di ribeca" solo perchè è più originale che scrivere che è per violoncello... questo sarebbe stramberia un po' furbesca e nulla più.
Ecco perchè in questi casi i compositori lavorano in simbiosi con gli esecutori specializzati nello strumentario antico.

Per continuare proficuamente il topic, sarebbe magari opportuno e più costruttivo discutere nello specifico di fonti e forme musicali ben precise del repertorio antico, e di come si possono usare come fonte d'ispirazione per la composizione contemporanea, non di come questo non venga fatto... perchè in realtà viene fatto eccome
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