Il feto e la musica

Quando la Musica Classica diventa oggetto del contendere.
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ciri
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Il feto e la musica

Messaggio da ciri »

Credo che tutti abbiano sentito parlare del buon influsso che può avere la musica classica sullo sviluppo del feto. Ho avuto modo di constatare che una mamma, alla quale avevo regalato un cofanetto di Mozart a Natale, raccomandandole di ascoltarlo spesso durante la gravidanza, ha dato poi alla luce un bimbo che si è dimostrato più intelligente dei suoi coetanei all'età di 1 anno. Sarà il caso, sarà la genetica, comunque io credo che funzioni, specie se l'ascolto avviene durante le fase cruciali dei formazione del cervello del bimbo...
Credo che quando avrò dei figli sin da piccoli li abituerò alla musica di Bach e Mozart in particolare (e ai compositori russi se possibile perché li adoro) avendo la fissazione che questo contribuirà positivamente al loro sviluppo mentale.
Cosa ne pensate?
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claudio
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Messaggio da claudio »

sarebbe un risultato più che soddisfacente se la musica contribuisse a rendere la gente più serena, oltre che più intelligente.
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gewa89
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Re: Il feto e la musica

Messaggio da gewa89 »

Ciao Ciri, ho sentito anch'io la notizia che tu riporti, ma ammetto di non essere molto informata. Comunque qualche cosa posso dirla. L'intelligenza è un fattore complesso nella determinazine del quale intervengono sia cause genetiche che ambientali, difficili da determinare. Probabilmete la madre di cui parli ha continuato a fornire a suo figlio, durante il primo anno di vita, parecchi stimoli che hanno sollecitato lo sviluppo del suo sistema nervoso maggiormente che negli altri bambini, ma siamo nel campo delle speculazioni.
Indubbiamente il sistema nervoso centrale di un feto, e di un bambino è estremamete sensibile a qualsiasi tipo di stimolazione, poichè possiede la sua massima capacità plastica. Far ascoltare la musica in età fetale può, probabilmente, derterminare la formazione di connessini neuronali che andranno a creare una rete neuronale più sensibile all'ascolto della musica, sempre che questo si continui a farlo successivamente. Se questa rete abbia influenze su altre funzioni o capacità cerebrali, non lo so.

Purtroppo non credo che la musica possa avere la grande capacità di rendere più serena la gente...purtroppo...
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ciri
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Messaggio da ciri »

Perché no? Io se ascolto certe cose perdo le coordinate spazio-temporali, altro che serenità! Prova ad ascoltare prima di andare a dormire che ne so un notturno di Chopin... Se solo l'effetto fosse più prolungato!
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claudio
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Messaggio da claudio »

ciri ha scritto:Perché no? Io se ascolto certe cose perdo le coordinate spazio-temporali, altro che serenità! Prova ad ascoltare prima di andare a dormire che ne so un notturno di Chopin... Se solo l'effetto fosse più prolungato!
Anche alle mucche fa fare più latte. :asc:
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ciri
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Messaggio da ciri »

E' vero, l'ho visto in TV...
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Messaggio da gewa89 »

ciri ha scritto:Perché no? Io se ascolto certe cose perdo le coordinate spazio-temporali, altro che serenità! Prova ad ascoltare prima di andare a dormire che ne so un notturno di Chopin... Se solo l'effetto fosse più prolungato!


Certo Ciri, anch'io amo ascoltare alcuni brani che sono capaci di infondere nel mio animo calma e serenità (come "Pavane" di Faurè o "Pavane pour une infante dèfunte" di Ravel), ma come giustamente tu dici:... se solo l'effetto fosse più prolungato! La serenità credo debba nascere dentro di noi, non arrivare dall'esterno; la musica è comunque di grande aiuto!!

Le mucche adorano i notturni di Chopin e ascoltandoli producono un latte che, su chi lo beve, ha un effetto estremamente rilassante :lol: :lol:
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licuti
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Re: Il feto e la musica

Messaggio da licuti »

ciri ha scritto:Credo che tutti abbiano sentito parlare del buon influsso che può avere la musica classica sullo sviluppo del feto. Ho avuto modo di constatare che una mamma, alla quale avevo regalato un cofanetto di Mozart a Natale, raccomandandole di ascoltarlo spesso durante la gravidanza, ha dato poi alla luce un bimbo che si è dimostrato più intelligente dei suoi coetanei all'età di 1 anno. Sarà il caso, sarà la genetica, comunque io credo che funzioni, specie se l'ascolto avviene durante le fase cruciali dei formazione del cervello del bimbo...
Credo che quando avrò dei figli sin da piccoli li abituerò alla musica di Bach e Mozart in particolare (e ai compositori russi se possibile perché li adoro) avendo la fissazione che questo contribuirà positivamente al loro sviluppo mentale.
Cosa ne pensate?
Il feto non può percepire suoni ma vibrazioni fino a dopo il 4° mese. Dal 5° in poi vari studi hanno accertato che il bimbo reagisce a stimoli sonori, ma soltanto nel registro grave, visto che gli acuti non riescono a penetrare all'interno del sistema "pancia+placenta".
Detto questo, penso che comunque la musica classica, essendo generalmente più dolce e melodica (generalmente ho detto) aiuti il rilassamento della madre, la quale trasferisce al piccolo queste sensazioni per via endogena.
Psicologicamente è molto accattivante l'idea di "educare" prima della nascita i piccini e non mi sottrarrò (madre permettendo) a questa pratica con i miei.
Magari non con i brani più tempestosi di Shostakovic, ma chissà...
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claudio
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Messaggio da claudio »

Il non percepire suoni ma "vibrazioni" da parte del neonato nasconde secondo me un curioso paradosso: cosa è il suono se non vibrazioni?
Tutto il nostro modo di stare al mondo è influenzato da frequenze e quindi vibrazioni, non solo allo stato prenatale.
Anzi bisogna aggiungere che al nostro gusto una musica suona orecchiabile o meno a seconda delle vibrazioni che essa produce in noi. E' qualcosa di indipendente dalla melodia ed ha che fare appunto con il mondo delle vibrazioni. Penso che tutto nasca dal fatto che noi siamo fisiologicamente sensibili ai diversi tipi di vibrazioni, indipendentemente dal gusto: se stiamo vicini ad un martello pneumatico in funzione per ore, il risultato non sarà certo un benessere diffuso nel nostro organismo. Ricordo, in proposito, come negli anni 70 e 80 fossero diffusi problemi seri a carico del sistema nervoso da parte degli operai delle fabbriche addetti alle catene di montaggio. In quei casi si parlava di "alienazione", non solo per la ripetitività del lavoro, ma anche per l'ambiente estremamente rumoroso e alquanto "dissonante".
Così come quando ci troviamo di fronte ad una persona e nonostante le parole rassicuranti, sentiamo qualcosa che, a torto o ragione, ci "suona" male dentro.
Il caso delle mucche è solo un primo approccio di conoscenza al mondo delle vibrazioni, in quanto non è solo una questione di vibrazioni e suoni "dolci" rispetto ad un mondo fatto di contrasti e rumori stridenti che può aiutarci a capire, ma anche la possibilità che queste vibrazioni non rimangano isolate, anzi non lo sono mai. Per questo qualcuno ha cominciato a pensare alle vibrazioni "combinate" in termini di "armonia".
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Ragazzi, sono d'accordo anche io sul fatto che la musica classica faccia bene un po' a tutti e in tutte le situazioni! e credo che, noi ascoltatori di questo genere di musica, siamo tutti veri e propri PRIVILEGIATI!!, poichè penso che saper apprezzare e capire la musica classica sia un dono!!!, un dono che pochi hanno!!! :wink:
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Messaggio da licuti »

claudio ha scritto:Il non percepire suoni ma "vibrazioni" da parte del neonato nasconde secondo me un curioso paradosso: cosa è il suono se non vibrazioni?
Precisazione.
Parlavo di "vibrazioni" e non "suoni" perché pare (non è stato dimostrato) che a quell'età il piccino non è in grado di "sentire" e quindi reagire ad una differenza di suono, ma solo allo "spostamento" da vibrazione.
Dopo il 4° mese reagisce a differenze di suoni o ripetizioni dello stesso suono.
Concordo con quanto esprimi.
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Avevo capito quello che avevi detto, Licuti, solo che io credo che il nostro apparato sensoriale a livello profondo rimanga sostanzialmente lo stesso, in quanto lo "spostamento da vibrazione" è cosa che ci tange normalmente nella vita di tutti giorni, anche se nella nostra mutata fisiologia rispetto al nascituro, abbiamo inserito la sovrastruttura rappresentata dal "gusto". Infatti quando si parla di suoni e non di rumori, stiamo già mettendo in campo una questione di gusti, legati alla nostra cultura personale. Le "vibrazioni" invece non hanno alcuna connotazione e questo tipo di percezione, apparentemente indistinta, continua ad appartenerci ed è anzi una meta agognata di conoscenza in un certo tipo di concezione del pensiero nelle filosofie e le religioni orientali.
Poter giungere alla vibrazione primigenia, dopo aver superato il fattore qualitativo del suono, significa poter ridurre al silenzio il nostro pensiero per lasciarsi permeare dal mondo delle vibrazioni o dalla "Vibrazione" fondamentale. Anche in questo senso il tornare bambini rappresenterebbe un bel vantaggio.
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Sono d'accordo anch'io sul fatto di distinguere suono da vibrazione, in quanto il primo ha più una connotazione interpretativa rispaetto ad una "semplice" vibrazione.

Avevo qualche anno fa un'idea che allora mi sembrava un po' strampalata, ma col tempo e con l'esperienza ho rivalutato. Essenzialmente penso che il nostro cervello sia in realtà "più stupido di quello che sembra" in questo senso: mi sembra che nella nostra mente vengano fatti per lo più dei confronti tra entità elementari che vanno a formare strutture più complesse (è quello che fa a grandi linee un processore, che per avanzato che sia si limita a fare operazioni molto banali su stringhe binarie, anche se a velocità pazzesche!). Per esempio se faccio 2+2 arrivo a dire 4 ripescando l'operazione "2+2=4" che avevo immagazzinata dalla 1a elementare. Un violinista bravissimo che esegue un pezzo molto virtuoso sta in realtà riordinando nella sua mente una serie di informazioni elementari, che ha accumulato con lo studio e la pratica, che il cervello provvede a tradurre in impulsi elettrici che comandano i muscoli delle mani e permettono di ottenere una sequenza di suoni. Dunque l'intelligenza starebbe nella capacità e nella velocità con la quale si attinge alla memoria e si arriva al fine preposto.
Tutto questo preambolo per dire che le sensazioni che abbiamo nel sentire una musica, guardare un quadro, mangiare una pietanza, ascoltare una voce, ecc., le giudichiamo positive o negative in base all'esito di confronti con strutture analoghe presenti nella memoria, alcune presenti addirittura dai 9 mesi nell'utero, forse trasmessici dalla mamma...
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Non parlerei di "stupidità" del cervello o non mi azzarderei a paragonarlo ad un processore. Parlerei invece di un'altro concetto che è il risparmio energetico, una delle finalità alla base dell'intero sistema biologico. Il nostro cervello tende ad astrarre; il livelli più alti di immagazzinamento dell'informazione semplificano il più possibile in modo da risparmiare e permettere un "rapido" funzionamento. Nei processi mnemonici le informazioni vengono semplificate all'osso e connesse tra di loro per permettere un più rapido recupero. La memoria animale è un campo di studio ancora aperto e con molti lati oscuri per le neuroscienze, ma non è paragonabile a quella di un processore attuale, perchè plastica, perchè può permettere l'apprendimento.
Però concordo con te sul fatto che il nostro giudizio su quello che ci circonda (persone, musica, ecc..) derivi dalle nostre esperienze pregresse e che si debba trovare in accordo o in disaccordo con ciò che noi manteniamo nella nostra memoria. Si tende a cercare ciò che si è già vissuto poiché famigliare e di più facile comprensione.
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gewa89 ha scritto:Non parlerei di "stupidità" del cervello o non mi azzarderei a paragonarlo ad un processore. Parlerei invece di un'altro concetto che è il risparmio energetico, una delle finalità alla base dell'intero sistema biologico. Il nostro cervello tende ad astrarre; il livelli più alti di immagazzinamento dell'informazione semplificano il più possibile in modo da risparmiare e permettere un "rapido" funzionamento. Nei processi mnemonici le informazioni vengono semplificate all'osso e connesse tra di loro per permettere un più rapido recupero. La memoria animale è un campo di studio ancora aperto e con molti lati oscuri per le neuroscienze, ma non è paragonabile a quella di un processore attuale, perchè plastica, perchè può permettere l'apprendimento.
Però concordo con te sul fatto che il nostro giudizio su quello che ci circonda (persone, musica, ecc..) derivi dalle nostre esperienze pregresse e che si debba trovare in accordo o in disaccordo con ciò che noi manteniamo nella nostra memoria. Si tende a cercare ciò che si è già vissuto poiché famigliare e di più facile comprensione.
Leggevo tempo fa un interessante libro sulla capacità del cervello di condizionare la nostra "capacità artistica". Si diceva che il livello di astrazione che il cervello ci permette di raggiungere, a volte è deleterio, in quanto non ci permette di vedere le cose come stanno nella realtà. Il tutto era calato nel contesto dell'arte della pittura: ivi si diceva che siamo tutti dei potenziali "artisti", almeno per quanto riguarda la rappresentazione del visibile, ma molto spesso la nostra mano è guidata più dalla rappresentazione cerebrale di ciò che vediamo piuttosto che dalla relatà fisica che abbiamo davanti.
Il discorso è interessante, anche se un po' lungo e sicuramente un po' off topic...
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