nuovo violino del M° Rampini

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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

Caro Claudio, chissà che un giorno riesca a provare anch'io un tuo strumento...
Trovo molto bello il modello Alard a fondo intero, finalmente con le punte corde (hanno poco da ridire i tuoi colleghi di Parma e Cremona, anzi sarebbe ora che tanti liutai iniziassero ad ascoltare le esigenze degli strumentisti nel tentativo di fare strumenti migliori sia come suono che come praticità, invece di seguire le loro "fisime" estetiche!) da me sempre molto gradite proprio per l'innegabile praticità che conferiscono allo strumento (credo che GdG ne fosse perfettamente cosciente), ed anche il rosso è molto bello, come da vera ed autentica tradizione cremonese.
Ricordo che il Guarnerì del Gesù "Kochansky" possiede gran parte della vernice originale di una tonalità decisamente rossa, resa tendente al bruno dal tempo e dalla luce.
Domanda tecnica: cosa cambia tra la forma originale e la tua forma "ridisegnata"? Ci sono cambiamenti nel suono tra una forma e l'altra o viene principalmente modificata solo l'armonia delle forme?
E poi: una moda che ho notato di recente a MondoMusica 2006 è di fare negli strumenti più recenti (soprattutto da parte dei liutai più giovani) un leggero rigonfiamento nella bombatura del piano armonico all'altezza della cordiera dove le corde si agganciano.
Questo tipo di lavorazione è evidente nel "Kochansky" e molto poco evidente nell' "Alard", anche se i due strumenti appartengono allo stesso periodo di GdG, poichè costruiti a distanza di un anno l'uno dall'altro.
Credi che una simile diversità sulla bombatura abbia significative ripercussioni sul suono (e che quindi sia stata fatta apposta), o sia dovuta solo alla deformazione subita, nel passare del tempo, dal piano sotto il peso delle corde?
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ena81
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Messaggio da ena81 »

E' una meraviglia! Complimenti a Claudio e felicitazioni a Giulia, che mi sa proprio che sarà in possesso di un gioiello! Che spettacolo... :love4:
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edo
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Messaggio da edo »

Bellissimo. Non c'è niente da fare, le punte corte, anzi direi 'giuste' come in questo caso, sono più belle. Non mi convinceranno mai che più lunghe sono esteticamente migliori.
Molto bello anche il colore e la verniciatura, complimenti.

Ciao

edo
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maurizio
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Messaggio da maurizio »

Complimenti è bellissimo sei un grande.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Rispondendo alla tua domanda, Andrea, posso dirti che l'esigenza di ridisegnare una forma nasce da esigenze diverse: nel caso del mio modello Alard, ho usato per il primo esemplare della serie (quello che potete vedere nel thread "il violino nuovo"), ispirandomi al "Lord Plowden" 1735, apportandovi qualche modifica per la coerenza con l'Alard. Pare che Guarneri non abbia usato molte forme, c'è chi afferma che abbia usato sempre la stessa, e che le diversità tra i vari modelli sono dovute al grande impulso artistico di Guarneri stesso e anche al contributo che padre e moglie del medesimo hanno dato al suo lavoro. Dopo circa 6 o 7 esemplari costruiti con la forma "Plowden/Alard" mi è sorta l'esigenza, ma anche la curiosità di esplorare più da vicino la forma Alard originale. Il problema di questo strumento è la sua accentuata asimmetricità, per cui c'era da scegliere la parte destra o la parte sinistra che poi sarebbe stata rovesciata a "specchio" per raggiungere la desiderata simmetricità. La scelta è caduta sulla parte destra, che appare più regolare e aggraziata della sinistra. Inevitabilmente queste variazioni della forma si sono ripercosse sul suono, anche se dopo i primi 6 esemplari di "Plowden-Alard" non mi aspettavo una tipologia di suono molto diversa, soprattutto usando le stesse curvature e lo stesso ordine di spessori. Quindi l'esigenza principale era quella di ottenere un violino con un'identità più precisa all'originale, su cui avrei potuto intervenire con moderate personalizzazioni. Va da sè che già lo scegliere la parte destra o sinistra dello strumento induce uno scostamento stilistico notevole rispetto all'originale, per cui alla fine risalta più l'aspetto dell'interpretazione del modello, piuttosto che quello della "copia".

Riguardo al Kochansky, un modello ritenuto sempre molto impegnativo dai colleghi liutai che si sono impegnati nella sua realizzazione, le bombature sono in effetti molto diverse da quelle dell'Alard: nella fattispecie la curva longitudinale della tavola armonica presenta una "spigolosità" che nell'Alard è assente. Io non ho mai costruito violini su modello del Kochansky, ma a giudicare dalla "spigolosità" suddetta, la tavola presenta una zona abbastanza ristretta di massima altezza, che si protrae poco oltre le effe, per poi scendere in modo quasi repentino fino al raccordo con la sguscia. A mio parere e per quello che la mia esperienza suggerisce, una curvatura simile è atta a generare un suono molto potente, con sfumatura rude e mascolina, unita ad una elevata capacità di penetrazione degli acuti. Il rovescio della medaglia sarebbe costituito da una certa difficoltà dell'approccio con l'arco, in quanto la grande quantità di suono generata nella parte centrale viene "raccolta" e convogliata nei polmoni superiore ed inferiore che appaiono molto appiattiti. Questo comporta un suono particolarmente "compresso" o "stressato", che poi sarebbe l'ideale per quei musicisti che prediligono il repertorio romantico o contemporaneo. Il fatto che alcuni liutai aumentino l'altezza della bombatura in corrispondenza della cordiera oppure sotto la tastiera, credo che nasca dall'esigenza di scurire o schiarire il suono in proporzione all'ordine degli spessori usati. Per questo motivo, anche, io ho scelto le bombature dell'Alard: perchè non sono stato costretto ad "interpretare" la bombatura, perchè apparentemente poco deformata dall'uso e dal tempo, limitandomi ad applicare quella originale, dilatandola o contraendola secondo l'esigenza del momento, il tipo di legno e l'ordine degli spessori usati.
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zappa57
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Messaggio da zappa57 »

Ciao Claudio, avendo provveduto pure io a documentarmi sul libro degli Hill in italiano ( dopo che lo hai consigliato sul portale sono andato subito a comprarlo) ho visto che si parla dell' Alard ma di Stradivari. Tu invece parli di GdG: è un lapsus, un doppione o mia ignoranza a non aver capito nulla?
Grazie e a presto
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claudio
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Messaggio da claudio »

Gli Hill hanno scritto anche un libro sui Guarneri che però non è ancora stato tradotto in italiano. Jean Delphin Alard, violinista e compositore francese dell'800, era un grande estimatore degli strumenti classici italiani, al suo nome sono legati almeno due strumenti, uno Stradivari e un Guarneri, ancora portano il suo nome.

Direttamente da Wikipedia in inglese:

Jean Delphin Alard (May 8, 1815 –February 22, 1888) was a French violinist and teacher.
Alard was born in Bayonne, the son of an amateur violinist. From 1827 he was a pupil of F. A. Habeneck at the Paris Conservatoire, where he succeeded Pierre Baillot as professor in 1843, retaining the post till 1875. He was also a pupil of Fétis and succeeded Baillot as first violinist to the King in 1840. His playing was full of fire and point, and his compositions had a great success in France, while his violin school had a wider vogue and considerably greater value. He was a representative of the modern French school of violin playing, composed nocturnes, duos, études, etc., for the violin, and was the author of an Ecole du violon, which was adopted by the Conservatoire. Sarasate was amongst his students. Mention should also be made of his edition in 40 parts of a selection of violin compositions by the most eminent masters of the 18th century, Les Maitres classiques du violon (Schott). Alard died in Paris.

Alard, violinista e compositore francese, nasce a Bayonne, figlio di un violinista dilettante. Dal 1827 fu allievo di Habeneck al Conservatorio di Parigi, dove succedette a Pierre Baillot come professore nel 1843, incarico che durerà fino al 1875. Fu anche allievo di Fétis e succedette a Baillot come primo violino nel 1840. Il suo modo di suonare era pieno di passione, di fuoco e al tempo stesso pulito e preciso, le sue composizioni ebbero un grande successo in Francia, mentre la sua scuola di violino ebbe grande diffusione nella scuola francese di violino; compose notturni, duetti, studi, ecc., per violino, e fu l'autore di una Scuola del violino, che fu adottata dal Conservatorio di Parigi. Sarasate fu tra i suoi studenti. Bisogna anche menzionare la sua editione in 40 parti di una selezione di composizioni per violno tratta dalle opere dei più importanti maestri del 18° secolo, "I maestri classici del violino" (Schott). Alard morì a Parigi.
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Messaggio da violino7 »

Claudio, complimenti anche da parte mia per la tua ultima creatura. E' un violino bello nella forma, bello nella vernice e, poichè ha anche la cosa più importante di tutte, il bel suono, non resta che fare a Giulia gli auguri per un futuro ricco di soddisfazioni!
A proposito di Delfino Alard, vorrei riferire che è stato anche autore dei "24 capricci", proprio come Paganini. (Purtroppo è una notizia che ho imparato a mie spese. Cioè, vi spiego meglio! A novembre mi sono aggiudicato all'asta su e-bay, appunto, i 24 capricci di Delfino Alard. A tutt'oggi la busta chi mi è stata spedita non è ancora arrivata! Ahimè..)
So, come hai chiarito tu, che è stato esponente di spicco di una corrente didattica violinistica francese di fine ottocento. Come ho già detto in un altro topic io ho imparato a suonare il violino adottando un metodo di un'altro teorico di quello stesso periodo, Julien Piot, e quindi ero curioso di conoscere qualcosa anche delle qualità di quest'altro autore. Pazienza!!
Sono molto interessato a tutto quello che dici delle bombature delle tavole in rapporto anche ai relativi spessori. Certo è che decidere quale resa sonora si voglia dare ad uno strumento, ed ottenerla tramite quelle, è una cosa da gran maestro! Penso sia una capacità che la si possa acquisire solo con l'esperienza. Tutto quello che so io sull'argomento è che Stradivari, rispetto al suo maestro Amati, ha migliorato il suono dei violini di sua produzione portando la bombatura più a ridosso della sguscia (che poi è tutto quello che riferisce Sacconi). Saper modulare le bombature e gli spessori a seconda del risultato sonoro si voglia ottenere credo sia veramente importante e qualifica la sensibilità creativa di un liutaio.
Cioè, voglio dire, al massimo io posso copiare esattamente uno Stradivari, oppure copiare un GdG, perchè copiando so già in partenza quale sarà il risultato, se il lavoro è fatto bene. Questo infatti è quello che fanno generalmente tutti quando decidono di cimentarsi in questa materia per la prima volta. Diverso, invece, è creare uno strumento che abbia, ad esempio, delle caratteristiche sonore intermedie, perchè presuppone delle conoscenze su quali settori delle tavole intervenire, cosa che ovviamente io non ho. Nè esiste, certamente, alcun manuale su tutto ciò.
Grazie, quindi, per i tuoi chiarimenti per me preziosi!
A proposito dell'Alard GdG, per mia conoscenza, mi puoi dire dove si trova ora?
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
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claudio
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Messaggio da claudio »

L'Alard oggi si dovrebbe ancora trovare presso il Conservatorio di Parigi.
Un altro GdG che mi ha sempre affascinato moltissimo è il David appartenuto ad Heifetz, oggi conservato a San Francisco, prima o poi andrò a vederlo visto che almeno una volta all'anno sono da quelle parti.
Per quanto riguarda le bombature, io ho fatto mie le idee di Francesco Bissolotti quando afferma che la liuteria, intesa come attività di costruzione di strumenti nuovi con metodo artigianale, è un esercizio continuo che permette di fare esperienza su ciò che si produce. A mia volta consiglierei a chi si accosta alla liuteria di seguire scrupolosamente il disegno e la bombatura degli originali cremonesi, si scelga il modello che più ci convince e di cui si hanno più dati e si cerchi di stare aderenti a tutte le sue dimensioni (parlo della cassa armonica), cercando di "inventare" il meno possibile. Quando si sarà raggiunta una sufficiente precisione si provi quindi ad apportare le modifiche alle bombature secondo il proprio progetto ed intenzione e si osservi i risultati ottenuti, da ciò si potrà decidere se variare più o meno la configurazione delle bombature, prendendo così coscienza di come "ragiona" uno strumento ad arco.
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

sempre allora riguardo le bombature, caro Claudio, volevo chiederti se hai letto il numero di Agosto 2006 di "The Strad".
C'è in esso un interessante articolo di un liutaio svedese, Bjorn Zethelius, che usa una procedura completamente differente da quello delle quinte di curvatura: utilizzando come linea di riferimento una linea catenaria, comincia a scavare le due tavole dall'interno, stabilendo profondità massima ovviamente differente tra fondo e piano.
Seguendo l'asse longitudinale, trasversale e due diagonali stabilite geometricamente secondo la regola della sezione aurea, scava così gli interni delle due tavole verificandone le varie concavità con una catenella.
Questo liutaio ritiene che tale tipo di lavorazione fosse utilizzata da tutta la dinastia Amati, avendo verificato, in vari strumenti costruiti daigli Amati, le superfici interne.
Abbiamo a che fare con un nuovo Peluzzi?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ho avuto occasione di parlare con Zethelius un paio di volte, mi aveva chiamato per chiedermi le foto del Messia all'Ashmolean Museum. Lui pensava di trovare anche sul Messia le tracce che avrebbero dato una prova in più circa la sua tesi. In effetti la vicinanza con il pensiero di Peluzzi è abbastanza rilevante, solo mi pare che Zethelius non faccia menzione dei "fuochi". Il dubbio che abbia ragione rimane e deve rimanere, fino ad una concreta prova contraria. Sembra strano, ma non ci sono elementi per dire che abbia torto, ma non ci sono nemmeno elementi così probanti per stabilire che abbia ragione. Un pò come i medici a consulto davanti a Pinocchio:
A mio credere il burattino è bell'e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!

Spero che Zethelius mi perdoni se avrà occasione di leggere questo mio intervento.. :)
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

effettivamente, dal punto di vista storico si potrebbe parlare di fuochi anche nel caso di Zethelius, se consideri che la definizione di curva catenaria fu data da Galileo, che la riteneva affine alla parabola (affermazione che in seguito fu smentita da un matematico tedesco, Jungius, nel 1669).
Ma ho visto altre definizioni geometriche delle bombature del violino: un liutaio americano, Michael Darnton con studi su vari strumenti antichi eseguiti con la fotogrammetria Moire , sosteneva che le superfici esterne seguivano rigorose curve definite cicloidi.
Per esempio
http://www.darntonviolins.com/images2/B ... i-arch.wmv
http://www.darntonviolins.com/images2/B ... p-arch.pdf
http://www.darntonviolins.com/images2/B ... k-arch.pdf

La notevole corrispondenza delle tavole di questo violino Gerolamo ed Antonio Amati con le curve cicloidi dà da pensare :hum: :hum: :hum: :hum:
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claudio
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Messaggio da claudio »

Con Michael Darnton, che è un liutaio di Chicago preparatissimo e ferratissimo sulla cultura liutaria, io e Manfio abbiamo discusso molto spesso. Chiederò direttamente a lui il suo pensiero.
andante con fuoco
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cristiano
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PROPRIO BELLO

Messaggio da rossano58 »

Caro Claudio, ho appena visto il tuo bellissimo violino, non ancora riesco a girare tutto il forum che è quasi sterminato.
Quel bel rosso l'hai ottenuto con l'alkanna di cui mi dicevi in un altro topic?

Ciao Rossano
Ma tu... da quanto suoni?
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