corelli

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ele
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corelli

Messaggio da ele »

Proprio ieri sera ho comprato il doppio cd di Corelli con le sonate per violino (Grumiaux...) e calvicembalo.
Sono rimasta sconvolta! Non le avevo mai ascoltate bene...l'ho fatto stanotte.....a mio parere sono incredibilmente belle, trasmettono un senso di pace e di serenità....
Non prendetemi per pazza (o forse sì???), ma a voi succede mai di ascoltare qualcosa di così stupendo da pensare di poter impazzire dal tanto che vi piace? E' una sensazione strana, difficile da spiegare....una malattia forse?!
Mi capita a volte con il grande Rostropovich...ma devo dire che stanotte ci sono andata vicina! Che genio Corelli! Voi cosa ne pensate?
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claudio
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Messaggio da claudio »

Io le sonate di Corelli suonate da Grumiaux le ho in vinile, probabilmente si tratta della stessa registrazione che hai tu. Ad essere sincero il livello della registrazione non mi ha fatto impazzire perchè il timbro del violino appare un pò mortificato, però l'interpretazione è veramente molto bella, quello che mi ha colpito di quest'opera è la fludità e la leggerezza.
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aldeo
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Messaggio da aldeo »

ho ascoltato recentemente l'opera quinta (sonate per violino e basso continuo) di Corelli da esecutori filologici. Certo le fioriture e il modo di eseguire i ritornelli sono credibili, ma i tempi eccessivamente "pompati" secondo me fanno perdere in gran parte quella che è la peculiarità di questi brani: l'eleganza. In un secolo dove l'eleganza rappresentava il massimo, dove il fraseggiare faceva aggio sulla stessa sostanza del fraseggiato, tirare troppo la velocità e far perdere completamente il senso del fraseggio, rappresenta un'onta alla musica di Corelli molto più grave di una interpretazione di tipo romantico, che non sarà filologicamente corretta, ma almeno ha musicalmente un senso.
Non conosco l'edizione dell'op v^ di Grumiaux, ma avendo del nostro le sonate a violino solo di Bach, non dubito che sappia rendere Corelli più che degnamente!!
Personalmente sono un patito della ricostruzione filologica, purchè questa anzichè valorizzare lo spartito non lo banalizzi, e oggi sento banalizzare tanta bella musica!!!!!! :twisted: :twisted: :twisted:
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licuti
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Messaggio da licuti »

aldeo ha scritto:ho ascoltato recentemente l'opera quinta (sonate per violino e basso continuo) di Corelli da esecutori filologici. Certo le fioriture e il modo di eseguire i ritornelli sono credibili, ma i tempi eccessivamente "pompati" secondo me fanno perdere in gran parte quella che è la peculiarità di questi brani: l'eleganza. In un secolo dove l'eleganza rappresentava il massimo, dove il fraseggiare faceva aggio sulla stessa sostanza del fraseggiato, tirare troppo la velocità e far perdere completamente il senso del fraseggio, rappresenta un'onta alla musica di Corelli molto più grave di una interpretazione di tipo romantico, che non sarà filologicamente corretta, ma almeno ha musicalmente un senso.
Caro aldeo, ti quoto in toto. Ho acquistato tempo fa un doppio cd delle Sonate op.Va con la rivista Amadeus ma il cd l'ho ascoltato si e no, due volte. Tutti quei ghiri gori, fioriture, trilli e altre caspiterine non riesco a sopportarli, mi fanno perdere la continuità dell'opera, non mi danno niente e anzi tolgono colore. Qualche studioso ci può illluminare?
aldeo
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Messaggio da aldeo »

Pur non essendo uno studioso (il solo termine mi fa venire i brividi!!) cerco di illumuinarti con un cerino (per luci più forti ci vorrebbe ben altro interlocutore che me) :lol: :lol:
La prassi esecutiva barocca prevedeva tra le altre cose (trilli diversi da quelli contemporanei, note disuguali, ecc..) che quando c'era il ritornello la seconda esecuzione venisse infiocchettata con tutta una serie di note di riempimento e di abbellimento che (almeno avrebbero dovuote essere) improvvisate. Da qui la necessità per chi faccia esecuzioni filologiche di seguire questa prassi. Senonchè la cosa è molto più difficile di quantosembri: infatti tra le infiocchettature si deve (sottolineo DEVE) sempre sentire quella che è la melodia originale. Tra l'altro l'edizione prima dell'opera quinta di Corelli da alcune indicazioni sui possibili abbellimenti (ho avuto la fortuna di vedere l'originale, ma si trova facilmente anche la riproduzione in fac simile).
Alcune incisioni (ma si chiamano ancora cosi???) le trascurano del tutto il che mi da a pensare che i testi adottati da certi filologi siano poco filologici :lol: :lol: . Non solo, le infiocchettature coprono e snaturano del tutto la melodia originale, col risultato che abbiamo una serie di abbellimenti che abbelliscono il niente!!!
Se si aggiunge il bel vizio di voler battere il record di velocità a tutti i costi (quasi che le sonate siano piste da atletica da percorrere quanto più velocemente possibile), si perdono tutte le accentazioni, e tutte quelle finezze che rendono una musica elegante e che in un autore come Corelli (un vero monumento alla musica) fanno parte della composizione. Cosa rimane d Corelli???? il nome in copertina e...poco più!!!

Mi permetto di segnalare due brani che per me sono sublimi nella loro semplicità: il preludio e la sarabanda della 2^ suite (sonata ottava). Suonateli (non sono difficili) e sarete trasportati in un altro mondo fatto di sola luce (stasera sono troppo poetico). :oops: :oops:
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licuti
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Messaggio da licuti »

Grazie Aldeo, ti professi non studioso, ma tu nascondi una erudizione non indifferente... Chissà che...
aldeo ha scritto: Alcune incisioni (ma si chiamano ancora cosi???)...
Si sono ancora incisioni, anche nei cd, molto più piccole di quelle dei cari ed amati LP, ma sono incisioni.
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Esteban86
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Messaggio da Esteban86 »

io sto studiando la numero III, per il V................è stupenda!!!!!
ed in effetti è vero.........Corelli ha scritto lui stesso le possibili diminuzioni e fiorture da aggiungere alla melodia
"ha solo quattro misere corde, per tutte le meraviglie del suono!! anche l'uomo ha un cuore solo.............eppure gli basta per tutto!!!!"
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