Portatori sani di cultura

Dedicato ai musicisti.
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MarcoSpain
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Portatori sani di cultura

Messaggio da MarcoSpain »

In questo periodo particolarmente difficile per la Musica e per l'Arte in Italia, è nato un movimento che cerca di portare la cultura alla gente.
http://portatorisanidicultura.blogspot.com/
Numerose le iniziative già intraprese, da Roma a Milano passando per Bologna, Firenze...
Anche se solo come spettatore esterno, non posso fare a meno di applaudire questa iniziativa ed appoggiare tutti gli amici e colleghi rimasti in Italia a fare in modo che la nostra Musica e la nostra Tradizione non vengano spazzate via definitivamente per i soliti interessi politici.
Viva la Musica.
Viva la Cultura.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Marco non tutti conoscono la tua storia, e io solo ne ho solo pochi frammenti, com'è che sei andato via dall'Italia? Ti trovi bene dove sei ora? E' vero che la Spagna sta attraversando un periodo molto delicato? ci saranno problemi anche per la musica?
andante con fuoco
nigel
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Messaggio da nigel »

io spero che tutto questo movimento in questo periodo possa riuscire a cambiare le cose, anche se non lo credo.
secondo me in italia non c'è più speranza per niente, in special modo per la musica.
io sto aspettando solo il momento (se non riesco proprio a scappare dall'italia) di cambiare lavoro (dopo 13 anni di professione).
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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

claudio ha scritto:Marco non tutti conoscono la tua storia, e io solo ne ho solo pochi frammenti, com'è che sei andato via dall'Italia? Ti trovi bene dove sei ora? E' vero che la Spagna sta attraversando un periodo molto delicato? ci saranno problemi anche per la musica?
La mia storia è molto semplice, nel 2002 andai a fare un corso in Spagna, per curiosità, e mi piacque la gente. Visto che in Germania non riuscivo a farmi invitare a fare concorsi in orchestra, mi iscrissi a 2 concorsi in Spagna che si svolgevano a 2 giorni di distanza, il secondo andò bene, e ad ottobre feci trasloco. Non che non fossi contento in Italia, ho lavorato in molte belle orchestre e lavoro non mi mancava, ma la precarietà di dover cambiare orchestra e città ogni 2 settimane cominciava a stancarmi, dopo 3 anni di "professione". Adesso sono a Valencia, e se devo essere sincero l'ambiente musicale sta cominciando a soffocarmi un po' (troppa corruzione e troppo poco interesse verso la Musica), quindi sto guardandomi intorno per trovare altre soluzioni, ma sicuramente a livello di stabilità economica difficilmente potrei trovare delle condizioni simili in Italia.
La crisi della Spagna c'è e si sente, anche nella musica, ci sono molti meno concorsi rispetto a 5-6 anni fa, e concerti di musica da camera che si facevano prima adesso sono quasi spariti, ma se lo paragono con l'Italia non c'è proprio storia. Speriamo che il piano anti-crisi non venga affossato dai sindacati, altrimenti si rischia di finire come Grecia!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Marco e Nigelma, a vostro parere quando è iniziato questo declino inarrestabile della musica in Italia? e quali sono state le ragioni? Vi faccio queste domande perchè sono problematiche quasi sconosciute al grande pubblico.
andante con fuoco
nigel
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Messaggio da nigel »

per quanto riguarda me, credo sia cominciata verso il 2000.
Non eravamo di certo a questi livelli, ma già si sentiva qualcosa nell'aria.
Ora d'accordo, siamo arrivati a livelli inarrestabili.. ma non è solo per colpa di questo decreto di cui tanto si parla. Le orchestre già arrancavano prima.

Questo decreto alla fine tocca solo gli enti lirici, le orchestre private o comunque fondazioni hanno sempre fatto fatica ad andare avanti: vuoi per colpa di amministrazioni poco felici, vuoi per sperperi di soldi, o vuoi che proprio i soldi sono sempre stati pochi; fatto sta che a rimetterci non sono quelli che lavorano dentro gli uffici delle orchestre (quelli i soldi li prendono comunque) ma sono sempre gli orchestrali che vedono i loro compensi sempre almeno dopo 90 giorni.
E per i direttori? sarà uguale il problema? non credo proprio:
non so quanto possa guadagnare un direttore d'orchestra, ma so quanto guadagna un musicista di fila: 60 euro di media. Quindi per una produzione che dura una settimana un violinista prende 420 euro se va bene dopo almeno 3 mesi.

In svizzera, ho scoperto da una tournèe recente, che le grandi aziende che fatturano un tot l'anno (non sparo cifre perchè non le ricordo con esatezza) sono obbligate a versare una percentuale che va alle orchestre.
Questa si che siama cultura.
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

Non credo che la crisi sia così recente. Penso risalga almeno agli anni '90 nei quali, seguendo esempi stranieri, la gestione della cultura ha iniziato a diventare puro "business". Fin qui nulla da dire, abbiamo esempi di poli museali che in Italia e all'estero si reggono benissimo su questi presupposti. Il problema è che i proventi spesso non vengono reinvestiti nella cultura, se non in minima parte, a fronte di costi di gestione divenuti esorbitanti. Secondo voi quanto costa far viaggiare un'orchestra per una tournée? E sessanta Stradivari? E "affittarli", assicurarli e "alloggiarli" in una sede adeguata? Non è per questo motivo che l'esposizione di Colonia prevista per marzo di quest'anno non c'è stata? A questo può essere aggiunta la disaffezione del grande pubblico, deviato verso situazioni culturalmente meno impegnative e di più vasto appeal? Quale adolescente fisserebbe il primo appuntamento a una prima della Scala? Ah, quasi dimenticavo l'ingerenza politica nell'assegnazione delle nomine nei consigli di amministrazione di Enti e teatri. E' pura fantasia o spesso questi ruoli sono ricoperti da veri esperti di pesca alla trota? Probabilmente mi sbaglio e vedo la situazione nell'ottica dell'utente medio. Per ampliare questa discussione, voi che siete impegnati in "prima linea" potreste sicuramente aggiungere molto e correggere qualcosa.
- Alberto Soccini -
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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

Riassumere in poche parole il problema dei teatri (specialmente gli ex-enti lirici) e di tutto il sistema musicale italiano è un'impresa semplicemente titanica.
All'epoca del mio secondo diploma (accademico di II livello, visto che il vecchio qui in Spagna vale come un ottavo...) frequentato al Conservatorio di Cesena, ho assistito alla classe di "Diritto e legislazione dello spettacolo", il docente era un avvocato di Firenze che assiste a tantissimi nomi noti della lirica e del concertismo italiano e mondiale.
Durante le lezioni apprendemmo la storia del nostro sistema musicale, dagli albori del melodramma passando per la creazione degli Enti Lirici, alla loro successiva trasformazione in "Fondazioni", parlando della creazione e della gstione del FUS e di tantissime altre conse interessanti, la maggior parte delle quali penso siano assolutamente sconosciute a noi musicisti.
Adesso non ricordo tutte le date e le varie leggi, ma secondo l'analisi fatta in classe il punto critico del nostro sistema venne con la trasformazione o "privatizzazione" (pseudo-privatizzazione) dei vecchi Enti Lirici. Nonostante le buone premesse, ovvero privatizzazione degli Enti, per snellire la loro gestione e favorire l'ingresso di capitale privato (che nei fatti è stato fatto solo dalla Scala), il risultato è stato che è sparito il controllo dei bilanci da parte dello Stato, con conseguente apertura della porta a Gestori e Sovrintendenti un po' troppo creativi e spendaccioni, portando alcuni teatri sull'orlo del fallimento. Il tutto in un quadro di crisi economica oramai decennale, con tagli al FUS che oramai è ridotto al lumicino (e per la maggioranza dei Teatri che continuano a dipendere quasi integralmente dallo Stato è stato un duro colpo). Insomma, ce n'è per tutti i gusti, e sicuramente mi sfuggono al momento altri elementi importanti.
Quello che è sicuro è che senza la volontà politica di risolvere tutti i problemi dei Teatri italiani siamo destinati alla chiusura, prima o poi, a meno di un improvviso cambio nell'economia e nel fantomatico ritorno al benessere degli anni '70...
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claudio
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Messaggio da claudio »

Marco, io negli anni '70 ero un adolescente, non ricordo quel periodo come particolarmente felice, certamente per i musicisti c'erano più possibilità.
Ma quello che mi preme far notare è che i teatri delle varie città italiane pare siano diventati da tempo uno dei ricettacoli preferiti delle clientele politiche, tanto per dare un'idea delle dimensioni del fenomeno, il numero del personale impiegatizio nei principali teatri italiani sia praticamente raddoppiato, a fronte di un apparato orchestrale e tecnico che è rimasto invariato. Il fenomeno a noto da tempo, i musicisti conoscono fin troppo bene quel che accade alle loro spalle, ma purtroppo mi sembra che siano costretti ad assistere impotenti al declino dei teatri e dei loro stipendi.
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Messaggio da talus »

Tutti pensano che siano i soldi la finanza l'economia e l'industria a reggere il mondo , no io credo sia l'amore la poesia e la musica.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

la crisi della musica in Italia, considerando la musica colta, secondo me ha origini abbastanza lontane nel tempo, mentre in posti come gli USA, la mitteleuropa e i paesi scandinavi si è sempre pensato all'istruzione musicale come una cosa fondamentale per la crescita dell'individuo, in Italia la musica musica colta è sempre stata considerata un qualcosa di elitario.

In Italia la diffusione della musica colta è stata spesso lasciata a organismi come le bande e i cori di paese, bellissima cosa ma sicuramente non possiamo pensare che le bande e i cori sostituiscano un istruzione musicale di base...
sembra contraddittorio che una cosa considerata elitaria sia lasciata ad organismi popoalri... ma in Italia le contraddizioni non finiscono mai...
da una parte si spera che il volontariato delle bande sostituisca l'istruzione musicale, mentre dall'altra non si insegna musica ai bambini perchè si pensa sia meglio insegnarli a fare il muratore....

di conseguenza chi poi va a votare i nostri politici ha una cultura anti artistica e preferisce votare chi costruisce pallazzoni in riva al mare che chi sovvenziona teatri....

altro momento critico, mentre negli USA si svillupava il minimalismo in Italia cosa stavamo a fare?
forse dormivamo, o forse il pubblico si era talmente stufato delle provocazioni dell'avaguardia, che non voleva più sentirne di musica "colta"...

alla fine se alla maggior parte della musica non gli ne importa nulla come possiamo sperare chi viene eletto stanzi sfondi per essa?
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Messaggio da nigel »

Claudio ha centrato un punto fondamentale:
in un'orchestra di 80 persone com'è pensabile che negli uffici ce ne lavorino il doppio?! E come mai in queste orchestre (che sono in crisi) il personale di ufficio non ha mai problemi di stipendio?

Si tende sempre a far lavorare il musicista in condizioni di precarietà, perchè tanto ormai è diventato un passatempo, suonare.
E infatti si sente; la maggior parte delle orchestre anche di fama nazionale, fanno esibizioni imbarazzanti... perchè data la poca disponibilità monetaria, si metton su programmi che richiederebbero giorni e giorni di prove che invece si preparano in un pomeriggio. Ma tanto il pubblico applaude sempre, sempre. Ormai puoi salire su un palco, fare una serie di peti, e aspettarti il pubblico in delirio che non appena finisce l'ultima nota o accordo (o peto che sia) urla 'BRAVI!!!!'.

Per tornare al discorso del problema degli uffici orchestrali:
le grandi orchestre americane, a volte hanno 4 persone che gestiscono il tutto, anche tournèe.
Ma siamo in Italia, e in qualche modo bisogna campà.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

infatti in Italia si usa come ammortizzatore sociale improprio l'ufficio pubblico, cioè si assumono molte più persone di quelle che occorrono perchè non si sa dove mandarle....
invece ci vorrebbe pù serietà
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claudio
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Messaggio da claudio »

Vi invito a leggere questo articolo di Enzo Stinchelli sulle Fondazioni Liriche:
http://www.enricostinchelli.it/site/new ... siamo.html
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

claudio ha scritto:Vi invito a leggere questo articolo di Enzo Stinchelli sulle Fondazioni Liriche:
http://www.enricostinchelli.it/site/new ... siamo.html
Da brivido.
Un articolo del genere all'estero farebbe muovere l'opinione pubblica, probabilmente persino la magistratura e il giornalista e il direttore d'orchestra interrogati come persone informate dei fatti........ E in Italia? Il piroscafo che era diretto a tutto vapore contro l'iceberg è ormai schiantato e chi non è emigrato è morto, oppure c'è ancora qualcosa da fare per salvarlo con i suoi passeggeri?

Grazie Claudio per la segnalazione.
- Alberto Soccini -
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