Il violino di Maurizio
Re: Il violino di Maurizio
Anch'io toglierei quel decimo che cresce. Perderai 3 grammi e la nota scenderà al Fa# calante.
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Re: Il violino di Maurizio
Visto che la rigidità è buona (fa#) io alleggerirei il più possibile partendo dai polmoni per arrivare almeno ai 115/116 g senza scendere sotto al fa.
Re: Il violino di Maurizio
Eccomi. Ho alleggerito il polmone inferiore soprattutto nelle ali laterali. Anche nella parte centrale sono sceso di un decimo stando attento a non scendere sotto i 4,5 come indicato da Claudio.
Credo di essere arrivato al massimo e potrei anche scendere un altro grammo ma non saprei più dove:
La nota è diventata un Fa# calante ma devo dire che il toc sembra cambiato. E' come se fosse più vivo. Non so bene come spiegarmi ma la tavola ora mi sembra più elastica e risuonante anche quando la sfioro con le mani. Possibile che soli tre grammi cambiano così tanto il comportamento di una tavola? C'è da rimanere stupiti.
Credo di essere arrivato al massimo e potrei anche scendere un altro grammo ma non saprei più dove:
La nota è diventata un Fa# calante ma devo dire che il toc sembra cambiato. E' come se fosse più vivo. Non so bene come spiegarmi ma la tavola ora mi sembra più elastica e risuonante anche quando la sfioro con le mani. Possibile che soli tre grammi cambiano così tanto il comportamento di una tavola? C'è da rimanere stupiti.
Maurizio Basile
Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta (Goethe)
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Re: Il violino di Maurizio
Eh si, soprattutto quando sei vicino alla giusta rigidità la vibrazione della tavola diventa più viva, pronta e risonante.
A un certo punto ci sarà un peggioramento della nota emessa e questo vuol dire che hai raggiunto e superato il limite ottimale, il problema è capire quando fermarsi ma con l'esperienza questa sensibilità si può raggiungere e ascoltare le frequenze aiuta a farsi un riferimento orientativo.
Nel tuo caso io scenderei ancora un paio di grammi, poco per volta e verificando spesso fequenza e qualità della nota emessa, visto che sei ancora vicino al fa # c'è ancora un po' di margine credo.
Non c'è bisogno di microfoni, basta un buon orecchio e delle note di riferimento da confrontare.
Col microfono è solo più facile, ma si rischia di non sviluppare mai l'orecchio e le sensazioni
A un certo punto ci sarà un peggioramento della nota emessa e questo vuol dire che hai raggiunto e superato il limite ottimale, il problema è capire quando fermarsi ma con l'esperienza questa sensibilità si può raggiungere e ascoltare le frequenze aiuta a farsi un riferimento orientativo.
Nel tuo caso io scenderei ancora un paio di grammi, poco per volta e verificando spesso fequenza e qualità della nota emessa, visto che sei ancora vicino al fa # c'è ancora un po' di margine credo.
Non c'è bisogno di microfoni, basta un buon orecchio e delle note di riferimento da confrontare.
Col microfono è solo più facile, ma si rischia di non sviluppare mai l'orecchio e le sensazioni
Re: Il violino di Maurizio
Stavolta ho cercato di "sentire le variazioni di suono più pensare al resto ed ho paragonato il "toc" con i suoni della mia chitarra. Certo era facile: sapevo da che nota partivo. Alla fine sono arrivato ad un Fa# calante (poi però l'ho verificato).
Mi sono fermato quando cominciava a non piacermi il toc. Pensavo di aver scavato tanto ed invece:
A questo mi fermo qui con il fondo.
Ho poi fatto la giunta della tavola. Prima di tutto ho riaffilato la pialla per bene e poi ho proceduto:
Lato interno: Lato esterno: Stavolta dovrebbe essere venuta bene alla prima
Devo dire che purtroppo la tavola è bella pesante: densità di 0,49 gr/cm3. Credo che anche qui non si scenderà molto col peso..... ma arriviamoci.
Una domanda: a questo punto mi conviene attaccare il fondo, staccare la forma interna, mettere le controfasce e poi riportare la silhouette sulla tavola o tracciarla con ancora la forma interna inserita?
Mi sono fermato quando cominciava a non piacermi il toc. Pensavo di aver scavato tanto ed invece:
A questo mi fermo qui con il fondo.
Ho poi fatto la giunta della tavola. Prima di tutto ho riaffilato la pialla per bene e poi ho proceduto:
Lato interno: Lato esterno: Stavolta dovrebbe essere venuta bene alla prima
Devo dire che purtroppo la tavola è bella pesante: densità di 0,49 gr/cm3. Credo che anche qui non si scenderà molto col peso..... ma arriviamoci.
Una domanda: a questo punto mi conviene attaccare il fondo, staccare la forma interna, mettere le controfasce e poi riportare la silhouette sulla tavola o tracciarla con ancora la forma interna inserita?
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio
Da neofita a neofita: incolla il fondo, sfila la forma, incolla le controfasce e poi riporta il profilo sulla tavola.
Il peso specifico di 0.49 mi sembra esagerato. Sicuro di aver misurato bene? Di che anno è la tavola? Ottima giunta, comunque.
Il peso specifico di 0.49 mi sembra esagerato. Sicuro di aver misurato bene? Di che anno è la tavola? Ottima giunta, comunque.
Re: Il violino di Maurizio
La densità l’ho misurata più volte purtroppo. Mi viene il dubbio della bilancia starata ma significherebbe aver fatto un fondo leggerissimo .
Grazie. Era come pensavo.
Grazie. Era come pensavo.
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio
Prima di incollare il fondo prova a misurare il modo 2.
Ad occhio dovresti trovarlo un'ottava sotto.
Nella mia esperienza meglio se è calante rispetto all'ottava. (Rapporto #5/#2 intorno a 2.2-2.3).
Un consiglio: cerca un'altra tavola.
Con ogni probabilità dovresti arrivare a spessori molto sottili (se la rigidezza del legno e come è tagliato lo consentono) per farlo suonare.
Avresti un registro dei gravi carente.
Una tavola sui 390kg/m3 la trovi molto più facilmente che non un modo per far suonare questa.
Oppure vai avanti, fai un violino che suona molto bene e così dimostri che sono teorie poco azzeccate
Ad occhio dovresti trovarlo un'ottava sotto.
Nella mia esperienza meglio se è calante rispetto all'ottava. (Rapporto #5/#2 intorno a 2.2-2.3).
Un consiglio: cerca un'altra tavola.
Con ogni probabilità dovresti arrivare a spessori molto sottili (se la rigidezza del legno e come è tagliato lo consentono) per farlo suonare.
Avresti un registro dei gravi carente.
Una tavola sui 390kg/m3 la trovi molto più facilmente che non un modo per far suonare questa.
Oppure vai avanti, fai un violino che suona molto bene e così dimostri che sono teorie poco azzeccate
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Re: Il violino di Maurizio
Non che le tavole pesanti siano il mio ideale, però Guadagnini ha usato pezzi di abete fino a 0.47 g/cm3, ma facendo bombature adeguatamente alte. Direi che dipende dall'esperienza del liutaio, se non si hanno le idee chiare è comunque difficile che si realizzi uno Stradivari nei primi tentativi, quindi ci penserei due volte a buttare un pezzo di legno se non presenta altri difetti se non la densità un po' alta.piase ha scritto: ↑lunedì 16 luglio 2018, 22:33 Prima di incollare il fondo prova a misurare il modo 2.
Ad occhio dovresti trovarlo un'ottava sotto.
Nella mia esperienza meglio se è calante rispetto all'ottava. (Rapporto #5/#2 intorno a 2.2-2.3).
Un consiglio: cerca un'altra tavola.
Con ogni probabilità dovresti arrivare a spessori molto sottili (se la rigidezza del legno e come è tagliato lo consentono) per farlo suonare.
Avresti un registro dei gravi carente.
Una tavola sui 390kg/m3 la trovi molto più facilmente che non un modo per far suonare questa.
Oppure vai avanti, fai un violino che suona molto bene e così dimostri che sono teorie poco azzeccate
Anche se io probabilmente lo scarterei per i miei violini e per l'idea di suono che ho in mente.
Re: Il violino di Maurizio
Io sono abbastanza fatalista, anche con i miei violini. Una tavola mi deve "parlare" in un certo modo, preferisco come tutti le tavole leggere, ma le pesanti hanno anche loro proprie peculiarità, ossia suono corposo (anche se la maturazione richiede un po' di tempo in più). Ciò detto una tavola del genere come mostrata nelle foto qui sopra non la scarterei mai, ma non per una questione di risparmio. E' vero che il legno più pesante è più difficile da far suonare, ma nei migliori violini antichi si trova di tutto, quindi vuol dire che veramente il liutaio deve saper trarre il meglio da ogni materiale.
Una volta ridotta a spessore la questione della densità rimane abbastanza marginale, proprio per l'esiguità degli spessori (a meno che uno non adotti spessori di tavola dai 3.5mm in su). Del resto ho visto tantissimi violini contemporanei lavorati benissimo e con legni perfetti suonare malissimo. Per questo ho da sempre preferito per quanto possibile rovesciare i parametri, cioè a dire strumenti magari lavorati e verniciati in modo approssimativo, ma con un suono eccellente. Così non daranno la colpa alla pesantezza del legno
In questo momento sto finendo di lavorare una cassa che senza sguscia e senza filetto pesa circa 280 grammi, è tra le più pesanti. Ho usato un abete di spacco che presi più di 20 anni fa da Gio Batta Morassi, tosto come lui, ma ottimamente lavorabile e che in passato mi ha dato ottimi risultati con violini e viole, nonostante l'alta densità. Tutti sapete che il M° Morassi è venuto a mancare da poco tempo, è stata una coincidenza che mi ha fatto pensare quando una volta scelto il suo legno, non lo usavo da molto tempo, durante la lavorazione di questo suo legno è avvenuta la sua morte.
Una volta ridotta a spessore la questione della densità rimane abbastanza marginale, proprio per l'esiguità degli spessori (a meno che uno non adotti spessori di tavola dai 3.5mm in su). Del resto ho visto tantissimi violini contemporanei lavorati benissimo e con legni perfetti suonare malissimo. Per questo ho da sempre preferito per quanto possibile rovesciare i parametri, cioè a dire strumenti magari lavorati e verniciati in modo approssimativo, ma con un suono eccellente. Così non daranno la colpa alla pesantezza del legno
In questo momento sto finendo di lavorare una cassa che senza sguscia e senza filetto pesa circa 280 grammi, è tra le più pesanti. Ho usato un abete di spacco che presi più di 20 anni fa da Gio Batta Morassi, tosto come lui, ma ottimamente lavorabile e che in passato mi ha dato ottimi risultati con violini e viole, nonostante l'alta densità. Tutti sapete che il M° Morassi è venuto a mancare da poco tempo, è stata una coincidenza che mi ha fatto pensare quando una volta scelto il suo legno, non lo usavo da molto tempo, durante la lavorazione di questo suo legno è avvenuta la sua morte.
andante con fuoco
Re: Il violino di Maurizio
Ciao Mauriziomico ha scritto: ↑domenica 15 luglio 2018, 15:57 Eccomi. Ho alleggerito il polmone inferiore soprattutto nelle ali laterali. Anche nella parte centrale sono sceso di un decimo stando attento a non scendere sotto i 4,5 come indicato da Claudio.
Credo di essere arrivato al massimo e potrei anche scendere un altro grammo ma non saprei più dove:
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La nota è diventata un Fa# calante ma devo dire che il toc sembra cambiato. E' come se fosse più vivo. Non so bene come spiegarmi ma la tavola ora mi sembra più elastica e risuonante anche quando la sfioro con le mani. Possibile che soli tre grammi cambiano così tanto il comportamento di una tavola? C'è da rimanere stupiti.
veramente utile questa condivisione grazie! ciao
Sergio
Re: Il violino di Maurizio
Francamente non posso che concordare con Claudio e Davide sull'utilizzare la tavola in oggetto. Non che Francesco non abbia le sue ragioni legate al suono ma nel mio caso ci sono due fattori che mi sono imposto sin dall'inizio:
E' una scelta, forse non la migliore dal punto di vista sonoro ma forse la migliore (spero) dal punto di visto didattico.
Se poi consideriamo che la tavola l'ho presa nel negozio che discende da Morassi.... ma come posso sostituirla?
- il primo è quello di non cercare scorciatoie ed il lavoraccio sulla giunta ne è la riprova: Anche lì avrei potuto prendere una tavola nuova ma non l'ho fatto;
- il secondo è quello di prendere tutto ciò che capita come sprone per capire ed approfondire.
E' una scelta, forse non la migliore dal punto di vista sonoro ma forse la migliore (spero) dal punto di visto didattico.
Se poi consideriamo che la tavola l'ho presa nel negozio che discende da Morassi.... ma come posso sostituirla?
Ultima modifica di mico il martedì 17 luglio 2018, 11:58, modificato 2 volte in totale.
Maurizio Basile
Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta (Goethe)
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Re: Il violino di Maurizio
Ultima cosa che mi verrebbe da dire: ma se con le tavole pesanti ce l'ha fatta pure Guadagnini (scusate l'irriverenza. chiaramente scherzo)
Maurizio Basile
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Re: Il violino di Maurizio
Penso che sia una buona occasione per imparare come cambia il comportamento dello strumento al variare delle proprietà del materiale.
Come sempre è bello vedere che ci sono vari approcci e per fortuna non esiste un pensiero unico.
Caro Mico, considera che una giunta la puoi rifare più di una volta, arrivando anche a giuntare quello che manca nella zona più larga del violino.
Ma le proprietà del material non le puoi cambiare più di tanto (un po' con trattamenti termici o chimici). Una volta che hai scelto un legno, devi adattare bombature e spessori al suo carattere.
Se qualcuno poi cerca legno molto bello e sopra i 400kg/m3 stagionato 9 anni, ne ho ancora un po'.
Davide dove hai trovato quel dato sul guadagnini?
Come sempre è bello vedere che ci sono vari approcci e per fortuna non esiste un pensiero unico.
Caro Mico, considera che una giunta la puoi rifare più di una volta, arrivando anche a giuntare quello che manca nella zona più larga del violino.
Ma le proprietà del material non le puoi cambiare più di tanto (un po' con trattamenti termici o chimici). Una volta che hai scelto un legno, devi adattare bombature e spessori al suo carattere.
Se qualcuno poi cerca legno molto bello e sopra i 400kg/m3 stagionato 9 anni, ne ho ancora un po'.
Davide dove hai trovato quel dato sul guadagnini?
Re: Il violino di Maurizio
Francesco è proprio a quello che mi riferivo: Ne approfitterò per "studiare" come adattare spessori e bombature al legno.
Finora ho applicato dei criteri generali, sulla fiducia. Ora è arrivato il momento di approfondire questi aspetti... e magari fare qualche casino.
In ogni caso posso dire di aver trovato in nome al mio violino: invece de "il cannone" lo chiamerò "il mattone"
Finora ho applicato dei criteri generali, sulla fiducia. Ora è arrivato il momento di approfondire questi aspetti... e magari fare qualche casino.
In ogni caso posso dire di aver trovato in nome al mio violino: invece de "il cannone" lo chiamerò "il mattone"
Maurizio Basile
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