Kavakos a Roma suona Beethoven

23 gennaio 2007

Leonidas Kavakos interpreta il Concerto in re maggiore di Ludwig van Beethoven per la stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Sabato 27, lunedì 29 e martedì 30 gennaio all’Auditorium Parco della Musica.
Info: www.santacecilia.it

Ha poco più di 32 anni ma è gia al top di una carriera che l’ha portato a dirigere con straordinari successi al Festival di Salisburgo (Così fan Tutte di Mozart), al Metropolitan di New York (Don Giovanni e Carmen) sul podio dei Berliner Philarmoniker e dei Wiener Philarmoniker. Parliamo di Philippe Jordan, svizzero, figlio di Armin, apprezzatissimo direttore d’orchestra scomparso poco tempo fa. Figlio d’arte, dunque, ma come hanno scritto più volte i critici, un figlio che ha di gran lunga surclassato il pur celebre padre, per la sensibilità, la musicalità l’autorevolezza della sua direzione d’orchestra. Attualmente direttore principale della Staatsoper Unter der Linden di Berlino, Jordan, che è stato a lungo assistente di Daniel Baremboim, ha “masticato partiture”, come ha dichiarato più volte, sin dalla più tenera età.
Al suo debutto sul podio dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia per i concerti di sabato 27, lunedì 29 e martedì 30 gennaio, Jordan farà coppia con un altro giovane talento, il violinista greco Leonidas Kavakos, del quale il pubblico dell’Accademia ha già apprezzato le straordinarie doti di interprete e virtuoso. Insieme eseguiranno il “Concerto per violino in re maggiore” di Beethoven, l’unico concerto per violino del gigante di Bonn di olimpica ed elegante esuberanza, a metà strada tra i classici modelli haydiani e mozartiani e la grande stagione del violino romantico.
Seguirà la “Sinfonia n. 1” in si bemolle maggiore di Schumann detta “Primavera”, primo impegno sinfonico dell’autore che la compose nel 1841 in un periodo di vera felicità tanto che la abbozzò in soli 4 giorni e la terminò in meno di un mese. Fu lui stesso a chiamarla “Sinfonia di Primavera” per sottolinearne l’energia vitale e la gioia che la pervade.

Sabato 27, lunedì 29, martedì 30 gennaio – Sala Santa Cecilia
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Philippe Jordan direttore
Leonidas Kavakos violino
Beethoven Concerto in re maggiore per violino e orchestra op 61
Schumann Sinfonia n. 1 in si bemolle maggiore op. 38 ” Primavera”

Info 06 80 82 058
www.santacecilia.it

Yehudi Menuhin. L’Orfeo tragico

09 gennaio 2007

“Zecchini Editore” di Varese ha inaugurato la tanto attesa collana “Grandi violinisti” con l’uscita ad Ottobre del primo volume dedicato al “violino del secolo” Yehudi Menuhin. “Yehudi Menuhin. L’Orfeo tragico” porta una firma importante nel mondo della cultura musicale: Alberto Cantù.

L’autore racconta la storia dell’uomo e dell’artista, enfant prodige che impara ad interpretare un pentagramma prima ancora di saper leggere e scrivere, che affronta un tour mondiale già a ventanni. Un percorso artistico ineguagliabile lungo settanta anni, la carriera di un musicista e direttore d’orchestra eclettico, aperto ad ogni genere di influenza musicale come conferma l’incontro con Nigel Kennedy. Una carriera comunque costellata da varie crisi che lo colgono a razionalizzare troppo ciò che ha ricevuto in dono, a ritornare su quei processi intuitivi che lo rendevano musicista perfetto e, per questo, a smarrire il “virtuosismo naturale” dei primi tempi.
Crisi elegantemente esposte da A.Cantù che ricorre ad un paragone efficace: Menuhin come Orfeo, personaggio della mitologia greca che, per voltarsi a guardare la sua donna Euridice-la Musica prima di uscire dagli Inferi, rischia di perderla per sempre.
Il testo di 248 pagine è arricchito della discografia e videografia completa a cura di Carlo Bellora.
Prezzo: euro 19.

www.zecchini.com

Nota: Articolo a cura di Grazia Rondini.

A Milano, il 2 dicembre, un convegno sulla musica antica

30 novembre 2006

“Fare musica antica” un osservatorio sulla realtà e le prospettive in Italia e in Europa. Sabato 2 dicembre 2006, ore 10 – 19. Milano, Castello Sforzesco, Sala Sforzesca.
a cura di Susanna Persichilli

La musica antica in Europa ha contribuito al rinnovamento e alla diversificazione delle proposte musicali, ha reso più dinamico il pubblico trasformandone le abitudini. I trent’anni di Musica e poesia a San Maurizio sono l’occasione per fare una panoramica di alcune fra le esperienze più significative e gettare le basi per gli sviluppi futuri.
A questa giornata di studio sono presenti figure di spicco della musica antica di diversi paesi europei per illustrare i molteplici sviluppi osservati in quest’ambito. Il confronto e la discussione sono finalizzati a leggere l’attualità di questo settore musicale anche come contributo più allargato alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale. Il convegno offre inoltre l’occasione di allacciare contatti, tracciare collegamenti tra le varie realtà e creare nuove prospettive per il futuro.
La musica antica in Europa negli anni Ottanta si è diffusa con rapidità in modo non effimero. Ha infatti conquistato nuovo pubblico, contribuito al rinnovamento e alla diversificazione delle proposte musicali, reso più dinamico l’ascolto. La musica eseguita con criteri “storicamente informati” ha introdotto come elementi fondanti la ricerca, anche di taglio interdisciplinare, e la novità. La curiosità della scoperta ha attratto un pubblico anagraficamente giovane e comunque animato da autentico interesse. Molti festival e rassegne, oltre a proporre concerti e innovative produzioni musicali, danno impulso ad attività di formazione dei musicisti e intraprendono azioni dirette alla conquista di nuovo pubblico. L’intervento attivo nel mercato discografico contribuisce infine a influenzare la fruizione musicale. Sì crea così un ricco tessuto di relazioni e attività spesso al di fuori delle istituzioni musicali tradizionali.

Introduzione
Comune di Milano
Società del Quartetto di Milano

Parte 1 – Ore 10 – 13: Una panoramica europea
Chairman
Dinko Fabris
Università della Basilicata, Storia della musica; Casa Piccinni, Bari

Interventi
Maricarmen Palma – Festival de Musica Antigua, Barcellona
29 years of early music in Barcelona

Jan Van den Bossche – Organisatie Oude Muziek, Utrecht; Presidente REMA Réseau Européen de Musique Ancienne Organisatie Oude Muziek: un festival e un network

Glyn Russ – Early Music Network, Londra
More concerts for performers, more audiences for concerts – A view from England

Daniele Ficola – Conservatorio di Palermo; Associazione Antonio il Verso, Palermo
Musica antica a Palermo

Francis Maréchal – Fondation Royaumont, Val d’Oise, Ile-de-France
La Fondation Royaumont, militante du renouveau de la musique ancienne depuis 1978. Bilan et perspectives

Vittorio Sgarbi – Assessore alla Cultura, Comune di Milano

Intervallo

Parte 2 – Ore 14 – 17.30: Realtà e prospettive
Chairman
Renato Meucci
Università degli Studi di Milano, Storia degli strumenti musicali; FIMA Fondazione Italiana per la Musica Antica, Roma, Urbino

Interventi
Sandro Boccardi – Musica e poesia a San Maurizio, Milano
30 anni di musica antica a Milano: San Maurizio e dintorni

Enrico Bellei – Réseau Européen de Musique Ancienne; Associazione Musicale Estense, Modena
Attualità della musica antica e nuovo pubblico

Tavola Rotonda
Quali prospettive per la musica antica a Milano?
Moderatore: Massimo Accarisi

Introduzione
Emilia Fadini

Sono invitati a partecipare
Arcidiocesi di Milano
La Cappella Musicale
Fondazione Arcadia
Fondazione Marco Fodella
Fondazione Scuole Civiche – Accademia Internazionale della Musica
Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra
Rivista Amadeus
Basilica di San Simpliciano
Società del Quartetto di Milano

Discussione generale e conclusioni

Ore 18 – 19
Visita musicale a San Maurizio con la partecipazione dell’organista Gianluca Capuano

Ingresso libero fino a esaurimento posti E’ prevista la traduzione simultanea

Info

info@quartettomilano.it
culturas.musica@comune.milano.it

www.quartettomilano.it

a cura di Susanna Persichilli

 

L’accordatura nei secoli

24 novembre 2006

Il temperamento equabile, ossia il sistema di accordatura basato sulla suddivisione della scala musicale in dodici semitoni esattamente uguali fu una delle questioni piu’ dibattute nel corso dei secoli. Si interessarono ai problemi dell’accordatura figure come Pitagora, Leonardo da Vinci, Galileo, Keplero, Cartesio, Newton, Rousseau e Diderot. Stuart Isacoff ci racconta la vicenda del temperamento con uno stile chiaro, accattivante, ricorrendo a stimolanti interconnessioni con le arti figurative e le grandi vicende politiche dell’eta’ moderna.
di Ennio Speranza

Stuart Isacoff. Temperamento. Storia di un enigma musicale. EDT 2005, pp. 295, euro 12,00

Un piccolo gioiellino di divulgazione ad alto livello, questa breve storia del temperamento, ossia di come, nel corso dei secoli, si sono pensate e ralizzate le accordature degli strumenti e di come determinate teorie dei suoni hanno influenzato la pratica e viceversa: riesce ad essere allo stesso tempo esauriente e frizzante, convincente e discorsiva. Isacoff, già direttore della rivista Piano Today, ricorre ai numeri solo quando non può farne a meno; perché questo non è un manuale comparativo, ma una vera e propria breve storia di come determinate opinioni (da cui discesero usi) vennero alla luce sopravanzando altre opinioni (e altri usi). In compenso farcisce la sua narrazione di rimandi, racconti, collegamenti con le arti e con le scienze. Il tutto senza mai strafare o risultare troppo ostico, sebbene le questioni legate all’accordatura e al temperamento siano tutt’altro che semplici. Ogni tanto, qualche bella illustrazione, o qualche considerazione personale, soprattutto nella parte finale del libro, ma sempre pertinente e ben disposta. Insomma, questo libello riesce assai utile e piacevole a chi non è esperto di questioni musicali, inserendo come fa l’argomento in un contesto culturale più ampio e sfaccettato; riserva però la stessa piacevolezza e — senza dubbio — utilità a coloro che nella musica ci sguazzano dalla mattina alla sera.
Ennio Speranza

Un interessante libro sulle lettere di Sostakovic

23 novembre 2006

L’epistolario di Sostakovic in prima traduzione italiana: un’antologia a cura della violoncellista e studiosa Elizabeth Wilson che, attraverso le lettere, ci restituisce un interessante ritratto biografico di uno dei compositori piu’ discussi e amati del Novecento.
di Ennio Speranza

Dmitrij Sostakovic
Trascrivere la vita intera. Lettere 1923-1975, a cura di Elisabeth Wilson. Il Saggiatore 2006, pp. 509, euro 25,00
Il caso di Dmitrij Sostakovic è probabilmente unico: non esiste una musica tanto sviscerata in relazione alla biografia e alle vicende politiche quanto la sua. Per converso, si potrebbe dire che il mistero biografico che Sostakovic si porta dietro è legato in grande parte alla vicende politiche del suo paese. Lo stato sociale del compositore russo ha spesso sollecitato una domanda probabilmente un po’ sciocca ma ripetuta sino allo sfinimento, ossia: in altre condizioni, più democratiche, e senza il fiato dello stalinismo sul collo, Sostakovic avrebbe scritto quello che ha scritto? Dimenticando che in altre condizioni non ci sarebbe stato uno Sostakovic e che la straordinaria tensione della sua musica si deve in gran parte alle sue vicende biografiche e all’ambiguo, pesante rapporto che egli ebbe con il potere politico. Al di là di ciò, riteniamo però che la musica di Sostakovic vada oggi analizzata per quello che appare alle nostre orecchie, avendo sì a mente i presupposti in cui maturò, ma dimenticandoli nell’atto dell’appercezione. Musica straordinaria, indipendentemente dalle difficoltà nelle quali nacque. La conoscenza della biografia può comunque aiutare a comprendere meglio l’uomo, le sue idiosincrasie, le sue predilezioni, il suo modo di concepire l’arte, per quanto tali caratteri possano essere stati annacquati dalla maschera pubblica indossata durante l’ufficialità. Elizabeth Wilson, violoncellista e studiosa, grande conoscitrice del mondo musicale russo ed ex allieva di Rostropovic, presenta una cospicua antologia delle lettere di Sostakovic costruendoci attorno una sorta di biografia. Viene fuori un ritratto a tutto tondo di un uomo timido ma determinato, superstizioso, capace di grandi slanci e di incredibili prove d’amicizia, versatissimo nell’ormai defunta arte epistolare, da una parte guardingo ma dall’altra ingenuo, ossessionato dall’idea della morte (in una lettera del 1926, quindi a vent’anni, se ne esce così con l’insegnante, compositore e musicologo Boleslav Javorskij: «Sabato 25 settembre mi avvicinerò alla morte di un altro anno»), attentissimo alla qualità delle esecuzioni della sua musica. Un libro in cui molte cose vanno lette tra le righe (Sostakovic sapeva che la corrispondenza era senza dubbio sottoposta a controlli), ma che per altre si rivela lampante, oltre che intrigante.

Ennio Speranza