17 marzo 2008
Su invito della D.ssa Virginia Villa, direttrice della Civica Scuola di Liuteria di Milano, si è svolto lo scorso 26 Febbraio un incontro con gli allievi e i docenti, tra gli argomenti trattati la creazione de “Il Portale del Violino” e la mia esperienza lavorativa. Alla visita ha partecipato Alfredo Persichilli che ha completato ed ampliato il mio intervento con una lezione sul suono.
Che senso ha una scuola di liuteria in un mondo come il nostro?
Non nascondiamoci dietro un dito: la realtà musicale del nostro paese è fallimentare e non si vede alcuna luce in fondo al tunnel. Gli spazi si riducono sempre più e questo di conseguenza aumenta la “rapacità” e l’ostinazione di coloro che hanno il controllo dei fondi destinati al mondo artistico/musicale. Il buon senso vorrebbe che ci si aprisse e che si provasse a tracciare altre strade, ma ogni iniziativa muore sul nascere perchè il controllo politico/partitico e la distribuzione delle clientele sono di un’efficacia addirittura imbarazzante. Come quando il corpo si ammala di una malattia grave: la situazione è compromessa, ma la malattia gode di ottima salute.
Questo lo si può constatare dalle molte orchestre chiuse, la mancanza di fondi, lo spreco delle risorse residue, il deficit cronico della maggioranza dei teatri italiani, le clientele e i compromessi politici che strangolano sul nascere ogni potenziale creativo. Questo, tra tutti i mali che ne conseguono, come l’impoverimento devastante del nostro panorama culturale, comporta anche la disoccupazione garantita della maggioranza degli allievi diplomati nei conservatori.
E non voglio nemmeno parlare dei conservatori italiani: come la scuola italiana, anche i conservatori sono istituti che servono principalmente a dare uno stipendio ad insegnanti nulla facenti e demotivati.
Ha quindi senso il pensare alla liuteria come ad un serio e produttivo sbocco professionale?
Nonostante la realtà sconfortante, io penso di sì, perchè il liutaio ha in ogni caso una produzione limitata che può proporre anche fuori dei confini nazionali.
Quindi ho parlato del concepimento e della nascita de “Il Portale del Violino”, come di una realtà che si pone aldifuori di ogni istituzione più o meno ufficiale e che porta la realtà della liuteria alla strada e alla portata di tutti. E’ ben vero che tutti amano ascoltare ed ammirare i violini antichi di Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù, ma quanti hanno la possibilità di avere un contatto reale e profondo con la realtà liutaria? E’ bene che si facciano mostre e che si creino eventi intorno alla liuteria e alla sua storia, ma l’importante è anche non trascurare la preparazione del pubblico. E questo obiettivo lo si può conseguire solo se si esce dall’ottica conseguente del mercato, perchè la liuteria in ogni caso non è “mercato”, anche se la sua storia è stata fin dalle origini contrassegnata da eventi legati al mondo commerciale e di compravendita. Ma si deve anche pensare che la musica classica non sarebbe mai stata scritta se la qualità dei violini italiani non fosse divenuta leggendaria e al tempo stesso percepibile e dimostrabile.
“Il Portale del Violino” lavora dal “basso”, affronta le questioni con semplicità e al tempo stesso cerca di approfondire gli argomenti in modo obiettivo, il più possibile fuori da ogni ruolo precostituito e da ogni luogo comune. L’idea di costituire un forum di discussione su internet potrebbe apparire semplice, attraente e anche produttiva, ma se non si ha la capacità di uscire dal proprio ruolo e di mettersi in discussione, è meglio desistere. E’ vero che internet serve a creare delle identità più o meno fasulle dietro le quali si nascondono individui più o meno in buona fede, ma non si tiene conto che internet al tempo stesso ha anche una spiccata capacità di “scoprire” e di “essere scoperti”, perchè nella rete corrono i pensieri e non le intenzioni. E il pensiero, come si sa, non ha controllo.
Al mio intervento è seguito quello di Alfredo Persichilli, il quale si è esibito con il suo violoncello Rocca e con un altro costruito da un allievo della scuola, ne è seguita una interessante discussione in cui sono stati fatti raffronti tra i due strumenti. Ho tenuto in particolar modo che Alfredo Persichilli partecipasse a questo evento, non solo perchè egli è un grande appassionato di liuteria, oltre che valente violoncellista, ma perchè la sua indole aperta e comunicativa permette ad ogni liutaio di capire facilmente quali sono le aspettative di un musicista. Sembra strano, ma è difficile trovare un liutaio che abbia veramente la capacità di essere aperto ai bisogni del musicista e questo è il paradosso del liutaio: costruire strumenti musicali per la delizia dell’udito ed essere al tempo stesso sordo ai bisogni dei propri clienti.
Dopo due ore intense, con l’impressione netta di avere ancora molti argomenti da sviscerare, è stato deciso di porre termine all’incontro. La direttrice Villa mi ha comunicato che gli allievi sono rimasti molto soddisfatti dall’incontro, ed io spero che in futuro ci possano essere occasioni del genere sempre più frequenti.
Claudio Rampini