GLI ARCHIENSEMBLE PROPONGONO IL REQUIEM DI MOZART SOLO PER ARCHI

Solo archetti e corde che vibrano…per la prima volta il celeberrimo quanto controverso Requiem di W. A. Mozart K626 vede la luce nella versione per Quartetto d’archi di Peter Lichtenthal (1780-1853) eseguita dalla formazione da camera siciliana GliArchiEnsemble.

L’opera pubblicata dalla Da Vinci Records è una versione senza voci e per solo archi che, tuttavia, restituisce la grandezza dell’originale grazie ad una trascrizione fedele e accurata. Il CD nella sua versione digitale, non a caso, nel 2018 è risultato il più ascoltato tra i brani di musica classica con oltre 560.000 streaming, secondo i dati raccolti dalla Da Vinci e dal distributore digitale “Believe Digital”.

Peter Lichtenthal nacque nell’odierna Bratislava e visse a Milano per molto tempo; ebbe una prolifica attività di compositore di musica e danze da camera; fu inoltre letterato, saggista, medico, ma viene ricordato maggiormente per la sua attività di divulgazione dello stile mozartiano e perché, grazie a rapporti familiari con gli eredi di Mozart, produsse alcune biografie relative all’attività del compositore di Salisburgo.

Per quanto riguarda il Requiem mozartiano, Lichtenthal non propose una sua rilettura né un completamento, ma una libera trascrizione per Quartetto d’Archi, quindi una versione più “asciutta”, probabilmente nel rispetto dell’idea embrionale del compositore austriaco: come sappiamo l’opera, rimasta incompleta, fu sviluppata e portata a termine dall’allievo Sussmayr nel tentativo di interpretare le intenzioni del suo maestro. GliArchiEnsemble in questa edizione presentano una versione più articolata di quella di Lichtenthal, adattandola ad un ensemble più ampio composto da sei violini, due viole, due violoncelli, un contrabbasso, raggiungendo un risultato finale molto piacevole all’ascolto.

Così, Domenico Marco, primo violino dell’ensemble nato a Palermo nel 2003, commenta l’incisione: “Oltre all’aggiunta del contrabbasso per dare più profondità ai passaggi più scuri della partitura, la nostra versione è esasperata in certi punti, come nel Dies Irae, per esempio, per restituire quell’impeto e quell’urgenza così evidente. Abbiamo potuto contare sui consigli di Giovanni Antonini (fondatore dell’Orchestra Il Giardino Armonico) con il quale abbiamo avuto un incontro prima dell’incisione“.

La formazione dell’Orchestra da Camera GliArchiEnsemble:
Violini: Domenico Marco, Salvatore Tuzzolino, Sergio Guadagno, Marco Badami, Filippo Di Maggio, Maurizio Rocca

Viole: Vincenzo Schembri, Giuseppe Brunetto

Violoncelli: Giorgio Gasbarro, Francesco Pusateri

Contrabbasso: Luca Ghidini

Grazia Rondini www.lachiavediviolino.it