Concerti di primavera a Palazzo Spinola

23 marzo 2007

La Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Liguria, grazie alla collaborazione dell’Associazione “Amici Nuovo Carlo Felice” e dell’Associazione “Amici del Conservatorio N. Paganini”, lunedì 26 marzo 2007 alle ore 11.30 presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, presenta alla stampa la rassegna “Concerti di primavera a Palazzo Spinola”, una serie di cinque appuntamenti musicali che saranno ospitati da marzo a giugno nella dimora storica di Pellicceria.

Interverranno alla conferenza stampa:

– Giuliana Algeri, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Liguria

– Farida Simonetti, Direttore della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova

– Giuseppe Isoleri, Presidente dell’Associazione “Amici Nuovo Carlo Felice”

– Guendalina Cattaneo Della Volta, Presidente dell’Associazione “Amici del Conservatorio N. Paganini”

– Patrizia Conti, Direttore del Conservatorio “N. Paganini” di Genova

Saranno presenti, inoltre, Franco Boggero, autore dei brani contemporanei che saranno proposti, insieme ad antichi Lieder, nell’inedito incontro di sabato 31 marzo, e alcuni musicisti, protagonisti della rassegna che, in questa occasione, presenteranno, in anteprima alla stampa, una selezione di brani dei propri repertori tratti dai programmi dei cinque concerti.

Per informazioni:

Piazza Pellicceria, 1 – 16123 Genova – Tel. 010/2705300 – Fax 010/2705322 – galspinola@libero.it – www.palazzospinola.it

Roby Lakatos, “l’archetto del diavolo”, al Toniolo di Mestre

26 febbraio 2007

Il 21 Febbraio alle ore 21 presso il Teatro Toniolo di Mestre, per la “XXI Stagione di Concerti” è stato protagonista il violinista gitano ungherese Roby Lakatos con il suo “Roby Lakatos’s Ensemble”.
Il concerto è stato organizzato dal Comune di Venezia – “Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo” in collaborazione con “Gli amici della Musica” di Mestre.

Il “Roby Lakatos’s Ensemble” in occasione della serata mestrina era così composto:

Laszlo Boni violino
Robert Féhér contrabbasso
Jeno Istvàn Lisztes cimbalom
Attila Ronto chitarra
Frantisek Jànoska pianoforte

Il programma della serata portava il titolo di “Fire dance”: Roby Lakatos ha aperto il concerto dando subito prova di prorompente vitalità con tre brani infuocati, “Fire dance”, Gipsy Bolero” e “Cickom”, tutti di Suha Balogh, che hanno immediatamente coinvolto nell’entusiasmo soprattutto il giovane pubblico.

“Devil’s fiddler”, o “archetto del diavolo” come è stato soprannominato Roby Lakatos, si è poi esibito con l’accompagnamento del piano in una calda e romantica “Papa can you hear me” noto brano di Michel Legrand.

Lakatos è un violinista gitano, un classico virtuoso ma soprattutto un improvvisatore jazz: lo ha dimostrato in diversi momenti del concerto ed in particolare nel brano di sua composizione “Hora di Marrachi” e nell’entusiasmante e trascinante “Django” di John Lewis.

Stupendi toni meno infuocati hanno caratterizzato “Russian Tango”, brano tradizionale russo, e la nota “Csardas” di Vittorio Monti”.

Ha concluso il concerto, in cui tutti i componenti dell’Ensemble hanno dato dimostrazione di grande preparazione e capacità d’improvvisare, un brano tradizionale macedone arrangiato dal celebre Chick Corea: “Ciflico, Got a Match”.

Ancora una volta Roby Lakatos ha confermato la fama di musicista di straordinaria versatilità stilistica, di essere un virtuoso a suo agio nell’affrontare sia musica classica, jazz o folk. Roby Lakatos è anche compositore e arrangiatore, un musicista che si può definire “completo”, difficile da “ingabbiare” in qualsiasi definizione specifica.

Lo conferma d’altra parte la sua formazione che ha risentito di influenze e stili differenti: è nato nel 1965 nella leggendaria famiglia di musicisti gitani, discendente di Janos Bihari, “King of Gipsy Violinists”, e all’età di nove anni ebbe il suo debutto come primo violino in una band gitana; la sua preparazione si è completata al Béla Bartòk Conservatory di Budapest, dove ha vinto il primo premio per violino classico nel 1984.

Da allora si è esibito nelle più note sale concertistiche d’America, d’Europa e d’Asia ed è noto che la sua musica è stata riconosciuta ed apprezzata dal grande Jehudi Menuhin.

Nel 2004 è apparso insieme alla London Simphony Orchestra al Festival per Orchestre “Genius of the Violin” accanto a Maxim Vengerov, ottenendo grande successo.

Quando Roby Lakatos fa incontrare la cosidetta musica classica con la magica vitalità gitana, offre al pubblico la possibilità di apprendere da questo confronto di culture, di avvicinarsi alle radici del popolo ungherese, senza per questo mancare di rispetto al patrimonio colto elevato.

Alle mie domande “dietro le quinte” Roby Lakatos ha dimostrato d’essere una persona disponibile e molto vicina al pubblico; nel concerto ha suonato un violino da lui denominato “New Gagliano”.

Dopo Milano e Mestre, “Roby Lakatos’s Ensemble” si esibirà a Taranto.

Articolo a cura di Grazia Rondini.

Kavakos a Roma suona Beethoven

23 gennaio 2007

Leonidas Kavakos interpreta il Concerto in re maggiore di Ludwig van Beethoven per la stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Sabato 27, lunedì 29 e martedì 30 gennaio all’Auditorium Parco della Musica.
Info: www.santacecilia.it

Ha poco più di 32 anni ma è gia al top di una carriera che l’ha portato a dirigere con straordinari successi al Festival di Salisburgo (Così fan Tutte di Mozart), al Metropolitan di New York (Don Giovanni e Carmen) sul podio dei Berliner Philarmoniker e dei Wiener Philarmoniker. Parliamo di Philippe Jordan, svizzero, figlio di Armin, apprezzatissimo direttore d’orchestra scomparso poco tempo fa. Figlio d’arte, dunque, ma come hanno scritto più volte i critici, un figlio che ha di gran lunga surclassato il pur celebre padre, per la sensibilità, la musicalità l’autorevolezza della sua direzione d’orchestra. Attualmente direttore principale della Staatsoper Unter der Linden di Berlino, Jordan, che è stato a lungo assistente di Daniel Baremboim, ha “masticato partiture”, come ha dichiarato più volte, sin dalla più tenera età.
Al suo debutto sul podio dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia per i concerti di sabato 27, lunedì 29 e martedì 30 gennaio, Jordan farà coppia con un altro giovane talento, il violinista greco Leonidas Kavakos, del quale il pubblico dell’Accademia ha già apprezzato le straordinarie doti di interprete e virtuoso. Insieme eseguiranno il “Concerto per violino in re maggiore” di Beethoven, l’unico concerto per violino del gigante di Bonn di olimpica ed elegante esuberanza, a metà strada tra i classici modelli haydiani e mozartiani e la grande stagione del violino romantico.
Seguirà la “Sinfonia n. 1” in si bemolle maggiore di Schumann detta “Primavera”, primo impegno sinfonico dell’autore che la compose nel 1841 in un periodo di vera felicità tanto che la abbozzò in soli 4 giorni e la terminò in meno di un mese. Fu lui stesso a chiamarla “Sinfonia di Primavera” per sottolinearne l’energia vitale e la gioia che la pervade.

Sabato 27, lunedì 29, martedì 30 gennaio – Sala Santa Cecilia
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Philippe Jordan direttore
Leonidas Kavakos violino
Beethoven Concerto in re maggiore per violino e orchestra op 61
Schumann Sinfonia n. 1 in si bemolle maggiore op. 38 ” Primavera”

Info 06 80 82 058
www.santacecilia.it

A Carpi per ricordare il Quartetto Italiano

23 novembre 2006

In un’atmosfera magica, ai piedi di un Cristo ligneo illuminato da luci soffuse, sabato 18 novembre 2006 il Quartetto Casorati ha eseguito una tra le pagine più intime di Franz Joseph Haydn, “Le sette ultime parole di Cristo sulla croce”, nella splendida Chiesa di San Bernardino da Siena a Carpi. Il Concerto del Quartetto Casorati fa parte dei Concerti d’Autunno organizzati dal Teatro di Corte dedicati all’”Arte del Quartetto”.
di Susanna Persichilli

La manifestazione è nata lo scorso anno grazie all’entusiasmo di Enrico Baraldi e di Paolo Dall’Olio che, in collaborazione con il Premio Borciani di Reggio Emilia e l’Assessorato alle politiche culturali del comune di Carpi hanno voluto celebrare il 60° anniversario del primo concerto pubblico del Quartetto Italiano. Infatti, proprio a Carpi, nella straordinaria Sala dei Mori, l’11 novembre 1945 prendeva l’avvio una delle più straordinarie carriere artistiche. Il caso volle che Carpi fosse ancora protagonista il 1° aprile 1978 in quanto sede del primo concerto pubblico del Quartetto Italiano con Dino Asciolla alla viola in luogo di Piero Farulli.
“Quest’anno – dice Enrico Baraldi – abbiamo voluto offrire alla città, ma non solo, una piccola rassegna di tre concerti (mai esagerare!) intitolata “L’Arte del Quartetto”. Il pubblico sta reagendo davvero con entusiasmo e proprio dallo stesso ci giungono incoraggiamenti e sollecitazioni a voler continuare, con prossime edizioni, questo nostro percorso. Le idee di certo non mancano e lo straordinario repertorio per quartetto merita di essere valorizzato nonché riscoperto. Preferiamo dare spazio ai giovani musicisti così come allora erano giovani i componenti del Quartetto Italiano; è sicuramente il modo migliore per mantenerne viva la tradizione, il ricordo e soprattutto l’esempio”.
Sabato 18 novembre è stata la volta del Quartetto Casorati che prende il nome dal pittore Felice Casorati, piemontese, legato alla musica, autore di scene e costumi per il Teatro dell’Opera di Roma, la Scala di Milano e il Maggio Musicale Fiorentino. Il Quartetto nasce nell’ambito del Conservatorio Verdi di Torino, è vincitore del Concorso Nono di Torino ed è formato da Adrian Pinzaru e Francesca Viscito ai violini, Mario Castellani viola e Alexei Sarkissov violoncello. La serata era dedicata al “Sacro in quartetto”, con una commovente versione per quartetto d’archi delle “Le sette ultime parole di cristo sulla croce” di Haydn; la voce recitante di Roberto Nakia scandiva le frasi di Gesù sulla croce, mentre al quartetto erano affidati nove momenti musicali che si concludono con un terremoto. La drammaticità di Haydn è figlia della sua epoca, sempre composta, intima e raccolta, talvolta permeata di una rassegnazione superiore. Una musica sublime, resa ancora più emozionante dall’atmosfera della Chiesa e dal religioso silenzio del pubblico presente. Il Quartetto si è rivelato giusto interprete della partitura, eseguita con un suono omogeneo e una grande attenzione alle sfumature dinamiche; ottimo il primo violino, Adrian Pinzaru, che emergeva -anche per la scrittura di Haydn- sugli altri componenti del quartetto, ma sempre nel rispetto della formazione cameristica e soprattutto nella ricerca del “suono” del quartetto, che non è fatto da quattro musicisti ma da un’unica entità. Il pubblico ha reagito con entusiasmo ai concerti, ed è arrivato copioso nella chiesa di San Bernardino, applaudendo ripetutamente l’esecuzione del Quartetto Casorati. Il prossimo appuntamento è previsto per sabato 25 novembre con il Quartetto Arion che interpreterà i quartetti degli operisti italiani, Donizetti, Puccini e Verdi.
Per maggiori informazioni: www.teatrodicorte.it

di Susanna Persichilli

A Milano Giovanni Sollima e i dodici violoncellisti della Scala

22 novembre 2006

Un concerto che farà vibrare. Grande virtuosismo dal Barocco a Sollima, passando per Jimi Hendrix. Dopo l’esecuzione di “Tempeste e ritratti” nel 2001 (commissione dell’Orchestra Filarmonica), Sollima debutta alla Scala anche come violoncellista.

Domenica alla Scala
Teatro alla Scala – 21 gennaio 2007, ore 17
Giovanni Sollima – Violoncellisti della Scala

Cosa unisce Henry Purcell a Jimi Hendrix? La risposta è affidata alle corde dei violoncelli di Giovanni Sollima e dei dodici Violoncellisti della Scala che domenica 21 gennaio alle 17, per il ciclo di concerti Domenica alla Scala, proporranno alcune composizioni di autori che vanno dalla musica barocca di von Biber (nella trascrizione che ne farà lo stesso Sollima); Henry Purcell, di cui sono state usate le parti originali per viola da gamba; Giovanni Battista degli Antonii – con i primi pezzi scritti appositamente per violoncello – ai brani dello stesso compositore siciliano: Taranta, Concerto rotondo: Terra-Aria (musica commissionata da Carolyn Carlson per uno spettacolo di danza alla Biennale di Venezia, e recentemente utilizzata da Peter Greenaway come colonna sonora dell’installazione allestita quest’anno ad Amsterdam per le celebrazioni rembrandtiane, e inserita anche nel suo film The Tulse Luper Suitcases); e infine il celebre Violoncelles, vibrez! , il brano di autore italiano vivente più eseguito nel mondo, nell’interpretazione dei più grandi violoncellisti. Nel programma spiccano Angel e Purple Haze di Jimi Hendrix nella trascrizione di Giovanni Sollima, che il Premio Pulitzer Justin Davidson ha definito il Jimi Hendrix of the cello.
Un programma affidato a una compagine di grande impatto, con un organico composto soltanto da violoncellisti, che faranno sicuramente vibrare – oltre alle corde dei loro preziosi strumenti – anche le corde dei sentimenti del pubblico presente all’eccezionale evento, per l’unica data del 21 gennaio alla Scala.
Il concerto sarà presentato in anteprima il 15 gennaio al Teatro Comunale di Carpi, e successivamente l’11 febbraio al Salone Estense di Varese e il 19 marzo al Teatro Comunale di Ostiglia (MN)
I Violoncellisti della Scala sono: Massimo Polidori, Alfredo Persichilli, Sandro Laffranchini, Jacob Ludwig, Clare Ibbott, Beatrice Pomarico, Alice Cappagli, Simone Groppo, Massimiliano Tisserant, Gabriele Zanardi, Marcello Sirotti, Gabriele Garofano.

Info: www.teatroallascala.it
Tel. 02 88.79.2.473

a cura di Susanna Persichilli