Porthos ha scritto:Il modo più facile di ottenere un adattatore di impedenze è costruire un amplificatore in cui lo stadio di uscita (che può al limite essere fatto da un solo transistor) presenti l'impedenza desiderata.
Credo che le DI (direct box) siano proprio questo.
L'amplificazione (il termine esatto è guadagno) di questo dispositivo può essere anche tenuta bassa o pari ad uno, cioè nessuna amplificazione, tanto a valle si prevede comunque di usare degli stadi "di potenza", cioè destinati esclusivamente ad aumentare la potenza del segnale.
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Sì, ma in questo caso interessa soprattutto che l'amplificatore abbia l'impedenza di ingresso alta. Proprio come dici, l'amplificazione in tensione di questo dispositivo può essere bassa, al limite uguale a 1, ed è proprio quello che si ottiene con lo schema che avevo linkato, che utilizza un transistore ad effetto di campo (JFET) in una configurazione nota come "drain comune" che presenta in ingresso una impedenza molto alta, in uscita molto bassa e amplificazione di tensione circa 1.
Le DI box spesso includono un preamplificatore, ma non è questo il loro scopo: servono innanzitutto per trasformare un segnale sbilanciato in uno bilanciato rispetto a massa, in modo da ridurre gli effetti del ronzio captato dal cavo.
Le DI box sono nate per i chitarristi (per collegare una chitarra direttamente al mixer), ma poi nessun chitarrista lo fa... tutti preferiscono mettere un microfono davanti al proprio ampli, in modo da sfruttarne il "colore".
Qui c'è uno schema di principio di una semplice DI box (lo schema n.2), tanto per soddisfare la curiosità di qualcuno...
http://sound.westhost.com/project35.htm"Vola solo chi osa farlo." (L. Sepulveda)
