Il segreto dello Stradivari è nella densità del legno

Suonare e costruire i violini
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RE_NER0
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Il segreto dello Stradivari è nella densità del legno

Messaggio da RE_NER0 »

Ecco un articolo presente oggi su repubblica:

Poterlo suonare anche solo una volta è il sogno di ogni musicista. La sua qualità ineguagliata anche in epoca di tecnologie ultramoderne rende speciali le performance dei pochissimi fortunati che lo hanno stretto fra le mani. Ma cosa sia a rendere unico uno Stradivari rimane un mistero, come il fatto che come un vino pregiato, col tempo, migliora: più invecchia, più diventa eccellente.

Un nuovo studio pubblicato sull'edizione online della rivista PLos ONE svela che la chiave sta tutta nella densità specifica del legno usato, che regala a violini, violoncelli ed altre creazioni del celebre liutaio cremonese la loro irripetibile grazia e intensità. Una qualità che nessuna delle "imitazioni" moderne, tentate a più riprese, riesce neppure ad avvicinare.

Uno dei rischi maggiori nello studio di questi esemplari unici è la possibilità di danneggiarli. Per esaminarli da vicino senza correre pericoli, un ricercatore olandese del centro medico dell'Università di Leida (LUMC) gli ha fatto una "tac", analizzandone i risultati insieme a un noto liutaio americano e ad altri esperti. Il verdetto? E' l'omogeneità nella densità del legno a rendere gli Stradivari così superiori rispetto ai violini moderni.

Suonare un violino del maestro cremonese non ha eguali per la ricchezza dell'espressività tonale. Al mondo di strumenti creati da Stradivari ne rimangono circa 600, ognuno di loro un prezioso tesoro da milioni di euro. Già da tempo gli studiosi sottolineavano l'importanza del legno: acero e abete dell'area cremonese, dalle caratteristiche molto particolari. Qualcuno sostiene invece che a fare la differenza sia la resina con cui gli strumenti sono stati ricoperti da Stradivari.

Ora lo studio, nato dalla collaborazione fra il centro danese della LUMC e il liutaio americano Terry Borman, con l'uso di strumenti molto sofisticati ha confermato la centralità del materiale ligneo. Il dottor Berend Stoel ha messo a punto un programma al computer per rilevare la densità del legno in modo non invasivo, basandosi sulla collaborazione e l'esperienza di uno pneumologo, il dottor Jan Stolk. Stoel e colleghi hanno poi sottoposto a "tac" cinque violini Stradivari e sette violini contemporanei al Mount Sinai Hospital di New York, esaminandone le particolarità.

Le differenze nella densità del legno, dicono gli studiosi, hanno un impatto preciso sull'efficacia delle vibrazioni e quindi nella produzione di quel suono così particolare. Che qualcuno, oggi, potrebbe di nuovo provare a replicare, alla luce dell'ultimo studio.
Credo che c'è una vita unica, che ho sentito così forte seduto sui contrafforti dell'himalaya. La vedevo dovunque e quella vita che circolava li era anche la mia. Così quando la vita di questo corpo finirà, continua la vita. Continua la vita..
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RE_NER0
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Messaggio da RE_NER0 »

Qui c'è l'articolo originale (in inglese):


http://www.plosone.org/article/info%3Ad ... ne.0002554
Credo che c'è una vita unica, che ho sentito così forte seduto sui contrafforti dell'himalaya. La vedevo dovunque e quella vita che circolava li era anche la mia. Così quando la vita di questo corpo finirà, continua la vita. Continua la vita..
rossano58
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Messaggio da rossano58 »

Ah, il legno di una volta non lo fanno più.
:? :roll:
Ma tu... da quanto suoni?
aldeo
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Messaggio da aldeo »

ecco perchè ci sono le lunghe liste di attesa per fare le tac!!!!! :lol: :lol: :lol: :lol:
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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claudio
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Messaggio da claudio »

Non è uno scherzo, la versione originale inglese contiene un sacco di informazioni utili e la tesi sulla densità è tutt'altro che campata in aria. In più lo studio è basato su una bibliografia solida, non si è praticamente lasciato nulla al caso. Qualche erroruccio marginale sembra esserci, come quando si dice che gli spessori della viola sono maggiori di quelli del violino, ma sono cose di poco conto.
Studiatevelo a fondo e salvatevi la versione originale dell'articolo, consiglio d'amico.

ps
Che per fare buoni violini servisse abete di densità medio bassa era risaputo, ma ora abbiamo prove documentate.
andante con fuoco
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Messaggio da stradevarie »

claudio ha scritto: la tesi sulla densità è tutt'altro che campata in aria.
"denso , quindi suono"
:hum:
René StraDescartes
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Messaggio da RE_NER0 »

P.S. il link è funzionante ma in base alla velocità della connessione l'apertura della relativa pagina può essere lenta. Basta comunque aspettare qualche secondo in più.


Concordo sul fatto che la pagina in inglese non è un semplice articolo giornalistico ma una vera e propria ricerca scientifica
Credo che c'è una vita unica, che ho sentito così forte seduto sui contrafforti dell'himalaya. La vedevo dovunque e quella vita che circolava li era anche la mia. Così quando la vita di questo corpo finirà, continua la vita. Continua la vita..
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Messaggio da Atomino »

E si può scaricare anche in PDF.

Albert
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Messaggio da gewa89 »

Premettendo che sono mooooooolto ignorante e parecchio istintiva nel porre domande...

Un confronto tra strumenti di trecento anni fa e strumenti che hanno al massimo una decina di anni mi lascia qualche dubbio. Avrei preferito un confronto tra strumenti tutti della stessa epoca.
Pongo quindi alcune domande:

1-cosa si sa sul suono dei guarneri e stradivari studiati? Ho imparato dalle pagine di questo forum che non tutti gli strumenti dei grandi maestri suonano allo stesso modo.
2-quali modificazioni può andare incontro il legno durante i secoli? Tenendo soprattutto conto del fatto che, sempre come ho imparato dalle pagine di questo forum, sovente la vernice residua negli strumenti antichi è ben poca e gli strumenti hanno subito diverse riparazioni.
3-una differenza di densità relativa alle fibre del legno sembra esserci solo nella tavola armonica (i valori per il fondo sono quasi sovrapposti tra violini nuovi e vecchi). Come mai?
4-nelle conclusioni vengono riportati altri motivi a cui attribuire questa differenza di densità, cosa ne pensate?

Ringrazio anticipatamente e chiedo scusa nel caso non avessi compreso qualche parte dell'articolo e posto domande sciocche.
turi52
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densità

Messaggio da turi52 »

In un' altra discussione,avevamo detto se non erro, che il legno influisce solo per il 5% alla produzione del suono di un violino.Quindi mi suona strano dare tutta questa importanza a questo esperimento che al massimo sposta il suono solo di questa percentuale.Come mai?O bisogna notare altre cose che io non ho notato.Saluti Turi
  L'UOMO PUO'ESSERE UCCISO MA NO SCONFITTO
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claudio
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Messaggio da claudio »

@Gewa:
io non so nulla, ma se sono strumenti originali c'è da fidarsi.
L'abete al contrario dell'acero è un legno molto più poroso, quasi spugnoso, nel tempo subisce una erosione da parte dell'ossigeno per cui la struttura in qualche modo si "alleggerisce". Tuttavia nello studio non si capisce per quale motivo manca anche uno studio dendrocronologico, che avrebbe aiutato moltissimo a capire meglio i risultati della densità. In una pubblicazione della triennale fu condotto una rilevazione dendrocronologica su "Il Cremonese" 1715 di Stradivari, e fu appunto rilevato che l'abete era stato tagliato circa una trentina di anni prima della sua messa in opera e che era di densità medio-bassa.

@Turi:
Il fatto che nella costruzione di un violino l'importanza del legno sia infinitamente minore rispetto alla capacità del liutaio di saperlo lavorare per ottenere un buon strumento, non vuol significare che tra un legno pesante ed uno leggero, si debba necessariamente scegliere il primo.
La preferenza dei liutai va quasi sempre ai legni leggeri, anche se per esperienza personale posso dire di avere ottenuto ottimi risultati sonori con tutti i tipi di legno. Però il legno leggero aiuta molto.

All'atto pratico non è difficile, basta solo farsi un'esperienza abituandosi a capire quali sono i tipi di abete più leggeri ed elastici che possono fare al caso nostro.
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Alla luce di quanto scritto da Claudio, i miei dubbi si trovano rinforzati.
Proprio perchè l'abete è uno dei legni più delicati e soggetti a deterioramento, il dato di differenza di densità solo nella cassa armonica mi resta dubbioso. Mi piace molto di più l'osservazione fatta sull'altro lavoro che ha coinvolto il "Cremonese".
Oltre tutto non ho capito come mai la densità media del legno resta uguale tra violini nuovi e vecchi, mentre quella delle fibre no.
Ripeto che avrei preferito un confronto tra legni della stessa epoca e anche in questo caso sarebbero rimaste le molte variabili di 300 anni di eventi storici diversi che li hanno coinvolti.

Cercando informazioni alla rinfusa, ho visto che uno degli agenti esterni che può portare a deterioramento il legno è costituito dai i raggi UV, i quali ossidano la lignina, portandola in superficie e scurendo il legno (se l'informazione fosse errata chiedo scusa...sto imparando). Ho riflettuto sul fatto che uno dei procedimenti a cui voi liutai sottoponete i vostri legni è proprio l'esposizione ai raggi UV. Parlando con amici forestali, mi hanno detto che per diminuire la densità del legno le sue fibre, di cellulosa o lignina, devono essere rimosse...mi viene da pensare, quindi, che il procedimento di scurimento del legno dello strumento non abbia solo un valore estetico, ma che possa anche servire a raggiungere la "densità" appropriata. E' possibile? Se si, sarebbe utile un'osservazione che paragoni tempi di esposizione diversi con suoni diversi. Non so se ne avete mai parlato, in verità le vostre discussioni sulla liuteria mi sono sempre un po' ostiche.

Una cosa su cui varrebbe, secondo il mio vago parere, soffermare l'attenzione nei dati dell'articolo, è la differenza di densità tra fondo e piano armonico. Non so, credo che possa avere un qualche effetto nel tipo di trasmissione della vibrazione sonora tra le due parti dello strumento...
va bè, la smetto qui :lol:

Grazie.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Gewa, non capisco la prima parte delle tue osservazioni, a me sembra chiaro che la differenza di densità tra violini vecchi e nuovi non riguardi l'intera cassa armonica ma solo l'abete. Mi sembra che dai dati raccolti nello studio questo si evidenzi in maniera chiara: l'acero resta praticamente immutato nel tempo, invece l'abete pare subire una trasformazione nel tempo, oppure all'origine si è scelto appositamente un legno più leggero e poroso.

Riguardo al deterioramento dell'abete derivato dai raggi UV e conseguente suo "alleggerimento", questo si spiega benissimo dalla consuetudine degli antichi di esporre i propri violini al luce solare per far essiccare la vernice in modo appropriato (vedi mio articolo sulla frase di Stradivari riguardante la vernice nella homepage). Studi condotti negli anni precedenti hanno rilevato che una particolarità del legno dei violini antichi è proprio quella dell'assenza o poca quantità di lignina. Io pensai che ciò fosse dovuto ad un trattamento chimico di deresinazione dell'abete, invece sembra che ciò sia proprio dovuto all'azione dei raggi UV sia in fase di essiccazione della vernice che nel tempo. Questo spiegherebbe anche uno dei motivi per cui i violini migliorano con il tempo: non è solo il buon uso, ma anche l'esposizione graduale ai raggi UV.

Grazie a te per le utili osservazioni.
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Messaggio da gewa89 »

claudio ha scritto:Gewa, non capisco la prima parte delle tue osservazioni, a me sembra chiaro che la differenza di densità tra violini vecchi e nuovi non riguardi l'intera cassa armonica ma solo l'abete. Mi sembra che dai dati raccolti nello studio questo si evidenzi in maniera chiara: l'acero resta praticamente immutato nel tempo, invece l'abete pare subire una trasformazione nel tempo, oppure all'origine si è scelto appositamente un legno più leggero e poroso.
Questo è quello che succede quando si vuole comunque parlare pur non conoscendo la materia in profondità...ho sbagliato, volevo scrivere "tavola armonica"!! :oops:
Chiedo scusa.
Concordo con la tua osservazione riguardo alle possibili conclusioni sul lavoro riportato nell'articolo, mi premeva solo metterla in luce in modo critico.

Grazie a te.

Ciao :)
aldeo
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Messaggio da aldeo »

Purtroppo per la mia ignoranza della lingua inglese non ho potuto leggere l'articolo originale. Ma da quanto capisco tutta la serie di sperimentazioni con apparecchiature varie ha messo in luce solo una cosa: che l'abete con l'andare del tempo perde di densità; se questo è il succo dell'articolo, mi pare che si sia inventato l'acqua calda in quanto nella prima metà dl secolo scorso lo Strocchi lo sosteneva accanitamente senza tanto spiegamento di apparecchiature (che all'epoca non esistevano).
Si continua ad investigare sui segreti di Stradivari, ma secondo me l'unico segreto resta il fatto che lui i violini li sapeva costruire!!!
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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